“Non mangerete nulla che contenga sangue…” (Levitico 19:26). Cos’è il mangiare kosher? All’interno delle culture pagane di quei giorni il sangue veniva considerato come portatore della forza vitale dell’animale. Si riteneva che i diversi organi dell’animale donassero delle energie differenti, a chi li mangiava. Il sangue era ciò che dava vita all’animale perciò le persone non solo mangiavano la loro carne inzuppata nel sangue ma tanti eseguivano un rituale religioso che consisteva nel bere il sangue dell’animale per ottenere la sua forza vitale. Si pensava si potesse ottenere vitalità spirituale, tramite il sangue. Dio non lo ha permesso perché la forza vitale di Dio era abbastanza. Voleva togliere la tentazione al Suo popolo di mischiare il loro impegno a Lui tramite una manipolazione magica degli elementi, non desiderava che il Suo popolo cercasse la forza vitale dagli animali o da altri esseri umani come in altre culture per ottenere più energia; Dio era abbastanza. Quindi anche in quello che si mangia Dio desiderava ricordare al Suo popolo che la Sua forza vitale, bastava. Gesù avrebbe detto che il Suo sangue sarebbe bastato, non c’è bisogno del sangue di nessuno o di nient’altro. Questo principio è inserito nelle loro abitudini culinarie.
“…Non praticherete alcun genere di divinazione o di magia.  Non taglierete in tondo i capelli ai lati del capo, né spunterai gli orli della tua barba. Non farete incisioni nella vostra carne per un morto, né farete alcun tatuaggio su di voi. Io sono l’Eterno ” (Levitico 19:26-28). Nelle nazioni pagane di quei giorni la pratica usuale era quella di fare dei tatuaggi ai morti, secondo loro i morti potevano aiutare dall’oltretomba e si poteva pregare a loro. Siamo attaccati alla lettera della legge? Certo che no. La cosa importante di questi passi è notare il principio di non aggrapparci a nessuna altra forza o pratica che ci distragga da Gesù.
Imparare questi principi di come leggere le Scritture ci aiuta a leggere le nostre Bibbie in un modo che ci aiuta a seguire Gesù, meglio.

Conclusione:
Ricordiamo la chiave ermeneutica che ci ha dato Gesù per approcciare questo tipo di leggi. Un giorno Gesù e i Suoi discepoli stavano camminando vicino ai campi e cominciarono a mangiare il cibo che era stato lasciato per chi avesse bisogno. Il problema si pose perché era di sabato e quindi secondo la legge non era permesso raccogliere del cibo anche se si avesse fame. I farisei che seguivano la legge alla lettera si avvicinarono a Gesù per riprenderli e Gesù rispose. Questo evento è un buon esempio che Gesù ci ha lasciato per imparare come interpretare le Scritture. Gesù disse: “«Non avete letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame, egli e quelli che erano con lui?  Come egli entrò nella casa di Dio e mangiò i pani della presentazione, che non era lecito mangiare né a lui, né a quelli che erano con lui, ma solo ai sacerdoti?” (Matteo 12:3,4). Il re Davide prima di diventare re fu perseguitato dal malvagio re Saul ed il suo esercito, lui e i suoi uomini trovarono rifugio nel tabernacolo dove c’erano i sacerdoti e mentre erano nascosti ebbero fame e mangiarono il pane della presentazione, del cibo consacrato che doveva essere mangiato soltanto dai sacerdoti.  Davide in quel momento ritenne di conoscere il cuore di Dio e così lasciò che i suoi uomini e anche lui mangiassero quel pane sapendo che nella Torah Dio lo avesse vietato. Il re Davide conosceva la legge ma sapeva bene che la legge era stata motivata dall’amore e che Dio avrebbe permesso  loro di mangiare. Dio lo permise.
Gesù disse ai farisei che anche il re Davide aveva interpretato la legge attraverso gli occhi dell’amore. “Ovvero, non avete letto nella legge che nel tempio i sacerdoti, nei giorni di sabato, trasgrediscono il sabato e tuttavia sono senza colpa?” (Matteo 12:5). In questo passo stava facendo notare ai farisei che era impossibile seguire la legge alla lettera perché essa era piena di contraddizioni. Quando si cerca di seguire qualsiasi legge alla lettera diventa qualcosa di contraddittorio. Per esempio, inserita nella legge stessa si può trovare Dio che dice a tutti che non si dovrebbe lavorare di sabato, una legge che si applica a tutti ma ai sacerdoti chiese di lavorare di sabato. Gesù stava cercando d’insegnare che non si dovrebbe vivere seguendo la legge alla lettera perché è un compito impossibile, non ha senso. Gesù ha chiesto a tutti di focalizzarsi su di Lui, Lui era più grande del Tempio e di tutto il sistema religioso. “Perché il fine della legge è Cristo, per la giustificazione di ognuno che crede” (Romani 10:4). Dobbiamo solo confidare e ricevere la Sua grazia come un dono. “Si ha così l’annullamento del comandamento precedente, a motivo della sua debolezza e inutilità, la legge infatti non ha portato nulla a compimento, è l’introduzione di una migliore speranza, mediante la quale ci accostiamo a Dio” (Ebrei 7:18, 19). “Così la legge è stata nostro precettore per portarci a Cristo, affinché fossimo giustificati per mezzo della fede” (Galati 3:24). La legge ci ha fatto da guida, è stata nostra mentore, ci dava la mano e ci portava ai nostri veri genitori, è stata come la nostra babysitter. Ora non abbiamo più bisogno di un tutore, ora seguiamo Gesù che ha adempiuto la legge. L’amore è al cuore di tutto.
Mentre certi versi, leggi, concetti, azioni o personaggi nel Vecchio Patto potrebbero farci traballare perché non riusciamo a comprendere in quale modo essi possano indicarci Gesù perché siamo imperfetti e anche il nostro modo di vedere le cose è imperfetto, ricordiamo che rimarranno sempre dei misteri e cose che non sapremo. Di solito si riesce a comprendere molto di più dalle Scritture quando le leggiamo nel modo in cui Gesù ci ha insegnato, quando scopriamo che tutto quanto ci indirizza verso di Lui. Saremo molto meno violenti, legalisti e giudicheremo gli altri molto meno se impariamo a leggere le nostre Bibbie in quel modo. “Non abbiate alcun debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri, perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge Infatti questi comandamenti: «Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dir falsa testimonianza, non desiderare», e se vi è qualche altro comandamento, si riassumono tutti in questo: «Ama il tuo prossimo come te stesso».  L’amore non fa alcun male al prossimo; l’adempimento dunque della legge è l’amore ” (Romani 13:8-10). Noi sotto il Nuovo Patto, non siamo legati alla lettera della legge che uccide ma allo Spirito che dà vita, oltre all’esempio di Gesù su cui contare abbiamo anche lo Spirito Santo dentro di noi che ci guida nella via di Cristo, nella vita dell’amore.
Lasciamo che sia l’amore a guidare le nostre scelte. Cerchiamo di chiederci da adesso in poi quando ci troviamo a dover fare una scelta: “che forma prenderebbe l’amore in questa situazione?” ciò ci aiuterà a fare delle scelte che siano piene di Gesù. Cerchiamo di adottare quel punto di vista nella nostra vita, quello di dare priorità alle scelte amorevoli piuttosto che a delle scelte che seguono la legge alla lettera. Cerchiamo di imparare a seguire la via di Gesù che consiste nello scegliere ciò che sia più amorevole. Prego che questa settimana Dio ci guidi nella via dell’amore. Le Scritture ci indirizzano a Gesù. Prego che possiamo crescere e diventare delle persone amorevoli, altruiste e che si focalizzino sugli altri, e ad essere le persone che Gesù ci ha chiamate ad essere.

Preghiera: Padre Celeste, vogliamo invitare il Tuo Spirito Santo ad essere il nostro insegnante, guida e mentore, che Lui possa rappresentare la mente di Cristo a noi. Chiedo che questa settimana tu possa parlare ai nostri cuori e mostrarci quelle aree della nostra vita e delle nostre relazioni dove abbiamo bisogno di essere più come Gesù. Prego che possiamo amare meglio. Prego che possiamo diventare un gruppo di persone così altruiste, tanto da diventare qualcosa di contro culturale, prego che le persone possano notare in noi delle qualità così vicine a Cristo. Grazie per guidarci nella via di Gesù, amen.