Domanda: Cosa ne pensate della volta quando Giovanni Battista incoraggiò dei soldati romani?
Risposta: I soldati romani erano andati da lui per chiedere cosa dovessero fare. Era l’occasione perfetta per consigliargli di lasciare il corpo militare ma non lo fece. Invece Giovanni Battista si limitò a chiedergli di non mentire, li incoraggiò a vivere una vita giusta e di essere contenti del loro salario. Spesso quando questo passo viene citato scambiano il nome di Giovanni Battista con quello di Gesù. Giovanni Battista fu l’ultimo profeta dell’antico Testamento, non il primo del Nuovo Testamento; è stato il più grande e l’ultimo dei profeti dell’Antico Testamento. Gesù ha detto che anche il più piccolo del Regno sotto il nuovo patto è più grande di Giovanni Battista. Non si può dimostrare che l’etica di Giovanni Battista sia l’etica del nuovo patto cercando di sfare gli insegnamenti di Gesù con quei versetti. Come si fa ad essere così pervasi di una perspettiva talmente accecante al punto che non riusciamo a vedere la chiarezza del testo?
Domanda: Come mai Gesù e l’apostolo Pietro non hanno rimproverato i soldati romani?
Risposta: Gesù incontrò un centurione romano che chiese a Gesù di guarire il suo servo e lo fece. Sembra una buona scusa che giustifichi i cristiani ad andare in guerra? Gesù stava semplicemente mettendo in pratica ciò che predicava: l’amare i nemici. Gesù non ha mai chiesto al centurione di dimettersi dall’esercito, è vero…ma non c’è scritto da nessuna parte che Lui avesse passato del tempo a parlare con il centurione. L’unica cosa che sappiamo dal testo è che quel soldato romano aveva una grande fede. Dobbiamo credere che quel soldato era perfetto solo perché Gesù ha detto che avesse una grande fede? Certo di no. Gesù ha soltanto colto l’occasione per amare il Suo nemico.
La mia domanda è: desideriamo seguire Cristo in tutto? Questa è l’esegesi del silenzio perché non esiste una conversazione tra Gesù e il centurione perciò non si può utilizzare una conversazione inesistente come dimostrazione della convinzione di Gesù riguardo il tema della pace quando i Suoi insegnamenti sono chiarissimi.
Come mai l’apostolo Pietro non chiese al centurione Cornelio di dimettersi dalla sua posizione nell’esercito romano? Anche in questo caso non esiste nessun testo dove sia scritto ciò che è stato discusso tra l’apostolo Pietro e la famiglia del centurione, forse lo ha fatto, forse no, non c’è modo di saperlo quindi, non ci si può basare su questo evento per dimostrare una posizione sul tema della pace perché non c’è. Dall’altra parte, gli insegnamenti di Gesù e degli apostoli nel Nuovo Testamento sono chiari riguardo al tema della pace.
Domanda: Si possono utilizzare dei mezzi violenti per proteggere altri o la propria famiglia?
Risposta: Se un brigante irrompesse nella nostra dimora, come genitori il nostro istinto sarebbe quello di proteggere i nostri figli. E vero, dovremmo essere disposti a dare la nostra vita per gli altri ma nel caso qualcuno stesse per fare del male alla nostra famiglia non sarebbe quello il momento di difenderla ad ogni costo? “Ma se uno non provvede ai suoi e principalmente a quelli di casa sua, egli ha rinnegato la fede ed è peggiore di un non credente” (1 Timoteo 5:8). Tanti citano questo passo come un principio che potrebbe applicarsi quando uno deve difendere la propria famiglia. Il contesto di quel versetto però è di natura finanziaria. E’ giusto applicare quel versetto per dimostrare che sia corretto utilizzare la violenza per difendere i nostri cari? Prima di rispondere vorrei evidenziare i presupposti contenuti in questa domanda:
a) La scelta binaria tra la violenza e la passività. Cioè o si usa dei mezzi violenti per proteggerli o non si fa nulla per difenderli. Gesù ci ha presentato una terza via creativa da utilizzare.
b) Presuppone che la soluzione violenta funzionerebbe e che quella pacifica fallirebbe.
c) Presuppone che salvare la propria famiglia sia la cosa più importante da fare. So che è difficile ma questa supposizione va messa in discussione. Come seguaci di Cristo dobbiamo chiederlo.
Il primo presupposto è stato già discusso in questo studio, la terza via di Gesù c’è, dovremmo utilizzare dei modi creativi non violenti per difendere la nostra famiglia. Il secondo presupposto va messo in discussione perché presuppone che la violenza ci aiuterà ad uscire vittoriosi e che l’agire in modo pacifico cercando di risolvere la situazione fallirà di sicuro. Non seguiamo la via della pace perché funziona sempre ma perché è la via di Cristo. A volte seguire la via di Cristo ci aiuta a raggiungere i nostri obiettivi di pace.
E’ interessante come noi esseri umani tendiamo a creare i nostri propri parametri e regole applicandoli ad una situazione per ottenere la risposta che desideriamo. Nelle nostre menti pensiamo di poter riuscire a difenderci in modi assurdi riuscendo a strappare l’arma dalla mano dell’aggressore e utilizzarla noi. Un’altra cosa da considerare è che forse il brigante non stesse dicendo la verità, cioè, può darsi che fosse un cattivone onesto che avesse minacciato di fare del male ma in realtà non avesse quell’intenzione. Tanti utilizzano le parole per intimidire gli altri anche utilizzando delle bugie per impaurire. Forse aggredirlo potrebbe peggiorare la situazione provocandolo ad agire con violenza, qualcosa che originariamente non avrebbe mai fatto. Chi ha stabilito che la violenza aiuti sempre a raggiungere i nostri obiettivi e che il pacifismo no? C’è da dire che esiste la possibilità che uno abbia agito in modo pacifico facendo del suo meglio per mettere in pratica la via della pace facendo uso dei mezzi non violenti e che l’aggressore non reagisca favorevolmente scegliendo di aggredirvi lo stesso. Se si perdesse la vita in quel modo si avrebbe perso seguendo la via di Cristo. La seguente è una metafora per aiutarci a vedere le cose sotto l’ottica di Cristo. Immaginiamo che Gesù abbia vent’anni, prima dell’inizio del suo ministero messianico. Un soldato romano irrompesse nella sua casa. Suo padre Giuseppe non ci fosse più e Lui dovesse occuparsi di sua madre Maria e dei suoi fratellini e sorelline. Lui sarebbe l’uomo della casa. Il soldato romano volesse derubarli e dichiarasse di odiare tutti gli ebrei e di volerli uccidere tutti. Come reagirebbe Gesù? Forse lo guarderebbe dall’alto in basso calcolando e decidendo di poterlo affrontare? Lo aggredirebbe togliendogli la lancia e trafiggendolo, autoproclamandosi un eroe? Sarebbe questa la via di Cristo? E’ certamente orribile immaginare la morte di un’intera famiglia ma non dovremmo costruire una situazione immaginaria carica di emotività per poi filtrare gli insegnamenti di Gesù sulla pace basandoci su di essa. Dovremmo ragionare con la nostra testa e non con le nostre emozioni riguardo questo tema. E’ come cercare di comprendere la propria posizione riguardo un tema delicato come l’aborto soltanto tenendo in mente il caso di una tredicenne violentata da suo zio che nel caso di dover tenere il bambino avrebbe delle conseguenze psicologiche gravi secondo il parere dei dottori. Il punto di partenza riguardo quel tema sarebbe comprendere cosa crediamo riguardo i bambini non nati, cosa crediamo riguardo la vita dentro l’utero. Se uno comprendesse a cosa credere allora sarebbe nella posizione giusta per poter affrontare un tema del genere, rimanendo fedele alle proprie convinzioni.
Conclusione:
Dovremmo scegliere di seguire Gesù in tutte le nostre vie incluso nella via della pace perché è giusto, buono ed è qualcosa che onora Dio, non perché consideriamo che sia la strategia più efficace per prevalere sui nostri nemici o per salvare delle vite. Il pacifismo cristiano non va bene perché risulta sempre la migliore tecnica per disarmare delle situazioni ostili o per preservare delle vite. Il pacifismo cristiano è giusto perché è la via che Gesù, il nostro Signore e Maestro ci ha insegnato e modellato con la Sua vita e con la Sua morte. Quando viviamo la via della pace viviamo come il corpo di Cristo nel mondo oggi guidati da Gesù il nostro capo. Quando viviamo nella via della pace sia che si viva o che si muoia siamo dei testimoni di Cristo. Io sono cresciuto come sostenitore della Guerra Giusta quindi all’inizio del mio percorso sulla via della pace chiesi ad un mio caro amico pacifista: “Diciamo che un brigante irrompesse nella mia dimora annunciando di voler uccidere tutta la mia famiglia. Per un momento si distraesse e andasse in un’altra stanza e dimenticasse la pistola…sarebbe giusto in quel momento prendere in mano l’arma?” Lui mi rispose di no e che avrebbe invece scelto di inginocchiarsi e pregare perché avrebbe la convinzione di ricevere molta più potenza in preghiera che prendendo in mano un’arma. Rimasi molto colpito dalla sua risposta, ci vuole tanta fede. Forse il dunque è proprio quello, crediamo davvero che esista una realtà molto più grande di quello che riusciamo a vedere e che non si limiti soltanto all’autoconservazione? Un altro amico che segue la via della pace commentò: “Niente di questo ha senso a meno che non si creda nel Regno di Cristo, nel Paradiso e che la vita significhi molto di più che la nostra mera esistenza terrena. Se la vita su questa terra è tutto allora gli insegnamenti sulla pace di Gesù sono delle bugie. Invece, se la vita consistesse in molto di più ed avessimo fede per credere che c’è molto di più allora tutto s’incastrerebbe. La peggior prospettiva per chi vive la via della pace non è la morte ma il non seguire Cristo”.
Di solito quando parlo di me stesso propongo esempi di vita che riguardano i miei fallimenti ma questa volta vorrei raccontarvi qualcosa di me che ho fatto cercando di seguire gli insegnamenti di Gesù sulla pace. Tutto accadde istintivamente. Sono convinto che se imparassimo a seguire Gesù nelle cose piccole, nella nostra quotidianità allora quando dovessimo affrontare una crisi saremmo in grado di rispondere seguendo Gesù perché ci saremmo allenati. Sarebbe sbagliato iniziare a voler mettere in pratica gli insegnamenti di Gesù nel momento della crisi, perché non saremmo preparati. Quando quei momenti arrivano non abbiamo tempo per fermarci a riflettere e si agirebbe in automatico. Una volta mi trovavo fuori insieme ai miei amici a parlare di Gesù insieme ad altri quando una giovane donna di colore mi superò di corsa con un’espressione di spavento dipinta sul volto. Subito dopo fui superato da una gang di ragazzi neonazisti che la stavano rincorrendo. Stava per accadere qualcosa di molto brutto. Io cominciai a corrergli dietro, quando li raggiunsi lei era appollaiata in una strada senza uscita circondata da questi ragazzi che la stavano riempendo di calci e pugni con l’intento di farle male sul serio. Io mi avvicinai alla ragazza coprendola con il mio corpo e dissi al gruppo dei ragazzi: “io seguo Gesù e ciò significa che esistono due cose che non riesco a fare: la prima è combattervi e la seconda è restare fermo e non fare nulla. Perciò tutto quello che riesco a dirvi è, uccidetemi prima”. Le mie parole confusero i ragazzi, non sapevano come agire e cercarono di convincermi di andare via visto che ero bianco come loro. In quel momento non si poteva ragionare con quei ragazzi, erano proprio accecati dall’odio razziale. Io continuai a ripetere: “Prima uccidete me, prima uccidete me!”. I ragazzi non sapevano come agire e visto che stava passando troppo tempo e avevano paura che arrivasse la polizia, si allontanarono. Miei amici arrivarono momenti dopo, abbiamo chiamato l’ambulanza e lei fu trasportata all’ospedale. Questa storia avrebbe potuto finire diversamente e io avrei potuto perdere la vita per la via della pace di Gesù. Comunque, se ci alleniamo sulla via della pace nella nostra quotidianità possiamo chiedere la guida dello Spirito Santo quando dobbiamo affrontare i difficili dilemmi morali della vita. Seguiamo la via di Cristo a tutti costi, abbiamo il coraggio di far sì che quelle parole diventino la nostra preghiera?
Preghiera: Padre Celeste, prego che il Tuo Spirito Santo disciplini e modelli i nostri cuori in conformità con il cuore di Cristo nelle nostre relazioni quotidiane con i nostri genitori, figli, fratelli, sorelle, con i nostri capi e colleghi di lavoro; con i nostri insegnanti o con gli studenti, con i nostri amici, con coloro che ci circondano e ci sfidano. Prego che Tu possa insegnarci la via della pace così che quando dovremmo affrontare degli scenari difficili a cui non si può dare risposta possiamo essere in grado di seguire la guida del Tuo Spirito secondo la conformità dei nostri cuori. Non vediamo l’ora di vedere in quali modi opererai questi cambiamenti in noi. Nel nome di Gesù, amen.
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