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Quale dovrebbe essere il nostro atteggiamento come cristiani verso quest’atmosfera di intrattenimento violento (e solo per citarne alcuni: cinema, letture, modus vivendi, tv, giornali, riviste, nazioni contro nazioni…)? Direi che la cultura occidentale valorizzi la scelta della violenza, come la soluzione migliore per risolvere i conflitti. La nostra chiamata consiste nel proporre dei modi creativi per trovare delle soluzioni alternative. Penso che possiamo tutti essere d’accordo sul fatto che la via della pace è la via di Cristo e la pace come stile di vita, è il passo necessario da intraprendere.

In questo studio cercheremo di approfondire come applicare in modo pratico gli insegnamenti di Gesù. Se permettessimo a Dio di modellare i nostri cuori giorno dopo giorno, sapremmo come agire quasi “istintivamente”, anche nei momenti di crisi.

Stiamo allenando la nostra “spontaneità” a confidare pienamente in Lui? Nella nostra vita quotidiana, scelta dopo scelta, anche la più minima di esse, riusciamo ad allenare i nostri cuori e la nostra mente alle promesse di Dio? Abbiamo quell’atteggiamento che riflette il cuore di Gesù? Dimostriamo con il nostro stile di vita che stiamo seguendo Cristo?

Se il nostro spirito cominciasse a conformarsi giorno dopo giorno all’immagine del Figlio di Dio, al momento del presentarsi di un malessere in noi, l’agire con fede e con pace, verrebbe sinceramente naturale. Una reazione che in realtà sarebbe soprannaturale perché si avrebbero acquisiti dei nuovi automatismi. Riflettiamo quindi sul modo in cui reagiamo istintivamente a seguito di qualcosa di grave che possa succederci; gridiamo, ci muoviamo velocemente, entriamo nella confusione, lasciandoci penetrare dalla paura, dall’angoscia, dal terrore.

Il due di ottobre del 2006 un individuo con disturbi mentali fece irruzione in una scuola Amish negli Stati Uniti prendendo alcuni bambini in ostaggio. Alla fine di una lunga trattativa l’uomo finì per uccidere cinque bambine tra i 6 e i 13 anni togliendosi poi, la vita. Eventi di questo genere, purtroppo, sono comuni negli Stati Uniti ma ciò che colpì l’attenzione dei mass media non fu l’evento stesso ma il modo in cui le famiglie delle vittime reagirono alla disgrazia. Esse decisero di visitare la moglie dell’omicida subito dopo i fatti per rassicurarla; la invitarono a partecipare al funerale delle bambine e loro parteciparono al funerale del suo ex marito, l’omicida. Le famiglie Amish scelsero anche di aiutarla economicamente condividendo le donazioni che avevano ricevuto per il funerale delle loro bambine visto che aveva perso una persona cara anche lei ed era rimasta sola con tre bambini da badare. Il pubblico non riusciva a comprendere come avessero potuto agire in quel modo. Per il mondo la via della pace di Cristo e la saggezza di Dio, sono sciocchezza pura. (1 Corinzi 1).

Vi posso assicurare che quelle famiglie non hanno agito in quel modo da un momento all’altro. La loro reazione era naturale ed era il risultato della loro quotidianità. Il loro stile di vita, rispecchiava a pieno gli insegnamenti di Gesù riguardo la via della pace; avevano “impregnato” la loro vita con l’amore del cuore di Cristo e così quando dovettero affrontare una situazione difficile, continuarono a muoversi come sempre avevano fatto, con pace, fede e perdono.

Quali sono le quotidianità che dovremmo sempre mettere in pratica?

Dovremmo prima di tutto sempre mettere in discussione le nostre posizioni lasciando che lo Spirito di Dio ci guidi a Gesù, sempre al centro di ogni cosa.

Cosa significa tornare al centro della nostra fede? Cosa significa vedere Gesù come Signore della nostra vita?

“Penso che ciò che dovremmo dire è che siamo dedicati a Cristo, alle Scritture e che desideriamo continuare a cercare di comprenderLo in ogni contesto sia tramite il dialogo che prendendo in considerazione tutta la storia della chiesa fino ad oggi. Dovremmo essere pronti ad ammettere che sono stati fatti dei gravi errori lungo la storia del cristianesimo come ad esempio l’essere stati favorevoli alla schiavitù. Molti, tramite questa serie hanno messo in discussione la loro visione, prendendo in considerazione una vita pacifica. Penso che imparare a fare delle domande e mettere in discussione ciò che a volte si prende ciecamente, sia un processo molto salutare per tutti noi, ricordandoci di tenere sempre Gesù al centro della nostra vita. Nel mio caso penso di aver sviluppato una comprensione ed empatia per le persone che seguono il pensiero della guerra giusta.  Prima ritenevo loro delle persone chiuse e guerrafondaie. Anche se questo è vero di alcuni, la maggior parte dei sostenitori della guerra giusta comprendono l’orrore che un confronto bellico possa comportare e cercano di fare di tutto per non dover andare in guerra.

Anche se rispetto la loro posizione non riesco ad eludere il fatto che sembra che la comprensione più accurata ed esegetica storicamente di Gesù e di ciò che disse e fece, ci porti a concludere che Lui non desiderasse che i Suoi discepoli uccidessero altre persone.

Abbiamo preso l’impegno di seguire Gesù a qualsiasi costo. L’autorevolezza di Cristo è la nostra motivazione principale. Penso che una delle cose più affascinanti della fede cristiana sia che, nel primo secolo un gruppo di ebrei monoteisti, appartenenti al popolo meno adatto a credere che un falegname di Nazaret fosse Dio incarnato, avessero creduto in Lui. Sono successi degli eventi tramite la Sua vita, i Suoi miracoli, le Sue affermazioni, la Sua morte e la Sua risurrezione che li lasciò stupiti e l’unica cosa che poterono dire fu: “Mio Dio e mio Signore!”. Il popolo d’Israele non era politeista come i greci e i romani, erano degli ebrei ortodossi come l’apostolo Paolo prima della sua conversione, un ebreo così rigido nella sua fede monoteista che perfino mise a morte diversi cristiani. Se davvero Gesù è Dio allora non dovremmo limitarci soltanto a credere in Lui ma a seguirLo e ad obbedirGli” (Ronald James Sider).

La signoria di Cristo è centrale in questo tema. “Chi dice di dimorare in Lui, deve camminare anch’egli come camminò Lui” (1 Giovanni 2:6). La nostra chiamata consiste nel cercare di essere come Gesù e nel lasciare che Cristo ci rimodelli; dovremmo dargli ascolto. “In questo l’amore è stato reso perfetto in noi (perché abbiamo fiducia nel giorno del giudizio): che quale egli è, tali siamo anche noi in questo mondo” (1 Giovanni 4:17). Confidiamo nel giorno del giudizio perché in questo tempo noi seguiamo Gesù in un modo imperfetto, ma questo non ci impedisce di vivere come Lui visse, lasciando che Egli sia il nostro mentore attraverso la Sua grazia.  

“Il Signore Gesù Cristo è una figura autorevole per cristiani e anche per i non. La Sua autorevolezza non può essere accantonata da nessun potere terreno. L’adoperarsi per la pace è una chiamata centrale della nostra vocazione in un mondo afflitto dove Cristo è Signore”. (Glenn Stasin). Abbiamo provato la via della violenza troppo a lungo e questo dovrebbe essere un aspetto sempre da migliorare. Dopo quanto detto, possiamo essere d’accordo che il passo da fare sia cercare una via di pace che ci conquisti pienamente?

Gesù ci ha chiamati ad amare come Lui ha amato. “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi. Nessuno ha amore più grande di questo: dare la propria vita per i propri amici. Voi siete mie amici, se fate le cose che io vi comando” (Giovanni 15:12-14). E’ curioso che il verso sul “dare la propria vita per gli amici” spesso venga citato durante i funerali dei soldati caduti in guerra perché, anche se si tratti di un bel versetto, dovremmo comprendere che è completamente fuori contesto. Gesù prima di dire quelle parole aveva chiesto ai Suoi discepoli di seguire il Suo esempio di amare gli altri, non si riferiva alla morte di qualcuno che perde la propria vita in combattimento mentre cerca di uccidere. Gesù si riferiva alla morte di qualcuno che dà la sua vita mentre è circondato da nemici che lo aggrediscono. Questa è la via di Cristo: “Nessuno ha amore più grande di questo: DARE la propria vita per i propri amici”. Gesù ci ha chiesto di seguire il Suo esempio e di amare nello stesso modo. “Da questo abbiamo conosciuto l’amore: egli ha dato la sua vita per noi; anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli” (1 Giovanni 3:16). Questo è il nostro modello di vita. Nei seguenti passi l’apostolo Paolo stava dando dei consigli alla chiesa sulla riconciliazione, per aiutarli a superare l’ostacolo di notare le troppe differenze tra di loro, chiedendo di condividere lo stesso sentimento.  “Abbiate in voi lo stesso sentimento che già è stato in Cristo Gesù, il quale, essendo in forma di Dio, non considerò qualcosa a cui aggrapparsi tenacemente l’essere uguale a Dio, ma svuotò se stesso, prendendo la forma di servi, divenendo ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce” (Filippesi 2:5-8). La prima cosa da evidenziare in questi passi bellissimi è la chiara esegesi della storia di Gesù e del Suo percorso: Colui che aveva la forma di Dio ed il Suo potere, rinunciò a tutto per diventare uno di noi. Gesù ha scelto la via umile per darci dimostrazione di un modo di vita nuovo, per vincere i nostri cuori e per redimere le nostre anime. Lui ha operato tramite la forza della debolezza e dell’apparente sconfitta per mano dei suoi nemici. Gesù ha dato dimostrazione del Suo massimo potere tracciando il percorso che dovremmo seguire anche noi. L’altra cosa da evidenziare è che dovremmo