Quando impariamo a leggere le Scritture nel modo in cui Gesù ci insegna, si iniziano ad apprezzare i Suoi insegnamenti, a comprendere la Sua vita e a conoscere la Sua persona meglio; Gesù infatti ci ha testimoniato che tutta la Bibbia parla di Lui e che non dobbiamo avere paura mai perché, attraverso il suo dono dello Spirito Santo che vive in noi, non saremo mai soli ed abbandonati.

Ricordiamo l’episodio in cui alcuni discepoli dopo la morte di Gesù lasciarono Gerusalemme per andare ad Emmaus perché erano scoraggiati e non si sarebbero aspettati che Gesù risorgesse. Gesù, invece, risorto, si avvicinò e chiese loro: “Cosa c’è che non va?” e loro risposero: “Non hai sentito? L’uomo sul quale avevamo riposto tutte le nostre speranze, è morto. Le cose non sono andate come immaginavamo”. Allora egli disse loro: “O insensati e tardi di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno detto! Non doveva il Cristo soffrire tali cose, e così entrare nella sua gloria?“.  E cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano, ( vedi Luca 24:25-27).   

In un altro tempo sempre Gesù disse: “si dovevano adempiere tutte le cose scritte a mio riguardo nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi” (Luca 24:44); si riferiva qui, però, a tutta la Bibbia ebraica, a tutto l’Antico Testamento.    

Quando poi i discepoli rifletterono sull’incontro che avevano avuto con Gesù, dissero: “Non ardeva il nostro cuore dentro di noi, mentre egli ci parlava per la via e ci apriva le Scritture?” (Luca 24:32).      

C’è qualcosa di molto bello quando riusciamo a notare delle cose nelle Scritture che non abbiamo mai visto prima: vedere chi Gesù è in realtà. I discepoli stessi, anche se erano stati insieme a Gesù, non avevano compreso fino in fondo chi fosse veramente e non avevano neanche notato come le Scritture parlassero di Lui. “L’ardere del cuore dentro di noi” legato “all’apertura” o comprensione delle Scritture è qualcosa di bello che prego possiamo sperimentare di più! Una buona idea, sarebbe pregare che lo Spirito Santo possa infondere la Sua luce e farci notare delle cose che non avevamo mai visto prima nelle Scritture. Possiamo pregare che lo Spirito Santo ci possa aiutare a vedere Gesù sotto una nuova luce e ad innamorarci sempre più di Colui che chiamiamo Signore e Salvatore.

Quando Gesù disse ai discepoli che erano stati insensati, pensai che non fosse giusto questo giudizio perché giustificai l’incredulità dei discepoli. Tra me e me pensai: non è che le persone risuscitano tutti giorni! Quindi sentivo dentro di me che averli chiamati insensati fosse stato un po’ duro da parte di Gesù. Forse, me lo chiedo sempre, se fossi vissuto in quei giorni sicuramente non avrei compreso delle profezie contenute nell’Antico Testamento riguardo Cristo.

Gesù disse ai discepoli: “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e tutte le cose scritte dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo si compiranno. Egli infatti sarà consegnato in mano dei gentili, sarà schernito e oltraggiato e gli sarà sputato addosso. E, dopo averlo flagellato, lo uccideranno; ma il terzo giorno risusciterà” (Luca 18:31-33). Gesù aveva detto loro chiaramente ciò che sarebbe successo.

Anche l’apostolo Pietro disse delle cose a riguardo: “Intorno a questa salvezza ricercarono e investigarono i profeti che profetizzarono della grazia destinata a voi, cercando di conoscere il tempo e le circostanze che erano indicate dallo Spirito di Cristo che era in loro, e che attestava anticipatamente delle sofferenze che sarebbero toccate a Cristo e delle glorie che le avrebbero seguite. A loro fu rivelato che, non per sé stessi ma per noi, amministravano quelle cose che ora vi sono state annunziate da coloro che vi hanno predicato l’evangelo, mediante lo Spirito Santo mandato dal cielo; cose nelle quali gli angeli desiderano riguardare addentro” (1 Pietro 1:10-12). Gesù stesso quindi ispirò le profezie e operò tramite i profeti indicando la via verso se stesso.

Abbiamo dunque una buona motivazione per approfondire le Scritture chiedendo a Gesù di aiutarci a trovarlo in ciò che leggiamo. I primi passi nel libro della Genesi dicono: “Nel principio DIO creò i cieli e la terra. La terra era informe e vuota e le tenebre coprivano la faccia dell’abisso; e lo Spirito di DIO aleggiava sulla superficie delle acque. Poi DIO disse: «Sia la luce!». E la luce fu” (Genesi 1:1-3). Nei giorni successivi Dio continuò a dare origine a molte cose tramite la Sua parola ed è interessante notare che il modo in cui l’apostolo Giovanni diede inizio al suo Vangelo è identico all’incipit del libro della Genesi. Le prime parole del vangelo di Giovanni sono parole che ricordavano a tutti che fosse in atto un nuovo inizio simile alla creazione. “Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio” (Giovanni 1:1). La Parola di Dio era in qualche modo distinta da Dio ma allo stesso tempo era Dio. Un passo chiave che ci dà uno sguardo sull’essenza dell’Onnipotente e della relazionalità che la Sua Persona comprende è questo: “Egli (la Parola) era nel principio con Dio. Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui (la Parola), e senza di lui nessuna delle cose fatte è stata fatta. In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini” (Giovanni 1:2-4). Gesù, quindi è la forza creativa, l’espressione di Dio tramite la quale tutto è stato creato. Alla luce di ciò che l’apostolo Giovanni ha appena detto, nella Genesi quando si dice che “nel principio DIO creò…” si ci sta riferendo a Gesù. Se però si nota che in Genesi 1:1 viene menzionato Dio Padre e lo Spirito di Dio ma non Gesù, viene naturale chiedersi: “come si può giungere alla suddetta conclusione?”. Vediamo allora in breve di rispondere a questo quesito.

L’apostolo Giovanni ci dà la chiave di volta per rispondere nel versetto 3 del primo capitolo della Genesi spiegandoci il modo in cui Dio crea tramite la Sua parola. DIO disse: “Sia la luce!”…”. Nel secondo giorno della creazione poi DIO disse: “Vi sia un firmamento tra le acque, che separi le acque dalle acque” (Genesi 1:6). Nel terzo giorno sempre Dio disse: “Le acque che sono sotto il cielo siano raccolte in un unico luogo, e appaia l’asciutto” (Genesi 1:9). Lo stesso schema compare nei passi 14, 20 e 24. “DIO disse…”, tramite la Sua Parola Lui creò. La Parola diventa simbolo dell’energia creativa dell’universo che emana da Dio per dare origine a tutto. “Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio” (Giovanni 1:1). Dio possiede un’energia che fuoriesce dal Suo essere e che è parte di Lui, la Sua Parola ha vita e si è incarnata in Gesù. L’apostolo Giovanni infatti disse che il Figlio è l’immagine del Dio invisibile. Gesù è l’invisibile fattosi visibile. Lui è il primogenito della Creazione e tutte le cose sono state fatte per mezzo di Lui e tutto sulla terra: il cielo, le cose invisibili e visibili sono il Suo seme. Tutto è stato creato per mezzo di Lui e per Lui. Tutto è stato generato tramite la Parola di Dio. Lui era in esistenza prima di tutto e diede origine a tutto. Tutto quanto è in piedi per mezzo di Lui; anche molti teologi affermano che Gesù sia il Creatore e anche il Sostenitore di tutto. Si legge infatti: “Dio, dopo aver anticamente parlato molte volte e in svariati modi ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo di suo Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, per mezzo del quale ha anche fatto l’universo. Egli, che è lo splendore della sua gloria e l’impronta della sua essenza e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver egli stesso compiuto l’espiazione dei nostri peccati, si è posto a sedere alla destra della Maestà nell’alto dei cieli” (Ebrei 1:1-3).

Esiste, pertanto, una forza creativa che sostiene la vita, una forza che ha dato origine all’universo e che continua a penetrare e tenere tutto quanto collegato. La forza creativa di cui si sta parlando è Gesù! Tutto questo è stato sintetizzato in un solo essere umano cosicché potessimo realizzare che tale forza è personale, amorevole, gentile e amabile. Gesù ha amato i peccatori, incoraggiato le celebrazioni, come quando trasformò l’acqua in vino, ha accolto i bambini e sfidato l’ipocrisia dei sistemi religiosi che creavano dei pesi che non sarebbero dovuti esistere. La vita di Cristo ci dà una dimostrazione della forza che ha generato l’universo.

 Il cuore della realtà si trova in Gesù. Lui non fa parte di uno degli aspetti di Dio e non è un mero rappresentante, Gesù è la massima realtà incarnata in una forma che possiamo comprendere. La vita e tutto ciò che comprende viene influenzata da questa comprensione. La Bibbia, inoltre, ci dice che Gesù era consapevole di come sarebbe andato a finire tutto e che aveva già un piano in mente durante la creazione. Lui era pronto a sacrificare la Sua vita sin dall’inizio, perché ci ama. La Bibbia dice che Lui è “l’Agnello, che è stato ucciso fin dalla fondazione del mondo” (Apocalisse 13:8). Mentre creava il mondo, Gesù era consapevole che il mondo sarebbe stato causa di grande sofferenza per Lui e così decise di offrire la Sua vita. “Allorché in lui ci ha eletti prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi e irreprensibili davanti a lui nell’amore” (Efesini 1:4). Questo passo dice che Dio ci conosceva e ci aveva scelto ancora prima della creazione e ciò vuol dire che tutta la Creazione è stato il secondo pensiero di Dio perché il primo pensiero fu: “Creerò degli esseri umani a mia immagine e somiglianza dando a loro la libera scelta che poi porterà le cose a non andare a finire per il meglio. Io entrerò in scena per riscattarli e per dimostrare il mio amore a tutta l’umanità”. Dio creò il mondo essendo cosciente che ad un certo punto avrebbe dovuto redimerci.

Tutto ciò che Dio ha creato serve come sostegno: Lui può utilizzare tutto per la Sua rivelazione. Ciò mi insegna che a parte leggere le Scritture in modo diverso, e a dover anche interpretare il mondo e ciò che mi circonda in modo diverso. “Se il piano della redenzione fu formulato prima della creazione, nei primi due capitoli del libro della Genesi il Redentore stava creando lo scenario della Sua redenzione” [tratto dal libro “Jesus on Every Page” (Gesù in ogni pagina) di David Murray]. Ho provato a leggere i primi tre capitoli della Genesi con un atteggiamento contemplativo cercando di avvicinarmi mentalmente alla mente di Dio e chiedendomi: come sarebbe creare un mondo dove siamo consapevoli che ogni cosa che realizziamo sarà possibilmente parte di come riveleremo il nostro amore all’umanità?

Lo Spirito di Dio che aleggia sulle acque come descritto dall’autore della Genesi mi fa pensare che tutto ebbe inizio con l’acqua. Gesù mentre creò l’acqua probabilmente pensò: “Che sostanza interessante, creerò delle specie la cui vita dipenderà da essa. Così quando Io verrò sulla terra dirò che sono l’Acqua viva, sono la sostanza dalla quale siete formati e della quale avete sempre più bisogno. Voi dipendete da Me, Io sono la fonte di acqua viva, venite a Me se siete assetati!”. Mentre creò le acque creò anche l’intero sistema della Sua rivelazione; poi creò la terra e le sue diverse forme, sapendo che avrebbe insegnato che ciascun uomo può costruire la sua casa sulla roccia o sulla sabbia. Gesù creò l’uva sapendo già che avremmo fatto del vino e che avrebbe utilizzato quella metafora per parlare del nuovo vino spirituale e che sarebbe stato il Suo primo miracolo; avrebbe trasformato l’acqua in vino. Fece gli alberi e pensò che fossero bellissimi, che sostenessero la vita, essendo già consapevole che Lui sarebbe un giorno stato inchiodato ad un legno per dare a tutti, una vita nuova. Tutto ciò che Dio ha creato lo ha fatto per creare delle opportunità per insegnarci qualcosa. Gesù si avvalse dei pesci per insegnare ai discepoli che sarebbero diventati pescatori di uomini; delle pecore per dire che Lui sarebbe stato l’Agnello. Dio ha creato la nostra psiche per riflettere la Sua immagine e i nostri corpi fisici per riflettere l’intimità spirituale che abbiamo con l’Altissimo. Dio ha creato il sesso così che gli esseri umani potessero sperimentare dell’intimità e due generi diversi. Nulla è una casualità, Dio fa uso della nostra sessualità per insegnarci l’intimità che ha con noi in un senso spirituale. Gesù è l’incarnazione della forza creativa che ha dato origine a tutto quanto. Il patto del matrimonio e la sessualità all’interno di esso sono delle manifestazioni della nostra relazione con Lui. Gesù ha utilizzato tutto ciò come un’analogia. Dio è il nostro Sposo e noi la Sposa, Lui ci ama. Il marito è colui che penetra la sposa lasciando il suo seme in lei ed il risultato di tutto quanto questo è l’origine di una nuova vita in lei. Tutto ciò che riguarda la nostra sessualità viene come risultato di un Dio che è intimità e ci dona la vita.

Quando leggo le Scritture rifletto come tutto sia una manifestazione di Gesù. Vorrei incoraggiare tutti a prendere del tempo per camminare e riflettere pensando a Gesù: ciò che vediamo, sperimentiamo, odoriamo ed assaggiamo fa parte di Lui. Mentre respiriamo, prendiamo del tempo per riflettere su come l’inalare l’aria sia un riflesso del respiro di Dio che ci tiene vivi. Tutto ciò che ci circonda nelle Scritture fisicamente può diventare qualcosa che ci aiuta a ricordare Cristo.

Questo meraviglioso mondo è stato corrotto dal peccato, perciò quando osserviamo il mondo intorno a noi vediamo una versione di Gesù corrotta. Lo stesso succede quando guardiamo noi stessi e consideriamo i nostri pensieri, la nostra sessualità, la nostra vita emotiva ed intellettuale e la nostra vita fisica; anche se siamo degli esseri meravigliosi e conformi all’immagine di Dio, siamo stati corrotti dal peccato. Riusciamo a vedere Gesù comunque ma dobbiamo ammettere che non siamo la versione perfetta di noi stessi.

Il passo che sto per citare parla del giudizio che Dio diede al serpente: “E io porrò inimicizia fra te e la donna e fra il tuo seme e il seme di lei; esso ti schiaccerà il capo, e tu ferirai il suo calcagno” (Genesi 3:15). È interessante vedere che in ebraico originale la parola “esso” è “lui”, la figura di un uomo, cioè “lui ti schiaccerà il capo, e tu ferirai il suo calcagno”. Entrambi le parti avrebbero subito delle ferite, il serpente avrebbe ferito l’uomo ma l’uomo lo avrebbe ferito mortalmente. I teologi hanno chiamato questo passo nella Bibbia protovangelo, “proto” significa “primo” o “primario”, quindi sarebbe “il primo vangelo”. Appena Adamo ed Eva sbagliarono, Dio cercò di comunicare a loro che c’era speranza.    Fu promesso che dalla stirpe della donna sarebbe arrivato un uomo che avrebbe schiacciato la testa del serpente e che avrebbe subito delle ferite. La parola “seme” è sinonimo di “sperma”. Questo concetto fu poi trovato anche nella storia di Abramo: a lui fu promesso che tramite il suo seme Dio avrebbe benedetto il mondo. Le promesse furono fatte ad Abramo e alla sua discendenza: “E la Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe giustificato le nazioni mediante la fede, diede prima ad Abrahamo una buona notizia: “Tutte le nazioni saranno benedette in te” (Galati 3:8). “Ora le promesse furono fatte ad Abrahamo e alla sua discendenza. La Scrittura dunque non dice: «E alle discendenze» come se si trattasse di molte, ma come di una sola: «E alla tua discendenza», cioè Cristo” (Galati 3:16).

.Segue….