Gesù ci ha insegnato a leggere l’Antico Testamento in un modo particolare, dovremmo cercare Cristo in tutti i passi che leggiamo. Utilizzare il filtro Gesù mentre leggiamo le Scritture ci aiuta a sintonizzarci alla verità. Gesù ci indico’ di leggere la Bibbia mettendo i Suoi insegnamenti al centro della nostra mente; in questo modo, la nostra percezione migliorerà, rendendoci capaci di notare dettagli che senza questo tipo di lettura ci sarebbero sfuggiti.La figura di Gesù si può percepire nelle storie della Bibbia. La storia di Abramo e di suo figlio Isacco non è una storia di natura profetica ma leggendola scopriamo il cuore di Cristo, percepiamo la figura del Padre nella disponibilità che Abramo ebbe nell’accettare di sacrificare Isacco e l’obbedienza del figlio ci dà dimostrazione dell’obbedienza che Cristo dimostrò con la Sua vita. Gesù in quella storia si può individuare nel sacrificio sostitutivo rappresentato dall’ariete. La storia dell’esodo dei figli di Israele dall’Egitto è un immagine bellissima della libertà che Gesù ci dà, Lui ci ha liberati dalla schiavitù del peccato. La storia di Giona ed il grande pesce fu menzionata da Gesù come il segno che avrebbe dato. Lui disse che per tre giorni sarebbe stato sepolto come Giona nel ventre del pesce ma che al terzo giorno sarebbe risorto (Matteo 12:38-42). Tutti gli eventi della vita di Cristo (Dio che ha preso forma umana per condividere il Suo amore con noi, l’essere rifiutato, l’aver offerto la Sua vita e la Sua Risurrezione) sono stati nella mente di Dio sin dall’inizio della Creazione. Consapevoli di questo fatto, mentre si leggono le Scritture si può acquisire una comprensione tutta nuova. Gesù è stato chiamato il secondo Adamo, un sacerdote secondo l’ordine del misterioso personaggio biblico Melchisedec. Lui è un profeta come Mosé e discendente del re Davide. La figura di Cristo si può trovare anche nelle festività ebraiche: Lui è l’Agnello pasquale. Nella celebrazione di Yom Kippur, (“Giorno dell’espiazione”) scopriamo che Gesù ha pagato per noi una volta per tutte. Gesù ci ha dato la libertà e ciò è stato rappresentato nella celebrazione del Giubileo. Possiamo trovare anche tracce della Sua figura nel sistema sacrificale del Tempio, nel sacerdozio, nel tabernacolo, nei sistemi di governo di Israele e in tanti altri. La Parola di Dio (Gesù) è stata presente nella creazione. L’angelo del Signore come descritto nell’Antico Testamento è una figura enigmatica affascinante che è distinta da Yahweh ma allo stesso tempo parla per Yahweh con la Sua voce.Chiediamoci, si può trovare la figura di Gesù nei racconti violenti dell’Antico Testamento? Questa è una domanda che tanti teologi hanno dovuto affrontare da sempre. Esistono dozzine di teorie, su come riconciliare tutto quanto. Se Dio è come Gesù e Gesù ci ha dato dimostrazione di come Dio è, non possiamo ignorare che Cristo ci abbia chiesto di amare i nostri nemici. Come affrontiamo il fatto che Dio abbia comandato di utilizzare dei mezzi violenti nell’Antico Testamento? Se non fosse per la parte che parla di Gesù non ci sarebbero delle contraddizioni nella Bibbia, si concluderebbe subito che Dio si avvalga della violenza. La sfida si presenta con la figura di Gesù perché ciò che si vede in Lui non è l’immagine che si trova nell’Antico Testamento di Dio. La prima categoria di teorie sostiene che Dio sia glorificato in tutto ciò che fa, incluso negli atti violenti. Dio è un Dio violento come anche un Dio di pace. L’Antico Testamento ed il Nuovo Testamento rappresentano le due sfaccettature di Dio: una violenta e una pacifica. Entrambe le immagini ci danno un quadro completo del cuore di Dio. Questa è stata la teoria principale della chiesa per centinaia di anni ed è probabilmente la teoria dominante in gran parte del mondo cristiano cattolico e protestante, anche oggi. I cristiani della terza via, affermano che si dovrebbe cominciare da Gesù e da lì comprendere tutte le Scritture; alcuni di questi ritengono che l’immagine di Dio sia stata alterata nell’Antico Testamento. In altre parole, che Dio sia come Gesù e perciò concludono che Israele abbia sbagliato dando un’immagine scorretta di Dio. Secondo questo pensiero, quando gli israeliti dichiararono che Dio avesse chiesto loro di massacrare i cananei, sicuramente non ascoltarono la voce di Dio in modo chiaro. Questo perché se Dio è come Gesù, Dio non chiederebbe di commettere quelle azioni violente. Esiste una corrente teologica predominante anabattista che afferma che l’Antico Testamento non dia l’immagine giusta di Dio. Secondo questa visione, le Scritture vengono considerate ispirate e ci sono di aiuto più che altro perché danno un’immagine ben chiara di come le persone possano finire fuori strada e mal interpretare Dio. Alcuni esempi sono i salmi, ogni salmo nella Bibbia non è un insegnamento di come Dio si sente, alcuni di essi riflettono il sentire del re Davide e delle sue preghiere personali. Le parole contenute in essi non sono necessariamente un’immagine del cuore di Dio. Le Scritture spesso danno un quadro dell’esperienza umana dell’autore. I passi nelle Scritture dove troviamo scritto che un profeta di Dio chiede ad Israele di massacrare i loro nemici, potrebbero rispecchiare l’interpretazione che gli esseri umani di quel tempo davano alle parole di Dio. Secondo questo pensiero, le Scritture dell’Antico Testamento possono essere prese per quello che sono e perciò che quando Dio chiese agli israeliti di uccidere i loro nemici che ciò sia stata veramente la voce di Dio. Dio agì in quel modo con un cuore rattristato perché stava adattandosi alle istituzioni degli esseri umani. Il principio dell’adattamento è una caratteristica di Dio che possiamo osservare nelle Scritture. Diversi teologi si sono posti il quesito se ciò sarebbe qualcosa da applicare alla figura di Dio negli atti violenti a Lui attribuiti nell’Antico Testamento. Per esempio, dalle Scritture comprendiamo che Dio non abbia mai desiderato costruire un Tempio per se stesso. Lui aveva chiesto un tabernacolo, una tenda per Lui. Il re Davide ebbe l’idea di costruirlo dopo aver riflettuto sul fatto che lui ed altri re abitassero in un grande castello e perciò pensò che anche Dio meritasse un Tempio. Dio rispose al re Davide dicendo di non desiderarlo ma poiché il re Davide insistette così tanto, alla fine Dio acconsentì. Dopo aver acconsentito però, Dio gli diede delle istruzioni per la sua costruzione dicendo che sarebbe stato compito di suo figlio Salomone.Gesù più tardi parlò con zelo del Tempio dicendo che la casa del Padre sarebbe dovuta essere una casa di preghiera e denunciò il fatto che fosse stata convertita in un covo di ladri. E’ interessante che Gesù parlasse in quel modo del Tempio sapendo che Dio non avesse gradito l’idea sin dall’inizio. Qui scopriamo che quando Dio acconsente a qualcosa, Lui poi appoggia l’idea. Lo stesso scenario accadde nel libro di 1 Samuele 8. In quel passo si racconta che Israele desiderasse un re e che Dio rispose dicendo che non fosse la Sua volontà che Israele avesse una monarchia. Dio era il Re dei re e aveva istituito dei profeti che proclamavano il Suo messaggio. Il popolo però insistette così tanto dicendo di desiderare ardentemente un re umano come le altre nazioni, che alla fine Dio acconsentì. Il profeta Samuele chiese a Dio se Israele stesse rifiutando la sua leadership e Dio gli rispose dicendo che essi stessero rifiutando Lui, il Re dei re. Dio non poteva essere più contrario all’idea che Israele avesse un re. Ciò che è interessante è che Dio abbia adattato la Sua volontà in modo attivo, non scelse di lasciare gli israeliti ad arrangiarsi come potessero ma partecipò alla loro scelta aiutandoli a scegliere il re giusto una volta dopo l’altra. Dio fece da guida al popolo di Israele anche in questo caso. Se uno leggesse la storia dei re di Israele senza fermarsi a riflettere concluderebbe che Dio avesse sempre appoggiato le monarchie o l’idea di costruire un Tempio per sé, ma basterebbe dare un’occhiata all’inizio della storia per comprendere che Dio si adatto’ a noi, a degli esseri creati a Sua immagine e somiglianza. Dio si rese disponibile a collaborare con noi e si impegno’ a farlo. Lo stesso principio si può scoprire nel sistema sacrificale ebraico. Non era mai stato il desiderio o il progetto di Dio dall’inizio ma Lui si adattò e si mise all’opera per guidare il Suo popolo dando a loro delle istruzioni precise che possiamo trovare nel libro del Levitico. Dio utilizzò tutte quelle occasioni per preparare le persone alla venuta di Cristo. Da una lettura superficiale delle Scritture si potrebbe dedurre che Dio fosse coinvolto nella violenza dell’Antico Testamento ed in alcune parti avesse perfino comandato degli atti violenti ma anche lì ciò che percepiamo è l’immagine che gli uomini attribuirono a Dio, un riflesso degli impulsi guerrieri di quell’epoca. Dio permise che la Sua immagine venisse alterata e utilizzò anche quegli eventi per dare dimostrazione delle Sue punizioni o delle Sue benedizioni. Il cuore di Dio non è mai stato quello. L’uccidere degli animali per ottenere il perdono non è mai stata una pratica che riflettesse il cuore di Dio ma è una pratica che Dio utilizzo’ e permesso per un periodo di tempo con dispiacere. “Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è colui che lo ha fatto conoscere” (Giovanni 1:18). Quando l’apostolo Giovanni scrisse queste parole era consapevole che esistessero diverse teofanie (manifestazioni di Dio) nell’Antico Testamento. Dio aveva camminato e parlato con Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden. Mosè aveva dialogato con Dio faccia a faccia e Dio era apparso a tutto il popolo d’Israele sotto la forma di un pilastro di fuoco, di una nuvola, di un rovo ardente a Mosè e tante altre forme. Dio è sempre apparso a diversi personaggi biblici, Giovanni l’apostolo aveva una conoscenza molto profonda delle Scritture contenute nell’Antico Testamento. Lui fece una dichiarazione molto importante quando disse che tutte quelle manifestazioni di Dio non fossero state veramente una visione chiara di Dio ma che solo Gesù, Colui che aveva una relazione intima con il Padre fosse stato l’unico in grado di farcelo conoscere. “Exegeo” nel greco originale è il verbo da dove proviene il termine “esegeta”, significa prendere un passo nelle Scritture ed analizzarlo e spiegarlo in un linguaggio che aiuti gli altri a comprenderlo. L’apostolo Giovanni in Giovanni 1:18 ha detto che Gesù “exegeo” Dio, “Gesù ci spiega Dio”. Conosco molti credenti premurosi che studiano le Scritture che appoggiano una delle diverse categorie di teorie che ho appena presentato. Una cosa della quale possiamo essere sicuri, è che il cuore di Dio non si riesce a comprendere fino in fondo fino alla venuta di Cristo. Gesù stesso ribadì questo concetto. “Non che alcuno abbia visto il Padre, se non colui che è da Dio; questi ha visto il Padre” (Giovanni 6:46). “…Chi ha visto me, ha visto il Padre” (Giovanni 14:9). Il cuore di Dio è manifestato in pieno tramite Gesù.”Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?…” (Salmi 22:1). Gesù ha pronunciato le stesse parole sulla croce. Gesù è stato abbandonato veramente da Dio o si sentiva abbandonato e così citò quel passo dei salmi? “Perché egli non ha disprezzato né sdegnato l’afflizione dell’afflitto, e non gli ha nascosto la sua faccia; ma quando ha gridato a lui, lo ha esaudito” (Salmi 22:24). In questo salmo possiamo osservare uno sviluppo dove il re Davide ha potuto concludere alla fine che potrebbe sentire a volte che Dio lo avesse abbandonato ma in realtà non era così. Tutti potremmo trovarci in una posizione nella nostra vita ora o potremmo ricordare un momento quando stavamo anche noi gridando “Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?” anche se non con quelle esatte parole ciò rappresentava il grido del nostro cuore. Sentivamo Dio lontano. A volte sentiamo che nel momento del nostro più grande bisogno Dio scompare…il messaggio del salmo 22 sembra dirci che quando uno attraversa una sofferenza intensa o un grade dolore, che ciò paralizzi tanti dei nostri sensi compresa la nostra abilità di percepire l’amore che Dio ha per noi. Quando sentiamo che le nostre preghiere non stanno andando da nessuna parte e che Dio ci ha abbandonato nel nostro più grande bisogno, quel sentimento nostro non è in sintonia con la realtà. Il dolore, la sofferenza, l’abuso e i momenti di difficoltà bloccano la nostra antenna spirituale. Il re Davide ci ricorda in quel capitolo che potremmo iniziare dicendo “mio Dio, mio Dio perché mi hai abbandonato?” ma che sia possibile poi ammettere che Dio sia sempre stato presente insieme a noi e che non ci abbia mai nascosto il Suo volto. Il sentire che Dio sia lontano anni luce da noi non dimostra che Dio lo sia, ma che i nostri sentimenti stiano bloccando la nostra percezione di Lui; in quel momento siamo fuori fase. Questo è il percorso che Gesù fece sulla croce, Lui disse: “Mio Dio, mio Dio…!”, non riusciva più neanche a chiamarlo Padre. Il senso della distanza tra Lui e Dio era così grande. Noi ci rivolgiamo in preghiera a un Dio che comprende cosa si provi a percepire Dio così lontano, Lui si è fatto uno di noi. Alla fine quando Gesù stava per morire disse: «Padre, nelle tue mani rimetto il mio spirito» (Luca 23:46). Siamo incoraggiati, Dio è con noi e ci ama anche quando non riusciamo a sentirlo, Gesù alla fine lo chiamò Padre di nuovo!”Ma io sono un verme e non un uomo; il vituperio degli uomini e disprezzato dal popolo” (Salmi 22:6). Questo versetto è un buon esempio di una metafora biblica, qualcosa da non prendere alla lettera. “Tutti quelli che mi vedono si fanno beffe di me, allungano il labbro e scuotono il capo, dicendo: «Egli si è affidato all’Eterno; lo liberi dunque, lo soccorra, poiché lo gradisce»” (Salmi 22:7, 8), Queste parole sono state pronunciate a Gesù mentre era appeso sulla croce. “Dici di essere il Messia e l’unto di Dio? Come mai non ti riscatta, ti ha forse abbandonato?”. Il capitolo prosegue: “Certo, tu sei colui che mi hai tratto fuori dal grembo materno; mi hai fatto avere fiducia in te da quando riposavo sulle mammelle di mia madre. Io fui abbandonato a te fin dalla mia nascita; tu sei il mio Dio fin dal grembo di mia madre. Non allontanarti da me, perché l’angoscia è vicina, e non c’è nessuno che mi aiuti. Grandi tori mi hanno circondato, potenti tori di Bashan mi hanno attorniato; essi aprono la loro gola contro di me, come un leone rapace e ruggente. Sono versato come acqua, e tutte le mie ossa sono slogate; il mio cuore è come cera che si scioglie in mezzo alle mie viscere” (Salmi 22:9-14). Queste parole denotano un profondo dolore ed angoscia. Il re Davide scrisse che le sue ossa fossero slogate ed è qualcosa di interessante perché l’apostolo Giovanni raccontò nel suo Vangelo che le ossa di Gesù non furono spezzate dai romani come si usava fare durante le crocifissioni per accelerare la morte. Un particolare della celebrazione pasquale è che le ossa dell’agnello non dovevano essere spezzate. L’apostolo Paolo scrisse: “…perché Cristo, l’agnello pasquale, è stato sacrificato per noi” (1 Corinzi 5:7, Bibbia della Gioia).

Segue…parte 2