La chiesa cristiana spesso ha assomigliato di più alla sposa di Frankenstein che alla sposa di Cristo. In questa serie affronteremo il tema di un periodo della storia della chiesa piuttosto brutto, violento; la versione mostruosa di essa. Il periodo della Riforma protestante si sviluppò agli inizi del XV secolo e subito dopo nacque la Riforma radicale. Le origini del nostro movimento, risalgono a quel periodo, ed esattamente da lì attingiamo il nostro credo, come dire, abbiamo lo stesso DNA.
Qual era il pensiero della “terza via”, chiamati dai nemici “anabattisti”, (cosi come furono chiamati quei ragazzi appassionati di Cristo che non erano né completamente d’accordo con il credo cattolico e né completamente in accordo con il pensiero protestante) riguardo alla chiesa? Parleremo di otto diversi credi radicali sul tema della chiesa, spiegando quindi le nostre origini. Più avanti studieremo un passo nella Bibbia particolare che ebbe molto significato per loro e da dove estrapolarono gran parte della loro teologia.
Idee radicali sulla chiesa dal punto di vista della “terza via”:
1. Come l’umanità sperimentò “la caduta” tramite Adamo ed Eva così anche la chiesa sperimentò una “caduta” tramite l’imperatore Costantino. I ragazzi appartenenti al movimento della “Terza via” (gli anabattisti, così come furono chiamati dai loro nemici e dai quali furono uccisi) sentivano fortemente che la chiesa era decisamente finita fuori strada e che si fosse allontanata dalla Grazia di Dio in modo drammatico, diventando una versione mostruosa di sè stessa. Molto interessante è che i protestanti parlavano nello stesso modo quando si riferivano alla “caduta” della chiesa cattolica. I leader protestanti ritenevano i papi e le loro teologie cattoliche, sbagliate; la causa principale del fuorviarsi della chiesa. Il movimento della “terza via” furono i primi a pensare che la caduta della chiesa non fosse dovuta a causa della teologia sbagliata di un certo papa, ma dovuta al fatto che la stessa chiesa in un certo periodo storico abbracciò il potere, fondendosi con lo stato. Questo fatto potrebbe risalire all’imperatore romano Costantino il quale abbracciò la cristianità facendola diventare la religione di stato. La “terza via” sosteneva che la chiesa non avrebbe dovuto detenere il potere a braccetto con lo stato. Gesù insegnò in modo molto chiaro attraverso il Vangelo di Marco al capitolo 10 che, come seguaci di Cristo (cristiani) non dovremmo guidare gli altri nello stesso modo in cui le autorità civili e politiche, governano. La chiamata alla quale Gesù ci ha chiamati, è quella di guidare partendo dal basso, in modi che possano far innamorare i cuori con la bellezza del Vangelo senza coercizione, legislazione nè tramite l’obbligo o forza bruta. Quando la chiesa diventa ubriaca di potere, è il momento in cui inizia la discesa.
2. La chiesa è un’associazione volontaria. Ciò che è normale per noi ora, in quegli anni era considerato radicale. Le persone si battezzavano da neonati e a seconda del luogo in cui si nasceva, si stabiliva quale sarebbe stata la sua futura religione. Chi nasceva in Germania diventava luterano, in Francia cattolico, e così via. Il movimento della “terza via” credeva nel far crescere i loro bambini istruendoli nella fede e nel credere in Gesù, incoraggiandoli comunque a fare scelte personali, lasciandoli liberi di farle. Ecco perché il battesimo dei credenti per le persone che desiderano veramente seguire Gesù, divenne così importante.
3. Le “tavole rotonde”o chiese in casa. Le Scritture si comprendono meglio quando si approfondiscono insieme alla comunità di fede. Le chiese protestanti e cattoliche di quel periodo, credevano che le Scritture si sarebbero dovute meglio comprendere attraverso una persona istruita che avesse dedicato il suo tempo ad approfondirle. Questo modo certamente rappresenta uno dei tanti modi in cui le Scritture possono essere comunicate. Stipendiare qualcuno che possa dedicare il suo tempo extra, per diventare un tipo di fattorino della comunicazione, una persona che si dedichi allo studio, e che poi presenti il suo insegnamento al resto del corpo come un servizio alla comunità; questo valido. Il gruppo appartenente alla “terza via” invece, sostenevano che la vera chiesa fosse quel momento in cui le persone avrebbero messo in circolo le loro sedie in grado di guardarsi faccia a faccia, non limitando lo Spirito Santo a parlare soltanto ad una persona (il “professionista” delle Scritture). Per loro, la vera chiesa, era quando ciò che si fosse imparato, si sarebbe poi applicato; cercando di comprendere tutti insieme ciò che lo Spirito volesse comunicare all’intero corpo di Cristo. Questa è la cosiddetta “ermeneutica comunitaria”, ovvero l’arte o la scienza dell’interpretazione delle Scritture. Il fatto che questo si facesse e si faccia in comunità, fu ed è, qualcosa di coraggioso. Sia le persone istruite, che quelle meno erudite, possono contribuire al processo dello studio delle Scritture, potendosi esprimere dal loro punto di vista in quanto crediamo al ruolo dello Spirito Santo, che ci vuole parlare, insegnare; Lo Spirito di Dio è attivo, presente e vivido nella vita di ogni membro della comunità di fede. Lo stesso Spirito Santo che opera nel pastore opera anche nel membro della chiesa più umile e meno preparato, nonché nei nuovi nati in Cristo Gesù i quali hanno ricevuto lo Spirito Santo; anche loro possono ascoltare il Consolatore che gli vuole parlare tramite la Bibbia, perché Egli ci aiuta a capire quello che si legge. Questo ha molto valore, in quanto sentiamo in modo più chiaro ciò che Dio desideri comunicare alla chiesa. Nel nostro movimento cristiano, chiamato the Meeting House Italia, l’ermeneutica comunitaria è molto importante. Gli incontri settimanali da noi organizzati, che puoi ascoltare ogni domenica nel nostro sito o su Facebook, sono designati per essere incompleti con il proposito di provvedere un po’ d’informazione ma non tutta, così che durante la nostra “tavola rotonda” o chiese in casa, sia possibile discutere e completare lo studio stuzzicando e animando la nostra ricerca spirituale. Ciò apre le porte allo Spirito Santo per operare in noi e continuare ad istruirci tramite tutto il corpo di Cristo.
4. La volontà di Dio si comprende meglio insieme alla comunità di fede. Il chiodo fisso di alcuni noi cristiani, consiste nel cercare di capire quale sia la volontà di Dio nelle nostre vite. Si desidera spesso conoscere la Sua volontà riguardo ciò che dovremmo fare, dove andare, come programmare il nostro futuro, quali progetti intraprendere e quali non, come procedere con le nostre relazioni e così via. Desideriamo capire da Dio, come agire. Siamo spesso a domandarci, ma qual è la volontà di Dio per me, in questo momento? La nostra posizione riguardo allo scoprire la volontà di Dio, è attraverso la voce dei fratelli e delle sorelle, perché lo Spirito Santo parlerà attraverso di loro. Comprendere che non si tratti soltanto di noi e delle Scritture o il dare ascolto al “professionista spirituale” che parla nella chiesa ma piuttosto si tratta di ascoltare nell’insieme della comunità, la volontà di Dio.
Quando una persona si battezza nel nostro movimento, quella persona diventa un nuovo membro della comunità di fede. Una domanda che poniamo spesso durante i battesimi è questa: “Sei disposto sia a dare che a ricevere consigli?” In altre parole, il battesimo non consiste soltanto nel dichiarare di credere in Gesù e alla salvezza, ma anche ad accogliersi gli uni gli altri e a coinvolgersi attivamente. Battezzarsi significa immergersi all’interno del corpo di Cristo. In altre parole, siamo stati immersi nel corpo così che insieme, prendiamo delle decisioni riguardo a quale sia la migliore cosa per le nostre vite o quale sia la volontà di Dio. Non si tratta di continuare a vivere la nostra solita vita, solitariamente, piuttosto si entra in una famiglia. Quello stesso Spirito Santo che opera in me e in tutti noi ci aiuta a guardarci gli uni gli altri e ad ammettere: “Ho bisogno di aiuto e di consiglio per fare la mia decisione”. Dovremmo essere disposti a dare ascolto alle persone che ci circondano ma anche ad ammettere che il Signore potrebbe desiderare parlare tramite noi per condividere parole di saggezza con gli altri. Non importa se ce la sentiamo o meno, dovremmo solo essere disposti a farlo. Crediamo che l’espressione chiesa, significhi proprio questo: avere dei cuori aperti gli uni con gli altri, avvicinarsi alle persone dando uno sguardo alle loro vite in un’atmosfera di affinità, fratellanza, amore e altruismo, continuando a costruire amicizie fondate sulla fiducia, sul poter fare domande; crediamo che senza questi elementi non sarebbe veramente “chiesa”. Vorremmo mantenere quella visione della “terza via” di una chiesa che è sia intima che interattiva. Non dovremmo mai sentirci intimiditi o in inferiorità perché il nostro livello di educazione non è come lo vorremo o confrontandolo con gli altri, stessa cosa se fossimo nuovi nella fede.
I nostri antenati della “terza via” credevano che la formazione teologica fosse si, positiva, in quanto essa è capace di far crescere spiritualmente la fede della persona; tuttavia pensavano che continuando a percorrere quella strada teologica, si sarebbe arrivati a quel punto cruciale (questo non significa che ciò accada in modo matematico ed assoluto ad ogni individuo) di sentirsi arrivati ad un livello alto di formazione, rischiando però di divenire un nerd piuttosto odioso, propenso sempre più alla conoscenza rispetto all’applicazione del cristianesimo, che è ciò a cui Gesù ci invita.
Anche oggi si è piuttosto diffidenti ad un’istruzione eccessiva. Possiamo comprendere perché il movimento della “terza via” fosse arrivato a pensarla in quel modo. Ciò che essi osservavano intorno a loro era che le persone intellettuali più istruite sostenevano che la chiesa avrebbe dovuto uccidere tutti coloro che non fossero stati d’accordo con il loro sapere . Avere più conoscenza o istruzione non è sempre la risposta. Non vogliamo diventare persone che si battono contro l’educazione ma vogliamo chiedere a Dio con umiltà: “Signore, in quale punto la mia istruzione è andata oltre la mia applicazione?” Siamo cauti. Un teologo cristiano disse: “Mi frustra vedere come quelli della “terza via” non sembrino prendere del tempo per pensare. Sono sempre indaffarati, ma devo ammettere che fanno molto di più a confronto di tanti”.
Lo capisco, essi hanno una lunga storia dove le persone hanno resistito alla formazione teologica. La nostra enfasi dovrebbe essere sul crescere insieme e aiutarci a vicenda, diventando più come Cristo, il nostro livello d’istruzione non dovrebbe essere così importante. Avendo detto questo, penso che ci sia anche un luogo per la formazione teologica quindi, questo periodo rappresenta un periodo nella storia, dove stiamo affrontando nuovamente con cautela la formazione teologica più avanzata riconoscendo che ci possa essere un ruolo nella nostra vita anche per essa.
5. Secondo il pensiero della “terza via” l’identità cristiana non si limita ad essere dei “consumatori di grazia” ma delle “nuove creazioni”, tutti membri del “corpo di Cristo”. Secondo il sistema di fede cattolico nei periodi più bui della sua storia il ruolo primario di un cattolico era quello di presentarsi alla messa e fare ciò che il sacerdote chiedeva. I sacramenti della chiesa dispensavano grazia, quindi partecipare alla messa dava a tutti i membri l’opportunità di ottenerla e così ricevere il perdono. Si creò un sistema codipendente dove c’era assoluto bisogno del sacerdote, della confessione e della messa. Si doveva anche sostenere la chiesa finanziariamente per assicurare che l’istituzione rimanesse in piedi e così garantire alle persone di essere a posto con Cristo e perdonate.
L’essere dei “peccatori giustificati” non rappresenta la nostra identità. Siamo dei peccatori salvati per grazia e la dottrina della giustificazione rappresentò il motore teologico dietro la Riforma protestante. Essere “giustificato” è un termine giuridico che significa essere stato dichiarato “non colpevole”, “giusto”. Quindi è considerato biblico sostenere che se siamo colpevoli e non meritiamo il Paradiso allora siamo dei peccatori. Essere “giustificati” significa che Dio ha tolto la nostra colpevolezza dichiarandoci liberi, cioè ci è stata concessa la possibilità di cominciare da capo, una pagina pulita. Gli i ragazzi del movimento della “terza via” consideravano che quell’enfasi sbilanciato sulla grazia potesse portare le persone a vivere una natura legale, cioè, il fatto che Dio dichiarasse le persone giuste, ed esse fossero a posto con Lui non significava che fossero state trasformate. Perciò sostenevano che la teologia protestante con la loro enfasi esagerata sulla dottrina della giustificazione portasse le persone a desiderare anzitutto ottenere quella grazia. La dottrina protestante agli occhi della “terza via” non era molto diversa da quella cattolica, visti i frutti: entrambe le religioni permettevano l’uso della violenza e portavano la gente a dipendere da un sistema istituzionale e territoriale di natura nazionalista.
I cristiani della “terza via” scelsero invece di enfatizzare l’idea che siamo tutti delle nuove creature in Cristo Gesù, santi. La dottrina della rigenerazione o della nuova nascita fu ed è molto importante sia per i protestanti, che per i cattolici, nonché per la “terza via”.
Mettere in risalto un concetto piuttosto che un altro, crea una concezione completamente diversa nella mente e nell’applicazione dello stesso, nella propria vita cristiana quotidiana e la visione che si intraprende ha il potenziale di cambiare la traiettoria del percorso cristiano. L’efficacia, nel movimento della “terza via” non sussisteva soltanto sulla giustificazione, piuttosto sulla rinascita delle persone, sulla trasformazione del cuore che poi portava le persone a trasformare il proprio modo di applicare gli insegnamenti di Cristo con l’aiuto dello Spirito Santo. Lo Spirito infonde coraggio e forza nel cuore per vivere appieno, la nuova nascita.
Questo pensiero rappresentò una sfida per i nostri amici cattolici ma anche per qualche amico di fede protestante che stavano affrontando i diversi modi in cui il corpo di Cristo fosse presente negli elementi dell’Eucaristia. Questo argomento fu messo al centro di diversi dibattiti teologici rigorosi sul corpo di Cristo e su cosa significasse. I protestanti rifiutarono la dottrina della transustanziazione e formularono altre dottrine che avevano a che fare con il corpo di Cristo. Per i cristiani della “terza via” ciò che era importante era che il corpo di Cristo fosse presente nel cambiamento interiore, all’interno delle comunità di fede. Per loro gli elementi dell’Eucaristia non erano altro che simboli per aiutarli a ricordare il prezzo che Gesù pagò per tutti e anche per ricordarci che le persone sono il corpo di Cristo. Le relazioni interpersonali, sono di massima importanza. I passi scritturali seguenti sono molto interessanti e sarebbe bello approfondirli più tardi: Giovanni 3:3, 2 Corinzi 5:17, 1 Pietro 1:23 e 1 Pietro 4:10.
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