Quando ci fissiamo pensando che tutta la sofferenza sia causa dei nostri sbagli o mancanza di fede in realtà ci stiamo accostando alla dottrina del karma. Gesù ha detto di no a questo filo di pensiero. Nei seguenti passi leggeremo il racconto di due eventi tragici, uno per cause naturali e l’altro a causa della malvagità umana.
“In quello stesso tempo, c’erano lì alcuni che gli raccontarono di quei Galilei il cui sangue Pilato aveva mescolato con i loro sacrifici” (Luca 13:1). In altre parole, c’erano delle persone che il governatore romano Pilato riteneva fossero dei ribelli meritevoli di morte che avevano cercato di trovare riparo nel Tempio pensando di essere salvi mentre partecipavano al rituale del sacrificio, ma non fu così. Pilato non rispettò nulla, si introdusse nel Tempio interrompendo il rituale religioso e massacrandoli. La gente rivolse quella domanda a Gesù perché nella loro cultura c’erano dei semi della dottrina ebraica del karma, una dottrina che Gesù contestò. “Gesù, rispondendo, disse loro: “pensate voi che i Galilei fossero più peccatori di tutti gli altri Galilei, perché hanno sofferto tali cose? No, vi dico, ma se non vi ravvedete, perirete tutti allo stesso modo” (Luca 13:2, 3). Gesù utilizzò quell’opportunità per ricordare a tutti che il giudizio arriverà un giorno e che dovremmo allinearci con i propositi di Dio.
“Oppure pensate voi che quei diciotto, sui quali cadde la torre in Siloe e li uccise, fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico; ma se non vi ravvedete, perirete tutti allo stesso modo” (Luca 13:4, 5). Gesù ha respinto la dottrina del karma. “Non vi ingannate, Dio non si può beffare, perché ciò che l’uomo semina quello pure raccoglierà” (Galati 6:7). Uno potrebbe pensare che queste parole rappresentino il karma però se si continua a leggere scopriamo: “”perchè colui che semina per la sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione, ma chi semina per lo Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna. Or non veniamo meno nell’animo facendo il bene; se infatti non ci stanchiamo, raccoglieremo a suo tempo” (Galati 6:8, 9) In contesto, l’apostolo Paolo è in armonia con gli insegnamenti cristiani, sta parlando di un regolamento dei conti futuri; quello che avremo seminato raccoglieremo nel Giorno del Giudizio. Nel frattempo non possiamo dire a nessuno che stiano soffrendo il Giudizio divino, le cose per ora sono ingiuste. Raccoglieremo ciò che abbiamo seminato nel Giorno del Giudizio, non ora necessariamente.
A volte ci sono delle persone che soffrono a causa di una scelta giusta. Mosè scelse di soffrire insieme al popolo di Dio (Ebrei 11:25) piuttosto che godere per breve tempo, fu una scelta che lo portò a soffrire di più. “E’ meglio infatti, se tale è la volontà di Dio, soffrire facendo il bene piuttosto che facendo il male” (1 Pietro 3:17). In altre parole, visto che avrebbero dovuto soffrire tutti sperava che fosse per una causa giusta. Qual è l’alternativa? Si potrebbe pensare di meritare la sofferenza ma in questo caso l’apostolo Pietro consiglia di non pensare in quel modo. Non dovremmo vivere con la mentalità di aver sbagliato pensando che sia una medaglia ad onore, piuttosto, dovremmo pensare che ciò che stiamo affrontando sia ingiusto. Certamente questo è stato il caso nel corso della storia del cristianesimo partendo da Cristo, Lui non meritava la Sua sofferenza. Questo è il tratto caratteristico della Sua sofferenza. La maggior parte degli apostoli morì come martire per la loro fede perché stavano seguendo Gesù. La loro sofferenza fu intensa. Molte delle prime generazioni di cristiani hanno dovuto soffrire a causa della loro fedeltà non perché stessero facendo qualcosa di sbagliato. Molti cristiani dopo l’era costantiniana come gli anabattisti furono perseguitati e dovettero soffrire molto per aver cercato di fare ciò che era giusto. Anche in questo caso non bisogna fissarsi con questa risposta perché si potrebbe aprire la porta al pensiero che ogni volta che ci capiti qualcosa di brutto sia perché Dio ci consideri speciali e che ciò che capita sia un attacco esterno. Per esempio si potrebbe pensare che i colleghi al lavoro ce l’hanno con noi perché abbiamo preso una posizione per la verità quando in realtà siamo noi che ci stiamo comportando da imbecilli e antipatici. Quindi fissarsi con una risposta potrebbe nasconderci la realtà impedendoci di imparare la nostra lezione.
Nella Bibbia, alcune persone fecero delle scelte sbagliate ed altri soffrirono delle conseguenze per quelle scelte. La promessa di Dio è che Lui tirerà fuori da tutto ciò, un bene maggiore.
Vorrei evidenziare che quando Gesù ci insegnò a pregare nel Padre Nostro ci ha detto “venga il Tuo Regno, sia fatta la Tua volontà in terra come in cielo”. Il contesto di quella preghiera è che la volontà di Dio in questo mondo non viene fatta come in cielo e che dobbiamo pregare, che invece avvenga. In questo momento le cose non stanno andando avanti come Dio desideri, esistono degli esseri umani e soprannaturali che operano contro il volere di Dio. Questo viene evidenziato nel nono capitolo del vangelo di Marco in cui si parla del ragazzo indemoniato e anche quando l’apostolo Paolo ha parlato della spina nella carne che lui, aveva (1 Corinzi 12). Dio utilizzò questa spina per renderlo umile, ma egli la descrisse come un emissario di Satana. Lo scopo di Satana è sempre quello di colpirci, Dio a volte lo permette ma poi utilizza quell’evento per i Suoi buoni propositi. Ciò non significa che quelle spine siano state inviate direttamente da Dio, a volte Satana ci attacca spiritualmente. Dio utilizza tutto per il bene, Satana potrebbe pensare di attaccare qualcuno e di riuscire a fare del male ma Dio poi utilizza quell’occasione per insegnarci ad essere persone migliori. L’apostolo Paolo scrisse ai Tessalonicesi: “Perciò abbiamo voluto, almeno io Paolo, non solo una ma ben due volte, venire da voi, ma Satana ce lo ha impedito” (1 Tessalonicesi 2:18). Non è chiaro dalle Scritture cosa intendeva Paolo esattamente con queste parole ma in qualche modo Satana impedì all’apostolo di intraprendere quel viaggio. Il bene è che grazie a quell’impedimento, noi ora, abbiamo il libro delle lettere ai Tessalonicesi, Scritture, che sono state una benedizione per tutti i cristiani per tante generazioni. Questo non sarebbe successo se l’apostolo Paolo fosse riuscito ad andare a Tessalonica.
Satana riteneva che la crocifissione fosse una sua idea “E, finita la cena, avendo già il diavolo messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo” (Giovanni 13:2). Gesù stava rovinando i piani di Satana e perciò Satana decise di toglierlo di mezzo ma in realtà stava svolgendo inconsapevolmente il piano di Dio. Dio fa uso della nostra libera scelta per poter adempiere la Sua volontà.
A volte percepiamo quello che ci sta succedendo come un disastro, una tragedia, un profondo dolore. Dio lo permette perché in quel caso ciò che accade è per il nostro bene, anche se ciò non riusciamo a comprenderlo. Dio è un genitore amorevole e opera all’interno di un contesto d’ amore. Dio disciplina chi ama come un genitore con i figli. Spesso quando siamo giovani non percepiamo l’amore che c’è dietro un’azione legata alla disciplina, sotto forma di restrizione, di una punizione. E’ molto improbabile che un bambino di tre anni ringrazi i suoi genitori, quando essi cercano di modellare il suo carattere mandandolo a dormire prima del tempo e non permettendogli che veda quel cartone animato. La punizione sembra ingiusta e sbagliata ma a volte Dio interviene in quel modo e anche se lo percepiamo come qualcosa di cattivo in realtà non lo è, perché lo ha permesso per il nostro bene. Ce ne renderemo conto un po’ più in avanti nella nostra vita. Il salmo 78 parla di come gli israeliti diventavano pigri quando Dio li benediva e perciò a volte Dio permetteva che il male li portasse fuori dalla pigrizia.
“Quando li uccideva, essi lo cercavano e ritornavano a ricercare Dio con assiduità” (Salmi 78:34). Quando Dio permetteva che il male o la sofferenza toccassero la loro vita, in realtà li stava chiamando a Sé come anche nel caso di Anania e Saffira nel Nuovo Testamento. Riusciamo a capire come questa risposta applicata in modo generico a tutto potrebbe essere molto dannoso? Cioè si rischierebbe di incolpare Dio per tutte le cose sbagliate che non vanno, dicendo: “E’ stata la volontà di Dio”. Forse sì ma forse è stato un attacco da parte di Satana e dovremmo pregare contro, o forse c’è qualcosa che non va nella nostra vita che dovremmo processare e correggere.
Tutte le motivazioni di cui abbiamo discusso sono soltanto delle possibilità, non ci si può fissare su nessuna di esse. Farlo, sarebbe un pericolo e potrebbe avere il potenziale di diventare qualcosa di malvagio.
In tutto questo possiamo vedere Dio all’opera nella nostra vita, in più di un modo. Nonostante le nostre scelte, Dio è così grande e potente che è in grado di operare tramite le nostre scelte lo stesso. Perciò Dio è l’unico in grado di fare una promessa come questa: “Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene per coloro che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo proponimento” (Romani 8:28). Quante cose cooperano al bene? Tutte! Questo diventa qualcosa che è più di un versetto interessante, da credere e da vivere, diventa più che un esercizio intellettuale per destarci conforto quando ci accade qualcosa di cattivo. L’apostolo Paolo stava parlando con delle persone che amavano Gesù, che riconoscevano la loro chiamata e che Lo seguivano. A causa del loro amore e della loro dedizione il proponimento di Dio era a loro favore in ogni situazione. L’apostolo Paolo non stava approcciando delle persone sconosciute dicendo che Dio avrebbe cooperato al bene nella loro situazione ma a delle persone che erano in cammino, dei seguaci del Messia crocifisso che erano in grado di comprendere che Dio tira fuori il bene più grande dal peggiore male. Romani 8:28 è il DNA di ciò che significa seguire Cristo. Dio è sempre all’opera e cerca di trarre il bene dal male. Non significa che dovremmo adagiarci lasciando scampo al male, ma, se siamo delle persone che amano Dio e che siamo chiamati secondo il suo proponimento, allora saremo delle persone che imparano a conoscerlo durante il proprio percorso di vita seguendoLo, essendo conformati all’immagine di Cristo.
“Venga il Tuo Regno e sia fatta la Tua volontà in cielo come in terra”. La nostra preghiera riconosce che siamo parte del problema non sempre parte della soluzione. Desideriamo fare parte della soluzione e che la nostra volontà collabori insieme al volere di Dio non contro. Dio può utilizzare la mia volontà per compiere il Suo volere ma desideriamo essere dei partner disponibili a farlo. Quando facciamo quella preghiera desideriamo che il Suo Regno abbia inizio in noi e che la Sua volontà, il Suo modo ed il Suo Regno come Re della nostra vita divengano il punto di partenza per la risposta a detta preghiera che poi si irradierà ovunque. Per di più dovuto alla natura globale del corpo di Cristo sappiamo per certo, che mentre noi preghiamo qui, esistono delle persone dall’altra parte del pianeta che stanno pregando la stessa preghiera: “venga il Tuo Regno e sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra” e Dio ci sta attrezzando per diventare parte della risposta alle loro preghiere. Qui alla “The Meeting House Italia” abbiamo preso sul serio il nostro impegno a costruire delle relazioni con i nostri fratelli e sorelle in luoghi colpiti dalla povertà, dall’AIDS in Africa e in altri parti del mondo. Forse dall’alto del nostro benessere siamo ciechi ad un certo tipo di povertà, abbiamo poca fede in quanto non ci troviamo ad applicarla seriamente, ad eccetto ora in cui il Covid 19 ci sta mettendo alla prova; siamo costretti a dipendere da Dio per tutto, nello stesso modo in cui accade in quelle nazioni povere, perseguitate, in guerra, dove questa situazione, era già la loro quotidianità. Seguire Dio in quel modo ci aiuta a crescere nella fede e a maturare conformandoci all’immagine di Cristo e a fare dei passi importanti nel nostro percorso spirituale. C’è molto da imparare dalle nazioni in difficoltà e dalla loro fede in Gesù.
Preghiera: Padre Celeste, ci rivolgiamo a Te pregando che Tu faccia venire il Tuo Regno e che la Tua volontà sia fatta qui in terra come in cielo. Chiedo che il Tuo Regno prenda piede nella mia vita aiutando il mio cuore a ricevere le cose che sono davvero importanti per Te. Aiutami a vedere attorno a me le cose che Tu desideri che io veda. Aiutami ad avere il coraggio, la gioia e il piacere di collaborare e di accomunare la mia volontà alla Tua. Prego che mi aiuti a fare dei sacrifici necessari per farlo e che possa avere il coraggio di affrontare la sofferenza ed il dolore senza cercare di fuggire. Aiutami a collaborare con il Tuo Spirito nel diffondere il Tuo Regno, amore, misericordia, cura e compassione in questo mondo. Nel nome di Gesù, amen.
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