Come si reagisce quando ci si accorge che il male si è introdotto nella nostra vita e siamo stati colpiti dalla sofferenza? Si tratta di un processo e mentre attraversiamo le diverse fasi del dolore, di solito, ci facciamo diverse domande: “Perché io?” “Perché ora?” “Perché tutto questo?”. Ce lo chiediamo quando ci ammaliamo, con la perdita del proprio lavoro, all’affrontare la fine di una relazione di coppia e non sempre riusciamo a comprendere il perché. Questo studio all’interno delle Scritture, cercherà di fornirci valide risposte, riguardo al perché di tragedie e difficoltà.
Tutte le risposte che potremmo ottenere sul perché delle sofferenze di ogni individuo, a seconda di come vengono ragionate e applicate nella propria vita, assumono una potenzialità con valenza positiva o negativa. A tal proposito dovremmo fare molta attenzione. La risposta diventa carica di negatività se diventa il nostro chiodo fisso. Come dire a tutto ciò che ci appare dannoso: “è colpa del diavolo” o “sappiamo che sia la volontà di Dio …”; due affermazioni opposte. Una ha come protagonista un nemico da combattere e l’altra ci incoraggia a sottometterci al volere del nostro Signore. Vogliamo essere delle persone informate dal punto di vista biblico ma caute nel come applicare le Scritture, caso per caso. Dovremmo farlo umilmente avendo la consapevolezza di riconoscere i nostri propri limiti.
Dio creò questo universo, un luogo con la libera scelta; creò gli esseri umani a Sua immagine e somiglianza rendendoli responsabili delle proprie scelte. La libera scelta è un elemento radicale e necessario che permette di iniziare e mantenere una relazione d’amore, genuina, con Lui. L’amore è quel concetto che implica una libera scelta. Se qualcuno forzasse il proprio amore a discapito di qualcun altro, non lo sarebbe più, ma somiglierebbe (lasciatemelo dire) ad uno stupro e non all’amore di Dio. Dio ha deciso di non forzare se Stesso sull’umanità scegliendo invece, di invitare le persone ad amarLo. Dio ci ha creati con il proposito di condurci verso un nuovo mondo in cui, come Lui ha promesso, non ci sarebbe stata più sofferenza né dolore; asciugandoci ogni lacrima senza mai più vedere la morte.
Abbiamo compreso che la libera scelta comprenda avere l’opportunità di peccare e che ciò sia qualcosa di necessario per questo mondo e per l’amore. Siccome ci stiamo incamminando verso un mondo futuro dove l’amore regnerà, significa per caso che esisterà la possibilità di peccare anche in Paradiso o nella Nuova Gerusalemme? Rovineremo tutto di nuovo e dovrà Dio cominciare da capo come con Adamo ed Eva? Inoltre, se nel nuovo mondo perfetto, Dio, non ci desse la possibilità di peccare? E se questo significasse che non saremmo più liberi di scegliere e perciò non in grado di amare autenticamente? E se la sofferenza non esistesse più e che ci troveremo in un mondo con poco amore e con scelte limitate?
Questi, sono dei paradossi filosofici e la Bibbia ci dà degli indizi che potrebbero dare una risposta ad alcuni di questi interrogativi. Ogni volta che si affronta questo tema si finisce sempre con un’altra domanda ancora, in quanto è un tema che genera tantissimi interrogativi; possiamo infatti cercare di dare una risposta, anche se parziale, perché conosciamo queste realtà soltanto in parte ma allora conosceremo come siamo stati conosciuti (1 Corinzi 13:12). “Con un’unica offerta, infatti, egli ha reso perfetti per sempre coloro che sono santificati” (Ebrei 10:14). Per mezzo del sacrificio di Gesù sulla croce Lui ci rende perfetti, stiamo attraversando il processo di essere santificati. Ci stiamo conformando all’immagine di Cristo e incamminando verso una santificazione nonché glorificazione completa, quando entreremo in Paradiso. Avremmo la libera scelta in quella dimensione? Prima di rispondere a quel quesito riflettiamo: crediamo che Dio abbia la libera scelta? Io direi di sì. Pensiamo che Dio possa peccare? No. Perciò possiamo considerare la possibilità che si possa avere la libera scelta e non peccare. Crediamo che Dio sia amorevole e che ami liberamente? Sì. Lui sceglie di amarci perché Lui è così di natura.
Perciò se Dio riuscisse a perfezionare la nostra natura, non facendoci diventare dei robot, piuttosto permettendoci di divenire la migliore autenticità di noi stessi; se ci aiutasse a desiderare ciò che è giusto, sceglieremmo liberamente la via dell’amore.
Perché non lo ha fatto sin dall’inizio? Dio ha dovuto presentare all’umanità delle scelte ben definite. Adamo ed Eva non furono tentati a causa della loro natura peccaminosa (nel greco originale “sarx” che significa “la carne”); la loro tentazione provenne da una fonte esterna, il serpente. Il serpente ha dovuto fare parte dell’equazione per pareggiare la vera scelta. Soltanto dalla caduta dell’uomo in poi, si nacque con una natura peccaminosa.
Se qualcuno mi chiudesse da solo in una stanza senza finestre o via di uscita, sicuramente nascerebbero in me a poco a poco dei pensieri e sentimenti negativi come ad esempio una forte amarezza verso chi mi avesse imprigionato, abbinati ad un autentico desiderio di vendetta; non avrei bisogno di forze esterne per cadere preda di quel caos interiore. Prima dell’apparizione del serpente, Adamo ed Eva erano liberi di scegliere e desideravano scegliere il bene. Quando Dio chiese loro di non mangiare da quell’albero, a loro andava bene non farlo, perché desideravano rimanere vicino a Dio ed ubbidire Lui. Nel nuovo mondo ritorneremo a quei giorni e a quello stato puro dove desidereremo fare ciò che è giusto, senza che un serpente ci porti verso quelle tentazioni esterne.
Mi chiedo poi, sarà una libera scelta amorevole?
Un’analogia che la Bibbia utilizza è il matrimonio. Le Scritture ci dicono che un giorno saremo invitati alle nozze dell’Agnello. Parliamo ora del matrimonio terreno, è un esempio di una relazione fatta liberamente, nel quale, scegliamo di limitare le proprie volontà. Scegliamo il nostro partner e ciò limita la nostra libertà di scegliere altre o altri partner per il resto delle nostre vite. E’ una relazione amorevole, in cui scegliamo di calibrare la nostra volontà verso l’amore, incamminandoci verso una direzione precisa da percorrere insieme, per il resto delle vite di entrambi. Non pensiamo che il matrimonio sia privo d’amore solo perché non si possa più scegliere al di fuori di esso, piuttosto che sia una scelta consolidante nella coppia, presa liberamente, per amore. Questa scelta è considerata l’espressione più elevata dell’amore romantico. Nel Paradiso non peccheremo e non desidereremo peccare perché non avremo più quel desiderio. Saremo liberi come Dio, di scegliere insieme, l’amore. Un matrimonio bellissimo!
Gli angeli ebbero un periodo in cui dovettero scegliere tra il ribellarsi a Dio o al rimanerGli fedele; dopodiché Dio, consolidò le loro scelte. Dopo questo evento gli angeli e i demoni rimasero fermi sulle loro posizioni anche se sempre dotati della libera scelta. Questi fatti ci aiutano a comprendere e sono un modello dello stato in cui ci troveremo quando andremo in Paradiso; saremo entrati in una dimensione d’ amore completa dove saremo degli esseri liberi di scegliere senza l’oppressione del peccato.
Comprendiamo insieme le motivazioni del perché un individuo, si trovi ad affrontare una difficoltà. La sofferenza prima di tutto, potrebbe essere una conseguenza delle nostre proprie azioni; è probabile che ad esempio si abbia fatto una scelta sbagliata che ci abbia condotto ad una situazione difficile. La nostra libera scelta nelle Scritture viene presa molto sul serio; noi siamo il risultato delle nostre scelte quotidiane, riguardo la nostra vita, verso la natura, animali e verso gli altri. Quando Eva peccò nel giardino dell’Eden Dio si avvicinò a lei e le chiese: “Perché hai fatto questo?” Notiamo che non le ha detto di aver agito come Lui l’avesse predestinata. Il piano di Dio si avvera sempre e Lui utilizza genuinamente la nostra libera scelta. Non c’è traccia in questa storia dove Dio fa la parte del burattinaio dietro le quinte controllando tutto e tutti. La Bibbia dice chiaramente: “Dio non può essere tentato dal male, ed egli stesso non tenta nessuno” (Giacomo 1:13). Le nostre preferenze sono reali e spesso prendiamo delle decisioni che comportano sofferenza alla nostra vita o a quella degli altri. “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati! Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come la gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!” (Matteo 23:37). Le parole “ho voluto” sono da evidenziare, il Signore “voleva” una cosa ma le persone hanno “voluto” un’altra. La volontà umana prevalse nonostante fosse una scelta fuorviante. “Ma i farisei e i dottori della legge respinsero il disegno di Dio per loro e non si fecero battezzare” (Luca 7:30). In questo passo vediamo che i farisei e i dottori della legge non accettarono il piano di Dio per la loro vita ed erano liberi di scegliere l’opposto. Dio ci ha creato a Sua immagine ed onora le nostre scelte. Nelle Scritture leggiamo spesso che gran parte della sofferenza è stata una conseguenza dalle scelte sbagliate delle persone. Alcuni esempi sono il diluvio, la torre di Babele, Sodoma e Gomorra, etc.
“Non vi ingannate, Dio non si può beffare, perché ciò che l’uomo semina, quello pure raccoglierà” (Galati 6:7). L’apostolo Paolo scrisse ad altri credenti nell’undicesimo capitolo del libro di Corinzi che a causa delle loro scelte di non onorare il corpo di Cristo scegliendo di allontanarsi e di vivere in modo egoistico, molti si stavano ammalando e perdendo la vita. A volte i nostri propri atti di volontà possono attirare la sofferenza su di noi. D’altra parte è importante tener presente il pericolo, di dare questa risposta ad ogni situazione. Uno potrebbe tendere ad incolparsi sempre, pensando di essere la causa di tutti i propri mali, dovuto alla propria mancanza di fede, ad esempio. Il nostro errore potrebbe essere alla radice del problema, ma non è sempre così. Questo modo di pensare potrebbe essere chiamato karma; non è un insegnamento cristiano. Il karma insegna che noi emaniamo energia e che la rendiamo esecutiva nell’universo e che esso agisca giustamente ripagandoci con il bene o con il male come un boomerang. Se qualcosa di cattivo accade ad un individuo, secondo quel pensiero, è perché non ha fatto la sua parte o ha commesso degli sbagli. Perciò quando vedono che qualcuno soffre si accontentano di pensare che tutto sia come deve essere e che stia raccogliendo il frutto delle proprie azioni. Non è una coincidenza che questa dottrina abbia preso piede nella cultura delle caste dove tutti si devono accontentare della loro posizione sociale. Nessuno si sente obbligato ad aiutare nessuno o a migliorare la situazione perché il karma è quello che è. Secondo il karma e la reincarnazione se una persona brava soffre, la sua sofferenza è il pagamento del male da essa commesso in una vita precedente.
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