Questo studio è una chiamata ai cristiani a pentirsi. Speriamo che possa incoraggiare le chiese che proclamano di seguire Gesù a chiederGli scusa. Sono delle riflessioni che ci aiuteranno a spazzare via delle scusanti per non aver obbedito alle Sue parole e che ci richiamano alla centralità degli insegnamenti di Cristo. Il nostro scopo è modesto: incoraggiare le persone che sostengono di seguire Gesù a seguirLo davvero e a sottomettersi ai Suoi insegnamenti.

«Voi avete udito che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico: Non resistere al malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra, e se uno vuol farti causa per toglierti la tunica, lasciagli anche il mantello. E se uno ti costringe a fare un miglio, fanne con lui due. Dà a chi ti chiede, e non rifiutarti di dare a chi desidera qualcosa in prestito da te. Voi avete udito che fu detto: “Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico”. Ma io vi dico: Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano, e pregate per coloro che vi maltrattano e vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro, che è nei cieli, poiché egli fa sorgere il suo sole sopra i buoni e sopra i malvagi, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Perché, se amate coloro che vi amano, che premio ne avrete? Non fanno altrettanto anche i pubblicani? E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno altrettanto anche i pubblicani? Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro, che è nei cieli» (Matteo 5:38-47).

La maggior parte del mondo cristiano oggi ritiene che gli insegnamenti di Gesù riguardo alla pace siano dei bei concetti ma che non si applichino al mondo attuale. Desideriamo approfondire questo tema per rendere chiaro che noi al contrario riteniamo che ogni cristiano dovrebbe fare del suo meglio per vivere questi insegnamenti perché sono il cuore del suo messaggio. Vorremmo che le persone venissero a conoscenza dell’esistenza di un fresco movimento di persone che sostengono che Gesù parlasse sul serio riguardo a questo tema e che ritengono che i cristiani dovrebbero seguire ciò che ci ha insegnato. Sappiamo bene che alcuni all’interno della nostra comunità di fede così come anche tante altre persone che ci seguono appartenenti ad altre chiese non la pensano in questo modo. Stiamo parlando di persone di fede dedicate che amano Dio ma che appoggiano la veduta della guerra giusta e non sono d’accordo con la veduta pacifista che abbracciamo come movimento. Alcuni sono membri della nostra comunità e svolgono dei mestieri non consoni con i credi pacifisti e fanno parte delle forze dell’ordine, dell’esercito o fanno parte del governo. Perciò, c’è da rendere chiaro dall’inizio che siamo felici che essi ci seguano.

Uno dei concetti che cerchiamo di applicare nella nostra comunità di fede è quello di accogliere le persone indipendentemente dalle loro scelte verso le quali potremmo non essere d’accordo. Sarebbe molto più semplice per chi non ha la veduta pacifista di trovarsi un’altra chiesa dove sentirsi più al suo agio ma il fatto che queste persone continuino a frequentarci nonostante le nostre differenze di veduta è una meravigliosa opportunità per noi di mettere in pratica ciò che affermiamo di credere. La chiesa può benissimo dibattere e non essere d’accordo su diversi temi. Ovviamente sempre affrontandoci come fratelli e sorelle, come famiglia; non cercando di stabilire chi sia il vero cristiano e chi l’eretico. Se siamo credenti che si fuocalizzano su Cristo e la nostra fondamenta è sulla Scrittura allora siamo fratelli e sorelle. Siccome abbiamo quella sicurezza nella fede e non si sta cercando di allontanare chi nella nostra opinione potrebbe essere un eretico, ciò apre le porte ad un confronto tranquillo senza problemi come membri della stessa famiglia e come amici. E’ possibile per un pacifista onorare chi non lo è? E’ possibile rispettare una scelta del genere ma allo stesso tempo non essere d’accordo?

Prima di andare avanti vorrei chiarire che quando affrontiamo il tema della pace nominando “la via della pace” o “chiese che sostengono la pace” intendiamo dal punto di vista cristiano il modo in cui svolgiamo la nostra vita; una disposizione da parte nostra che viene dimostrata tramite uno stile di vita e atteggiamento verso gli altri coerente. La via della pace per noi non ha niente a che fare con un obbiettivo da raggiungere a tutti costi stile Rambo. Per noi la via della pace significa incarnare uno stile di vita dove l’obiettivo si può raggiungere tramite i metodi pacifisti stile Martin Luther King Jr. Scegliamo di non optare per la via della violenza per raggiungere la pace e non pensiamo che il fine giustifichi i mezzi ma piuttosto crediamo che sia possibile ottenere la pace tramite i metodi non violenti.

Il termine “pacifismo” spesso viene mal interpretato da chi non abbraccia questo concetto. Essere pacifista non significa essere passivi, codardi o inattivi. Il termine “pacifista” viene dal verbo “pacificare” che significa adoperarsi per la pace e la riconciliazione in modo attivo e creativo. La pace rappresenta il mezzo da utilizzare non soltanto l’obbiettivo da raggiungere.

Il concetto della “guerra giusta” (che è la veduta che la maggior parte del mondo cristiano abbraccia), sostiene che l’utilizzo della violenza sia giusto in alcuni casi. Dalla nascita della Prima Chiesa il cristianesimo si caratterizzava per essere una fede di natura pacifista. Questo periodo storico (l’era precostantiniana) durò per ben tre secoli, infatti non esiste neanche un singolo documento storico della Prima Chiesa che documenti delle voci contrarie ad un approccio pacifista da parte della leadership cristiana. Questo è degno di nota dato che la leadership della Prima Chiesa aveva delle vedute contrarie su numerosissimi argomenti di fede partendo dalla Trinità, dall’utilizzo delle Scritture e così via. Invece sul tema della pace c’era unanimità di opinione, nessuno aveva mai messo in dubbio gli insegnamenti di Cristo riguardo quel tema. Un secolo dopo Costantino, i cristiani non solo combattevano in guerra ma diventò perfino illegale arruolarsi se non si era cristiano. Un soldato non poteva unirsi all’esercito senza abbracciare la fede perché se non si diventava cristiano non si era degno di fiducia. Come si è potuto passare da una sponda all’altra in così poco tempo?

Per i primi tre secoli la Prima Chiesa viveva i concetti fondamentali insegnati da Gesù ; erano una minoranza e perseguitati, dovevano essere disposti a morire. Essi stavano cercando di vivere la chiamata ad evangelizzare e la verità si diffondeva a macchia d’olio grazie alla bellezza del loro stile di vita contro cultura. Nella prima parte del quarto secolo l’imperatore Costantino affermò di aver avuto una visione che credeva provenisse da Dio. Nella visione gli fu chiesto di precedere le proprie truppe dal labaro imperiale con il simbolo cristiano del chi-rho, detto anche monogramma di Cristo, formato dalle lettere XP (che sono le prime due lettere greche della parola ΧΡΙΣΤΟΣ cioè “Christòs”) sovrapposte e anche di dipingerlo sugli scudi dei soldati. Secondo la visione, se avesse dato ascolto a quel messaggio avrebbe vinto la battaglia perché “in (sotto) questo segno vincerai”. Costantino la prese a cuore e vinse la battaglia.

Quell’evento fu il primo episodio nella storia dove Cristo e la violenza furono associati, un atto simile a quello delle culture pagane desideravano che il dio più potente fosse dalla loro parte. L’anno successivo, Costantino legalizzò il cristianesimo. I leader cristiani assunsero posizioni di potere e l’imperatore investì grandi quantità di risorse economiche nella chiesa. Settanta anni dopo il cristianesimo diventò la religione ufficiale dell’impero romano. Non essere cristiano diventò illegale ad eccezione degli ebrei ai quali fu concesso di continuare a seguire la loro religione come sempre. L’anno dopo questo avvenimento fu eseguita per la prima volta l’esecuzione di una persona non credente. In quell’istante si passò all’altra sponda e i cristiani da perseguitati iniziarono a comportarsi come i pagani e a perseguitare.

Ciò che accadde è stato qualcosa di anormale. Ricordiamo che quando Satana offrì a Gesù tutti i regni del mondo e tutto il potere (Luca 4), Lui lo rifiutò scegliendo la difficile e lenta via del calvario. Quindi, Gesù e gli autori del Vangelo avevano compreso che la tentazione di impossessarsi del potere non provenisse da Dio. Dopo Costantino, dei grandi uomini di fede come Sant’Agostino, Eusebio e diversi padri della chiesa iniziarono a sostenere che Dio avesse dato loro il potere per governare il mondo. Sant’Agostino incoraggiò la chiesa a utilizzare la spada sostenendo che se Dio gliela aveva data allora era ovvio che dovevano adoperarla per la Sua gloria. I cristiani in quel momento decisero di conquistare il mondo con la forza lasciando da parte la via del loro Messia crocifisso. Diventarono dei soldati come tutti gli altri a differenza del fatto che dichiaravano di combattere nel nome di Cristo.

Non credo che chi abbraccia il pensiero della guerra giusta cerchi di ignorare in modo cosciente la parte delle Scritture dove Gesù ci incoraggia ad amare i nostri nemici. Riteniamo che esista una tradizione molto antica di indottrinamento che impedisce a molti fratelli cristiani di vedere la verità. Non si é compreso l’importanza della centralità degli insegnamenti di Cristo nel vangelo sulla non-violenza, sulla pace e sull’amare i nostri nemici. Per noi, sostenere i principi della non-violenza rappresenta la prova più evidente che non esiste null’altro più contrario alla nostra natura caduta che l’amare i nostri nemici quando la nostra vita è a rischio. La massima dimostrazione dell’amore di Cristo è quella di dare la propria vita per i nostri nemici.

Nell’era precostantiniana le comunità cristiane si radunavano attorno ad un concetto fondamentale denominato “patientia” in latino. Il termine “patientia” significa “pazienza” e anche “resistere al male per non commetterlo”, un concetto all’opposto confronto a quello di “commettere il male per non dover soffrire”. La chiesa era unita nell’insegnare che i cristiani dovrebbero fare qualsiasi cosa per evitare di uccidere perché ciò avrebbe distrutto la testimonianza di Cristo. Dare la vita per una causa veniva incoraggiato invece togliere la vita ad un altro essere umano per una causa, qualunque essa fosse non si doveva mai fare. Morire, soffrire ed amare i nemici mentre la propria vita si estingueva veniva considerato una delle testimonianze più forti della natura trasformativa del Regno di Cristo all’opera nei nostri cuori. . Perché si dovrebbe combattere per cercare di preservare la propria esistenza?

La parola “martire” che nei nostri giorni ha acquisito il significato di “qualcuno che muore per la propria fede” in realtà sifnifica “testimone”. La Prima Chiesa sosteneva che uno dei modi migliori di dare la propria testimonianza era quella di morire per la fede amando i nemici e perciò divenne la forma di testimonianza più alta. Esistono diversi testi antichi cristiani che lo confermano come il seguente testo di Origene di Alessandria, teologo e filosofo greco antico: “Noi non prendiamo più la spada contro nessun altro popolo e non impariamo più a fare la guerra; Gesù ci ha fatti diventare figli della pace; è Lui il fondatore delle nostre leggi” [Origene, Contro Celso, V]. Tertulliano, scrittore romano e apologeta cristiano disse: “E parteciperà ad una battaglia il figlio della pace, per il quale sarà sconveniente anche il solo litigare? Infliggerà arresti, carcere, torture e supplizi chi non può vendicare neppure le offese fatte a lui stesso?” (Tertulliano +230) “Il fatto di portare il nome stesso (del cristianesimo) dal campo della luce al campo delle tenebre significa violarlo” (Tertulliano).Ippolito di Roma disse: ” L’ufficiale che ha il potere di vita o di morte o il magistrato rivestito di porpora, (porpora era il colore che indossavano le persone di potere) o si dimetterà o sarà scomunicato.” Qui Ippolito stava riprendendo i cristiani esprimendo che erano arrivati al punto di dover chiedere a coloro che facevano parte dell’esercito o del governo di lasciare la chiesa. Questo era il modo in cui applicavano gli insegnamenti di Gesù nei primi tre secoli. Arnobio, retore e apologista cristiano disse: “E’ meglio subire ingiustizia piuttosto che farla, meglio che sia versato il nostro sangue medesimo piuttosto che macchiare le nostre mani e le nostre coscienze col sangue di un’altra persona”. Lattanzio (Africa, 250 circa – Gallie, dopo il 317), è stato uno scrittore, retore e apologeta romano di fede cristiana. Lui disse: “Non fa nessuna differenza mettere a morte una persona da spada o da parola dato che l’atto stesso di mettere a morte è vietato”. Qui Lattanzio si riferiva all’atto di uccidere qualcuno fisicamente come quando uno è nell’esercito o mettere a morte qualcuno con la parola nei panni di giudici o come parte del governo facendo delle scelte di natura belica, entrambi mestieri erano fortemente vietati nella Prima Chiesa. Lattanzio fu anche il tutore di Crispo, figlio dell’imperatore Costantino. “Quando Dio ci vieta di uccidere ci vieta anche di commettere brigantaggio che non è permesso dalle leggi pubbliche ma ci avverte che neanche quelle cose che sono considerate lecite tra gli uomini dovrebbero essere commesse. Perciò in questo comandamento di Dio non è ammessa nessuna eccezione alla regola che uccidere un’altra persona considerata una creatura sacrosanta agli occhi di Dio sia sempre sbagliato.” (Lattanzio).

Dall’era costantiniana in poi la storia della Prima Chiesa cambiò e venne introdotta una nuova veduta. Il pacifismo da quel momento fu considerato demoniaco come dimostrato dalla seguente citazione: ““Quando le persone affermano erroneamente che non è lecito prendere la spada fisica o andare in battaglia per combattere i nemici della chiesa, questo non è altro che il diavolo che cerca di attaccare il cuore del vostro Ordine”, (Giacomo de Vitry, vescovo). “Non vergognarti mai di prendere la spada o sposa celeste contro gli eretici perché il Dio che ha santificato le azioni compiute dalle braccia del re Davide vive ancora”: (Giovanni di Mantova) Quello che si trova in gran parte degli scritti di quell’epoca è che la focalizzazione si spostò dagli insegnamenti di Cristo e dal Suo esempio a quello di altre figure dell’Antico Testamento dove la violenza veniva utilizzata per stabilire il regno fisico di Israele e per difenderlo. Perciò personaggi dal calibro del re Davide, Giosuè ed altri personaggi biblici come loro, divennero gli eroi della fede e Gesù…. fu lasciato da parte.