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L’ escatologia (dal greco antico ἔσχατος éskhatos “ultimo”), in teologia è lo studio del destino ultimo del singolo individuo, dell’intero genere umano e dell’universo. Cosa accadrà al mondo nel futuro? Quando Gesù tornerà, cosa accadrà a scala globale? L’escatologia approfondisce temi anche di natura individuale come il Giudizio, il Paradiso, l’inferno, lo stato intermedio e tanti altri concetti come questi. Cosa accade dopo la morte? Rivedremo i nostri cari che sono andati a miglior vita? Cosa accadrà ai nostri preziosi animali con i quali abbiamo vissuto parte della nostra vita? Li rivedremo in Paradiso?

Riguardo gli animali, c’è qualche indizio nelle Scritture, non è molto chiaro, tuttavia, sembra che essi faranno parte, anche loro, del Nuovo Cielo e della Nuova Terra. “Il lupo abiterà con l’agnello e il leopardo giacerà col capretto; il vitello, il leoncello e il bestiame ingrassato staranno insieme e un bambino li guiderà. La vacca pascolerà con l’orsa, i loro piccoli giaceranno insieme, e il leone si nutrirà di paglia come il bue. Il lattante giocherà sulla buca dell’aspide, e il bambino divezzato metterà la sua mano nel covo della vipera. Non si farà né male né distruzione su tutto il mio monte santo, poiché il paese sarà ripieno della conoscenza dell’Eterno, come le acque ricoprono il mare.” (Isaia 11:6-9).

Avremo una conoscenza intima con il Signore e la terra sarà ripiena di essa. La nostra relazione con il regno animale in questo passo è un paradigma del grande cambiamento che avverrà. Gli animali fanno parte di ciò che Dio sta preparando per noi nel mondo futuro. Non sappiamo se i nostri animali di compagnia ci saranno o meno, ma possiamo sperare che ci siano.

C’è da dire che l’escatologia ha il potenziale di aprire le porte a diverse teorie folli. Quando non si comprende esattamente qualcosa, come ad esempio il libro dell’Apocalisse, qualcuno potrebbe presentarsi dicendo di avere la chiave dell’interpretazione di quel libro e fuorviare chi gli dia ascolto. Quando ero giovane, nei circoli cristiani pentecostali c’era molto interesse in un libro che ebbe molto successo vendendo migliaia di copie intitolato “88 ragioni per cui Gesù tornerà nel 1988”. L’autore predisse che Cristo sarebbe tornato tra l’undici ed il tredici di settembre. Menzionò quelle tre date perché consapevole del fatto che Gesù stesso quando gli fu chiesto quando sarebbe tornato rispose: “Non lo so”. Gesù disse: “Quanto poi a quel giorno e a quell’ora, nessuno li conosce, neppure gli angeli dei cieli, ma soltanto il Padre mio” (Matteo 24:36). Tony Kampolo (scrittore, teologo e pastore americano) disse: “Se si volesse sapere il giorno e l’ora esatta del ritorno di Gesù basterebbe chiederlo ad un telepredicatore americano, perché Gesù ha detto di non conoscere la risposta”. Gesù quando era sulla terra aveva svuotato Se stesso della Sua conoscenza privilegiata celeste e operava seguendo la guida dello Spirito Santo. Gesù ha detto che nessuno è a conoscenza del giorno o dell’ora del Suo ritorno, quindi l’autore del libro menzionò tre date dicendo che Gesù avesse parlato solo di una e non di tre, per questo era stato rivelato a lui. Sembra che quando uno faccia delle predizioni diventi ricco da un giorno all’altro. Non mi ci volle molto tempo per comprendere che la sua predizione non avesse molto senso. E questo continua a succedere con evangelici, con la chiesa cristiana avventista del settimo giorno, con i Testimoni di Geova e con tanti altri. Il problema con quel tipo di predizioni è che non si avverano mai. Possiamo anticipare e fare dei piani per il futuro, a volte questi piani ci preoccupano anche un po’, ma non possiamo essere certi di nulla fino a che ciò non accada. Parlare al riguardo di ciò che avverrà è come dire di poter sentire il sapore del colore blu o odorare la durezza di una pietra; la grammatica è giusta ma la frase non ha senso. Martin Lutero ha detto che conosciamo il futuro tanto quanto un bimbo nel grembo ha conoscenza del mondo esterno e di ciò che avverrà dopo la sua nascita.

Da bambino sentivo spesso dire: “Non conosco ciò che avverrà nel futuro; ma conosco chi ha il futuro tra le mani”. E’ una bella citazione. L’enfasi delle Scritture quando tratta di temi riguardo il futuro ci incoraggiano a tenere i nostri occhi fissi su Gesù. Quando cerchiamo di andare oltre si inizia ad abusare della rivelazione contenuta nelle Scritture rendendola qualcosa di sensazionale. L’obiettivo di questo studio è quello di orientarci a vivere le nostre vite nel presente, innalzando i nostri cuori a Gesù, durante i nostri  momenti difficili.

La Bibbia ci dà abbastanza informazioni per venire a conoscenza della nostra destinazione finale ma non abbastanza chiare, per essere in grado di giudicare il destino finale del resto dell’umanità.

Gesù fece riferimento al futuro nel sedicesimo capitolo di Giovanni e per ben tre volte spiegò ai Suoi discepoli il perché. “Vi ho detto queste cose, affinché non siate scandalizzati” (Giovanni 16:1). “Ma vi ho detto queste cose affinché, quando sia giunto il momento, vi ricordiate che io ve le avevo dette; or da principio non vi dissi queste cose, perché ero con voi” (Giovanni 16:4). “Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me; nel mondo avrete tribolazione, ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo” (Giovanni 16:33). Gesù predisse il futuro in termini generici così che quando il futuro sarebbe accaduto, i discepoli avrebbero potuto ricordare le Sue parole ed avere pace. Quindi Gesù disse che la Sua profezia riguardo le cose a venire, sarebbe stata chiara a noi, (nel futuro) nel momento in cui si fosse adempiuta.

Nel corso della storia del cristianesimo, spesso, si è cercato di comprendere dettagli in anticipo e dedurre significati. Più volte si sono formate e tuttora si formano  scuole di pensiero che poi si dividono a causa delle diverse interpretazioni. L’apostolo Paolo disse: ” Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole” (1 Tessalonicesi 4:18). Lo scopo delle parole di Gesù riguardo il futuro è a scopo di incoraggiamento. Le Scritture ci rivelano abbastanza per essere rincuorati e sostenuti, e ci permettono anche di sapere che quando si adempieranno, tutto finalmente sarà più chiaro. Non è necessario essere a conoscenza di tutti i particolari, prima che essi accadano.

La chiesa è stata a conoscenza di questo fatto per gran parte della sua storia. L’escatologia dei credi ecumenici della chiesa come il Credo Apostolico e il Credo Niceno è molto generica. Il Credo degli apostoli è composto di dodici articoli, i punti sette, undici e dodici fanno riferimento al futuro: “…di là verrà a giudicare i vivi e i morti”, dice che crediamo nella “risurrezione della carne” e nella “vita eterna”. Un credo molto generico. Il Credo Niceno finisce la parte su Gesù dicendo: che “morì, il terzo giorno è risuscitato, è salito al cielo, verrà, per giudicare i vivi e i morti”. Gesù sarà il giudice, il Giudizio ci sarà, Gesù tornerà e i nostri corpi risusciteranno. Questo è un concetto affascinante della teologia cristiana perché quando la paragoniamo ad altre religioni e filosofie, la risurrezione non è un concetto comune per tutti.

Vediamo a cosa si crede, nei diversi ambiti.

Ciò che è più comune è l’idea che l’anima sia imprigionata all’interno della fisicità di questo mondo e che la salvezza sia la via d’uscita da questa prigione. Secondo la visione di Platone appena si muore ci si trasferisce nel regno dell’ideale. Altri sostengono che dopo una serie di cicli di reincarnazione alla fine siamo liberati per diventare uno con il divino. Tutti questi concetti illustrano sempre una liberazione da questo mondo materiale e fisico. Il concetto giudeo-cristiano dell’eternità invece include il fisico, si sostiene che Dio abbia creato il mondo perché ci tiene e ha piacere di ciò che ha creato come la natura, gli animali e gli esseri umani.

Dio è un essere spirituale che ama la dimensione fisica. Questo pensiero influenza il modo in cui svolgiamo la nostra vita. Non aspettiamo di essere liberati da questo mondo ma cerchiamo di fare del nostro meglio per amare gli altri e prenderci cura del pianeta. L’idea della risurrezione futura è che Dio non solo salverà le nostre anime ma redimerà, rinnoverà e perfezionerà i nostri corpi. Avremo un corpo che sarà un’unione tra la dimensione fisica e quella spirituale. Il corpo risorto di Gesù divenne il prototipo di ciò che avverrà anche a noi. Questo è un concetto bellissimo di come Dio valorizzi il mondo fisico che ci circonda. La frase del Simbolo degli apostoli che recita che crediamo nella “risurrezione della carne” è un concetto davvero radicale per le religioni del mondo.

Il passo che leggeremo di seguito (Apocalisse 20:1-7). è uno dei concetti chiave del mondo dell’escatologia. Invita i teologi ad interpretarlo.  Basandosi sull’interpretazione che essi danno a questo brano delle Scritture, unito agli insegnamenti contenuti nel libro di Daniele, nelle parole di Gesù (sul tempo della Fine) nel Vangelo di Matteo al capitolo 24 e a quello di Marco al capitolo 13, nonché sempre nel libro dell’Apocalisse, anche in Tessalonicesi e in molti altri versi, iniziano ad incastrare l’uno con l’altro, cercando dei significati precisi. L’evento del Millennio, viene menzionato soltanto una volta nella Bibbia.  Il Millennio è un periodo della durata di mille anni, di quando Gesù regnerà sulla terra. “Poi vidi un angelo che scendeva dal cielo e che aveva la chiave dell’abisso e una gran catena in mano. Egli prese il dragone, il serpente antico, che è il diavolo e Satana, e lo legò per mille anni, poi lo gettò nell’abisso che chiuse e sigillò sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni finché fossero compiuti i mille anni, dopo i quali dovrà essere sciolto per poco tempo. Poi vidi dei troni, e a quelli che vi sedettero fu dato la potestà di giudicare; e vidi le anime di coloro che erano state decapitate per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e che non avevano adorato la bestia né la sua immagine e non avevano preso il suo marchio sulla loro fronte e sulla loro mano, costoro tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni. Questa è la prima risurrezione. Beato e santo è colui che ha parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potestà la seconda morte, ma essi saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con Lui mille anni. E quando quei mille anni saranno compiuti, Satana sarà sciolto dalla sua prigione”.

 Gesù regnerà durante quel periodo e Satana sarà legato, gli verranno tolti i poteri per mille anni.

Cosa significa e quando accadrà? Questa domanda divide le opinioni dei teologi. Esistono tre diverse posizioni riguardo questo tema: il premillenarismo (è la tesi secondo cui la Seconda Venuta di Cristo si verificherà prima del regno millenario), il postmillenarismo (prevede la Seconda Venuta di Cristo dopo il Millennio) e l’amillenarismo (interpretazione che non ci saranno 1000 anni letterali del regno di Cristo). Queste categorie hanno a che fare con la Seconda Venuta di Cristo, la “perusia” in greco originale che significa il “benvenuto”, “la venuta” o “l’arrivo” di qualcuno appartenente alla famiglia reale o personalità importante. Quando un re o imperatore visitava una città, quell’evento veniva denominato “perusia”. Dal punto di vista cristiano la “perusia ” è il ritorno di Cristo.

La posizione premillenarista è legata anche al credo che il rapimento accadrà al ritorno di Cristo e che lo incontreremo sulle nuvole. Questa veduta ha sviluppato anche tre sub-categorie di tesi principali, riguardo al rapimento: la visione pre-tribolazionista (il rapimento accadrà prima della tribolazione), la medio-tribolazionista (il rapimento accadrà al punto centrale della tribolazione) e la post-tribolazionista (il rapimento accadrà alla fine della tribolazione). La Grande tribolazione è un periodo di sette anni di grande sofferenza, difficoltà e persecuzione per il corpo dei credenti. In America la teoria che saremo rapiti prima della Grande Tribolazione è molto popolare tra i cristiani. Esiste una serie di romanzi apocalittici intitolati “Left Behind” e anche un film basato su quei libri chiamato “Left Behind- La profezia” che afferma che prima della Grande tribolazione tutti i cristiani saranno rapiti. Quella serie è stata un Best Seller e ha venduto milioni di copie; quando qualcosa vende bene la gente ci va dietro e tende a pensare che quella visione sia l’unica. Il tema del rapimento in relazione alla tribolazione è uno degli argomenti più controversi nella chiesa di oggi.

La posizione post-tribolazionista sostiene che i mille anni siano simbolici e che Gesù tornerà alla fine della tribolazione. Affermare ciò, motiva chi crede in questo a voler collaborare con Gesù e a cercare di accelerare il processo, rendendo questo mondo il meglio che possono. Secondo questa tesi Gesù tornerà e regnerà alla Fine. Calvino era un sostenitore del post-millenarismo. Giovanni Calvino stabilì a Ginevra un sistema dove lo stato e la chiesa erano uniti. Il compito della chiesa era il controllo della disciplina ecclesiastica e della moralità dei fedeli e potevano ricorrere alla magistratura civile per amministrare i castighi di ordine materiale. La chiesa indicava al governo cosa fosse legale o illegale e lo stato comunicava alla chiesa le procedure varie da eseguire. Per loro, il senso che la chiesa e lo stato avrebbero portato alla nascita di una società di credenti sempre più cristiana e questo, avrebbe accelerato la Seconda Venuta di Cristo, volevano che Gesù venisse a regnare nella loro città. Pensavano che sbarazzandosi dalle eresie cattoliche avrebbero contribuito a diffondere il Regno di Cristo sulla terra. Questa posizione non è molto popolare oggi giorno.

La posizione amillenarista ritiene che il Millennio faccia parte di tutti gli altri simbolismi contenuti nel libro dell’Apocalisse e che il loro scopo sia quello di incoraggiare i credenti. Per loro cercare di analizzare ogni frase e di interpretare tutte le predizioni significherebbe, andare troppo oltre. Chi ha questa visione legge e interpreta il libro dell’Apocalisse in modo diverso.

Chi sostiene una posizione premillenarista del libro dell’Apocalisse tende a pensare che gli eventi siano tutti nel futuro e tende ad analizzare dettagli come cercare di capire chi sia l’Anticristo, il marchio della bestia (il 666) e tanti altri misteri. Qualche anno fa diversi pensavano che il marchio della bestia fosse il codice a barre e che avessero reso obbligatorio quel codice sulle nostre mani o fronti. Ricordo di aver pensato: “dato che spesso mi scordo le cose se si potesse comprare e vendere con un tatuaggio tutto sarebbe molto più facile per me!”. I miei amici della chiesa non erano molto d’accordo con me, ma per me aveva senso.

Il preterismo è la visione escatologica secondo la quale le profezie “della fine dei tempi” della Bibbia si sarebbero già compiute. Quelli che credono nel preterismo parziale sostengono che le profezie nel libro di Daniele, il vangelo di Matteo 24 e il libro dell’Apocalisse (con l’eccezione degli ultimi due o tre capitoli) si siano già compiute. Secondo il preterismo parziale, il rapimento non avviene, e i passaggi che descrivono la tribolazione e l’Anticristo in realtà si riferiscono alla distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C. e all’imperatore romano Tito. I preteristi parziali credono nel ritorno di Cristo sulla Terra, in una futura resurrezione e nel giudizio, ma non insegnano il regno dei mille anni. Secondo questo scenario, i riferimenti della Bibbia che riguardano gli “ultimi giorni” si riferiscono agli ultimi tempi dell’Antico Patto Ebraico, e non a quelli della Terra stessa. Secondo loro, le profezie nel libro dell’Apocalisse furono codificate con il proposito di rendere l’interpretazione quasi impossibile in caso finissero nelle mani dei loro nemici.

Ci sono altri che affermano che il libro dell’Apocalisse sia più che altro spirituale e che parli del trionfo di Dio sulle forze del male, quindi che ciò che leggiamo nel libro dell’Apocalisse sia un ciclo che si ripete costantemente nella storia del mondo.

La cosa bella di tutto questo è che non dobbiamo sapere tutto o quale sia la posizione giusta. Questo perché essere a conoscenza di quale sia il panorama giusto non cambi il fatto che al mattino ci dobbiamo svegliare comunque. Noi dovremmo essere focalizzati a mettere in pratica il sermone della montagna ogni giorno. Anche se Gesù tornasse domani noi dovremmo vivere il sermone della montagna oggi. Tornerà mille anni dopo? Dobbiamo vivere il sermone della montagna oggi. Seguiamo Gesù, alziamoci e diffondiamo la Sua parola!

Essere a conoscenza delle diverse posizioni ci aiuta a comprendere la bellezza della diversità del corpo di Cristo. Lo scopo di approfondire questi concetti in questi studi non è limitato a comprendere esattamente in cosa crediamo ma anche a essere consapevoli di ciò che il resto del corpo di Cristo creda. Dovremmo meravigliarci di tanta diversità! La prossima volta che avremmo una conversazione con qualcuno che appartiene ad un’altra denominazione o anche qui nella nostra famiglia di fede dovremmo apprezzarlo e comprenderci meglio.

 “Ora fratelli, non vogliamo che siate nell’ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate contristati come gli altri che non hanno speranza. Infatti, se crediamo che Gesù è morto ed è risuscitato, crediamo pure che Dio condurrà con lui, per mezzo di Gesù, quelli che si sono addormentati. Ora vi diciamo questo per parola del Signore: noi viventi, che saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo coloro che si sono addormentati, perché il Signore stesso con un potente comando, con voce di arcangelo e con la tromba di Dio discenderà dal cielo, e quelli che sono morti in Cristo risusciteranno per primi: poi noi viventi, che saremo rimasti, saremo rapiti assieme a loro sulle nuvole, per incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre col Signore. Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole” (1 Tessalonicesi 4:13). “Rapiti” significa che saremo portati su in alto, per incontrare Gesù sulle nuvole.

Tanti hanno sempre presunto che dopo il rapimento tutti i credenti sarebbero andati incontro a Gesù sulle nuvole e poi direttamente in cielo. La domanda è, a quel punto, chi fa l’inversione a U? Il presupposto della teologia del rapimento è che lo faccia Gesù. Il testo non lo dice ma si pensa che sia così. John Stott, N.T. Wright ed altri teologi hanno indicato che nel contesto del primo secolo quando si parlava di “perusia”, la visita di un alto dignitario ad una città, come veniva accolto? Il popolo di solito veniva incontro uscendo dalla propria città per accoglierlo e accompagnarlo dentro. Nel caso di Gesù quando entrò a Gerusalemme il popolo uscì per dargli il benvenuto ed accompagnarlo mentre entrava nella città. Il protocollo era quello, non si aspettava l’entrata del dignitario ma si usciva e si andava incontro a lui. Nel contesto del rapimento quando il nostro Re verrà, i morti e i vivi gli andranno incontro fuori dalla “città”…quindi l’opinione della maggioranza dei teologi è che non abbiamo interpretato questo passo, bene. E’ comprensibile, siamo una chiesa di gentili (persone non ebraiche) che cercano d’interpretare un testo ebraico e quindi è facile non percepirne il simbolismo. I teologi ora stanno cercando d’interpretare i testi sotto la prospettiva del contesto ebraico. Sotto quella veduta siamo noi a fare l’inversione a U e accompagneremo Gesù verso la terra dove regnerà. Questa è sempre stata la nostra preghiera: “venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà in cielo come in terra”. Se avessimo ragione o meno cosa dovremo fare domani, al nostro risveglio? Dovremmo decisamente seguire Gesù e nel frattempo, ciò, dovrebbe riempirci di gioia.

Di solito non parliamo in termini rigidi di ciò che si deve fare o non, perché non desideriamo confondere le persone con il concetto di una religione basata sulle opere dove si deve vivere in un certo modo per raggiungere la salvezza. La grazia è un dono. Avendo stabilito questo punto, c’è da dire che esistono modi giusti e meno di mettere in pratica la grazia. Perciò mentre aspettiamo l’arrivo del futuro, cerchiamo di non adottare un atteggiamento passivo, ma neanche di fissarci con il cercare d’interpretare il futuro prima che esso si adempi. Ogni ora spesa a cercare di comprendere ciò che potrebbe accadere o qualcosa che potrebbe avverarsi o no nel corso della nostra vita, è un’ora mancata nel condividere il Vangelo di Cristo con qualcuno che ci sta vicino, o al servizio degli altri. Cercare di capire il futuro è un esercizio mentale divertente e molto interessante ma non cambia il modo in cui dovremmo vivere la nostra vita nel presente. E’ stupendo capire la varietà di pensiero esistente nel corpo di Cristo ma se la visione che si adotti, porta le persone ad avere paura e alla divisione invece di essere riempiti di speranza e di incoraggiamento, questo indica che non si è interpretato bene.

Concentriamoci nell’amare e non nel giudicare. Una parabola di Gesù parla del grano e della zizzania in un campo. I servi del padrone dissero: «”Vuoi dunque che andiamo e la estirpiamo?”. Ma egli disse: “No, per timore che estirpando la zizzania, non sradichiate insieme ad essa anche il grano. Lasciate che crescano entrambi insieme fino alla mietitura; e al tempo della mietitura io dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano, invece, riponetelo nel mio granaio”» (Matteo 13:24-30). Gesù ha riconosciuto che c’era del grano e della zizzania nel campo ma che non stesse ai servi giudicare. Noi non abbiamo abbastanza informazione per comprendere chi andrà in cielo e chi all’inferno. Meno male, perché siamo abbastanza critici di natura. Non sta a noi giudicare, possiamo parlare del giorno del Giudizio, avvertire le persone e proclamare il Vangelo senza giudicare nessuno. Amiamo in modi pratici e attivi servendo gli altri. Siamo incoraggiati perché il futuro sarà pieno di Gesù nella nostra vita e non preoccupiamoci. Serviamo Gesù e condividiamolo con il mondo invece di fissarci sui dettagli riguardo la fine dei tempi. Se ci trovassimo a discutere riguardo queste diverse possibilità di adempimenti futuri con qualcuno, cerchiamo sempre di tornare alla croce di Cristo perché la Sua centralità, il Suo sacrificio espiatorio per noi, è ciò che unisce il corpo di Cristo a prescindere dalla teologia escatologica che si scelga di abbracciare. E’ meraviglioso trovarsi con qualcuno che la pensi in modo diverso quando si analizza un passo nelle Scritture. Io ho cambiato posizioni diverse volte nella mia vita. Chi ero da giovane diverge molto dalla persona che sono oggi e posso garantirvi che seguivo Gesù con tutto il cuore nello stesso modo in cui lo seguo ora. Perciò comprendere le differenze ci aiuta a ricordare che il potere della croce unisce e che ci sia spazio per le diversità. Preghiamo per l’unità dei credenti nella nostra diversità. Preghiamo anche se qualcuno di noi si sentisse preoccupato, confuso o distratto dalle teorie riguardo il futuro, preghiamo che Gesù ci aiuti a lasciare andare e ad abbracciare Cristo e seguire Gesù con semplicità.

Preghiera: Padre Celeste, grazie per averci dato abbastanza informazione riguardo il futuro per incoraggiare i nostri cuori, per darci speranza di avere più di Gesù e più intimità con Lui nel futuro e della Sua conoscenza che coprirà il mondo. Grazie che ci dai abbastanza non solo per incoraggiarci ma anche per avvertirci, riguardo il futuro e motivarci a condividere il Vangelo con più persone possibili. Prego che ci riscatti da noi stessi, dalle nostre distrazioni e ossessioni e a non cercare di comprendere tutti i dettagli riguardo il futuro in modo non salutare che ci porta a preoccuparci e ad essere intimoriti. Prego che ci aiuti a pentirci e a tornare alla croce. Aiutaci ad essere persone che diffondono la buona notizia del Vangelo di Gesù mentre continuiamo il nostro percorso verso il futuro. Nel nome di Gesù, amen.