Palmer Becker, autore di “Fondamentali anabattisti” (Anabaptist Essentials”) dice che gli anabattisti hanno molto rispetto per le Scritture ma ancora di più per Gesù. L’autorità finale per noi è Cristo. In questo libro l’autore non incoraggia le persone a lasciar perdere la Bibbia ma di leggerla cercando di trovare Gesù tra le sue pagine. Nel mezzo del sermone della montagna Gesù disse nel vangelo di Matteo 5:17: “Non pensate che io sia venuto ad abrogare la legge o i profeti; io non sono venuto per abrogare, ma per portare a compimento”. Se Gesù avesse finito questa frase con la parola “abrogare” allora saremmo ancora sotto la legge mosaica e le profezie antiche e un nuovo Giovanni di Leida si alzerebbe in piedi dicendo che dovremmo vivere come gli ebrei dell’Antico Testamento e istituire la legge mosaica e la pena di morte per i crimini di natura religiosa… Gesù non finì la sua frase con la parola “abrogare” ma andò avanti dicendo che avrebbe portato la legge e i profeti a compimento. Gesù è il compimento della legge. Non ci sbarazziamo dei testi dell’Antico Testamento, possiamo imparare tanto sul cuore di Dio riguardo la narrativa di come Dio ha lavorato con Israele ma non siamo più sotto la legge perché è stata compiuta in Cristo. Il resto del sermone della montagna è un esempio di applicazione pratica di come dovremmo vivere questa verità.
A partire del vangelo di Matteo 5:21 Gesù iniziò le sei antitesi o contrasti seguendo lo schema seguente: “Voi avete udito che fu detto…ma io vi dico”. Gesù rivendicò autorità su tutto il sistema religioso e anche sulle Scritture stesse se esse non venivano impiegate per indicarLo. Gesù non fece appello a nessun’altra autorità, non dovette utilizzare una marea di Scritture per provare ciò che voleva dire ma scelse di andare dritto al cuore dell’argomento chiedendo alle persone di dargli ascolto. Infatti, alla fine del sermone della montagna nel settimo capitolo del vangelo di Matteo troviamo la reazione della folla agli insegnamenti di Gesù: “Ora, quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle stupivano della sua dottrina, perché egli le ammaestrava, come uno che ha autorità e non come gli scribi”. (Matteo 7:28, 29). Si comprende perché nessun essere umano poteva dichiarare di essere l’autorità finale, sarebbe stato inappropriato. Le mie parole come insegnante nella nostra comunità hanno autorità soltanto fino al punto in cui riesco a sostenere ciò che dico con ciò che Gesù ha insegnato. Se dichiarassi: “Certo, so bene che la Bibbia dice così ma io vi dico…ascoltate me” nessuno dovrebbe più darmi ascolto. L’unica autorevolezza che abbiamo è quella derivata dall‘insegnare attenendoci agli insegnamenti di Gesù e ciò dovrebbe essere il nostro obiettivo. Questo principio si potrebbe applicare benissimo agli scribi e ai farisei del primo secolo, essi insegnavano attenendosi agli insegnamenti di Mosè e facendo riferimento alla legge per sostenere i loro pensieri. Gesù a differenza di loro, non seguì lo stesso schema quando insegnava; Lui non attinse dagli insegnamenti di nessuno per sostenere i suoi discorsi ma fece riferimento a se stesso dicendo “Io vi dico”. Lui si autoproclamò come la massima autorità. Uno dei punti principali che evidenziò nel vangelo di Matteo 5 è quello d’amare i nemici “Voi avete udito che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico: Non resistere al malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra” (Matteo 5:38,39). Gesù in quel capitolo ci ha chiesto d’amare i nostri nemici e di offrire la nostra vita per loro; di dare la nostra vita non di togliere vite. Insegnamento chiarissimo.
C’è un insegnamento in particolare che trovo molto interessante, uno che non abbiamo evidenziato molto prima; il tema dei giuramenti, una pratica molto comune nell’Antico Testamento. Ora approfondiremo la quarta antitesi. “Avete inoltre udito che fu detto agli antichi: “Non giurare il falso; ma adempi le cose promesse con giuramento al Signore”. Ma io vi dico: Non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del gran Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di fare bianco o nero un solo capello; ma il vostro parlare sia: Sì, sì, no, no; tutto ciò che va oltre questo, viene dal maligno” (Matteo 5:33-37). In questi passi Gesù stava cercando di evidenziare il degrado relazionale che c’è quando l’unico modo in cui qualcuno si può fidare di qualcun altro è rappresentato da un elaborato sistema di promesse e giuramenti vari. Sarebbe meglio dire quello che si pensa e fare quello che si dice avendo fiducia l’uno verso l’altro. Se diciamo qualcosa e poi siamo costretti a promettere, questo significa andare oltre un semplice “sì” o “no” come ha detto Gesù. Il dover promettere di fare qualcosa non aiuta a costruire la relazione fortificando la fiducia ma al contrario, significa che le persone non hanno fiducia in noi. Gesù ci ha chiesto di far valere sia il nostro “si” o “no” dicendo sempre la verità aggiungendo qualcosa di molto interessante: “tutto ciò che va oltre questo, viene dal maligno” (Matteo 5:37). Riflettiamo, eseguire dei giuramenti faceva parte delle pratiche contenute nel Vecchio Patto. Gesù qui dichiarò che dette pratiche erano ormai obsolete e che Dio era andato oltre. Il Nuovo Patto era arrivato! Il fatto di trovare una pratica del genere nella Bibbia non significa che detta pratica sia in vigore. Infatti, se non riusciamo a vedere come il Nuovo Patto ci guida verso una nuova dimensione d’intimità con Dio e tra di noi…se manchiamo di notare quella transizione e ci limitiamo a trovare delle cose nella Bibbia per applicarle alla nostra vita senza mantenere Gesù al centro, stiamo andando oltre ciò che Gesù ci ha insegnato e indirizzandoci verso qualcosa di malvagio, qualcosa di satanico. Questo perché una volta che Dio ha chiuso con la legge e aprì le porte alle vie dello Spirito e ad un’unione intima con Se Stesso e tra di noi allora la legge diventa un guscio vuoto ed abbandonato. Possiamo continuare a leggere e ad imparare tante cose dall’Antico Testamento dal punto di vista storico e di come Dio operava nel passato ma la legge non è più il nostro Patto. Chi cerca di applicare le leggi dell’Antico Testamento alla sua vita si rende partner di Satana. Il Diavolo ci può tentare con il male sotto molto forme ma per le persone alle quali piace essere religiose spesso utilizza il guscio vuoto abbandonato della religione impossessandosi di esso come una paguroidea (crostaceo marino che cresce all’interno di un guscio, quando cresce, il guscio rimane sempre della stessa misura e perciò l’animale è forzato a dover abbandonare il suo piccolo guscio e andare alla ricerca di un guscio più grande che occupa appena lo trova). In altre parole, una paguroidea satanica manipola la legge per farci diventare legalisti, religiosi e legati da cose che dovrebbero renderci liberi. Ora se non leggiamo la Bibbia con Gesù al centro rischiamo di essere manipolati da Satana stesso finendo intrappolati in qualcosa che Gesù ci ha chiesto di lasciare. Questo è ciò che è accaduto nella città di Münster e può capitare in qualsiasi momento della nostra vita. Satana è un manipolatore furbissimo.
Vorrei parlare di alcuni punti in cui noi anabattisti abbiamo sbagliato nel passato. Il concetto della semplicità e di non attaccarci alle cose materiali fu insegnato nel sermone della montagna, Gesù ci ha chiesto di cercare il Regno di Dio al di sopra di tutto. Non dovremmo preoccuparci della nostra vita e delle nostre cose materiali. Per noi però questo concetto nel passato divenne un rifiuto di qualsiasi tecnologia come l’elettricità, l’innovazione o le cose nuove come se fossero cattive. Fu un atteggiamento piuttosto legalista. Il concetto è bellissimo ma se avvolto nella lettera della legge diventa bruttissimo. Il legalismo lo è sempre anche quando si cerca di esprimere un principio valido.
La modestia divenne un modello di uniformità e di restrizione della creatività. Dovremo essere modesti, è un buon principio d’applicare, Gesù disse che non dovremmo preoccuparci riguardo ciò che dovremmo vestire e di non enfatizzare la nostra apparenza esterna specialmente quando cerchiamo di renderci più sexy per richiamare l’attenzione. La nostra denominazione cadette in questa trappola perché diventò “legge” vestirsi in modo semplice per evitare che le persone si vestissero in modo appariscente. Si vestivano tutti uguali. Anche in questo caso la motivazione era valida ma il legalismo non è mai una buona cosa e così anche lì si sbagliò di brutto. Il legalismo facilita il “risolvere” dei “problemi” ma crea una trappola, è la via del diavolo. Eravamo diventati legalisti con tutti i tipi di moda, anche riguardo l’avere dei baffi o di portare la barba. La barba degli Amish (barba senza baffi) divenne obbligatoria per loro perché nel 1800 portare dei baffi veniva associato all’appartenere all’esercito. Portare dei baffi era qualcosa di intimidatorio. Un ufficiale nell’esercito di solito si faceva crescere dei grossi baffi, i baffi erano anche una dimostrazione di benessere. Essere ricchi o parte dell’esercito non avevano nulla a che fare con l’anabattismo perciò fu deciso di non portare dei baffi, le barbe però erano permesse. Perciò, chi era privo di baffi era considerato più “santo”.
Il velo fu un’altra cosa che la Bibbia consiglia alle donne di portare in testa perché rappresenta la modestia. I capelli potevano essere presi come oggetto sessuale, quindi fu considerato ragionevole coprire il capo delle donne. E’ qualcosa di curioso perché dopo alle donne li fu permesso di “coprirsi” il capo con dei veli trasparenti… Il legalismo ci porta a comportarci e a fare delle scelte assurde. Grazie a Dio, i Fratelli in Cristo, la nostra denominazione, fece un passo indietro riguardo questi dogmi nel 1950 e poi nel 1960 dove chiesero scusa per essere cascati nel legalismo. Hanno tenuto gli stessi valori ma ora espressi tramite lo Spirito e non tramite la lettera della legge.
Un altro avvertimento è che il nostro senso di santità che significa essere chiamati fuori per un proposito speciale divenne una sorte di separatismo. Non dovevamo stare insieme ad altre persone specialmente ad altri cristiani che non avevano le nostre stesse vedute. Esistono delle situazioni in cui è necessario mettere al bando qualcuno, come nel primo caso in cui il bandire fu richiesto da un leader anabattista di nome Obbe Philips durante la ribellione di Münster. Lui chiese di mettere al bando tutti gli anabattisti della città di Münster e di dichiarare che non fossero più parte della loro comunità di fede. Questa è la prima volta nella storia della chiesa anabattista dove il bandire fu applicato con forza. La setta di Münster stava mandando degli emissari per cercare di evangelizzare altri anabattisti per convincerli di prendere le armi ed andare ad abitare nella loro città, la Nuova Gerusalemme perché Gesù, secondo loro, stava per tornare. Il bandire fu richiesto come misura per allontanarsi da quel tipo di situazioni.
Qualcuno mi scrisse riguardo la sua esperienza personale in una setta di stampo mennonita. Quando il suo nonno era un giovane padre con due figli maschi piccoli ebbe un incidente mentre viaggiavano in carrozza insieme. Il cavallo prese uno spavento e partì di corsa all’improvviso, il nonno fu scaraventato fuori dalla carrozza e la carrozza fu trainata con i bimbi ancora dentro e il cavallo fuori controllo sulla strada statale. Una persona vedendo la scena si avvicinò a lui in macchina offrendogli un passaggio. Lui si rifiutò di entrare in macchina perché non gli era permesso ma chiese se fosse possibile stare in piedi sul predellino della macchina e così raggiungere la carrozza. La persona gentilmente acconsentì e così riuscì a fermare la carrozza. Un membro della sua comunità vide tutto quanto e lo riportò agli anziani della sua congregazione. Essi lo chiamarono accusandolo di aver commesso un grave peccato e di non aver rispettato le loro regole e gli chiesero di pentirsi. Il suo nonno ammise di aver fatto quell’azione ma di non pentirsi perché riteneva giusto agire in quel modo visto la situazione. Fu scomunicato lì per lì e non gli fu permesso di parlare o di salutare i suoi genitori mai più. Famiglie furono divise per casi come questo…qualunque sia il valore che uno abbia a cuore se avvolto nel legalismo diventa distruttivo e brutto. Noi lo abbiamo testimoniato e perciò ci pentiamo. Desideriamo essere degli individui che seguono Gesù nonostante le circostanze.
Conclusione:
Lasciate che formuli una domanda: chi stiamo seguendo? Noi seguiamo Gesù, è di estrema importanza non soffermarci alle parole. Seguiamo un certo leader? Spero di no. Seguiamo una certa denominazione? Spero di no. Seguiamo una certa chiesa? Spero di no. Seguiamo l’anabattismo, il pentecostalismo, il cattolicesimo, il protestantesimo o qualsiasi altro “ismo” o “esimo”? Spero di no. Seguiamo un certo predicatore televisivo in particolare o autore? Spero di no. Seguiamo la Bibbia? Questa è una domanda difficile da rispondere, ma noi non seguiamo la Bibbia, ma seguiamo Gesù ed è per questo che leggiamo la Bibbia. Noi seguiamo Gesù e solo Gesù ma perché seguire una persona, sistema o libro potrebbe diventare qualcosa di manipolativo che ci fa cacciare nei guai. Ci saranno alcuni di voi che saranno tentati a dire: “Giusto, questo è il motivo per il quale mi rifiuto di far parte di qualsiasi chiesa o di dare ascolto a qualsiasi insegnante, infatti, diffiderò anche della Bibbia…io seguirò solo Cristo”. In quel caso si potrebbe aver risolto un singolo problema ma se ne crea un altro, come si fa a sentire ciò che Gesù ha da dirci? Uno potrebbe innalzarsi affermando che Gesù parla solo a lui…a chi assomigliamo quando dichiariamo qualcosa del genere? A un leader settario in divenire…quindi, neanche questa è la soluzione. Chiedere a Dio di parlarci e di mostrarci le Sue rivelazioni in modo diretto senza dare ascolto a nessun altro è l’inizio della nostra setta personale perché in realtà uno sta dando ascolto a se stesso. Questo è il guaio! Noi abbiamo bisogno della chiesa, della nostra comunità di fede, delle Scritture e degli insegnanti che ci aiutano a comprendere la verità delle Scritture ma tutto questo dovrebbe essere vissuto in comunità dove possiamo sentire una varietà di voci diverse e dove la sottomissione si pratica a vicenda. Nella nostra comunità di fede io ho l’opportunità di sottomettermi ad altri membri e la nostra comunità di fede si sottomette al consiglio della nostra denominazione e poi diamo sempre ascolto a ciò che le nostre chiese in casa hanno da dire e si pratica l’ermeneutica comunitaria. Possiamo andare incontro ad una marea di guai se ci affidiamo ciecamente ad un certo individuo e ancora di più se quella persona nella quale abbiamo appoggiato tutta la nostra fiducia siamo noi stessi. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro. Prego che la nostra dedicazione possa essere rinnovata nelle Scritture, la chiesa, il corpo di Cristo e ad imparare il più che possiamo. Prego che possiamo sottometterci l’uno all’altro in amore e che siamo appassionati di seguire Gesù non solo per il nostro benessere personale ma anche per il benessere delle persone che ci circondano per così poter essere in grado di condividere il vangelo in un modo chiaro, umile, puro e sottomesso.
Preghiera: Padre Celeste, ti ringrazio per la chiarezza che avere Gesù al centro ci dà. Prego che Tu possa continuare a salvarci da noi stessi e dalla nostra tendenza a diventare legalisti, presi dall’agio delle regole e regolamenti religiosi. Apri i nostri occhi e aiutaci a vedere la manipolazione satanica del nemico che fa appello alla nostra natura religiosa. Padre, rinvigorisci la nostra visione per ciò che la chiesa può diventare e anche la nostra dedizione al corpo di Cristo. Prego che Tu possa avvalerti di noi per raggiungere tante altre persone con le Buone Novelle di Gesù. Prego che TU ci aiuti ad essere onesti riguardo la nostra identità e che possiamo comprendere le nostre radici e sapere la nostra storia ma ti prego che ci aiuti a fare del nostro meglio perché possiamo essere delle persone che proclamano le Buone Novelle di Gesù al mondo. Invitiamo il Tuo Spirito Santo a continuare ad insegnarci ed a guidarci nel Nome di Gesù, amen.
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