L’apostolo Paolo tende ad indirizzare il suo discorso più agli uomini che alle donne perché in quel contesto culturale il potere decisionale restava su di essi. L’apostolo Paolo adotta una posizione egalitaria sui temi della sessualità e del matrimonio in questo capitolo. “Tuttavia, anche se prendi moglie, tu non pecchi; e se una vergine si marita, non pecca; ma tali persone avranno tribolazione nella carne; ora io vorrei risparmiarvi ciò” (1 Corinzi 7:28). Questo è un versetto che non viene letto spesso durante le celebrazioni dei matrimoni, non molto incoraggiante, vero? Il passo che abbiamo appena letto mi fa dedurre che l’apostolo Paolo avesse incoraggiato l’essere single così tanto che ha dovuto far presente a tutti che sposarsi non fosse un peccato. “Or io desidero che voi siate senza sollecitudine. Chi non è sposato, si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; ma chi è sposato si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie” (1 Corinzi 7:32,33). In altre parole, una persona sposata deve dividere la sua attenzione tra il Signore e la moglie. “Vi è differenza tra la donna sposata e la vergine; quella che non è sposata, si preoccupa delle cose del Signore per essere santa nel corpo e nello spirito, ma la sposata si preoccupa delle cose del mondo, del come possa piacere al marito. Ora dico questo per il vostro vantaggio, non per tendervi un laccio, ma per indirizzarvi a ciò che è decoroso e perché possiate darvi assiduamente al Signore senza esserne distratti” (1 Corinzi 7:34, 35). Il messaggio è molto chiaro. Quello che potremmo fare per cercare di addolcire il messaggio è che la nostra famiglia è il nostro ministero e quindi desideriamo essere un canale di Dio mentre siamo single e quando siamo sposati che desideriamo essere un canale di Dio e allargare il Suo Regno tramite la nostra famiglia. L’apostolo Paolo invece ha reso un quadro chiaro dal punto di vista pratico dell’impatto che abbiamo per il Regno di Dio. Il suo messaggio è stato chiarissimo quando ha detto che il servizio che una persona sposata può dedicare al Regno diminuisce notevolmente in efficacia, una dichiarazione molto vera. La cosa peggiore sarebbe che una persona si sposasse ed avesse dei figli pensando di poter continuare a servire Dio con la stessa intensità, dedizione e produttività di quando era single. Agire in quel modo non renderebbe onore alla loro famiglia. I peggiori esempi che posso immaginare sono delle persone che servono il Signore da single e poi decidono di sposarsi continuando a mantenere uno stile di vita single dove la loro famiglia diventi qualcosa di secondario rispetto ai loro piani. L’apostolo Paolo si riferiva a queste situazioni quando disse che ciò non dovrebbe accadere. Quando uno è single riesce a fare di più per il Signore perché uno è in grado di focalizzare la sua attenzione senza distrazioni. Questo rappresenta una liberazione per me; io sono sposato e ho dei figli. So bene che non sono tenuto a dover compiere tutto ciò che una persona single riesce a realizzare. Le mie attenzioni sono divise e ciò è giusto, non è un peccato. Sarebbe sbagliato se vivessi la mia vita cercando di realizzare tutto ciò che una persona single riesca a compiere perché trascurerei la mia famiglia. Questa è una cosa che spesso non riusciamo ad ammettere. C’è chi dice che stiano investendo nei loro figli con la speranza che diventino delle persone in grado di cambiare il mondo, è un buon pensiero ma la realtà è che se educhiamo i nostri figli inculcando in loro l’idea che debbano un giorno sposarsi e creare le loro famiglie, in realtà non faremo altro che indirizzarli a fare la stessa scelta che abbiamo fatto noi e ciò non è sempre il meglio.
Quando è che si decide di non sposarsi e di non avere dei figli dedicandoci a tempo pieno al servizio del Regno rendendoci disponibili a viaggiare, a prendere dei rischi e ad investire il nostro tempo per Gesù? L’apostolo Paolo non ha mai detto che sposarsi fosse qualcosa di sbagliato ma desiderava bilanciare le vedute in una cultura dove il matrimonio veniva esaltato in modo estremo. Lui desiderava che le persone comprendessero la visione di ciò che significasse essere single perché ha il potenziale di diventare qualcosa di bellissimo. L’apostolo Paolo cercò di riassumere tutto con queste parole: “Perciò, chi dà la sua propria figlia a marito fa bene e chi non la dà a marito fa meglio” (1 Corinzi 7:38). Nella chiesa siamo stati colpevoli di aver compreso le cose al rovescio e perciò ci fa bene comprendere la visione della bellezza dell’essere single.
A seguito includeremo la testimonianza di due fratelli che sono amici e che stanno affrontando ciò che significhi essere single, sexy e senza sesso. Ciò che significa essere qualcuno che sta facendo del suo meglio per metabolizzare questi fatti. Sono i miei amici Giacomo e Gianni. Gianni ha trent’anni e ci racconterà come vive l’essere single qui nella Meeting house.
Gianni: Devo dire che non ho sentito nessuna pressione a dovermi sposare, magari perché sono un uomo. Una cosa che amo della nostra famiglia di fede è che mi ha dato delle opportunità di imparare tante cose. Sono molto attivo e partecipo come volontario aiutando a guidare dei gruppi di studio e di approfondimento e anche nei progetti di assistenza ai bisognosi. Devo dire che riesco a fare molto per il Signore incontrando le persone che hanno bisogno e aiutando. Sono felice di poter fare una differenza nella vita delle persone con cui sono coinvolto. Penso che sia molto bello poter offrire il mio dono dell’essere single e metterlo al servizio della comunità. Per me, non è tutto rose e fiori e ho delle difficoltà spesso con la lussuria e tante altre cose. Sono molto fortunato di poter contare sui miei amici e persone che mi hanno aiutato in diverse fasi del mio percorso che hanno investito in me e mi hanno dato una grossa mano. Noi uomini spesso abbiamo dei punti ciechi emotivi, spirituali e mentali e quindi potermi avvalere di un punto di vista esterno di sesso opposto tramite il consiglio di sorelle più grandi, mi è stato di grande aiuto.
Giacomo: Tre anni fa incontrai la donna di miei sogni. Non ho mai sentito di avere il dono dell’essere single perché sentivo che il mio percorso sarebbe stato il matrimonio. Quando ho conosciuto la mia lei, ci innamorammo, ci spisammo e un anno più tardi lei passò a miglior vita da un momento all’altro a causa di un aneurisma. Gran parte del mio essere morì insieme a lei. Sentivo di non avere nulla, persi la volontà di vivere. Per la grazia di Dio e grazie al supporto che ricevetti da tanti dei miei fratelli e della mia chiesa in casa e della mia famiglia sono andato avanti. Diciamo che per me è stato un anno veramente difficile. Tanti si sono fatti avanti cucinando per me e portandomi da mangiare quando non avevo la forza di farlo. Tutto per me non ha molto senso in questo momento e ho difficoltà a verbalizzare ciò che provo. Devo dire che le persone che mi stanno accanto mi stanno aiutando molto. Non so cosa aspettare nel mio futuro, mi chiedo se ciò che ho vissuto con mia moglie sia stata la storia d’amore che dovevo vivere e che ora non avrò altro. Ho vissuto un anno d’amore insieme a lei bellissimo e mi aspettavo che durasse di più e quindi forse ora dovrei rimanere single e questo è un nuovo concetto che sto considerando. Sto ancora attraversando il processo del dolore e sono molto grato per le persone che sono presenti per me perché mi stanno aiutando a sopravvivere. (Fine delle testimonianze)

Siamo famiglia per gli altri. Cerchiamo di costruire dei legami di famiglia con le persone che ci circondano.
Un bel dono che le persone sposate possono dare a chi è single è il parlare più apertamente e onestamente riguardo alle loro difficoltà matrimoniali. Ovviamente prima di farlo dovremmo consultarci con nostro marito o moglie su cosa e come condividere ciò che vorremmo dire. Farlo aiuterebbe a chi è single a guardare le situazioni in forma più realistica e a non continuare a intrattenere nella loro mente delle immagini fantasiose o idealizzate del matrimonio pensando che l’essere sposati risolva tutti i problemi. In realtà il matrimonio complica i problemi che uno porta alla relazione. Un’altra cosa che possiamo fare è ammettere e abbracciare i nostri limiti nel nostro ministero; cioè, se siamo sposati non dovremmo cercare di vivere come se fossimo dei single abbandonando il nostro partner e i nostri figli.
Dovremmo parlare con i nostri figli inserendo sempre la parola “se” nei nostri discorsi quando parliamo del matrimonio. Iniziamo a dipingere dall’inizio due versioni della vita, entrambe meravigliose! Un altro commento da evitare è dire alle bambine quando giocano con le loro bambole che esse diventeranno delle brave mamme quando si sposeranno. La realtà è che le bimbe forse si sposeranno o forse no, quindi cerchiamo di incoraggiare tutti a crescere i nostri figli seguendo ciò che le Scritture ci insegnano.
Chi è single dovrebbe cercare di attivare il suo potenziale dando il massimo per il lavoro del Signore cercando di non investire tanta energia nel cercare di non essere single. Dovremmo cercare di essere vicini fisicamente senza essere fisicamente esigenti. In altre parole, cosa significa per noi vivere a contatto con altre persone, come si fa a vivere ciò che significhi essere famiglia insieme? Cosa significa mettere da parte del tempo per passarlo insieme e come possiamo farlo durante la settimana? Cerchiamo di trattarci e di considerarci dei veri fratelli e sorelle in modo genuino. Cosa significa non aggrapparsi soltanto ad un valore familiare concettuale come se fosse poesia ma piuttosto cercare di vivere la nostra vita con un proposito? Cosa significa essere fratelli e sorelle nel modo in cui ci relazioniamo l’uno con l’altro? Dovremmo tutti ammettere le nostre difficoltà se siamo sposati o single. Formuliamo più domande cercando di capire come possiamo benedire gli altri. Chiediamo a chi è sposato cosa farebbero se fossero single e chiediamo ai single come si sentirebbero se fossero sposati. Cerchiamo di comprendere chi ci sta accanto cercando di benedire loro. Cerchiamo di agire con una mentalità celeste del Regno di Dio. Iniziamo a stabilire delle connessioni familiari, prendiamo delle iniziative, non aspettiamo che gli altri facciano il primo passo; cerchiamo di essere una benedizione e creiamo dei legami. Cerchiamo di diventare una comunità di persone che prendono l’iniziativa e che cercano di creare un senso di famiglia all’interno della nostra famiglia di fede.

Preghiera: Padre Celeste, grazie per averci chiamati a sperimentare la nostra spiritualità e fede nel contesto di una relazione ricca e amorevole di famiglia. Prego che possiamo essere aperti e a dare ascolto a ciò che lo Spirito stia cercando di comunicare con ognuno di noi. Modella i nostri cuori e le nostre vite nella forma di Cristo. Non vediamo l’ora di sperimentare le cose che stai operando dentro e tra di noi tramite la nostra comunità di fede. Nel nome di Gesù, amen.