d) Alcuni anabattisti riservavano termini specifici tipo “la Parola di Dio” o “l’autorità” solo a Gesù piuttosto che alla Bibbia. Questo per evidenziare la preeminenza di Gesù, l’ultima rivelazione di Dio stesso.

e) I primi anabattisti portavano con loro e/o memorizzavano tantissimi passi delle Scritture (le chiamavano chiavi bibliche) su diversi temi per aiutare loro ad evangelizzare altre persone, per difendersi quando interrogati o per incoraggiarsi a vicenda quando in prigione; di solito prima d’essere giustiziati. Gli anabattisti portavano sempre le loro chiavi bibliche per leggerle nel momento del bisogno ma anche per impararle a memoria e così penetrare e approfondire quei passi. Facevano questo come preparazione al momento in cui la loro Bibbia li sarebbe stata tolta. Quando gli anabattisti venivano arrestati in gruppo essi cominciavano a citare delle Scritture a turno per incoraggiarsi l’uno all’altro. Un’altra cosa che facevano era comporre delle melodie che poi applicavano ai passi biblici e li cantavano tutti insieme. I registri storici dicono che spesso intonavano dei canti in prigione dandosi coraggio l’uno all’altro.

f) Alcuni anabattisti (come i Fratelli in Cristo) non hanno una dottrina che sostenga l’infallibilità delle Scritture. Non si è contro l’infallibilità ma si desidera semplicemente evidenziare la perfezione di Cristo più della perfezione delle Scritture. Si preferisce adottare la terminologia biblica per descrivere la Bibbia dicendo che provenga da Dio e che sia “ispirata” e “utile”: La seconda lettera di Timoteo 3:16-17 dice: “Tutta la Scrittura è divinamente ispirata e utile a insegnare, a convincere, a correggere e a istruire nella giustizia, affinché l’uomo di Dio sia completo, pienamente fornito per ogni buona opera”. Un concetto teologico organico; bisogna mettere in pratica ciò che s’impara. Questo punto potrebbe essere causa d’irritazione per alcuni protestanti perché per loro la dottrina dell’infallibilità della Bibbia rappresenta una dottrina intoccabile fondamentale. Le mie radici sono evangeliche protestanti quindi quando stavo studiando gli anabattisti notai che l’infallibilità della Bibbia non si trovava nei loro credi; trovai la parola autorità, ispirazione e l’utilità della Bibbia, ma mi mancava proprio quel termine. Perciò feci le mie ricerche ed ebbi un colloquio con un membro della comunità anabattista e scoprì che quel termine non fa parte del loro linguaggio perché Gesù non descriveva le Scritture in quel modo. Gli anabattisti approfondiscono la Bibbia moltissimo perché desiderano applicare ciò che possono riguardo chi è Gesù e su come ci ha insegnato a vivere. Il non dichiarare che la Bibbia sia infallibile è qualcosa di scomodo per molti. Diciamo che il concetto dell’eresia nasce proprio così. La maggioranza stabilisce le regole del gioco e per essere approvati da essa bisogna dire determinate parole; gli anabattisti decisero diversamente.

g) Gli anabattisti dall’inizio furono considerati degli eretici da altri cristiani. Può darsi che ciò accada anche oggi ma molto di meno e non in modo così violento. La storia della trasfigurazione nelle Scritture è stata un evento particolare, un racconto affascinante! Il vangelo di Matteo 17:1 dice: ” Sei giorni dopo Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse sopra un alto monte, in disparte…”. Questi tre apostoli erano coloro che Gesù includeva quando si ritirava un po’ per pregare, l’apostolo non menzionò questo fatto in questo passo ma negli altri vangeli di Marco e di Luca troviamo dei dettagli che ci aiutano a completare il quadro. Il vangelo di Luca 9:29 dice che accadde mentre pregava. Il vangelo di Matteo continua, “e fu trasfigurato alla loro presenza: la sua faccia risplendette come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce”. Gesù sperimentò un tipo di metamorfosi. Questo successe davanti gli occhi dei tre apostoli. L’interpretazione anabattista di questo brano non si ferma al fatto che ciò sia accaduto ma va oltre cercando di comprendere il suo significato. C’era un messaggio contenuto in questo evento nell’esperienza di Gesù e in ciò che i discepoli stavano testimoniando. Matteo 17:3: ” Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui”.  Notiamo che né Mosè né Elia risplendevano come Gesù. Mosè rappresentava la legge ed Elia rappresentava i profeti, loro tre incarnavano le Scritture complete non in competizione con Gesù ma sostenendoLo e indicandoLo. Il vangelo di Luca aggiunge un dettaglio dicendo che Mosè ed Elia parlavano della sua dipartita che stava per compiersi a Gerusalemme, cioè, della sua morte, sepoltura, risurrezione ed ascensione (Luca 9:31). Discutevano tra di loro e Gesù era al centro della loro focalizzazione. Il passo continua nel vangelo di Matteo 17:4; “Pietro allora, prendendo la parola, disse a Gesù: «Signore, è bene che noi stiamo qui; se vuoi, faremo qui tre tende: una per te, una per Mosè e una per Elia»”. Il vangelo di Marco aggiunge che quando l’apostolo Pietro disse ciò lo fece perché: “Egli infatti non sapeva che cosa dire, perché erano spaventati.” (Marco 9:6). Questo è interessante perché la fonte del vangelo di Marco molto probabilmente fu l’apostolo Pietro. Marco accompagnò spesso l’apostolo Pietro nei suoi viaggi e visto che l’apostolo molto probabilmente perché pescatore era analfabeta o non sapeva scrivere molto bene dovette dettare le sue esperienze al suo compagno di viaggi, Marco. Il vangelo di Marco in realtà dovrebbe essere il vangelo di Pietro. Pietro è molto onesto e ha aggiunto quel dettaglio in più ammettendo che fosse spaventato senza saper come agire e visto che li piaceva costruire delle cose… Certamente, è stata una cappellata perché era ovvio che nessuno aveva in mente di restare lì sul monte accampati. Il piano di Gesù era quello di scendere e di continuare a fare una differenza. Matteo 17: 5: ” Mentre egli parlava ancora, ecco una nuvola luminosa li adombrò; e si udì una voce dalla nuvola che diceva: «Questi è il mio amato Figlio, in cui mi sono compiaciuto: ascoltatelo!»”. Una volta che Gesù, la Parola di Dio ed il Messaggio di Dio entrò in scena nel Nuovo Patto la voce di Dio non si sentì più. Nell’Antico Testamento la voce di Dio parlava ai profeti e a persone particolari alle quali Lui sceglieva di manifestarsi in diversi modi. Quando Gesù entrò in scena questo non accadde più e soltanto in due occasioni si sentì la voce di Dio nei vangeli: una durante il battesimo di Gesù e l’altra qui nella Sua trasfigurazione. In entrambe occasioni Dio pronunciò le stesse parole: “Non ho più altro da dire e non vi dirò più di ciò che Lui vi dirà. Io lo amo, ascoltateLo”. Matteo 17:6 “E i discepoli, udito ciò, caddero con la faccia a terra e furono presi da gran spavento. Ma Gesù, accostatosi, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete!». Ed essi, alzati gli occhi, non videro alcuno se non Gesù tutto solo.” Il greco originale enfatizza il fatto che fosse rimasto soltanto un unico riferimento; Cristo. Il termine greco originale “monon” enfatizza il fatto che fosse rimasto solo Lui. Ora seguiamo solo Gesù. Come abbiamo fatto ad imparare questo concetto? Tramite la Bibbia! Amiamo la Bibbia, la leggiamo e la studiamo per poter così ascoltare e seguire solo Gesù.

Domande e risposte:

Domanda: Come difendiamo il fatto che le Scritture provengano da Dio e che non sia stata scritta da meri uomini?

Risposta: Esistono diversi approcci in ciò che viene chiamato apologetica delle Scritture, uno è la coerenza nel tempo e l’altra delle profezie che sono state adempiute. Per me quello che mi colpisce di più è il seguente: io leggo le Scritture concentrandomi più che altro sui vangeli, la vita di Cristo, il sermone della montagna e vedo che gli insegnamenti di Gesù su tutti questi punti incastrano perfettamente con i bisogni di questo mondo sotto ogni aspetto; si potrebbe dire che lo fa in modo miracoloso. Ciò che Gesù offre adempie perfettamente i nostri bisogni fondamentali e c’è da dire che c’è qualcosa di particolare in quest’Uomo che non ho trovato da nessun’altra parte. Come si fa a sapere che gli autori della Bibbia abbiano registrato accuratamente gli eventi di quei giorni o trascritto i Suoi insegnamenti bene? Questo punto in realtà è opinabile ed incoraggerei chi ha quella domanda in mente a tener presente il fatto che c’è una mente dietro questi scritti e detta “mente” scrisse gli insegnamenti di Gesù. Nei vangeli di Marco, Matteo, Luca e Giovani si possono trovare diversi modi di esprimersi, diversi punti di vista che convergono su un unico punto che contiene un insegnamento che cambia la vita. Esiste una Persona al centro di tutto che è dietro tutto ciò che leggiamo nella Bibbia. Uno si potrebbe chiedere: Bene, ma come si fa a sapere che questa Persona sia il Gesù storico? Potremmo provare a cambiare il nome di Gesù mettendoli “Mario” per un momento, lo potremmo chiamare “la teoria di Mario”. Diciamo che sia esistito nel primo secolo e che lui sia stato la “mente” al centro di tutto insegnando delle cose miracolose e che lui sia la Persona che io avrei scelto d’adorare. Diciamo che io seguissi “Mario” e diventassi il suo discepolo. C’è però da notare il fatto che “Mario” non sia un nome comune appartenente a Israele del primo secolo…sapete quale nome era molto comune in quel periodo storico?” Yeshua” un nome comunissimo, cioè, “Gesù”. Non c’è motivo dal punto di vista storico per dubitare l’esistenza di Gesù. Gesù, l’insegnante, il rabbino con degli insegnamenti miracolosi è esistito. Possiamo avere fede nei suoi miracoli perché i Suoi insegnamenti ci hanno dimostrato che ci dev’essere stato per forza un potere divino soprannaturale che è stato rivelato tramite questa Persona. Quando sperimentiamo dei miracoli nella nostra vita grazie ai Suoi insegnamenti allora possiamo essere aperti a credere al resto dei Suoi miracoli. Se Dio ha scelto di rivelarsi attraverso questa singola Persona allora ha senso che Dio Lo abbia preservato per le generazioni seguenti dando anche loro la possibilità di ricevere questa rivelazione. La tecnologia che era a disposizione e l’averla trascritta è stata qualcosa ispirato da Dio, Lui ha voluto preservarla per noi. Tutto questo ha più senso che non credere nella mia mente. Il mio approccio personale è questo ma esistono numerosi approcci apologetici su questo stesso tema.

Domanda: Quando Dio parlò dicendo a Pietro, Giacomo e Giovanni di dare ascolto a Gesù. Gesù era presente. Fu un messaggio abbastanza diretto secondo me. Nel presente ci sono diverse persone che dichiarano che Dio li abbia parlato su diversi argomenti…la mia domanda è: come si fa a distinguere la vera voce di Gesù ora nel presente? Quando qualcuno ci dice che Dio ha detto loro che noi guariremo o cose del genere come si fa a sapere che è stato Dio davvero?  Come si fa a discernere la voce di Dio in questi giorni quando Gesù non è più visibile tra di noi?

Risposta: Io suggerirei due modi: Il primo è acquisire una buona conoscenza di ciò che Gesù ha detto. Il fatto di conoscere Gesù bene, la Sua voce, il Suo carattere ed il Suo approccio ci aiuterà a discernere meglio quando qualcuno verrà e ci dirà che Gesù gli ha comunicato qualcosa. Se qualcosa non fosse vero lo potremo riconoscere perché non avrebbe nulla a che fare con il Gesù che conosciamo. Se non conosciamo bene il Gesù storico delle Scritture avremmo molta difficoltà a comprendere se un messaggio è veritiero o no. I primi anabattisti ci consiglierebbero di tornare al Gesù delle Scritture una volta dopo l’altra; essi però non rifiutavano la possibilità che lo Spirito Santo potesse parlare alle persone. Tanti dei primi anabattisti potrebbero essere classificati sotto la categoria dei carismatici. Essi sostenevano che lo stesso Spirito che ispira, preserva e che ha parlato tramite Gesù sia anche presente in noi e che possa parlarci. Per questo motivo ritenevano importantissimo conoscere bene il Gesù delle Scritture per poter essere aperti a ricevere il messaggio che Gesù e lo Spirito Santo potrebbero cercare di comunicarci tramite i nostri fratelli e sorelle. Quando qualcuno ci dà un messaggio particolare non dovremmo soltanto metterlo alla prova con le Scritture ma anche confrontarlo insieme ad altri fratelli e sorelle attorno le Scritture. Essi potrebbero aiutarci a confermare dei messaggi aiutandoci a vedere se qualcosa fosse coerente o no con le Scritture o se qualcosa non andasse. E’ sempre salutare vivere e sperimentare questo tipo di situazioni in comunità. Se qualcuno ci mette con le spalle al muro dicendo: “Il Signore mi ha detto…tu dovrai fare così…” sappiamo che non siamo tenuti a dare una risposta in quel momento e siamo liberi di rispondere saggiamente, io consiglierei questi due modi d’affrontare una situazione del genere:

a) Si potrebbe rispondere di dover prendere del tempo per confermare il messaggio con le Scritture.

b) Si potrebbe esprimere il bisogno di voler discutere il messaggio dato con altri fratelli e sorelle.

Si potrebbe dire alla persona che ha dato il messaggio che lo stesso Spirito che si trova dentro di lui o lei e che ha parlato a loro si trova anche in noi e il medesimo Spirito si trova anche nella nostra comunità e abita all’interno di tutti i nostri fratelli e sorelle perciò non c’è nulla di male nel desiderare confrontarsi con il resto del corpo visto che lo stesso Spirito opera all’interno di tutti noi e se fosse davvero Gesù essi lo confermerebbero. Essi potrebbero reagire dicendo che non si stia confidando nella “parola del Signore” al cui possiamo chiarire e dire che non si stia mettendo in dubbio il Signore ma il canale, cioè, loro. Questo non per criticarli perché può darsi benissimo che il messaggio sia davvero da Gesù quindi ciò che si fa è semplicemente mettere alla prova il messaggio vedendo ciò che lo Spirito dirà al resto della comunità.

Conclusione:

Vorrei concludere con un semplice piano d’azione. In quale modo possiamo diventare organici nella nostra teologia ed incarnare ciò che stiamo dicendo?  Sarebbe buono che ognuno avesse la sua propria Bibbia. Possedere una copia personale della Bibbia ci aiuta a familiarizzarci con le Scritture, possiamo evidenziare dei passi speciali, prendere degli appunti e seguire degli studi biblici. Un altro consiglio è quello di acquistare una seconda Bibbia di traduzione diversa con degli appunti diversi da poter confrontare, ciò ci aiuta ad approfondire la Bibbia meglio.

Una domanda, quali sono i concetti o punti che sappiamo siano veri ma che non stiamo applicando alla nostra vita? Prima di affrontare questioni di natura accademica, sappiamo quali siano le cose che riteniamo vere ma che non stiamo mettendo in pratica? Gli anabattisti direbbero: perché porsi tutte quelle domande? La verità è che non si sarà in grado di capire le risposte a meno che uno non inizi a mettere in pratica ciò che sa. Noi esseri umani siamo stati concepiti per imparare in modo attivo. Una citazione dei primi anabattisti diceva: “La Bibbia non dovrebbe essere considerata allo stesso livello della Parola di Dio. La Bibbia contiene la Parola di Dio come la guaina contiene la spada e come una lanterna contiene la luce”. Hans Umlauft (XVI secolo). La Bibbia è come la guaina che contiene la spada dello Spirito, cioè, Gesù. Lui è la verità. Le Scritture sono come un tipo di fodero, utile per portare la spada. Limitarci soltanto a leggere la Bibbia non ci mette in connessione con la spada dello Spirito, la Parola di Dio: Gesù. Noi lo conosciamo e allarghiamo il Regno con Gesù al centro. Un’altra analogia in quella citazione è quella della lanterna; paragonare la Bibbia ad una lanterna che contiene la luce, cioè Gesù, è molto bella. Se desideriamo la luce abbiamo bisogno della lanterna, quindi, studiamo le Scritture ma sempre con Gesù al centro. Mentre andiamo avanti possiamo vedere oltre ma dobbiamo camminare per poter imparare. La Bibbia è più simile ad una lanterna che a un riflettore. Noi non illuminiamo il nostro sentiero facendo uso del riflettore volendo conoscere tutti i particolari verso ai quali andremo incontro fino alla fine e una volta che avremo avuto una risposta a tutti i nostri quesiti decidere di fare il primo passo. Quel tipo d’atteggiamento ci farà sprofondare come nelle sabbie mobili facendoci diventare degli intellettuali testa d’uovo che non applicano la loro fede a se stessi. Il modo in cui scoprire ciò che ci verrà incontro nel nostro sentiero è dando ascolto alla luce che abbiamo già, un passo alla volta scoprendo piano piano ciò che abbiamo davanti. Nel contesto del poter camminare e parlare con Gesù insieme ai nostri fratelli e sorelle possiamo imparare tanto, non solo dal punto di vista accademico. Impariamo come discepoli e seguaci di Gesù.

Preghiera: Padre Celeste, grazie per la chiarezza di Cristo. Ti ringrazio per la luce che Lui ci ha portato. Prego che il Tuo Spirito ci dia il coraggio per obbedire a ciò che conosciamo. Prego che Tu ci possa accompagnare, parlare ai nostri cuori, chiarificarci ciò che non lo è e darci il coraggio per poter fare il primo passo. Nel nome di Gesù.