Tanti desiderano avere delle visioni, dei sogni rivelatori o sperimentare qualcosa di soprannaturale come il sentire delle voci o dei suoni particolari; molti non prendono in considerazione la voce di Dio tramite gli altri. Dio invece potrebbe essere stato all’opera comunicando di continuo senza che nessuno gli desse ascolto, perché l’essere umano desidera sempre altro. La domanda è: per quale motivo Dio dovrebbe darci di più quando abbiamo l’abitudine di ignorare sempre la Sua voce? Lo Spirito si spegne quando ci parla tramite gli altri e noi scegliamo di ignorare la Sua voce. Alcuni di noi (me compreso) veniamo dalla tradizione dove la profezia viene riconosciuta quando è espressa in modo drammatico. Di solito durante gli incontri accade spesso che degli individui si alzino di scatto pronunciando a voce alta: “Così dice il Signore…!!!” o “Ho un messaggio per voi…!!!” e quando ciò succede, il servizio viene quindi interrotto; questo si considera un segno della voce dello Spirito. Invece se qualcuno rilasciasse una parola comportandosi normalmente, quel messaggio non sarebbe preso, come da Dio. Sarebbe strano se qualcuno durante quegli stessi servizi con il dono dell’assistenza interrompesse tutto per chiedere di mettere in ordine la stanza o di pulire i vetri.Riteniamo quindi che uno possa essere riempito dallo Spirito e rimanere in controllo delle sue facoltà, che l’autocontrollo è uno dei Suoi frutti. Non dovremmo mai identificare una mancanza di autocontrollo come segno della presenza dello Spirito Santo. L’apostolo Paolo insegnò ai Corinzi che lo spirito dei profeti è sotto il controllo dei profeti (1 Corinzi 14:32). Quando Dio ci dà un messaggio per qualcuno, prima di riferirlo, si dovrebbe trovare il giusto contesto, il luogo e il giusto momento per condividerlo. Nelle Scritture troviamo che Dio spesso abbia comunicato attraverso delle persone senza che loro si rendessero conto o comprendessero il loro ruolo. C’è chi riceva un messaggio da Dio per qualcuno in modo chiaro e poi lo comunichi successivamente. Altre volte invece siamo inconsapevoli di essere dei canali e Dio comunica tramite noi mentre condividiamo i nostri pensieri. Siete mai stati colpiti nel profondo da qualcuno mentre condivideva qualcosa dalle Scritture o verbalizzava delle parole speciali durante un incontro in casa o nel corso di una conversazione? In quel momento la persona che parlava magari non era neanche consapevole di ciò che stava accadendo, ma io lo ero perché Dio stava parlando a me. Perciò a volte siamo consapevoli del nostro ruolo profetico ed altre no, ma mentre condividiamo l’uno con l’altro, mentre ci incoraggiamo, possiamo dare l’opportunità allo Spirito Santo di avvalersi di noi per parlare agli altri. Dovremmo essere parte del popolo di Dio che si sintonizzi alla Sua voce tramite gli altri, non dovremmo considerare quel processo come qualcosa di indegno perché si potrebbe rischiare di spegnere il fuoco dello Spirito Santo. E’ per questo che la nostra denominazione “Essere in Cristo” spesso promuove l’ermeneutica comunitaria. L’ermeneutica è l’arte e la scienza dell’interpretazione, lettura e comprensione delle Scritture insieme, come comunità di fede. Dovremmo spesso ricordarci che, siccome viviamo in un’era post-stampa e post sistema d’istruzione con un alto tasso di alfabetismo, siamo ad un punto nella storia dove rischiamo di illuderci pensando che Dio ci abbia dato un libro e chiesto di andare a leggerlo. Prima dell’invenzione della stampa la maggior parte delle persone erano analfabete e non gli era possibile avere leggere la Bibbia personalmente; quella pratica è stata introdotta nella chiesa da poco e non rappresenta il modo in cui Dio scelse di comunicare al Suo popolo lungo la storia. Dio ideò un meccanismo molto più centralizzato: l’ermeneutica comunitaria. Lui ispirò le Scritture e poi le diede alla chiesa così che i credenti si potessero radunare attorno ad esse. Ci raduniamo intorno alle Scritture e la voce di Dio ci parla tramite di esse e tramite gli altri mentre si approfondiscono i passi insieme come comunità di fede. Desideriamo collaborare ed essere un popolo che incoraggia lo Spirito Santo a considerarci la Sua dimora. Cerchiamo di ascoltare e di sperimentare i Suoi doni e la Sua voce tramite gli altri. Dato che Gesù comunica tramite te a me e tramite me a te, allora dovremmo creare delle opportunità per darci ascolto l’un l’altro e per imparare insieme. Un dato di fatto è che per costruire delle relazioni sane c’è bisogno di metterci d’accordo e di organizzarci. Perciò chiediamoci, come ci dovremmo organizzare per creare ed affermare un’ esperienza che riteniamo abbia valore e che sia biblica. In un contesto religioso si ritiene che si incontri Dio tramite le strutture e perciò hanno il potenziale di diventare un idolo o una mucca sacra, qualcosa che non si possa toccare. Se ciò accadesse, quell’atteggiamento dovrebbe essere corretto. L’abtitodo è vivere in una struttura flessibile. Questo vale per ogni tipo di relazione. All’interno della nostra famiglia personale l’ideale sarebbe creare delle strutture per poter organizzarci, come per esempio programmare l’ora dei pasti così che si mangi tutti insieme per agevolare la comunicazione in famiglia e aiutarci a metterci d’accordo riguardo alla giornata. Di seguito elencherò tre consigli su come organizzarci e poi alcune possibili applicazioni. – Prendiamo del tempo per studiare le Scritture insieme. Questo se si desideri diventare il tipo di comunità di fede che è in grado di discernere la voce di Dio e di comunicarla l’uno all’altro. – Prendiamo del tempo per parlare di Gesù insieme. – Cerchiamo di abituare i nostri cervelli a focalizzarci sulle persone e non sulle cose. L’ultimo punto rappresenta una sfida per questa generazione. La realtà è che si fa fatica a concentrarci e la nostra capacità di relazionarci con gli altri è grandemente impedita perché abbiamo così tante cose belle e i nostri cervelli sono abituati a connettersi con gli oggetti informatici, in modo estremo. Riflettiamo, abbiamo bisogno di fare dei passi radicali ammettendo di dover migliorare su quegli aspetti. Una soluzione potrebbe essere l’aggiungere alla nostra routine quotidiana delle attività per aiutarci a migliorare in qualche modo, come per esempio, presentarci agli incontri di chiesa in casa. Quello sarebbe un modo consapevole di metterci in posizione di poter sentire la voce di Dio e di essere il tempio dello Spirito Santo. Dio desidera che seguiamo Gesù insieme come corpo e non da soli. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro e di sentire la voce di Dio tramite ogni membro. Non si tratta di ciò che riceviamo ma di ciò che riusciamo a dare; questo è ciò che Dio ha proiettato per noi. Ogni chiesa ha la sua propria modalità o espressione, la nostra è quella di avere delle chiese in casa. Alcune idee su come poter programmare delle attività che ci aiutino a ridurre il tempo spesso sugli apparecchi elettronici e a migliorare le relazioni tra di noi e anche tra noi e Dio, potrebbe essere quella di conversare centrando il dialogo su Gesù insieme agli altri. Un’altra potrebbe essere il creare un’area della casa che sia libera da apparecchi elettronici. Si potrebbe sfruttare certi momenti durante i pasti o certe sere particolari per comunicare meglio. Se uno si trovasse a rispondere a dei messaggi o a leggerli durante un incontro, quello sarebbe un buon momento per fermarsi e accorgersi pensando tra sé e sé: “un attimo, io in questo momento sto interrompendo ciò che lo Spirito Santo desideri operare in me!”. Domande e risposte:Domanda: Lo Spirito Santo risiede soltanto nei cristiani? Se la risposta è affermativa non si andrebbe in conflitto con la missione di Gesù di porre fine alla religione e alle divisioni che la religione crea? Se la risposta fosse negativa, allora non farebbe delle chiese dei luoghi ridondanti visto che lo Spirito Santo è in tutti noi?Risposta: Lo Spirito Santo risiede pienamente in coloro che credono in Gesù, questo è un principio contenuto nel Nuovo Testamento. Lo Spirito Santo può parlare con e attraverso persone non credenti. Lo Spirito Santo è in grado di parlare alle coscienze dei cristiani ed è coinvolto insieme a loro sempre, essi non sono mai senza la Sua presenza. Lo Spirito Santo riempie soltanto le persone che lo accolgono. Questo non è causa di vanto pensando che ora noi abbiamo lo Spirito Santo e siamo superiori, ricordiamo che Lui non forza la Sua presenza su chi non lo desidera. Lo Spirito Santo è vicino a coloro che accettano Gesù perché essi lo accolgono. L’obbiettivo che Dio ha per noi è quello di essere parte del Suo tempio, della Sua famiglia, del Suo corpo. Lo Spirito che è in noi ci spinge verso la comunità di fede e se lo resistiamo non va bene. Chi afferma di non aver bisogno della chiesa perché lo Spirito Santo è dentro di lui, in realtà ha lo Spirito dentro il cuore che lo incoraggia a radunarsi con i fratelli. Resistere alla spintarella dello Spirito Santo sarebbe un camminare in modo disconnesso in confronto a ciò che Dio stia cercando di compiere in noi e tramite noi. Essere chiesa non è un concetto religioso, significa radunarsi insieme ad altre persone con un proposito; è essere il Tempio dello Spirito Santo. Abbiamo lo Spirito Santo che ci aiuta a diventare una parte attiva di ciò che significhi fare chiesa. Domanda: Come si dovrebbe rispondere a chi si avvicini, affermando di conoscere i piani di Dio per noi?Risposta: Può darsi che a volte qualcuno condivida ciò che abbia ricevuto per noi, proiettando una certa sicurezza e dando l’impressione di essere il portavoce di Dio. Sono dell’opinione che spesso Dio parli tramite noi mentre comunichiamo insieme nel quotidiano in modo naturale però riconosco che ci siano delle occasioni in cui una persona creda fermamente di aver ricevuto un messaggio per noi da parte di Dio. In quei casi è importante discernere la Sua voce, Dio comunicherebbe tramite l’altro aumentando la connessione relazionale tra colui che dà il messaggio ed il corpo di Cristo e colui che lo riceve. Non dovrebbe lasciare alla persona che lo riceve con voglia di scappare. Una risposta possibile sarebbe dire: “Bello, grazie per aver condiviso quelle parole con me!”. Non c’è motivo di spaventarsi e non c’è neanche bisogno di dare un giudizio negativo o positivo in quel momento. Il messaggio può essere messo alla prova insieme ad altri fratelli e sorelle saggi con cui si potrebbe condividere più tardi. “Non spegnete lo Spirito. Non disprezzate le profezie. Provate ogni cosa, ritenete il bene.” (1 Tesalonicesi 5:19-21). In quel contesto si riferisce ai messaggi o alle profezie che riceviamo l’uno per l’altro. Perciò non dovremmo disprezzare la profezia ritenendo che Dio non comunichi in quel modo ma dall’altra parte, non dovremmo andare all’altro estremo ritenendo che ogni volta che qualcuno dicesse: “Così ha detto il Signore…!” che dovremmo considerarlo un messaggio da Dio. Mettere tutto alla prova non dovrebbe essere un insulto per l’ego di nessuno. Non è male mettere alla prova perfino questo studio, dovremmo sempre assicurarci che ciò a cui diamo ascolto sia coerente con le Scritture e con ciò che Dio ha stabilito chiaramente tramite le Sue parole. Mettiamo alla prova ciò che ci dice il pastore ed ogni messaggio che riceviamo, è giusto e non significa essere scettici. Il modo migliore di farlo è quello di invitare altri fratelli e sorelle affidabili, saggi che abbiano il dono del discernimento e renderli partecipi all’esperienza. Prendiamo del tempo per guardare i nostri fratelli e sorelle negli occhi. Tutti noi siamo parte del tempio dello Spirito Santo. Ognuno di noi ha un ruolo da svolgere e anche un messaggio da condividere con gli altri. I fratelli e le sorelle che ci circondano hanno delle parole da dirci da parte di Dio e noi a loro. Ognuno di noi è una preziosa parte del tempio dello Spirito Santo che dimora dentro di noi e tra di noi. Lo Spirito Santo dimora nelle relazioni che stabiliamo gli uni con gli altri ed è come desideri comunicare. Ogni persona che ci circonda è preziosa agli occhi di Dio e perciò dovrebbe esserlo anche per noi. L’apostolo Pietro ha detto: “Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo” (Atti 2:38). Il battesimo non ci salva e non è ciò che ci fa essere dei cristiani. Il battesimo è la manifestazione esterna dell’atto di natura interna della fede. Noi siamo salvi per fede come dichiarato nelle Scritture. Quando ci rivolgiamo a Gesù e ci pentiamo dandone dimostrazione, lo stesso dono che è stato donato ai discepoli il giorno della Pentecoste sarà nostro. La manifestazione potrebbe essere diversa, essi avevano il dono delle lingue e lo Spirito Santo li riempì ed essi iniziarono a parlare agli altri. In quel giorno tre mila persone credettero in Gesù e non c’è scritto da nessuna parte che avessero ricevuto il dono delle lingue di fuoco. L’apostolo Pietro ha detto che avremo ricevuto il medesimo Spirito anche se la manifestazione dello stesso Spirito sarebbe stata diversa. Gesù ha detto che saremmo diventati i Suoi testimoni, avremmo avuto il desiderio di proclamare e di diventare i portavoce di Gesù al mondo. Chi dopo aver letto queste parole sente di trovarsi all’inizio e di non aver ancora accettato Gesù, questo momento potrebbe essere il punto di partenza per voi se scegliete di accettarlo, di accogliere lo Spirito Santo e se desiderate mettervi in cammino e seguirLo. Il pentimento significa cambiare direzione dirigendo la nostra mente e i nostri pensieri verso Cristo. Chi è interessato al battesimo può contattarci direttamente. Cerchiamo di attivare il dono del discernimento cercando di ascoltare la voce di Dio. Quando ci troveremo a parlare l’uno con l’altro in questi giorni cerchiamo di sintonizzarci con lo Spirito Santo in quei momenti e di discernere quando le parole del nostro fratello o della nostra sorella siano in realtà la voce di Dio per noi, anche nel nostro parlare quotidiano. Lo Spirito Santo desidera parlarci e manifestarci il frutto ed il carattere di Gesù non solo il contenuto del Suo messaggio. I frutti dello Spirito sono amore, gioia, pace, pazienza, bontà, gentilezza, etc., degli attributi che riusciremo a comunicare soltanto sentendo la Sua voce. Possiamo imparare molto dai nostri fratelli e sorelle stando insieme a loro, dal loro carattere e dal loro stile; la voce dello Spirito Santo parla forte tramite il loro esempio. Se uno sta vicino a chi è allegro, paziente o gentile viene contagiato e sente la voce di Dio, è una formazione da parte dello Spirito Santo dimostrata nella vita dei nostri fratelli e sorelle. Rendiamoci conto dell’enorme privilegio che abbiamo, possiamo essere dei canali per il divino l’uno per l’altro. Teniamo i nostri occhi e le nostre orecchie aperte a quello che Dio desideri insegnarci tramite gli altri. Preghiera:” Caro Gesù, insegnami ad ascoltare la voce del Tuo Spirito. Ricordami di stare attento alla Tua voce. Aiutami ad amare e a fare spazio nella mia vita per gli altri, amen.” Questa preghiera è anche un impegno da parte nostra, nel renderci disposti a collaborare nel modo in cui Dio, stia operando nella nostra vita.
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