Gesù ha scelto la via umile per darci dimostrazione di un modo di vita nuovo, per vincere i nostri cuori e per redimere le nostre anime. Lui ha operato tramite la forza della debolezza e dell’apparente sconfitta per mano dei suoi nemici. Gesù ha dato dimostrazione del Suo massimo potere tracciando il percorso che dovremmo seguire anche noi. L’altra cosa da evidenziare è che dovremmo condividere lo stesso pensiero in Cristo Gesù. Non è una frase sulla divinità di Cristo ma del Suo modello di vita per noi. Dovremmo avere la stessa mentalità di Gesù. Il percorso di un cristiano consiste in questo.

Alcuni controbattono dicendo che Gesù e la prima Chiesa, avevano sostenuto il pacifismo perché non erano al potere, ma che una volta saliti, dovettero cambiare mentalità. Il punto è che la storia di Gesù non ha inizio in una mangiatoia a Betlemme ma molto prima, Lui aveva tutto il potere dell’universo e avrebbe potuto fare uso di esso, per fortificare il Suo Regno e concretizzarlo sulla terra; ma scelse di rinunciarvi. Gesù scelse di utilizzare un modo di operare pacifico per vincere i cuori senza regolamentare, forzare o minacciare. Scelse la via della compassione. Lui modellò per noi, la rinuncia al potere per poterci mettere al servizio degli altri. Noi occidentali abbiamo il potere economico in tasca in scala globale, al quale possiamo rinunciare attraverso la condivisione con gli altri, per poter così mostrare il Suo cuore.

Ricordiamoci che quando ci dedichiamo a vivere secondo la via di Cristo conformandoci al Suo amore, gli occhi del mondo riescono finalmente a vederLo.

La saggezza celeste che sembra follia rapportata ai metodi di vita “mondani”, appare infatti sciocchezza quando addirittura si cerca di vivere “l’amare i nostri nemici”.

Molti dei principi che elencherò di seguito sono stati presi da Martin Luther King Jr, un uomo eccezionale e un grande personaggio dell’ultimo secolo che diede un’applicazione pratica agli insegnamenti di Gesù sul come raggiungere gli altri. Quando gli fu presentato di lasciar stare i metodi pacifisti ed adottare una riforma più aggressiva lui non lo fece. Martin Luther King Jr. modellò qualcosa di bellissimo seguendo la via di Cristo particolarmente il principio di amare i nemici contenuto nel Sermone del Monte nel Vangelo di Matteo 5. Un principio che lui considerava talmente controculturale e pungente che spesso lo ribadiva come un principio di discepolato chiedendo: “Siamo pronti a metterlo in pratica?” “Siamo pronti ad offrire la nostra vita e seguire la via della croce praticando l’amare i nostri nemici?”. Lui diceva che se si mettesse in pratica veramente il sermone del Monte tanti aspetti del discepolato si sarebbero risolti facilmente perché le persone avrebbero agito in modo naturale dal cuore essendo generosi, servendo le loro comunità, perdonando, offrendo la loro vita, amando i loro nemici e tante altre cose positive. Bisogna abbattere il proprio istinto di autoconservazione. Martin Luther King Jr. disse: “Se qualcuno ti odia, prima di reagire fermati e dichiara: “Signore, anche se ciò che sta accadendo è palesemente sbagliato, c’è qualcosa che io possa imparare da questa situazione? Non evitare mai l’opportunità di imparare qualcosa riguardo te stesso e di crescere spiritualmente. Valuta la tua vita prima, togli la trave del tuo proprio occhio prima di cercare di rimuovere la pagliuzza dall’occhio del tuo vicino. Abbiate una disposizione umile. Chiedete scusa se possibile in modo personale, razziale, nazionale e religioso”.

Pensiamo al contesto di questo sermone…nella folla erano presenti più che altro delle persone di colore dove era ovvio a tutti che fossero oppressi, in una posizione di estrema debolezza. Avrebbe potuto benissimo utilizzare la sua popolarità per incoraggiare le persone a combattere; ma le prime parole che pronunciava nei suoi sermoni erano sempre: “C’è qualcosa che abbiamo fatto di sbagliato? C’è per caso un’abitudine o qualcosa che possa accendere una risposta violenta e di odio nei confronti degli altri?” “C’è qualcosa che possiamo cambiare in noi come comunità? Prima impariamo come migliorare e poi possiamo andare oltre”. Lui stava cercando di insegnare che nella nostra vita, dovremmo sempre chiederci se c’è qualcosa che possiamo imparare. Quando si adotta questo tipo di approccio verso un potenziale conflitto, si vince sempre.  “Impara a vedere le persone come Dio le vede. Prima di iniziare a cercare di relazionarti con loro ricorda che hai guardato te stesso e hai realizzato come Dio ti contempla perciò fa lo stesso con gli altri. Loro non sono il tuo nemico, loro sono delle persone create ad immagine di Dio di valore infinito; sono delle persone per cui Cristo diede la Sua vita. Da questa consapevolezza andiamo avanti” (Martin Luther King Jr.). “Sono dei peccatori infranti in bisogno dell’aiuto divino. Sono malati in bisogno di guarigione, sono schiavi in bisogno di un riscatto”, tutte metafore bibliche. “Quando ci relazioniamo con i nostri nemici, cerchiamo di relazionarci con il bene in loro mentre confrontiamo il male”(Martin Luther King Jr.). 

Ogni individuo è prezioso agli occhi di Dio, il confronto con i nemici si fa perché siamo spinti dall’amore e come Dio, desideriamo vedere il bene in loro redento e riscattato. Martin Luther King Jr. espresse queste parole mentre era circondato, da persone che lo odiavano. Perciò quando guardiamo negli occhi chi ci odia dovremmo pregare che Gesù ci aiuti a vedere e a richiamare il bene in loro mentre si confronta il male.

Quando qualcuno ci ferisce non dovremmo confondere l’amore con il sentimento. La cosa giusta sarebbe confrontarlo in un modo che si dimostri interesse per la persona. Amare non significa lasciare che qualcuno ti faccia del male, senza dirgli nulla,  a volte bisogna confrontarsi con lui o con lei, rendendoli responsabili delle loro azioni.

Cosa fare quando siamo stati noi a ferire qualcuno e capiamo di aver sbagliato? “Se tu dunque stai per presentare la tua offerta all’altare, e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì la tua offerta davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con tuo fratello; poi torna e presenta la tua offerta” (Matteo 5:23,24). Ciò che è più importante in questo caso è mettere al primo posto le relazioni, lasciando da parte la pratica religiosa, in un secondo momento. Se avessimo bisogno di chiedere scusa a qualcuno per qualsiasi cosa, dovremmo farlo immediatamente. Gesù è consapevole del bisogno umano che abbiamo di ragionare, di teorizzare, di discutere e di verbalizzare la teologia che si sta studiando; tuttavia essa,  rimane nelle parole spesso e non nella messa in pratica. Gesù sa che potremmo perderci in un’infinità di parole, ed ecco come Lui, ci ha indicato, nei versi precedenti, il modo per riconciliarsi. In quei casi, è più importante che facciamo la pace gli uni con gli altri, che iniziare qualsiasi pratica spirituale.

Cosa bisogna fare se qualcuno fa del male ad un’altra persona? Come dovremmo intervenire? “E se invece di stabilire ciò che non dovremmo fare, decidessimo cosa fare? Che ne pensate se i cristiani si allenassero a fare del bene, nello stesso modo in cui un atleta si allena? Che ne pensi se i cristiani si autofinanziassero per giungere in uno dei luoghi di conflitto come “agenti” di riconciliazione e di pace?” (Ron Sider).

So che molti di noi abbiamo il desiderio di contribuire quando ci sono dei conflitti armati, possiamo farlo come agenti di pace. La nostra comunità collabora con un gruppo di chiese che hanno deciso di formare un corpo di operatori di pace che sono presenti in zone di conflitto. Loro vanno in quei luoghi disposti ad offrire la loro vita al servizio degli altri e tutto questo, senza prendere le armi. Come sarebbe se i cristiani dimostrassero lo stesso spirito di sacrificio e di dedizione dei soldati in guerra alla non-violenza attiva?

Vorrei proporre di rinnovare la nostra gratitudine a Cristo per aver dato la Sua vita per noi aprendo le porte al Nuovo Patto non solo a parole o nel cuore ma con la nostra vita. Riconosciamo ciò che Gesù ha fatto per noi come dimostrazione del Suo amore. Ora Gesù ci chiama a rispondere nello stesso modo dando la nostra vita per gli altri, amandoli come Lui ci ha amati. Per chi non credesse in Dio, forse questa è una buona occasione per dire di sì a Gesù, volendolo seguire. Prendiamo questo momento per rinnovare la nostra dedizione a Cristo. Riflettiamo chiedendo a Gesù cosa dovremmo cambiare nella nostra vita per poter essere liberi di fare un prossimo passo e diventare degli operatori di pace.

Preghiera: Padre Celeste, grazie per il dono della salvezza che ci hai dato tramite il corpo spezzato e il sangue versato di Cristo. Gesù, ti ringraziamo per aver rinunciato al Tuo potere per mostrarci la potenza della debolezza. Ti ringrazio per aver modellato per noi la via del Tuo amore, una via che sembra sciocca agli occhi del mondo, ma che riflette la saggezza di Dio. Ora dedichiamo questo momento e preghiamo che Tu ci possa sfidare e avvicinare al Tuo cuore, nel nome di Gesù, amen.