Gli effetti immediati del peccato e della corruzione nelle relazioni è piuttosto evidente; diede inizio al gioco dell’incolpare l’altro, con lo scopo di salvare se stessi dalle conseguenze delle proprie scelte sbagliate. Il voler coprire i propri corpi è una metafora che fa comprendere il desiderio umano di nascondere la verità, per assicurarsi di salvare la faccia. Da quel momento le relazioni tra gli uomini e le donne furono corrotte e diventarono competitive. Anche il rapporto comportamentale con la Creazione ebbe un cambiamento; dal terreno sarebbero sorte tutte le tipologie di spine e di triboli come conseguenza della noncuranza. Il legame tra Dio e gli uomini si interruppe e non si ebbe più l’intimità che si aveva, nel giardino di Eden. Dio promise in quel momento caotico che un giorno il seme della donna sarebbe venuto ed avrebbe messo la fine a tutto, una profezia messianica (Genesi 3:15).

Affascinante. In quei passi Dio non solo diede una spiegazione al male morale che si crea tramite le nostre scelte, ma anche di come il male morale sia connesso con quello naturale. I filosofi differenziano il male morale (il male che si fa quando le persone scelgono di fare del male ad altri) dai mali naturali come ad esempio gli tsunami, i terremoti o una malattia, cose che accadono quando nessun individuo è coinvolto nel fare una scelta. Dio invece, dice che non c’è differenza, perché siamo collegati alla Creazione, più di quello che noi pensiamo. Abbiamo visto che il peccato ha l’abilità di corrompere il creato, noi ne siamo parte, perciò quando facciamo delle scelte sbagliate di natura morale, etica o relazionale, contribuiamo al processo. Possiamo contaminare il pianeta fisicamente non prendendoci cura di esso e spiritualmente attraverso desideri egoistici, immorali e senza amore, allontanandoci dal disegno originale di Dio. Il male morale è la causa di altrettanti mali naturali.

L’egoismo corrompe il mondo. L’essere umano ha agito sempre in modo sviato dal giardino dell’Eden in poi. Quando si sceglie la via dell’orgoglio e dell’innalzamento del proprio “io” invece del “noi” si inizia un processo vergognoso.

Non siamo soltanto delle vittime del male ma anche dei carnefici; il fatto di aver subito un torto non significa che abbiamo il diritto di fare la stessa cosa, di rimando; ad un certo punto dovremmo cercare di smettere di continuare a ferire gli altri. “Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa e insanabilmente malato; chi lo può conoscere?” (Geremia 17:9). Questo passo descrive molto bene, lo stato del cuore umano dopo la caduta dell’uomo. Il verso che abbiamo appena letto, rovina il cliché che spesso utilizziamo, quando incoraggiamo le persone a “seguire il proprio cuore”, non è vero?

A seguire, leggeremo qualcosa che riguarda “l’impurità rituale”, o meglio “la contaminazione spirituale esterna”. Quali sono le cose che, toccandole, ci renderebbero spiritualmente impuri? Gesù ha corretto quella mentalità evidenziando che ciò che ci rende impuri, non è esterno ma interno. Qual è l’origine di questa contaminazione spirituale? Il nostro cuore. “«… Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, procedono pensieri malvagi, adulteri, fornicazioni, omicidi, furti, cupidigie, malizie, frodi, insolenza, invidia, bestemmia, orgoglio, stoltezza. Tutte queste cose malvagie escono dal di dentro dell’uomo e lo contaminano» (Marco 7:21-23). Quale è l’origine del male? Guardiamoci allo specchio. Se abbracciassimo questi concetti e diventassimo una comunità in accordo con il Nuovo Testamento (che segue Gesù), saremmo un gruppo di persone coraggiose disposte a vivere” nude” e senza vergogna nell’ambito delle relazioni.

Il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di diventare persone sincere che ammettono i propri sbagli e che comunicano il proprio desiderio di migliorare; consapevoli di non essere in grado di farcela da soli. Sappiamo bene che più si pecca più si prova vergogna, più si sente il desiderio di nascondersi, di allontanarsi dal resto del mondo; incoraggiamoci a vicenda e usciamo dai nostri nascondigli, chiediamo aiuto e combattiamo insieme. La confessione alla luce del Nuovo Testamento è un’esperienza comunitaria, non è una cosa privata tra l’individuo e Dio, non è bene tenere nascosti segreti. E’ importante approcciarci gli uni gli altri e confessare i nostri peccati. Siamo aperti e onesti riguardo le nostre mancanze confessandole alla nostra comunità di fede; preghiamo gli uni per gli altri per ricevere la nostra guarigione completa.

Domande e risposte:

Domanda: Le Scritture ci dicono che Gesù sia stato immolato sin dall’inizio del mondo (Apocalisse 13:8b). Se così è, questo fatto non implica che fosse a conoscenza che Adamo ed Eva avrebbero disobbedito e perciò, dov’è la libera scelta in tutto questo? Cosa sarebbe accaduto se loro non avessero peccato?

Risposta: Potrebbe sembrare, che il fatto che Dio sia a conoscenza del futuro, significhi che non si abbia la libera scelta; un paradosso filosofico ma solo in apparenza. Se uno studente avesse l’abilità di trasportarsi dieci minuti avanti nel futuro e lo facesse con lo scopo di arrivare alla fine di una lezione per sapere la conclusione del professore e poi si autotrasportasse indietro, il fatto che l’alunno fosse a conoscenza di ciò che il professore avesse da dire cambierebbe in qualche modo la libera scelta del professore di dire ciò che desidera? No, il professore sceglierebbe di esporre ciò che desidera lo stesso. Il fatto che qualcuno avesse la capacità di viaggiare nel tempo non altererebbe la volontà di nessuno. Il come Dio sia a conoscenza del futuro è un tema molto discusso negli ambiti teologici specialmente tra i calvinisti, arminianisti e i teisti aperti. Riteniamo che Dio sia a conoscenza del futuro e che ciò non ci tolga l’elemento della libera scelta; Dio sa cosa sceglieremo liberamente ed è preparato. Non possiamo utilizzare questo fatto come una scusa filosofica per dichiarare che in realtà la libera scelta non esista.
Domanda: Come si fa a spiegare l’origine del male a chi non ritiene che la storia di Adamo ed Eva nella Bibbia sia vera dal punto di vista letterale?

Risposta: Io direi: “Ritengo personalmente che questo sia ciò che la Bibbia insegna riguardo questo tema…qual è la tua posizione?”. E’ molto semplice: se le persone non credono nelle Scritture non ho una spiegazione da dare loro per l’origine del male. Penso che la Bibbia dia una delle descrizioni più coerenti e mentalmente soddisfacenti sull’origine del male con un potere esplicativo che dà risposta al perché il mondo è, come è. Dà risposta anche al perché si abbia un senso di giusto e di sbagliato intrinseco nell’essere e di desiderare qualcosa di meglio; anche al perché ci sabotiamo di continuo e feriamo gli altri e anche noi stessi. Se qualcuno non credesse alla Bibbia io mi limiterei a fare delle domande per comprendere a cosa credono; poi porgerei loro delle domande chiedendo di spiegare come mai il mondo è così. L’altro giorno ebbi l’opportunità di parlare con una ragazza buddista e lei mi disse che non ritenesse che fossimo tutti degli esseri individuali ma che fossimo tutti uno. Secondo lei, quando Gesù disse che avremmo dovuto amare i nostri nemici come noi stessi, in realtà stesse spiegando che noi siamo il prossimo e che il prossimo siamo noi, che siamo tutti uno. Seguendo il suo filo di pensiero conclusi che secondo quella visione siamo tutti uno e perciò non abbiamo bisogno di essere amati perché siamo tutto e che l’amore diventa un concetto inutile. A lei non piacque la mia conclusione ma è una conclusione logica. A volte le persone vogliono soffermarsi su una certa visione come base, ma spesso per renderla completa hanno bisogno di “prendere in prestito” dei concetti da altri, come l’amore ad esempio, che è il perno centrale appartenente al cristianesimo. Quando si deve “prendere in prestito” per completare la propria visione, ciò dimostra che essa sia incompleta. Secondo me soltanto ciò di cui abbiamo parlato nelle Scritture ci dà una comprensione intellettuale soddisfacente sull’origine del male, ci sfida a prendere le nostre responsabilità e ci conduce al cambiamento invece che a puntare il dito.

Conclusione: Ricordiamo che il peccato spesso non ci fa vedere la nostra complicità, duplicità e il contributo che stiamo dando al male. Possiamo rispondere ammettendo i nostri sbagli e riconoscendo di aver preso la via sbagliata non atteggiandoci da vittime o incolpando gli altri. Cominciamo da noi stessi. Questa ammissione onesta è il primo passo verso il cambiamento, verso Dio e verso la speranza. E’ curioso che la natura umana di solito ci faccia notare quando qualcuno ci fa un torto e ci acceca quando il torto lo abbiamo fatto noi. Eva Braun (la compagna e, negli ultimi due giorni della sua vita, la moglie di Adolf Hitler) sembrava di non riconoscere nessuna atrocità da parte del regime nazista ma è curioso che alla fine della guerra quando stavano perdendo e sentì notizie del bombardamento di Berlino, qualcosa di comprensibilmente tragico, scrisse in una lettera ad un’amica: “quel che sta succedendo ti fa quasi perdere la fede in Dio”. E’ incredibile che non abbia ammesso i grandi errori perpetrati dal regime che poi hanno condotto a quell’attacco.

G.K. Chesterton (Londra, 29 maggio 1874 – Beaconsfield, 14 giugno 1936, scrittore, giornalista e aforista britannico) è un buon esempio di qualcuno che ammise le sue responsabilità. Il London Times (giornale britannico) pubblicò un annuncio chiedendo il contributo di saggisti per dare risposta alla seguente domanda: “cosa c’è che non va in questo mondo?” Lui scrisse: “Cari signori: sono io. Sinceramente, G.K. Chesterton”. Vorrei invitarvi ad essere una comunità che formula la domanda: “Mio Dio, perché?” …e la bilancia con “Mio Dio, mi dispiace. Non sono solo una vittima ma anche un carnefice”. Se riuscissimo ad essere quel tipo di comunità coraggiosa, diventeremmo persone che sono in grado di agire diversamente e fanno la differenza.

Preghiera: Padre Celeste, prego che il Tuo Spirito possa riempire i nostri cuori di coraggio, che possiamo essere onesti con noi stessi, con Te e gli uni con gli altri. Prego che mentre andiamo avanti in questo mondo di dolore possiamo prendere consapevolezza dei modi in cui gli altri ci hanno fatto dei torti e dei modi in cui la vita sembra non essere stata giusta con noi. Allo stesso tempo aiutaci a non fissarci su quell’aspetto perdendo di vista il fatto che siamo dei peccatori. Non siamo delle persone completamente malvagie o buone ma degli individui che vanno avanti verso la direzione di Dio spesso mancando il bersaglio. Prego che possiamo avere il coraggio di essere onesti riguardo i momenti quando commettiamo degli errori e che possiamo chiedere il Tuo aiuto e le preghiere della nostra comunità di fede. Prego che possiamo essere trasformati dal Tuo tocco guaritore e che insieme possiamo diventare agenti di cambiamento mentre andiamo avanti. Nel nome di Gesù, amen