In questo studio approfondiremo come trovare Gesù nelle leggi del Vecchio Patto. Alcune delle leggi potrebbero applicarsi anche oggi ma altre sembrano arbitrarie e piuttosto strane. Come si fa a trovare Gesù? Alcune delle leggi contenute nel Vecchio Patto sono le seguenti: “Chi è stato evirato mediante schiacciamento o mutilazione, non entrerà nell’assemblea dell’Eterno” (Deuteronomio 23:1). E’ una legge importante davvero? “L’Eterno parlò ancora a Mosè, dicendo: «Parla ad Aaronne e digli: Nelle generazioni future nessun uomo della tua stirpe, che abbia qualche deformità potrà accostarsi ad offrire il pane del suo DIO; perché nessun uomo che abbia qualche deformità potrà accostarsi: né il cieco né lo zoppo né chi sia sfigurato in viso, o abbia un arto deforme, una frattura al piede, o alla mano, né un gobbo né un nano né colui che ha una macchia nell’occhio, o ha un eczema o la scabbia o i testicoli schiacciati” (Levitico 21:16-20). Come mai queste leggi erano così importanti e come si fa a trovare Gesù in queste parole? “Se un uomo o una donna è un medium o un mago, saranno sicuramente messi a morte; li lapiderete con pietre; il loro sangue ricadrà su di loro” (Levitico 20:27). Cercheremo di dare risposta a domande del tipo: “Che ne facciamo di queste Scritture?” “Perché si trovano nelle nostre Bibbie?” “Come si fa a mettere in pratica queste parole?” E anche alla domanda principale: “Possiamo vedere Gesù in tutto ciò?”. L’apostolo Paolo scrisse alla prima chiesa: “Nessuno dunque vi giudichi per cibi o bevande, o rispetto a feste, a noviluni o ai sabati; queste cose sono ombra di quelle che devono venire; ma il corpo è di Cristo” (Colossessi 2:16, 17). Le cose che l’apostolo elencò in questi passi erano tutte leggi dal Vecchio Patto contenute nelle leggi del libro del Levitico. Gesù ci ha mostrato il cuore di Dio e la Sua ombra si proietta dietro nel tempo. Quando si osserva un’ombra si vede una sagoma e si può avere un’idea del corpo che la proietta, ma non si riescono a percepirne tutti i dettagli. Ciò che vediamo chiaramente in Cristo sorpassa qualsiasi altra immagine che ci siamo fatti di Lui, nel Vecchio Patto. A volte capita di non indovinare bene ciò che l’ombra proietti e si forma un’idea sbagliata riguardo ad essa, è facile mal interpretare le ombre, appunto perché sono ombre. Nel Vecchio Patto possiamo trovare degli abbozzi di Gesù ma comprendiamo che a volte non riusciremo a vederlo in modo chiaro come quando lo si guardi, faccia a faccia. A volte troveremo Gesù nel contrasto, in qualcosa che sembri essere Gesù ma è qualcosa di diverso come l’immagine che proietta uno specchio. Gesù disse: “Non pensate che io sia venuto ad abrogare la legge o i profeti; io non sono venuto per abrogare, ma per portare a compimento” (Matteo 5:17). Quando seguiamo Gesù è come se stessimo seguendo lo scopo della legge. “Perché in verità vi dico: Finché il cielo e la terra non passeranno, neppure uno iota o un solo apice della legge passerà, prima che tutto sia adempiuto” (Matteo 5:18). Qui Gesù stava facendo riferimento ad ogni minimo dettaglio della legge, in altre parole, la legge avrebbe continuato fino al suo adempimento. Gesù utilizzò un linguaggio apocalittico quando disse “il cielo e la terra non passeranno…”, stava cercando di far capire che ci sarebbe stato un evento epocale che sarebbe successo fino al momento dell’adempimento di tutto. Gesù poi diede degli esempi di chi sarebbe stato chiamato il più grande ed il più piccolo nel Regno dei cieli e per ultimo disse: “…Se la vostra giustizia non supera quella degli scribi e dei farisei, voi non entrerete affatto nel regno dei cieli” (Matteo 5:20). I farisei erano considerati le persone più giuste sulla faccia della terra, essi seguivano la legge alla lettera; Gesù stava cercando di far capire che la nostra giustizia avrebbe dovuto superarli. Superare la giustizia dei farisei era un compito quasi impossibile e Lui continuò per il resto del sermone della montagna a dare spiegazione di questa sua affermazione. Gesù stava parlando delle intenzioni del cuore. Qual è la posizione del nostro cuore rispetto alla legge? Come si applicano queste cose al nostro essere? Questa è la giustizia alla quale Gesù ci chiama. Gesù disse che la legge sarebbe scomparsa nel momento in cui tutto sarebbe stato adempiuto. E’ interessante notare che Gesù sulla croce disse: «È compiuto» (Giovanni 19:30). Gesù non aveva chiamato tutti ad abbandonare la legge prima della Sua morte ma disse che l’avrebbe adempiuta. Durante la Sua vita Lui iniziò ad aiutare i Suoi seguaci a comprendere come utilizzare le Scritture per trovare Lui in esse e poi seguirLo.I riformatori protestanti furono molto diligenti nell’evidenziare che la legge dell’Antico Testamento sembri essere divisa in tre categorie: leggi cerimoniali, leggi civili e leggi morali. Secondo loro quando si dà uno sguardo alla legge dell’Antico Testamento si evidenza che ci siano delle leggi specifiche sulle cerimonie come quelle che hanno a che fare sul come fare un sacrificio, cosa rende una persona pura o impura, tutte leggi centrate sull’adorazione religiosa. Altre leggi sono di natura civile, sul come governare una nazione, sulle penalità e le conseguenze che si subiscono quando si trasgredisce la legge. Ricordiamo che Israele in quel tempo era una teocrazia, una nazione vera e propria, quindi il complesso delle leggi della nazione e le punizioni per chi le avesse trasgredite erano incluse insieme alle leggi religiose. I riformatori protestanti conclusero che le leggi sotto quelle due categorie furono adempiute, non ci sarebbe stato più bisogno di fare dei sacrifici, Gesù ha compiuto quella parte offrendo la Sua vita per noi. Siccome il Regno di Dio non è più un regno fisico ma spirituale, neanche le leggi di natura civile si applicano più. Le leggi di natura morale invece secondo loro sono ancora in vigore. Quell’interpretazione porta le persone a leggere le Scritture elencando le diverse leggi mentalmente decidendo quali si applichino ancora a noi e quali no. Non c’è nessun problema nel dividere le leggi in categorie generiche ma il problema si pone con la teoria; la Torah non è divisa in categorie chiare, non si presenta in quel modo, le leggi sono tutte insieme fuse l’una con l’altra. Non notiamo Scritture che dicano che due terzi delle leggi contenute nella Torah sarebbero scomparse e che un terzo di esse sarebbero perdurate nel tempo. Detta interpretazione rappresenta uno sforzo del ragionamento umano che cerca di dare una risposta del perché dovremmo continuare ad obbedire a parte delle Scritture e non altre. Ritengo che Gesù ci abbia mostrato un modo migliore di interpretare la Torah. Lui ci aiuta a vivere il principio inserito nel precetto. Il precetto è stato inserito nella cultura ed è legato al tempo. Invece il principio inserito nel precetto non ha tempo e trascende ed è qualcosa che si può applicare alla nostra vita.Cercheremo di approfondire diversi modi che hanno a che fare con il vivere la legge oggi giorno nei principi ma non nei precetti, in spirito piuttosto che alla lettera “…poiché la lettera uccide, ma lo Spirito dà vita” (2 Corinzi 3:6). Come possiamo riuscire a trovare Gesù nelle leggi della Torah?Nell’Antico Testamento possiamo trovare Gesù nel concetto del patto. Tramite il patto Dio rivela la sua dedizione a noi. Il contesto per tutte le leggi dell’Antico Testamento si trova in esso, Dio infuse la Sua grazia al popolo di Israele prima tramite un patto con loro, le leggi furono scritte dopo. Dio riscattò gli israeliti dall’Egitto, scelse quel popolo, li guidò, li abbracciò e diede loro la libertà, ed è stato in quel contesto di patto che tutto il resto fu eseguito. Le leggi non hanno senso al di fuori di un patto o di un impegno. Se mi avvicinassi ad una donna che non conosco per strada chiedendole di onorami e di amarmi finché la morte non ci separi affermando che io lo farei per lei senza aver prima stabilito con lei nessun patto d’amore, sarei considerato una persona fuori di testa. Ricordiamo che il patto è il contesto della legge. Il patto è un concetto che è molto vicino al cuore di Cristo. Il Vecchio Patto era un precursore, in esso era contenuta la promessa dell’arrivo di uno Nuovo. Gesù menzionò che il Suo sangue avrebbe dato inizio a quel Nuovo Patto. Nelle leggi etiche vediamo Gesù perché ci danno dimostrazione del cuore di Dio e del Suo interesse per le persone. Nei rituali possiamo vedere Gesù perché ci indirizzano verso l’offerta di espiazione tramite il sangue di Cristo. Il principio dell’adattamento è un altro modo di trovare Gesù nelle Scritture, perché ci dà dimostrazione dell’impegno che Dio ha preso a collaborare con e all’interno della vita e della cultura umana. Dio potrebbe fare tutto da solo ma invece ha deciso di lavorare insieme a noi adattandosi alla nostra lingua, cultura, stile e priorità. Il principio dell’adattamento potrebbe sembrare in contraddizione con le profezie messianiche riguardo l’evento della crocifissione, ma non lo è! Dio, non è soggetto al tempo, come lo siamo noi. Ricordiamo che Dio non essendo legato ad un tempo cronologico, già dall’inizio della creazione era a conoscenza del sacrificio che avrebbe dovuto fare per noi Gesù e che sarebbe venuto al mondo durante l’era romana. Dio non architettò la crocifissione, non è mai stata la Sua idea quella di inchiodare Suo Figlio ad una croce per darci dimostrazione del Suo amore. Gesù è venuto, predicò l’amore di Dio e noi umani lo abbiamo ucciso seguendo ciò che in quel tempo era il modo comune di giustiziare i criminali con la pena di morte sotto il governo romano. Dio si adattò a ciò che era una pratica di quel tempo per fare una dichiarazione e le profezie messianiche descrissero il modo in cui Cristo sarebbe stato giustiziato appunto seguendo il protocollo romano. Dio non provocò il tradimento di Giuda che comportò poi Gesù ad essere crocifisso ma si adattò a ciò che era la tendenza umana di autoconservazione o di cercare di fare le cose con le sue proprie forze per accelerare la crocifissione di Cristo. Dio si adatta a noi; ciò è evidente da uno scrutinio delle Scritture sia nell’Antico Testamento che nel Nuovo. Gesù si può trovare anche nei contrasti, come con le ombre. Esiste un contrasto tra ciò che le ombre ci presentano e la vera sostanza e ciò si evidenza nel bisogno del Nuovo Patto.”L’Eterno parlò ancora a Mosè, dicendo: «Parla a tutta l’assemblea dei figli d’Israele e di’ loro: Siate santi, perché io, l’Eterno, il vostro DIO, sono santo” (Levitico 19:1,2). La legge parla della santità. L’essere santi significa essere “messi da parte per un utilizzo speciale” quello è il significato della radice di quel termine. Dio ci ha chiamato ad essere diversi, abbiamo una chiamata speciale e se seguiamo le persone attorno a noi e basta non l’adempiremo. “…Siate santi, perché io, l’Eterno, il vostro DIO, sono santo. Ognuno di voi rispetti sua madre e suo padre e osservate i miei sabati” (Levitico 19:2,3). “Quando mieterete la messe della vostra terra, non mieterai fino ai margini del tuo campo e non raccoglierai le spighe lasciate indietro del tuo raccolto; e nella tua vigna non vi ripasserai, né raccoglierai i grappoli rimasti indietro della tua vigna; li lascerai per il povero e per il forestiero. Io sono l’Eterno, il vostro DIO” (Levitico 19:10,11). In altre parole se uno era un agricoltore in quei giorni doveva lasciare i margini dei suoi campi incolti, cioè le parti che erano vicine alla strada. Dio aveva chiesto di lasciare del cibo per le persone povere. Questo perché le persone bisognose in quei giorni abitavano in contesti rurali, quindi spesso si trovavano a camminare vicino ai campi e Dio aveva disposto quella legge per provvedere a loro. Si deve obbedire a questa legge anche oggi? Si applica ai nostri giorni? E‘ una legge di natura cerimoniale, civile o etica? La verità è che non dovremmo porci quel tipo di domanda, invece dovremmo cercare di trovare il principio inserito in tutto ciò che leggiamo nelle Scritture. Il principio inserito in questa legge è che dovremmo prenderci cura dei bisognosi. Pensare che questo versetto non si applichi perché non siamo degli agricoltori è qualcosa da considerare? Se fossimo degli agricoltori sarebbe il caso di lasciare i margini dei nostri campi incolti? Sicuramente no, perché nel nostro contesto moderno i poveri si trovano più che altro nelle grandi città e non è frequente trovare le persone bisognose in giro per i campi alla ricerca di qualcosa da mangiare. Il principio di dare priorità ai bisognosi è un principio che possiamo applicare anche oggi in altri modi. Quindi, non scartiamo questo passo della Bibbia dicendo che non si applichi più ma cerchiamo di vedere il modo in cui esso riflette il cuore di Gesù e così poter riuscire a vedere la sua cura ed interesse per gli ultimi.