La Bibbia: la storicità del vecchio testamento. Parte 1

La storia del re Davide è un ottima fonte d’ispirazione. Lui era un semplice pastorello che sapeva suonare l’arpa e cantare e grazie alla sua dote fu introdotto da ragazzo alla corte del re di Israele chiamato Saul. Il re Saul era tormentato e la sua storia di possessione demoniaca è tra le prime storie di esorcismo che siano mai state documentate. Davide fece uso della musicoterapia. Suonava e cantava e grazie alla potenza di Dio in lui fu in grado di alleviare il dolore del povero re Saul.
A seguito analizzeremo il racconto del re Davide con uno sguardo critico. Di solito le persone che hanno un semplice dono non danno mai nell’occhio e non hanno delle grandi opportunità come nel suo caso. Un’altra “coincidenza” è che quando Davide fu portato alla presenza del re, Israele stava affrontando la difficile situazione con i filistei. Il gigante Golia sfidò l’esercito israelita a mandare il loro migliore combattente a battersi con lui dicendo che l’esercito al quale apparteneva il vincitore avrebbe vinto la battaglia. Gli israeliti erano troppo impauriti e così Davide sfidò Golia e vinse. La morale che di solito si insegna dopo questa storia è che possiamo avvalerci del nostro piccolo dono qualunque esso sia e se amiamo Dio, possiamo diventare il Suo strumento. Qualsiasi “Golia” si presenti nella nostra vita possiamo conquistarlo perché Dio è con noi. Bello, vero? Questa storia è piena di significato e valore ed è una fonte d’incoraggiamento per tanti. Il problema sta nel fatto che pochi si chiedono se questa storia sia accaduta veramente o no. In questo caso quando ci si pone quel tipo di domanda si devono affrontare diversi fatti che mettono questo evento in discussione. Nella nostra società pervade una cultura pragmatica, perciò quando qualcosa ci è utile e adempie i nostri bisogni spesso concludiamo che non sia necessario andare oltre per cercare di capire se quel qualcosa sia vero o no. La Bibbia ci incoraggia a verificare se ciò che leggiamo sia vero. Questo punto è importante perché il messaggio contenuto nella Bibbia ci comunica che se questi eventi sono accaduti davvero allora dovremmo essere incoraggiati sapendo che Dio, un essere reale adempie le Sue promesse e i nostri bisogni tramite Gesù di Nazareth. Quindi, per far sì che quel messaggio sia credibile bisogna che quel messaggio sia vero. Non si tratta soltanto di cercare delle allegorie o delle metafore da cui trarre dei bei insegnamenti per la nostra vita, qualcosa che si può trovare in qualsiasi religione. Esistono un’infinità d’insegnamenti validi negli scritti di Buddha, Zoroastro, nella mitologia greca e romana e così via. Il messaggio onnicomprensivo contenuto nella Bibbia è il seguente: questo Dio è stato attivo lungo la storia fedelmente accanto il Suo popolo. Tanti non desiderano porsi la domanda se la Bibbia sia vera o no.
Tornando alla storia del re Davide cerchiamo di analizzarla bene. Il primo fatto è che non esistevano degli strumenti musicali descritti nel testo che parla di lui. L’arpa, il flauto, la lira ed altri strumenti musicali menzionati nel libro dei salmi non erano ancora stati inventati; la sua invenzione avvenne centinaia d’anni dopo. Lo so, è uno shock.
Fino alla scoperta dei cimiteri filistei nel 2016 nella periferia della città di Ashkelon in Israele, gli studiosi ritenevano che i filistei fossero un popolo mitologico. La descrizione dell’esercito filisteo nel libro di Samuele (1 Samuele 16, 17) è interessante. Leggiamo che essi indossavano armature di bronzo ed erano molto abili nella metallurgia e nel forgiare delle armi da guerra, armi che tra l’altro anche in questo caso furono inventate centinaia d’anni dopo. Sembrava che gli israeliti stessero cercando di descrivere i filistei come i “cattivi” del momento. Il re Davide stesso era in discussione secondo gli archeologi perché non esistevano delle prove archeologiche che dimostrassero la sua esistenza e perciò molti credevano che fosse stato un personaggio mitologico anche lui.
Il primo libro di Samuele nella Bibbia ha descritto dei fatti storici precisi. Quindi non si comprendeva come mai abbia descritto un popolo che non esisteva con certi talenti che non possedevano e degli strumenti che il popolo d’Israele presumibilmente suonava non ancora inventati. Secondo gli studiosi la storia del re Davide fu inventata e inserita in un contesto storico passato ma chi lo fece sbagliò raccontando dei fatti che non potevano essere veri dal punto di vista storico. Il re Artù della tavola rotonda e il re Davide avevano qualcosa in comune: non esisteva evidenza storica della loro esistenza. Questo fu un fatto storico vero fino a quando una squadra di archeologi nell’estate del 1993 in Israele diretta dal prof. Avraham Biran, ha liberato dai detriti un’area fuori della porta cittadina dell’antica Dan. Hanno scoperto un piazzale lastricato e hanno estratto con facilità una pietra di basalto nero che sporgeva da terra. Quando la pietra è stata rigirata, alla luce del sole pomeridiano sono apparse chiaramente delle lettere incise. L’ iscrizione risalente al IX secolo a.C. menziona sia la ‘casa di Davide’ che il ‘re d’Israele’. Fu la prima volta che il nome Davide fu rinvenuto in un’antica iscrizione extrabiblica. Il fatto che l’iscrizione non si riferisse ad un ‘Davide’ qualsiasi, ma alla casa di Davide, la dinastia del grande re israelita, è ancor più straordinario e ha cambiato il parere degli studiosi riguardo alla sua figura.
Riguardo agli strumenti come l’arpa, i flauti e tanti altri, è emersa evidenza della loro esistenza centinaia d’anni prima del regno del re Davide; un fatto che lasciò gli studiosi perplessi perché non si aspettavano che a quel tempo avessero l’abilità per fabbricarli.
La scoperta di quattro città filistee delle cinque menzionate nel libro di Samuele (1 Samuele 6:17) è stata veramente affascinante anche perché gli scavi rivelarono che quel popolo possedeva una tecnica metallurgica molto avanzata nella fabbricazione di armi, particolarmente di bronzo. Dopo questo fatto il popolo dei filistei non fu più considerato un popolo mitologico. Vorrei che tenessimo queste scoperte in mente quando affronteremo dei fatti nella Bibbia dei quali non si è ancora scoperto dell’evidenza archeologica. Le scoperte fanno parte di un lungo processo. Israel Finkelstein, archeologo e professore d’Archeologia d’Israele all’Università di Tel Aviv disse: “Il nichilismo biblico collassò da un momento all’altro dopo la scoperta dell’iscrizione del re Davide”. Con nichilismo o minimalismo biblico si intende la teoria che sostiene che gli eventi descritti nella Bibbia siano leggende scritte con l’intenzione d’insegnare una morale e perciò che non abbiano un vero valore storico. Questo filo di pensiero attualmente non è più considerato intellettuale o accademico. Molte volte non siamo informati e quando qualcuno ci interroga volendo sapere da noi come facciamo a essere sicuri che i personaggi biblici siano esistiti veramente, spesso rimaniamo senza parole. Bisogna capire che il fatto che una persona formuli delle domande con un atteggiamento scontroso o prepotente, non significa che sia una persona preparata come nel caso di chi continua a sostenere una posizione legata al nichilismo o al minimalismo biblico. Posizione che ormai è stata superata da decenni.
Mentre navighiamo l’oceano della Bibbia non dovremmo temere ciò che scopriamo. Alcuni fatti saranno attendibili da un punto di vista storico ed altri non ancora e va bene così. Non dobbiamo per forza provare agli altri che tutto nella Bibbia abbia un valore storico se ciò non è ancora un fatto. Esiste una marea di materiale cristiano che cerca in ogni modo di difendere in modo insicuro dei fatti biblici non ancora comprovati dal punto di vista secolare. Questo non è necessario. L’intolleranza e la chiusura mentale non sono parametri che appartengono soltanto al mondo cristiano visto che anche il mondo secolare ne è pieno. Un buon consiglio è quello di non aggrapparci alla prima fonte d’informazione che sentiamo. L’importante è informarci bene. La Bibbia ci incoraggia a metterla alla prova.
Leggere la Bibbia da soli allontanandoci dalla comunità di fede, dal dialogo e dal cercare di interpretare le Scritture insieme non è il massimo perché la Bibbia ci incoraggia a studiarla in modo comunitario. Nelle nostre comunità di fede cerchiamo di mettere in pratica l’ermeneutica comunitaria. Con ermeneutica comunitaria si intende la scienza o l’arte d’interpretare la Bibbia correttamente. Penso che nella nostra cultura dobbiamo ammettere che la cultura ermeneutica è più che altro un ermeneutica dove regna il sospetto. Questo perché nella società attuale esiste una forte propensione contro gli eventi soprannaturali anche se ultimamente le cose stanno cambiando. Si potrebbe dire che facciamo parte di una società post secolare, di una cultura spirituale a livello popolare. In occidente si è affrontato il passaggio da una società cosiddetta cristiana ad una società secolare. Un cambiamento positivo perché secondo me, era una farsa in quanto le società, le nazioni e i popoli non sono cristiani, le persone lo sono in modo individuale. E’ interessante che mentre ci siamo allontanati da una perspettiva storica giudeo-cristiana verso una secolare ora le cose sono cambiate e il pendolo ancora una volta si avvicina ad una interpretazione spirituale della vita. L’unica cosa è che la storicità cristiana non si prende più in considerazione. Facciamo parte di una cultura spirituale dove le persone hanno fame e desiderano credere ancora ma non sono aperti al cristianesimo. Parte del motivo è che tanti ritengono e con ragione che il cristianesimo abbia avuto la sua opportunità e che non abbia combinato molto. Ci sono state tante guerre, ipocrisia e atti bruttissimi compiuti nel nome del nostro Messia. Perciò si conclude che sia arrivato il momento di aprire le porte alle religioni orientali. Il fatto è che il cristianesimo non è nato in occidente ma in oriente. Tanti sono così chiusi nel loro modo di vedere le cose attraverso la loro cultura che concludono male che il cristianesimo sia nato in occidente. Hanno ragione nel fatto che la visione occidentalizzata del cristianesimo dovrebbe essere abbandonata perché sbagliata. Noi come comunità di fede desideriamo tornare alle nostre radici e scoprire il Gesù di Nazareth storico.
L’ermeneutica del sospetto è ancora molto attiva in diversi cerchi accademici. Un pensiero comune è quello che afferma: “La Bibbia documenta dei miracoli e visto che i miracoli non esistono allora questo dimostra che la Bibbia non sia vera”. Questo filo di pensiero si basa sul presupposto che i miracoli non accadono. Se chi legge sostiene questo pensiero vorrei invitarvi, non a cambiare la vostra posizione in modo radicale riguardo Gesù e ad avere fede in Lui ma a considerare una posizione che secondo me è più attendibile dal punto di vista intellettuale: l’ermeneutica della possibilità. Questa ermeneutica ci permette di mettere da parte i nostri preconcetti limitati e apre le porte a qualsiasi probabilità. Sotto quel punto di vista i miracoli si potrebbero considerare come impossibili e allo stesso tempo rimanere aperti alla possibilità che esistano con la presenza di Dio. Perciò, la Bibbia potrebbe essere falsa o la storia di Dio stesso. Solo una delle due possibilità è vera. L’importante è investigare e cercare di scoprire la verità.
L’archeologia è una scienza che ha poco più di un secolo d’esistenza quindi c’è ancora tantissimo da scoprire. Cosa non si è ancora scoperto riguardo ai personaggi biblici di Abramo, Isacco, Giacobbe e Mosè? Perché dovremmo aspettarci di avere delle evidenze storiche archeologiche di qualcuno come Abramo? Lui non fu un personaggio storico rilevante nel mondo. Le prove storiche che perdurano nel tempo sono quelle che sono state incise sulla roccia dai re pagani. Di solito sono registri che documentano una certa battaglia o delle loro conquiste, dei racconti dove essi si vantano. Se qualcuno avesse conquistato Israele può darsi che si trovino dei registri di quell’evento nelle rovine pagane e spesso è proprio così. Abramo fu un personaggio nomade che ebbe un incontro con Dio, non fece niente degno d’essere inciso sulla roccia dai re di quel tempo. Esiste dell’evidenza storica della sua esistenza? Sì, nei documenti ebraici. Molti forse ritengono che i documenti ebraici non contino perché si tratta di scritti su materie di fede. C’è però dell’evidenza circostanziale importante, come la scoperta della città di provenienza di Abramo, la città di Ur dei caldei o sumeri, un popolo che fu considerato mitologico. Dopo la partenza di Abramo la città cessò di esistere perché anche gli abitanti migrarono e perciò non ci furono molti scritti riguardo a quella città fino alla sua scoperta.

segue parte 2