Domande e risposte
Se avessimo l’occasione di uccidere un personaggio come Hitler e salvare così innumerevoli vite, quale sarebbe la nostra scelta? Il tema della pace pone molti interrogativi per questo, in questo studio cercheremo di dare alcune risposte alle domande più frequenti. Spero che possiamo avere il coraggio di mettere in pratica ciò che l’evidenza ci indica. Sarebbe scorretto dal punto di vista teologico ed esegetico iniziare ad affrontare il tema della pace partendo dai nostri dubbi carichi di emotività, per poi tornare alle Scritture cercando di dimostrare che siano fondati. La cosa giusta sarebbe invece, di iniziare con le Scritture e poi
avere il coraggio di applicare nella vita di tutti i giorni, ciò che si legge.
Un’analogia che vorrei fare è la seguente: se si andasse in palestra per poi non fare altro che sdraiarsi sul divano sarebbe una pratica piuttosto narcisistica. Invece andare in palestra con l’obiettivo di diventare più sani, avere più energia e così poter amare gli altri ed aiutarli avrebbe un obiettivo molto più equilibrato. Questo studio è un fantastico allenamento mentale, ma se poi non facessimo nulla per vivere ciò che impariamo, direi che non gioverebbe a molto perché il tutto cadrebbe nell’ipocrisia. Lo scopo è vivere una vita in amore, al servizio degli altri.
Affronteremo alcuni temi teorici che ci aiuteranno a comprendere meglio dove gli insegnamenti di Cristo ci guidino, cercando poi di applicarli alla nostra vita quotidiana per essere più, come Gesù. La pace è una strategia d’amore.
La pace rappresenta il modo migliore per ridimensionare una situazione di conflitto? Direi non sempre. Come ho già ribadito in altri studi, seguire la pace non equivale all’essere passivi; dovremmo essere degli operatori di pace che si adoperino in primo luogo utilizzando la pace come un mezzo e non come un obiettivo finale. Riteniamo che tutti noi, come cristiani siamo chiamati a seguire la via della pace senza considerarla una nuova tecnica o strategia per migliorare le circostanze. Può darsi che a volte utilizzare un metodo non-violento faccia ricredere il nemico, altre volte no. Perciò crediamo che la via della pace sia la scelta giusta
perché Gesù lo ha dimostrato con la Sua vita e ci ha chiesto di essere il Suo corpo, seguendo il suo esempio. Dovremmo essere pieni del Suo Spirito e vivere nel modo in cui Lui ha vissuto, noi siamo “il bigliettino da visita” di Gesù per il mondo.
Gesù viveva nella pace, al momento del Suo arresto chiese ai Suoi discepoli di non combattere perché “tutti quelli che mettono mano alla spada, periranno di spada” (Matteo 26:52). Gesù guarì l’orecchio del Suo nemico dando un esempio concreto d’amore e del modo in cui il Suo Regno operi. I soldati dopo la guarigione del loro compagno non cambiarono idea e lo arrestarono lo stesso; dopo fu processato e crocifisso. Il pacifismo di Cristo in quell’occasione non gli giovò a nulla dal punto di vista umano; invece da un punto di vista celeste, si era realizzato qualcosa di molto più grande.
Alcune persone formulano delle domande genuine ed altri lo fanno soltanto perché sono alla ricerca di scuse per non dover dare ascolto agli insegnamenti di Cristo. A volte le domande hanno l’obiettivo di disprezzare la pace. E’ importante che comprendiamo che prima di coinvolgerci in una conversazione dovremmo cercare di discernere la motivazione dietro la domanda. Qualcuno potrebbe chiedere: “quindi intendete che avremmo dovuto lasciare che Hitler conquistasse il mondo senza cercare di contrastarlo?” Oppure: “se un intruso cercasse di uccidere la mia famiglia, dovrei lasciarlo fare senza reagire?” Chi formula queste domande di solito spera di riuscire, tramite una retorica aggressiva, di metterci con le spalle al muro,
per poter così giustificare la loro non considerazione dei chiari insegnamenti di Gesù. E’ un gareggiare di parole ammirevole ma non ci avvicina per nulla alla verità. Altri invece pongono le stesse domande, ma con uno spirito di umiltà, nel forte tentativo di voler comprendere ciò che Gesù abbia detto, desiderando di seguirLo. Il nostro studio è rivolto a quest’ultimo tipo di lettori.
Quando qualcuno non vuole far altro che formulare una domanda dopo l’altra fino a che terminiamo le nostre risposte, infine ci aggredisce dicendo che le nostre parole sono tutte ridicole e banali, rinchiudendo il tutto all’interno di paroloni che rigettano, allora non perdiamo più tempo. C’è da considerare che noi non abbiamo tutte le risposte giuste sulla teologia, tuttavia chi ci dice che essa non ci lasci mai con dei dubbi o delle perplessità?
La teoria della Guerra Giusta ha in sé moltissime perplessità e domande senza risposta. Persone dedicate a Cristo dovrebbero cercare di capire come vivere i principi della pace. Anche tra coloro che seguono la via della pace di Cristo di solito arrivano a delle soluzioni che divergono tra di loro, nonostante questo apparteniamo sempre alla stessa famiglia di fede.
Domande e risposte:
Domanda: Secondo questa visione Hitler sarebbe dovuto essere lasciato libero di agire come lui avrebbe voluto di conquistare il mondo?
Risposta: Questo tipo di domanda presuppone che esistano soltanto due risposte giuste: una risposta violenta in cui si aggredisce il nemico o una risposta non violenta dove non si reagisce, non si fa niente. In realtà come abbiamo già menzionato precedentemente, esiste una terza via, la via della pace che significa coinvolgersi e cercare di fare il massimo per ottenere la pace tramite mezzi non-violenti. Dovremmo essere disposti a dare la vita per la causa, ma mai togliere una vita per essa.
Secondo la visione della Guerra Giusta nel caso di Hitler, se tutti fossero stati dei pacifisti lui avrebbe conquistato il mondo. A nostro parere, la risposta che sto per dare è la più fedele riguardo la pace, degli insegnamenti di Cristo. Stando alle Scritture, possiamo essere sicuri ed avere fede come Cristo ci ha dimostrato, che la volontà di Dio può essere fatta nonostante chi sia al potere. Direi che chi soffrì sotto Hitler visse una situazione che assomigliava molto ciò a che gli israeliti stavano sperimentando sotto l’occupazione romana del primo secolo. I romani erano amici soltanto tra di loro e spesso infliggevano sulle popolazioni da loro conquistate delle pene terribili come la crocifissione in massa per dimostrare che erano al controllo e che nessuno doveva contestare la loro posizione di potere. Questo è il panorama storico in cui si è affacciato Gesù, Lui ci ha chiesto di amare i nostri nemici, non si trattava di un’ideologia ipotetica.
C’erano delle persone in Israele che desideravano che arrivasse un leader militare che respingesse i loro oppressori. Gesù invece si è presentato e ha insegnato una via migliore.
Se Gesù avesse vissuto ai tempi di Hitler avrebbe insegnato ai nazisti e a Hitler a considerarci degli esseri umani; certo, quel processo avrebbe richiesto del tempo e molti avrebbero perso la loro vita nel frattempo, ma la via della pace sarebbe stato il modo di combattere per il Regno del cuore; se tutti i cristiani avessero seguito gli insegnamenti di Cristo, Hitler non avrebbe avuto un esercito. Chi formula le domande su Hitler di solito ritiene che soltanto gli alleati conoscessero Gesù ma la verità è che nessuna nazione al mondo era più cimentata nella tradizione cristiana della Germania. La Riforma protestante e personaggi del calibro di Martin Lutero e Zwingli ebbero origine in quella nazione; l’esercito di Hitler era composto nella maggior parte di fedeli cristiani che credevano nella Bibbia, pregavano e ritenevano di amare Cristo e che sostenevano la teoria della Guerra Giusta. Hitler era un pagano ma il suo esercito, nella sua maggioranza, era costituito da fedeli cristiani cattolici o luterani. Se i cristiani avessero seguito Gesù veramente, Hitler non sarebbe riuscito a fare nulla.
Domanda: Pensi che sia giusto che i pacifisti raccolgano i frutti degli altri e che lascino fare il lavoro sporco ad altre persone?
Risposta: Se un cosiddetto pacifista si limitasse davvero a fare solo quello, allora avreste ragione a criticare. Esistono
dei “pacifisti” che non fanno altro che nascondersi sotto quell’etichetta come scusa per non fare niente e stare sul sicuro; questa sarebbe una posizione ipocrita e chi lo fa dovrebbe essere affrontato. La via di Cristo non significa rimanere inermi, seguire quella via comprende essere disposti a morire come un vero soldato dovrebbe fare per una causa anche se non si è disposto ad uccidere per essa. Significa dedicare la propria vita al servizio degli altri. Anche se non prendiamo la via che lo stato prende, la chiesa sceglie di dedicare e rischiare la vita durante i tempi di guerra e non. Dovremmo essere sempre in prima linea mettendo a rischio la nostra vita o dedicando il nostro tempo al servizio degli altri cercando di amarli in modi pratici. Noi non dovremmo stare con le mani in mano lasciando il lavoro sporco agli altri. Dovremmo sporcarci anche noi in modi diversi. Durante la Seconda Guerra mondiale dei volontari dei Fratelli in Cristo (la nostra denominazione) lavorarono come dottori, cuochi e infermieri curando i feriti da entrambi le parti del conflitto trattando ogni individuo come un essere umano. Loro offrirono questo servizio senza portare le armi essendo disposti a morire alla pari di tutti gli altri. In momenti di pace dovremmo essere coloro che si offrono a partecipare in situazioni difficili attorno al mondo.
Domanda: Cosa avete da dire riguardo l’immagine del Gesù violento nel libro dell’Apocalisse?
Risposta: Nel libro dell’Apocalisse (Apocalisse 19) Gesù è a capo degli eserciti celesti e li guida in combattimento. Ci sono due modi di interpretare quella visione. Anche se si seguisse un’interpretazione letterale dell’evento dove Gesù utilizza dei mezzi violenti, ciò viene eseguito sotto il comando di Cristo alla fine dei tempi, quindi se Lui tornasse in forma fisica e ci desse degli ordini dovremmo dargli ascolto. Dunque, solo perché questa violenza è stata menzionata in un evento futuro non significa che dovremmo ripercorrere a ritroso e non tenere conto i chiari insegnamenti di Cristo riguardo come dovremmo vivere nel presente.
Nel capitolo diciannovesimo dell’Apocalisse sia che si tratti di violenza fisica o meno, il fatto è che si tratta di un evento futuro e ciò non cambia da come dovremmo agire ora. Esiste anche una seconda interpretazione di quel passo biblico che non considera quella visione letterale, cioè che non si tratta di un combattimento fisico che si possa vedere. Il libro dell’Apocalisse è il libro più simbolico della Bibbia appartenente ad un genere letterario apocalittico. Alcuni cristiani lo interpretano in modo letterale ed altri in modo simbolico stabilendo la loro teologia; più avanti nel tempo, un’altra denominazione, setta o gruppo cambia tutto dando delle interpretazioni inverse agli stessi passi biblici, formando anch’essa una teologia diversa tutta sua. Il libro dell’Apocalisse dovrebbe essere interpretato in continuità con il resto delle Scritture e in quel passo sono presenti degli indizi che indicano che si tratti di una battaglia spirituale. Gesù si presenta
accompagnato dai Suoi eserciti celesti, la Sua spada fuoriesce dalla Sua bocca. Interessante, nel Nuovo Testamento si paragona la Parola di Dio alla spada, Gesù ci ha chiesto di portare una spada, la spada della Parola di Dio, la spada dello Spirito che rappresenta il Suo messaggio che divide, sfida e che colpisce nel vivo e in un certo senso ci trafigge.
Gesù nacque su questa terra e al momento del Suo arresto chiese a Pietro di mettere via la sua spada dicendogli che Lui era in grado di chiamare delle legioni di angeli a combattere per Lui. Gesù utilizzò il termine militare romano “legione” volutamente per far sapere che Lui era potente, ma scelse di non utilizzare detto potere decidendo di diventare debole. I romani lo picchiarono e morì, ma Dio utilizzò la Sua morte per dimostrarci ancora più amore, per salvarci dei nostri peccati. Questo è il Gesù che adoriamo. Il soldato romano che picchiò Gesù e lo crocifisse disse. “E il centurione che stava di fronte a Gesù, visto che dopo aver gridato così aveva reso lo spirito, disse: «Veramente quest’uomo era Figlio di Dio»” (Marco 115:39).
Si tratta di un nuovo tipo di potere che denota che potrebbe conquistare, aggredire e preservare la propria vita ma scelse di amarci mentre gli facevamo del male e lo uccidevamo. Questo tipo di amore cambia il cuore. Questa è la via di Cristo. “«Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a mettervi la pace, ma la spada.” (Matteo 10:34). Nelle Scritture sembra molto chiaro che il Messia sarebbe stato il Principe della
Pace, Gesù avrebbe portato la pace come annunciato dagli angeli prima della Sua nascita. Allora, visto che sappiamo dalle Scritture che Lui avrebbe portato la pace, possiamo dedurre che Lui lo ha fatto in diversi modi. Cosa intendeva Gesù in quel versetto? Nel contesto leggiamo che Gesù stesse parlando di famiglia e sappiamo bene che la spada spesso simbolizza la divisione, la scelta, essa penetra il cuore. Quando uno fa una scelta, ciò causa divisione perché alcuni scelgono una cosa ed altri qualcosa di diverso, è così che Gesù e la Parola di Dio dividono. Essa non porta pace ma divisione perché offre la scelta, questa è la natura dell’esistenza umana. Ogni volta che ci si presenta la verità, essa ci offre delle scelte. Il contesto del versetto è un contesto familiare come espresso nei versetti seguenti parlando di come le famiglie saranno divise. Visto il contesto in cui Gesù ha detto quelle parole, intendeva forse che i suoi discepoli avrebbero dovuto uccidere le loro famiglie? Ovviamente no. Questo rappresenta ciò che io chiamo l’esegesi della disperazione, un intento di trovare una citazione che aiuti loro a non dover seguire e ignorare ciò che Gesù ha insegnato chiaramente.
Gesù di solito mandava i Suoi discepoli senza borsa o denaro assicurando loro che avrebbero trovato un luogo dove alloggiare. Questo perché in quel momento il movimento di Gesù era all’apice della sua popolarità, migliaia di persone lo seguivano e trovare un luogo dove stare per loro era semplice. Più tardi, alla fine dell’ultima cena prima di incamminarsi verso il giardino del Getsemani dove sarebbe stato arrestato, Gesù comunicò ai Suoi
discepoli che i giorni della popolarità erano arrivati alla loro fine; avrebbero avuto bisogno di protezione. “Poi disse loro: «Quando vi mandai senza borsa, senza sacca e senza sandali, vi è forse mancata qualche cosa?». Ed essi dissero: «Nessuna». Disse loro dunque: «Ma ora chi ha una borsa la prenda con sé, e così pure una sacca; e chi non ha la spada venda la sua veste e ne compri una. Poiché io vi dico che ciò che è scritto deve ancora essere adempiuto in me: “Ed egli è stato annoverato fra i malfattori”. Le cose infatti che sono scritte di me hanno il loro compimento». Allora essi dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma egli disse loro: «Basta!»” (Luca 22:35-38). Questi passi vengono spesso citati per annullare ciò che Gesù ha insegnato sulla pace sostenendo che Lui con queste parole avesse dichiarato la fine del tempo della pace e l’ora di espandere il Regno celeste tramite la violenza. Un’altra interpretazione è che i discepoli sarebbero dovuti essere pronti a difendersi da qualsiasi aggressione. Secondo voi, pensate che dette interpretazioni siano delle esegesi fedeli al testo? Direi che è piuttosto patetica e manipolativa…in primo luogo, nessuno dei Suoi discepoli lo interpretò in quel modo. L’unico che potrebbe aver compreso male fu l’apostolo Pietro che portò con se la spada e la utilizzò per difendere Gesù al momento del Suo arresto e Gesù invece di incoraggiarlo lo rimproverò chiedendogli di metterla via sottolineando che la violenza non apparteneva al Suo Regno celeste. I mezzi del Regno di Cristo sono la guarigione e l’amare i nemici.
L’apostolo Pietro sembrava di aver interpretato le parole di Gesù alla lettera come gran parte del mondo cristiano di oggi. Dopo la Pentecoste i discepoli realizzarono ancora di più che Gesù non aveva mai inteso che loro dovessero utilizzare la spada per difendersi. Se si desse uno sguardo al contesto dei passi si comprenderebbe il perché delle parole di Gesù. Per primo, Gesù ha detto che sarebbe stato elencato tra i malfattori, tra i banditi, tra i trasgressori della legge, adempiendo così una profezia riguardo la Sua venuta. C’è da evidenziare che alcune delle profezie dell’Antico Testamento riguardo Gesù furono adempiute in modo divino e miracoloso senza nessun intervento umano da parte Sua come per esempio il luogo della Sua nascita e il Suo lignaggio. In alcune occasioni Gesù fece presente senza rimorsi che Lui avesse intenzione di adempiere alcune profezie messianiche volutamente per identificarsi come il Messia. Quando disse di essere “annoverato fra i malfattori” e che dovessero prendere delle spade i discepoli gli presentarono due e Gesù ha risposto “Basta!”. Il “basta” in quel caso significava secondo l’interpretazione di alcuni che Gesù stesse dicendo che erano sufficienti, che bastavano solo due spade. Se Gesù avesse veramente deciso di consigliare ai Suoi discepoli di prendere delle spade per difendersi, la logica ci dice che due spade non sarebbero state sufficienti, avrebbero dovuto acquistarne di più, ricordiamo che i discepoli andavano sempre di due in due. Una seconda interpretazione che dal punto di vista esegetico è più fedele al contesto del testo è che Gesù era
contrario a parlare in modo simbolico e che stesse preparando i Suoi discepoli per il tempo quando non sarebbero più benvenuti o accolti dal popolo, le spade magari potrebbero sarebbero potute servire come protezione contro degli animali selvaggi. Può darsi anche che Gesù avesse cercato di comunicare loro che era arrivato il momento di far avanzare la spada della Parola di Dio e che i discepoli lo abbiano interpretato male come accadeva spesso pensando che si trattasse di dover combattere fisicamente. Gesù spesso insegnava dei concetti simbolici e loro lo interpretavano in modo letterale. Quindi quando Gesù ha detto “Basta!” se questa è l’interpretazione giusta quando lo ha detto voleva dire proprio “Smettetela!” perché ancora una volta non avevano compreso le Sue parole.
Se si scegliesse una di queste ultime interpretazioni si noterebbe che quando l’apostolo Pietro interpreta le parole di Gesù alla lettera e impugna la spada nella Sua difesa, Gesù lo rimprovera. Interessante, perché l’esegesi che indica che Gesù avesse incoraggiato l’utilizzo della violenza fu fortemente sconsigliata da Cristo e questi passi sono quelli più utilizzati per dimostrare che la violenza sia giusta e permessa da Gesù stesso dalla maggioranza del mondo protestante.
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