La storicità del Nuovo Testamento. Parte 2

Obiezione #2 Il Gesù storico è esistito, ma i dettagli della sua vita rimangono un mistero.​

Risposta: Gary Habermas, storico, filosofo e teologo statunitense ha compilato un riassunto riguardo i dettagli della vita di Gesù tratti da diversi (oltre una dozzina) documenti secolari storici. Dall’informazione contenuta in quel riassunto si può concludere che Cristo è il Messia, perché si scopre che Gesù è la Parola di Dio rivelata, e tutto ciò proviene da fonti non cristiane. Non si sa molto riguardo l’infanzia di Gesù o tanti altri particolari sulla Sua vita ma non importa, perché si può comunque dedurre da fonti secolari extra bibliche, che qualcosa di miracoloso successe su quella croce tramite la Sua morte e che Lui era il Messia; Gesù aveva il dono della guarigione e dava dei segni da dedurre che fosse l’unto di Dio.

Obiezione #3 Gesù è stato un grande maestro e niente di più.

Risposta: La verità è che Gesù non solo è stato un grande maestro. La Sua “chiamata messianica” fu ciò che diede inizio a tutto ed è stata il punto di partenza dei Suoi insegnamenti. Tutto ciò che Lui insegnava aveva radice su quella chiamata, i documenti storici secolari confermano questa evidenza; si menziona il fatto che Gesù sia stato un grande insegnante, ma il principale focus è incentrato su di Lui come Messia, il leader che era stato promesso al popolo ebraico. Il dibattito teologico era tutto incentrato su questo! Perciò, tutti gli storici secolari, storici cristiani e le fonti ostili provenienti da una prospettiva ebraica alla figura di Cristo del mondo storico antico, concordano sulla questione che il punto di scontro riguardo la Sua figura era, che Lui si dichiarasse di essere il Messia.
Nell’interpretazione moderna tanti pensano che Gesù fosse solo stato un grande maestro paragonabile a tanti altri, ma nessuna fonte storica lo ha mai sostenuto.

Obiezione #4 La Bibbia e specificamente il Nuovo Testamento fu scritto troppo lontano dal tempo di Gesù e perciò non ci si può fidare di esso. Il Nuovo Testamento fu scritto nel 300 d.C. quando qualcuno decise di mettere per iscritto ciò che ricordava sulla persona di Gesù.

Risposta: I vangeli canonici furono scritti prima della fine del I secolo d. C. ed è un fatto storico documentato che le epistole (le lettere dell’apostolo Paolo) furono completate entro l’anno 60 d. C.
Se non si prendessero in considerazione i vangeli e si analizzassero soltanto le epistole dell’apostolo Paolo già scopriremmo che l’apostolo confermò la morte e la risurrezione di Cristo. Ricordiamo che lui era stato un rabbino convertito, grazie alla sua interazione con il Cristo risorto. Nella seconda lettera ai Corinzi dell’apostolo Paolo (2 Corinzi 3:14) lui fece il primo riferimento alla Bibbia ebraica chiamandola il Vecchio Patto. Quel periodo storico fu un periodo di transizione per gli ebrei perché stavano realizzando che ciò che loro chiamavano Scrittura in quel momento faceva parte del Vecchio Patto, parte dell’Antico Testamento. Quindi la Prima Chiesa riteneva che le lettere dell’apostolo Paolo fossero parte del Nuovo Patto, del Nuovo Testamento.​

“Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù il Nazareno, uomo accreditato da Dio tra di voi per mezzo di potenti operazioni, prodigi e segni che Dio fece tra di voi per mezzo di lui, come anche voi sapete” (Atti 2:22). Questa affermazione documentata dall’apostolo Pietro era la posizione che la Prima Chiesa aveva riguardo la figura di Cristo. Riguardo la tradizione della Santa Cena o Comunione l’apostolo Paolo disse:​”Poiché io ho ricevuto dal Signore ciò che vi ho anche trasmesso…” (1 Corinzi 1123). L’apostolo Paolo di solito non si esprimeva in quel modo utilizzando queste parole: è interessante però sapere che quel tipo di affermazione era molto comune tra gli scritti rabbinici. Era l’espressione che veniva utilizzata per tramandare alle generazioni successive l’insegnamento dato e quindi una tradizione ufficiale accettata. L’apostolo Paolo scrisse le lettere ai Corinzi abbastanza presto nella storia della Chiesa (55 d. C.) e già a quel tempo si affermava che la tradizione della Santa Cena o Comunione sarebbe divenuta una tradizione da tramandare nel tempo; questo una ventina d’anni dopo la morte di Cristo. Questa tradizione si collega successivamente ai vangeli, dove si trova l’inizio di quel rituale introdotto a noi da Gesù stesso, dimostrandone la Sua storicità. La stessa formula di parole si trova anche in altri due versi in 1 Corinzi 15:3, 8.

Perciò i vangeli di Giovanni, Matteo e Marco esprimono il pensiero degli apostoli stessi. L’apostolo Matteo scrisse il vangelo di Matteo, l’apostolo Giovanni scrisse il vangelo di Giovanni.
Papia di Ierapoli, noto anche come Papia di Gerapoli (Anatolia, 70-130 ), è stato un vescovo greco antico, secondo la tradizione cristiana e uno dei padri della Chiesa. La testimonianza sul vangelo di Marco è la seguente: «Marco, interprete di Pietro, riferì con precisione, ma disordinatamente, quanto ricordava dei detti e delle azioni compiute dal Signore. Non lo aveva infatti ascoltato di persona, e non era stato suo discepolo, ma, come ho detto, di Pietro; questi insegnava secondo le necessità, senza fare ordine nei detti del Signore. In nulla sbagliò perciò Marco nel riportarne alcuni come li ricordava. Di una sola cosa infatti si preoccupava, di non tralasciare alcunché di ciò che aveva ascoltato e di non riferire nulla di falso,» (Papia, citato in Eusebio, Storia ecclesiastica, libro III, capitolo 39, 15, Vol. I, p. 191). Quindi Marco era l’interprete, segretario e traduttore dell’apostolo Pietro e si occupava di scrivere i suoi pensieri dato che l’apostolo non conosceva la lingua greca. Quindi nel Nuovo Testamento si possono constatare l’origine delle tradizioni tramandate nel tempo, fatto che non è riscontrabile con nessun’altra figura storica antica.

Obiezione #5 Il contenuto del Nuovo Testamento non è altro che propaganda religiosa, di storia ce n’e ben poca. Questo perché è ovvio, che gli autori avessero scritto inserendo i loro preconcetti.

Risposta: E’ importante capire che ogni storico abbia la sua interpretazione dei fatti storici e di solito scrisse con l’intenzione di giustificare qualche evento come spesso accadde nei documenti storici antichi.
Un buon esempio è il caso di Giuseppe Flavio, una volta che si comprese la sua situazione e con quale propensione scrivesse i fatti, ciò non significa che i suoi scritti dovrebbero essere scartati, ma che dovrebbero essere valutati tenendo in considerazione la sua faziosità. Lo stesso si applica a personaggi come Erodoto, Publio Cornelio Tacito e tanti altri, persone con grandi pregiudizi ma considerati degli ottimi storici nonostante tutto.
Qual’era il pregiudizio degli apostoli, autori dei vangeli? Essi avevano conosciuto Gesù, credevano che fosse il Messia e desideravano comunicarlo a tutti. E’ praticamente impossibile scrivere senza esprimere una propria idea anche nei nostri giorni.

Alcune scoperte archeologiche storiche sono le seguenti:

• L’iscrizione di Nazaret

• L’iscrizione di Pilato

• La piscina di Siloe o Siloam (Giovanni 9) e la Piscina di Betzaeta (Giovanni 5)

• Ossario di Caifa

La scoperta dell’ossario di Caifa è stata sottoposta ad un pesante revisionismo storico. Nel dicembre del 1990, nella Peace Forest, vicino North Talpiyyot, quartiere di Gerusalemme, durante la costruzione di un parco di divertimento, fu scoperta una grotta funeraria del periodo del Secondo Tempio casualmente trovata da due operai che eseguivano uno scavo. La grotta conteneva 12 ossari, dei quali solo 6 intatti, con evidenti segni di manomissione da parte di ladri inseriti all’interno di diversi loculi nel muro. In un ossario, all’interno del teschio di una donna, è stata trovata una moneta di Re Erode Agrippa I, risalente agli anni 42-43. Il metodo del carbonio-14 , la moneta, i cocci trovati sparsi e la fattura dei motivi decorativi di cinque ossari su sei, hanno confermato la datazione della tomba al I secolo d.C.​
La pratica di posare il cadavere all’interno di una grotta per due anni e dopo la sua decomposizione recuperare le ossa per poi deporli all’interno di una specie di baule di pietra fu eseguito soltanto nel I secolo d.C.
Si trattava di un modo efficace salva-spazio di seppellire i defunti perché in quei giorni il popolo d’Israele temeva che non avessero avuto abbastanza terreno per i loro cimiteri.
Uno degli ossari si distingueva dagli altri per la magnificenza delle decorazioni e per lo stile fuori dal comune. La decorazione si trova su uno dei lati lunghi dell’ossario; ci sono due grandi cerchi con dei motivi floreali simmetrici, uniti tra loro da un anello. Ogni cerchio contiene sei piccole rosette disposte a spirale, separate da un motivo floreale dipinto di arancione, identico al motivo tra i due cerchi. Qualcosa da tenere presente, perché decorazioni di quel tipo non erano comuni e perciò indicavano che contenessero i resti di persone importanti. Su uno dei lati dell’ossario è inciso questo nome: “Yehosef bar Kayafa”, traducibile alla lettera come “Giuseppe figlio di Caifa”. Tutti gli indizi portano quindi gli archeologi ad identificare il sessantenne “Yehosef bar Kayafa”, sepolto nello splendido ossario, con Giuseppe detto Caifa, di cui parlano Flavio Giuseppe ed i Vangeli. Una scoperta importantissima perché erano i resti del primo personaggio del Nuovo Testamento mai recuperati prima. Incredibile, perché rimase una scoperta importantissima pochissimo citata.

A titolo di completezza è necessario segnalare che lo studioso E.Puech ha contestato l’attribuzione dell’ossario a Caifa sulla base delle seguenti considerazioni:

In nessuna parte del sepolcro compare la parola “sacerdote”.

La tomba é troppo piccola per essere considerata di alto livello sociale.

Le numerose ossa di bambini fanno pensare ad un’alta mortalità infantile che non si addice alle famiglie aristocratiche.

Alle argomentazioni di Puech si può ribattere con queste osservazioni:

La tomba non era fastosa, ma nemmeno comune e non poteva appartenere ad una famiglia ebraica media. L’assenza di ornamenti poteva essere voluta.

A fronte di un solo Giuseppe Caifa nel Nuovo Testamento e in Flavio Giuseppe, senza paralleli nella letteratura rabbinica, quella esaminata è l’unica iscrizione riferita ad un tale Giuseppe Caifa su oltre 1000 ossari rinvenuti in Palestina.

La camera sepolcrale si trova in prossimità della zona dove, secondo le indicazioni di Giuseppe Flavio si trovava il monumento sepolcrale dedicato al sommo sacerdote Anna, suocero di Caifa:

«​ ​ ​ ​ ​ All’inizio…il sito del suo campo, egli [Tito] ha diretto il muro verso la zona inferiore della Città Nuova, e da lì attraverso il Chedron al Monte degli Ulivi; poi, piegando verso sud, ha cinto il monte per la roccia chiamata Peristereon e la collina contigua che sporge sulla gola di Siloe. Da lì, ruotando verso ovest, il muro scendeva nella Valle della Fontana, e poi saliva al monumento funebre di Ananus [Anna] il sommo sacerdote…. »

(Guerra giudaica 5:504-505)

La scoperta della tomba di famiglia di Caifa fu pubblicata da Zvi Greenhut, dell’Autorità per le Antichità d’Israele. L’ossario di Caifa attualmente è custodito al Museo della Israel Antiquities Authority a Gerusalemme.

Obiezione #6 I vangeli sembrano avere valore storico ma esistono tantissime contraddizioni; non documentano la stessa storia nello stesso modo.

​Risposta:
L’evidenza più forte dell’autenticità dei vangeli come documenti storici è proprio quello. Tutti riportano lo stesso evento in modi diversi. Una delle prime argomentazioni che gli storici potrebbero utilizzare per scartare la Bibbia come documento storico sarebbe se i vangeli dicessero la stessa cosa utilizzando lo stesso linguaggio e le stesse frasi e se fossero tutti allineati. Ciò dimostrerebbe che essi vennero manipolati e fossero frutto o dell’opera di un comitato o di un singolo individuo che cercava di raccontare il fatto spacciandosi per 4 diversi autori.​ Il fatto che lo stesso evento venne raccontato da diverse angolature, dimostra e aggiunge credibilità dal punto di vista accademico, quindi, le cosiddette contraddizioni in realtà sono una dimostrazione della storicità dei vangeli.

Obiezione #7 Gli originali del Nuovo Testamento non sono stati mai ritrovati quindi non si può credere a nulla dato che esistono soltanto delle copie.

Risposta:
Come mai questa argomentazione non viene mai fatta riguardo ad altri personaggi storici come il Buddha? I manoscritti più antichi riguardo la sua persona e i suoi insegnamenti risalgono a 500 anni dopo la sua esistenza. Il numero di copie dei documenti storici che si possiedono sono importanti perché è l’unico modo che si ha per verificare se il documento fu tramandato nel tempo e copiato nel modo giusto. Esistono 643 copie dei documenti storici di Omero, da dieci a cinquanta di tanti altri personaggi storici e 5000 copie del Nuovo Testamento con le prime datate 100 anni d. C. Nessun altro documento storico antico è stato attestato e confermato così tanto come il Nuovo Testamento. Quindi questa obiezione non ha molto peso perché non esistono gli originali di nessun documento antico perché non erano scritti su materiale che durava nel tempo, l’unica eccezione era ciò che veniva inciso sulla roccia. Qualcosa che si faceva nel caso dei re o dei conquistatori cosa che Gesù non era perché non apparteneva a quella categoria dato che il Suo Regno era di natura spirituale.

Obiezione #8 I miracoli non esistono perciò nonostante l’evidenza storica, ciò fa del Nuovo Testamento un documento non storico a causa del suo contenuto.

Risposta:
I cristiani spesso vengono accusati di essere persone di fede cieca ma la realtà è che esistono poche persone che non abbiano dei preconcetti. I miracoli attestano come Dio abbia operato o intervenuto in modo soprannaturale in una situazione della vita normale. Quindi, non c’è da meravigliarsi se non si sia mai sperimentato un miracolo dato che non si tratta di una cosa normale. Gesù dimostrava tramite i miracoli che operava che Lui era di certo il Messia.

Quando una persona ci chiede qualcosa è sempre una buona abitudine chiedergli da dove si siano informati. Spesso si scopre che chi formula delle domande non ha fatto una ricerca approfondita e sta chiedendo le cose avendole apprese da diverse fonti o voci non affidabili.

Domande e risposte:

Domanda: La Bibbia dice che negli ultimi giorni la luna non darà più il suo chiarore mentre sappiamo bene che la luna in se non ha luce perché la luce della luna è una riflessione della luce solare. Qual è la vostra opinione riguardo questo?

Risposta: Ricordiamo che la Bibbia ha due autori principali ed è stata scritta sia da una prospettiva celeste sia da una prospettiva umana. Siccome è stata scritta anche da una prospettiva umana ciò ci permette di verificarla tramite dei canali storici normali. Perciò quando in un altro passo biblico parla di come il sole si fermò in mezzo al cielo sappiamo benissimo che il sole non si fermò davvero ma che la terra smise di ruotare. Ma da una perspettiva umana chi visse quel momento lo descrisse dal suo punto di vista. Utilizziamo quel tipo di linguaggio anche noi nella nostra società? Certo di sì, all’alba di solito diciamo che il sole sorge e che alla sera tramonta quando in realtà il sole resta fermo perché è il nostro modo di descrivere come percepiamo quei momenti e non ci esprimiamo in termini scientifici sempre in ogni momento. Quindi quando nella Bibbia dice che la luna non darà più la sua luce non penso che ciò ci dovrebbe spaventare perché non sappiamo bene cosa intenda.

Domanda: Si parla dei vangeli e dei libri della Bibbia spesso, ma la mia domanda è: chi ha scelto di includere quei libri? Se sono stati scelti tramite un comitato umano, come facciamo a fidarci di quella procedura? Intorno al 397 d.C. c’è stato un concilio dei leader della chiesa, sono stati loro a decidere quali libri includere nella Bibbia? La chiesa cattolica fece quella decisione perciò sono loro che dovrebbero avere autorità al di sopra delle Scritture, non pensi?

Risposta: Quello che crediamo sia una prospettiva più accurata è che le Scritture siano state ricevute dalle comunità cristiane subito dopo essere state scritte. Il concilio della chiesa molto più tardi si limitò a rendere ufficiale una decisione che era già stata presa a livello organico dalle comunità di fede cristiane stesse. Esiste evidenza che ognuno dei vangeli fu ricevuto dalle comunità di fede immediatamente e accettati come Scrittura dall’inizio. L’apostolo Paolo cita gli scritti dell’evangelista Luca affermando che sarebbero dovuti essere considerati Scrittura. Papia, storico e padre della chiesa sostenne che Marco fu l’interprete, traduttore e segretario dell’apostolo Pietro. Ogni vangelo possiede dell’autorità apostolica a eccezione del vangelo di Luca che sarebbe da considerare un libro storico ma l’apostolo Paolo lo affermò come Scrittura. Uno potrebbe contestare il fatto che l’apostolo Paolo non sia stato in realtà un apostolo vero. Lui potrebbe essere stato un individuo affetto da deliri schizofrenici che si introdusse nelle comunità cristiane affermando di aver avuto una visione di Gesù. Se crediamo che gli apostoli originali avessero il discernimento promesso a loro da Cristo tramite lo Spirito Santo allora il fatto che l’apostolo Pietro scrisse in riferimento agli scritti dell’apostolo Paolo esprimendo che fossero Scrittura possiamo comprendere che la Prima Chiesa accettasse gli scritti dell’apostolo Paolo. Sia gli apostoli, che l’apostolo Paolo confermavano i loro scritti. Ricordiamo che la Bibbia in sé non esisteva e ognuno dei libri era un documento separato. Questo fu uno dei motivi per cui ci volle del tempo per radunarli tutti in un luogo dato che erano sparsi nelle comunità di fede in diverse nazioni e continenti. Tutti i documenti o libri contenuti nella Bibbia originalmente furono accettati dalla prima generazione di cristiani subito dopo essere stati scritti.

Conclusione: Vorrei menzionare che un’obiezione alla quale non siamo in grado di rispondere è quando le persone fanno finta di ascoltare ma in realtà non ascoltano per nulla. Tanti formulano delle domande che in realtà non sono domande vere perché alla fine non sono interessati a trovare delle risposte. “Perciò vi faccio sapere che nessuno, parlando per lo Spirito di Dio, dice: «Gesù è anatema»; e che altresì nessuno può dire: «Gesù è il Signore», se non per lo Spirito Santo.” (1 Corinzi 12:3). Con questo intendeva dire che nessuno può esprimere di voler dedicarsi a Gesù e seguirLo a meno che lo Spirito Santo glielo permettesse.

Preghiera: Padre Celeste, grazie che non siamo sotto il peso di dover convincere nessuno per forza. Ti ringrazio perchè quello è il Tuo compito. Prego per chi legge questo messaggio e non è ancora al punto di ricevere tutto e di seguire Te e di accettarti come Signore, prego che Tu continui a lavorare nella sua vita. Non è compito nostro dover convincere di dedicarsi a Te. Prego che possano sentire la Tua voce e che possano avere il coraggio di rispondere. Prego per noi, che possiamo anche noi avere il coraggio di parlare di Te agli altri, di condividere e di invitarli a​ partecipare insieme a noi e a comunicare le Buone Novelle del Tuo Regno. Nel nome di Gesù, amen.