Papa Innocente IV disse: “Si è riscontrato che la tortura fisica sia il mezzo più salutare ed efficiente per condurre ad un pentimento spirituale”. Come si è potuto arrivare a quel punto?

L’imperatore Costantino fece arruolare le menti più brillanti per cercare di risolvere un grande problema. Il 10% della popolazione era di fede cristiana e pacifista, persone che pagavano le loro tasse e contribuivano alla società in diversi modi. Questo significava che quella percentuale non esercitava una grande influenza sul governo dell’impero. Se quel 10% della popolazione non si arruolava nell’esercito o nelle forze dell’ordine, il macchinario governativo riusciva ad andare avanti lo stesso. Il problema si poneva per il fatto che la fede cristiana si stesse allargando a macchia d’olio in modo esponenziale. Le autorità si domandarono cosa sarebbe accaduto se il cristianesimo si fosse diffuso sempre di più. Come avrebbero dovuto agire se una larga parte della loro società avesse adottato una veduta pacifista? Cosa ne sarebbe stato dei loro eserciti? In quel periodo storico Roma stava cercando di difendersi dagli attacchi esterni su diversi confini. L’imperatore Costantino desiderava che il cristianesimo venisse diffuso ma comprendeva anche, che ciò avrebbe comportato la fine dell’impero romano. In cerca di una soluzione convocò per l’appunto le menti più brillanti chiedendo loro una risposta. Sant’Agostino, uno dei più grandi pensatori di quel tempo concluse: “Infatti non si cerca la pace per provocare la guerra, ma si fa la guerra per ottenere la pace!”. Lui sapeva bene che i cristiani desideravano la pace e lui fu il primo ad esprimere un concetto tale. E’ stata la prima volta che il concetto della pace fu diviso in due categorie diverse: la pace come “mezzo” e la pace come “obiettivo finale” da raggiungere a tutti costi.

“Anche facendo la guerra sii dunque ispirato dalla pace in modo che, vincendo la guerra, tu possa condurre al bene della pace coloro che sconfiggi” (Sant’Agostino). Quindi secondo lui gli si stava facendo un favore.

“Cosa infatti si biasima nella guerra? Forse il fatto che muoiano quelli che sono destinati a morire, perché i destinati a vivere siano sottomessi alla pace? Obiettare questo è proprio dei paurosi, non dei religiosi.” (Dalla lettera di Contro Fausto – 22.74). Sfortunatamente aveva ragione. “Chi potrebbe dubitare ch’è certo meglio condurre gli uomini all’amore di Dio con l’istruzione e la persuasione, piuttosto che costringerli col timore o col dolore del castigo? Ma per il fatto che gli uni sono migliori, non ne segue che gli altri debbano essere abbandonati a se stessi, perché l’esperienza ci ha dimostrato e ci dimostra ch’è utile a molti essere prima scossi dal timore e dal dolore, per poi esser disposti a essere istruiti oppure a praticare ciò che avevano già appreso a parole”. (Sant’Agostino 185 6.21).

Nei suoi scritti Sant’Agostino iniziò a citare l’Antico Testamento sempre di più perché quella parte delle Scritture era consone alla teoria della guerra giusta. In un intento disperato di trovare qualcosa che la rinforzasse negli insegnamenti di Cristo, Sant’Agostino citò una parabola nel vangelo di Luca. La parabola parlava di un re che aveva preparato un grande banchetto al quale diversi dei suoi invitati non si presentarono; il re allora comandò al suo servo di andare fuori a invitare tutti e di costringerli ad entrare, voleva che partecipassero alla sua grande cena. Il passo dice: “Allora il signore disse al servo: “Va’ fuori per le vie e lungo le siepi e costringili ad entrare, affinché la mia casa sia piena” (Luca 14:23). Sant’Agostino interpretò questo passo dicendo che il comando del re di “costringerli ad entrare” significasse che il re avesse costretto tutti a partecipare alla sua festa sotto minaccia di morte, di tortura o di violenza. Questo non è altro che una dimostrazione di disperazione esegetica. Tristemente, interpretazioni del genere divennero la norma della base logica del pensiero agostiniano.

E’ il nostro desiderio che tutti noi che proclamiamo di seguire Gesù lo facciamo veramente dichiarandolo e considerandolo il nostro Signore e non soltanto il nostro Salvatore. Vorremmo chiamare il corpo di Cristo al pentimento. Il mondo cristiano di oggi è influenzato grandemente dal cambiamento costantiniano. Dovremmo lavorare per poter acquisire la prospettiva giusta cercando di scrollare via l’influenza di un pensiero che è stato protratto per secoli; un pensiero che ha eclissato gli insegnamenti di Gesù. Invitiamo tutti i cristiani a rifiutare il cristianesimo costantiniano, in particolare è un invito rivolto ai nostri fratelli protestanti che dichiarano di voler seguire la Bibbia. Questa chiamata non consiste nell’allontanarsi da una denominazione per unirsi ad un’altra o di lasciare la propria chiesa per unirsi alla nostra ma di rigettare un’ideologia che purtroppo ha invaso gran parte del mondo cristiano: l’ideologia della guerra giusta. Cerchiamo tutti di approfondire gli insegnamenti di Cristo e lasciare che essi divengano la nostra guida. Siamo disposti a seguirli?

E’ possibile che tanti pur avendo approfondito gli insegnamenti di Gesù non divengano dei pacifisti e se questo è il caso, pazienza…ci saremmo al meno radunati attorno l’autorità di Cristo dichiarando di desiderare di avere il coraggio di seguirLo ovunque Egli ci guidi, liberi dal pensiero agostiniano.

Solo in questo modo potremo unirci ed essere d’accordo che solo Gesù è Signore e non la filosofia, la politica, le tradizioni o l’impulso naturale dell’autoconservazione. Gesù ha detto: “Ora, perché mi chiamate, “Signore, Signore”, e non fate quello che dico?” (Luca 6:46). L’autorità di Gesù e la Sua signoria sono state il grido di battaglia della Prima Chiesa: “poiché se confessi con la tua bocca il Signore Gesù, e credi nel tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato” (Romani 10:9). Questo non è un invito ad abbracciare Gesù come Salvatore ma piuttosto ad accettarlo come Signore e a sottomettere la propria vita a Lui. La buona novella è che se lo accettiamo come Signore e lo seguiamo, Lui diventa anche il nostro Salvatore. Invece di invitare le persone a fare una preghiera e ad accettare un dono gratis accettando Gesù come Salvatore e poi forse accettarlo come Signore della loro vita, Gesù ha chiesto di seguirLo. La chiesa per molti aspetti non ha dato un buon esempio di cosa significa essere seguaci di Cristo, ammettiamolo.

Se questa serie ci aiuta a realizzare che esiste un modo diverso e semplice di interpretare gli insegnamenti di Gesù che peraltro era l’interpretazione originale della Prima Chiesa, è davvero qualcosa di entusiasmante! Sottomettiamoci all’autorità di Cristo! Se invece siamo dei credenti che per un motivo o per un altro abbiamo fuorviato facendo un dio della comodità e della sicurezza personale, questa è una buona occasione per pentirci! Se invece siamo delle persone convinte dell’importanza di questo messaggio, vi incoraggiamo a condividerlo con gli altri!

Vorrei concludere con un invito a dedicarci a Gesù sottomettendo la nostra vita a Lui come il nostro Signore e a chi lo ha già fatto di rinnovare il suo impegno. Rendiamoci conto che quando dichiariamo che Gesù è Signore come la Prima Chiesa stiamo dichiarando che Lui è Colui che ha il diritto di dirci cosa fare. “Allora Tommaso rispose e gli disse: «Signor mio e Dio mio!»” (Giovanni 20:28), Gesù accettò queste sue parole di lealtà.

Preghiera: Gesù, tu sei mio Dio e mio Signore, Colui che adoro e seguo. Ti prego di donarmi il coraggio per seguirti ovunque mi guiderai. Nel nome di Gesù, amen.