In cosa credono i cristiani della “terza via”?
A seguito elencherò i principali punti che dipingono il quadro generale di ciò che li differenza da altri cristiani. Ciò che seguirà, sarà la loro posizione riguardo i diversi aspetti della loro fede per le quali essi sono stati disposti a subire torture e a perdere la vita per mano di altri cristiani.
La fede è una scelta (perciò il battesimo, essendo una dimostrazione di fede dovrebbe essere una scelta). Il battesimo per un credente rappresenta non soltanto il fatto che si entri a far parte della famiglia di Cristo, ma che si faccia anche la scelta di seguirLo. La fede è una scelta e perciò anche il battesimo dovrebbe esserlo, visto che simbolizza la propria fede e non di qualcun’altro. Non dovrebbe essere una cerimonia che qualcuno fa per noi ma una scelta che noi facciamo, senza costrizioni. Alcuni lo chiamano il battesimo da adulti ma noi preferiamo chiamarlo il battesimo dei credenti enfatizzando che esso è un atto di fede.
I sacramenti sono dei simboli (espressioni di fede). I cattolici e i protestanti in un certo modo stavano insegnando che l’Eucaristia, la Santa Cena, la messa o il servizio religioso fossero il modo di ricevere Gesù nei loro cuori. Ciò significava creare un sistema di dipendenza da parte del credente alla chiesa istituzionale, in cui soltanto il “santo” professionista pagato (sacerdote o pastore) fosse l’unico ad avere il potere di trasformare il pane e il vino nel corpo e nel sangue di Cristo; frequentare l’istituzione, sarebbe stata anche una certezza di salvezza. I cristiani della “terza via” rifiutarono quel sistema sostenendo che Gesù non lo avesse mai stabilito. Gesù aveva lasciato dei simbolismi per aiutarci a ricordarLo e per unire i credenti in una fratellanza d’amore, intorno alla cena del Signore. Quindi la “terza via” praticava il battesimo, la Santa Cena, la Comunione nelle loro case, nei fiumi e non avevano bisogno di nessuna figura carismatica religiosa o di nessuna istituzione per amministrare i sacramenti.
La Bibbia è incentrata su Gesù (L’autorità massima è Cristo). La chiesa è una famiglia (non un’istituzione). I giovani della “terza via” si radunavano nelle case perché non avevano palazzi o chiese dove potersi unire. Il ritrovarsi nelle case procede in linea con la loro teologia, perché rappresenta quello che la chiesa dovrebbe essere, una famiglia che si ritrova nella propria casa. La missione della chiesa è il discepolato (non solo la salvezza). La chiesa non si limita soltanto a recitare la preghiera della salvezza, a ministrare i sacramenti, a sentire le confessioni, a dare l’assoluzione, ad assicurarsi di far uscire le persone dal Purgatorio per andare in Paradiso o cose del genere. La missione della chiesa è quella di fare discepoli ed insegnare loro come seguire Gesù.
Il Regno di Cristo è universale (non nazionale). Le chiese di stato non hanno senso. La separazione della chiesa dallo stato è stato un concetto radicale introdotto proprio dalla “terza via”. La chiesa di Cristo non appartiene a nessuna nazione in quanto siamo una fratellanza che si espande intorno al mondo e include tutti. La pace rappresenta il modo in cui condurre la propria vita (non è solo un obiettivo da raggiungere). La guerra non è un mezzo per raggiungere la pace. La pace è uno stile di vita. La disciplina della chiesa è confronto(non coercizione). Quando qualcuno all’interno delle comunità cristiane della “terza via” continua a violare le norme di condotta senza pentirsi, allora si decide di non far finta che tutto sia a posto con lui o con lei agendo in maniera ipocrita, bensì si affronta la situazione con garbo e amore e se dopo aver utilizzato l’insegnamento di Gesù che troviamo in Matteo 18,15-17 che dice: «Se tuo fratello ha peccato contro di te, va’ e convincilo fra te e lui solo. Se ti ascolta, avrai guadagnato tuo fratello; ma, se non ti ascolta, prendi con te ancora una o due persone, affinché ogni parola sia confermata per bocca di due o tre testimoni. Se rifiuta d’ascoltarli, dillo alla chiesa; e, se rifiuta d’ascoltare anche la chiesa, sia per te come il pagano e il pubblicano). Chi è all’esterno, potrebbe considerare questo atto qualcosa di estremo e severo. Si deve comprendere che quando i membri della “terza via” decidevano di mettere in pratica l’espulsione di un membro come metodo disciplinare, le istituzioni cristiane invece, mettevano a morte chi non fosse d’accordo con loro. I ragazzi della “terza via” in quel contesto decisero di adottare un metodo non violento scegliendo di non avere comunione con quella persona. Crediamo che questa pratica abbia delle fondamenta bibliche.
Lo Spirito Santo parla tramite ogni credente (non soltanto tramite il clero). Il movimento dà delle opportunità a tutti i membri di esprimersi quando si trovano riuniti intorno alle Scritture.
Il tema centrale del Vangelo è la riconciliazione (non solo evitare l’inferno). Il Vangelo si centra sulla nostra connessione tra noi e Dio e tra gli uni gli altri; sulla connessione con il nuovo Corpo della chiesa che Dio unisce.
La semplicità incoraggia le relazioni (ci aiuta ad aiutare i bisognosi). Dovremmo vivere seguendo il sermone della montagna in semplicità. Avere psiù cose non significa essere più benedetti, al contrario, quando si ha di più, si è più tentati. Dovremmo vivere con semplicità investendo nell’aiutare chi ha bisogno.
Soffrire per Gesù è una benedizione. I primi cristiani furono martorizzati per generazioni. La sofferenza per la “terza via” non è una sorpresa. Essi sono sorpresi se la loro vita dopo essersi dedicati a Cristo continui ad andare avanti senza grandi problemi. Quindi si aspettano di soffrire e scelgono di affrontarlo.
La storia dei nostri antenati e della nostra eredità spirituale sono di grande incoraggiamento. Sappiamo che possiamo essere ispirati dai nostri fratelli e sorelle a prendere migliori decisioni, a rinunciare a ciò che dovremmo rinunciare e ad abbracciare ciò che dovremmo abbracciare, per seguire Gesù.
Un passo molto significativo nella Bibbia si trova nel libro degli Atti degli Apostoli al capitolo 2 che parla del giorno della Pentecoste, del vento, delle lingue di fuoco, della venuta dello Spirito Santo e di come gli apostoli avessero parlato in diversi tipi di linguaggi che avrebbero potuto essere compresi da tutti gli stranieri presenti. La chiesa nacque quel giorno con la venuta dello Spirito Santo. L’apostolo Pietro si alzò in piedi e fece una predica formidabile dopodiché la folla ebbe una reazione particolare descritta nello stesso capitolo versetto 37: “All’udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?»”. La risposta a questa domanda si trova nel versetto dopo (Atti 2:38): “E Pietro disse: «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo. Il termine “pentirsi” in questo passo significa non solo sentirsi male per aver sbagliato o peccato; non significa solo allontanarsi dal peccato, il suo significato è ancora più significativo; vuol dire cambiare tutto il nostro modo di pensare. Pentirsi significa cambiare e guardare le cose in un modo totalmente diverso. L’apostolo Pietro ci chiese di cambiare il modo in cui pensiamo e di battezzarci nel nome di Gesù Cristo per la remissione dei nostri peccati e che dopo, avremmo ricevuto il dono dello Spirito Santo. Lo stesso dono che gli apostoli avevano ricevuto, ora veniva offerto a tutti. Il perdono è incorporato in questa chiamata. I peccati che bloccano la nostra relazione con Dio vengono spazzati via così che ci possa essere la riconciliazione tra noi e Dio. Ricordiamo che possiamo offrire agli altri ciò che riceviamo da Lui e così diventiamo delle persone che sono state perdonate che offrono il perdono agli altri.
Il passo nel secondo capitolo degli Atti continua: “Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro”. Dio chiamerà tutti da tutte le nazioni. La promessa è per noi e per i nostri figli. Alcuni riformatori di quel tempo interpretarono quel passo dicendo che visto che la promessa sarebbe stata data a noi e anche ai nostri figli che senz’altro si sarebbe dovuto trattare del battesimo dei bambini piccoli. I giovani della “terza via” contestarono quest’ultima interpretazione dicendo che, prima si sarebbe dovuto sentire il bisogno del pentimento e successivamente il credere, e ciò avrebbe potuto portare a desiderare di essere battezzati; un neonato non sarebbe in grado di ragionare e prendere queste decisioni.
Domande e risposte:
Domanda: In alcune citazioni ho letto che i cristiani della “terza via” centravano la loro fede in diverse cose ma non ho visto le Scritture in quei punti appena sviluppati nella lettura, come mai? La Bibbia non dovrebbe essere al centro della nostra vita?
Risposta: La risposta è no. La Bibbia era il centro della vita dei farisei e Gesù disse nel vangelo di Giovanni 5:39,40: “Voi investigate le Scritture, perché pensate di aver per mezzo di esse vita eterna; ed esse sono quelle che testimoniano di me. Ma voi non volete venire a me per avere la vita”. Qual è il miglior modo per avvicinarci, per comprendere e per imparare da Gesù? Tramite lo Spirito Santo! Lo Spirito Santo ha ispirato le Scritture. I primi “anabattisti” (i cristiani della “terza via”) leggevano le Scritture e le citavano. Infatti, la loro teologia era più biblica che sistematica. Ci sono dei documenti storici che parlano degli anabattisti e di come avessero compilato tantissimi elenchi di Scritture su ogni tema, di come li avessero imparati a memoria e di come le citavano nei loro incontri per discuterle insieme. Essi erano molto appassionati dalle Scritture ma si trattennero dal dichiarare che la Bibbia fosse il centro della loro fede perché per loro la Persona di Gesù, era al centro. Le Scritture rappresentavano il modo in cui riuscivano a conoscere Gesù e perciò le studiavano con cura. Forse per alcuni è una questione di semantica e perciò se vi sentite meglio dichiarando che la Bibbia sia il centro della vostra fede sentitevi liberi di dirlo, penso di comprendere ciò che intendete ma la “terza via” mettendo Gesù al centro della loro fede studiavano le Scritture con cura, affinché scoprissero Gesù attraverso di esse.
Domanda: Penso che sia importante includere la questione del battesimo nella giusta prospettiva storica. Nel sedicesimo secolo gran parte dei bambini non riuscivano a sopravvivere oltre i primi anni di vita. Perciò posso capire perché il battesimo fosse così importante e rappresentasse un tipo di rassicurazione per la maggior parte delle famiglie, sapendo che avrebbero potuto seppellire quei figli mancati prima del loro divenire adulti, nella fede cristiana. Il fatto di battezzarli li avrebbe confortati pensando che anche i loro bambini sarebbero andati in Paradiso. La mia domanda è: qual è stata la teologia della “terza via” riguardo questo tema? Qual è la teologia giusta riguardo ciò che accade all’anima di un bambino, per intenderci ad un essere umano che non ha avuto la possibilità di fare la sua scelta di fede?
Risposta: Questa domanda ha a che fare con due punti differenti, il primo è cosa accadrebbe all’anima di un bambino se dovesse morire senza il suo battesimo ed il secondo, qual è la natura del battesimo. I cristiani appartenenti al credo della “terza via” insegnavano che la salvezza significava pentirsi e cambiare il proprio modo di pensare; altri documenti dicevano che avesse a che fare con l’avere fede in Cristo e l’essere battezzati. Essi sostenevano che prima dell’età della consapevolezza (qualsiasi essa fosse), come ad esempio nel caso di un bimbo, lui non sarebbe stato ritenuto responsabile. La Bibbia non è chiara su questo e non lo dice direttamente ma ha senso visto che conosciamo Gesù e la Sua grande misericordia, il quale non invierà dei neonati all’inferno visto che non hanno avuto l’opportunità di decidere se pentirsi o meno.
Prima di rispondere alla seconda domanda facciamo una riflessione: la chiesa cattolica aveva insegnato che il battesimo avrebbe cancellato il peccato originale quindi senza il battesimo, il bambino, sarebbe morto con il peccato originale. Parte della teologia della “terza via” sosteneva che il battesimo non rappresentasse una cerimonia magica che avrebbe fatto accadere chissà cosa, bensì che fosse un simbolo della grazia di Dio. Il battesimo nell’acqua, l’essere immersi, purificati e poi sollevati dall’acqua, è una dimostrazione fisica di ciò che crediamo in senso spirituale. Perché ci siamo pentiti ed abbiamo fiducia in Cristo siamo stati purificati e fatti risorgere ad una nuova vita mentre seguiamo Gesù. L’essere immersi nell’acqua rappresenta la morte dei nostri vecchi modi e poi siamo sollevati a una nuova vita. La “terza via” affermava che qualsiasi fosse la teologia che uno potesse avere riguardo la sorte dei bambini non battezzati dopo la morte….il fatto di cospargere dell’acqua sui loro capi non avrebbe cambiato il loro destino perché il battesimo non è una formula magica ma solo un simbolo.
Conclusione: Quando la chiesa prende la forma di istituzione può diventare una delle cose più brutte mai viste nella storia; invece la chiesa intesa come famiglia è una delle cose più belle mai conosciute prima.
Poco fa ebbi una conversazione con qualcuno ai margini della fede proprio riguardo a ciò che non “funziona molto bene” nella chiesa in generale. Lui mi disse: “Non mi fraintendere, tu mi sembri una bella persona, perciò qual è il motivo per il quale vorresti desiderare essere pastore? I pastori di solito si trovano a capo di una chiesa e sappiamo benissimo come poi, va a finire”. Io gli risposi che sarebbe stato giusto pensarla come lui, se la definizione di chiesa fosse quella che si stava immaginando; tuttavia la definizione che Gesù diede alla chiesa è ben diversa; la chiesa è una famiglia. Un pastore è solo una figura che aiuta con l’organizzazione del corpo di Cristo (credenti) ed è qualcuno che aiuta gli altri a proseguire nella direzione spirituale all’interno di una famiglia che si vuole bene. Durante il corso della conversazione siamo stati concordi nel fatto che ridefinendo il concetto di chiesa, si stava ridefinendo anche il concetto di pastore.
Per coloro che sono stati feriti dai comportamenti e dalle varie situazioni accadute nelle chiese, l’antidoto non è quello di allontanarsi, bensì quello di alzarci decidendo di cambiare le cose. Diventiamo parte di un corpo che ha a cuore una riforma radicale e concepiamo la chiesa come la nostra famiglia. Questo è il punto principale della “terza via”.
Il battesimo dello Spirito Santo viene simbolizzato tramite il battesimo dell’acqua. L’apostolo Paolo disse nella prima lettera ai Corinzi 12:13: “Ora noi tutti siamo stati battezzati in uno Spirito nel medesimo corpo, sia Giudei che Greci, sia schiavi che liberi, e siamo stati tutti abbeverati in un medesimo Spirito.” Il battesimo nell’acqua simbolizza il battesimo dello Spirito Santo. Lo Spirito ci immerge nel corpo e nelle relazioni intorno a noi. Alla fine il battesimo non è una questione di noi stessi e di come metterci a posto con Dio per poter così andare in Paradiso, piuttosto consiste nel ricevere il perdono e di poter avere una possibilità di vivere una nuova vita, una nuova pagina, all’interno di una comunità di fede, parte del corpo di Cristo. Questa è la ricchezza del battesimo dello Spirito. Vorrei invitare tutti a riconsiderare il proprio allineamento e impegno a Cristo come parte di un movimento che sempre desidera vedere la chiesa purificata dall’interno per poi esteriorizzarsi.
Preghiera: Padre Celeste, mentre penso alla mia vita, alla mia dipendenza dalle comodità, dal benessere, dal guadagno e dal successo, mi pento. Io vado fuori strada così facilmente appoggiandomi su ciò che è facile. Ti ringrazio che attraverso l’esempio dei nostri predecessori hai riacceso una passione nel mio cuore e anche nel cuore degli altri al punto che siamo disposti a fare delle scelte difficili e a fare dei veri sacrifici per seguire Gesù e per vivere la nostra fede in una comunità dedicata l’uno all’altro. Spirito Santo ti chiedo che tu possa continuare a persuadere i nostri cuori e a spingerci nella direzione giusta verso Cristo. Nel nome di Gesù
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