Siamo seguaci della Persona di Gesù e “il Libro” (la Bibbia), per noi ha valore, perché crediamo sia un’autentica rivelazione della vera persona di Cristo. Nell’Antico Testamento si trovano delle promesse, delle descrizioni specifiche riguardo le caratteristiche e cosa aspettarci dalla venuta del Messia. Il Nuovo Testamento invece Lo descrive. Gesù rappresenta la massima rivelazione di Dio, Lui è Dio in carne ed ossa. Di seguito mi piacerebbe elencare una serie di punti che sono in comune tra la Bibbia e Gesù. Sia la Bibbia che Cristo sono stati concepiti dallo Spirito Santo e chiamati la Parola di Dio e la Rivelazione. Entrambi sono il frutto di una fusione tra il divino e l’umano. Ambedue comunicano con autorità. Riteniamo la Bibbia un testo autorevole perché ci rivela Gesù. Di solito cerchiamo di approfondire le Scritture e di comprenderle in un contesto comunitario denominato chiesa. La chiesa originale non è mai stata concepita come un’organizzazione ecclesiastica strutturata e autoritaria. Il termine “chiesa” come inteso dall’inizio significa “il raduno delle persone”. “Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Matteo 18:20). Gesù è in mezzo a loro e quello significa essere chiesa. La chiesa, cioè, le persone, hanno un ruolo importante nell’interpretazione della Bibbia. “Affinché, se dovessi tardare, tu sappia come bisogna comportarsi nella casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità” (1 Timoteo 3:15). “Voi dunque non siete più forestieri né ospiti, ma concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio, edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Gesù Cristo stesso la pietra angolare” (Efesini 2:19,20). Questo passo menziona i profeti dell’Antico Testamento e gli apostoli del Nuovo. Gesù è la pietra angolare e la chiesa rappresenta la famiglia di Dio; la colonna e sostegno della verità. Desidero dedicarmi ad approfondire alcuni concetti, per renderli più chiari, dato che purtroppo esiste molta confusione e divisione tra i fedeli cattolici e quelli protestanti proprio per questo motivo. La chiesa cattolica interpretò questo passo ribadendo che la chiesa istituzionale avesse una voce e un ruolo autoritario da svolgere: quello di rivelare la Parola di Dio. I protestanti non erano d’accordo quindi si separarono dalla chiesa cattolica. Vi è anche una terza posizione, quella degli anabattisti. La nostra denominazione estrapola alcuni principi da quel movimento che fu considerato la terza via durante il periodo della scissione tra cattolici e protestanti. Nella nostra attuale società veniamo considerati parte del movimento protestante ma penso che sia giusto chiarire che gli anabattisti non si sono mai ritenuti ne cattolici ne protestanti. Per i cattolici era ovvio che bisognava avere fiducia nella chiesa istituzionale e rispettare la sua autorità visto che questa aveva dato loro la Bibbia scegliendo quali libri includere in essa; per loro l’autorità della chiesa era al di sopra dell’autorità della Bibbia. Non riuscivano a comprendere come mai i protestanti potessero esaltare così tanto la Bibbia, un libro che la chiesa istituzionale aveva loro fornito e che non avrebbero avuto senza la chiesa cattolica stessa. Non capivano come potessero utilizzare quel Libro per sostenere che la chiesa istituzionale non fosse più necessaria. Secondo il punto di vista cattolico le tradizioni chiesastiche non fondate sulla Bibbia dovrebbero essere eseguite senza discutere. Il ragionamento è questo; la chiesa istituzionale decise quali libri includere nella Bibbia e quali togliere, senza che alcun passo nella Scrittura lo confermasse. Perciò, secondo il credo cattolico, la chiesa ha il potere di decidere e di stabilire dottrine senza la conferma da parte delle Scritture. Ecco da dove nasce la frustrazione dei protestanti. Spesso quando una certa dottrina cattolica è discussa, i protestanti chiedono di conoscere il verso biblico legato a tale credo, ma i cattolici rispondono sinceramente che per loro una dottrina non deve per forza avere una base scritturale. Per i cattolici, l’autorità della chiesa è sufficiente. I protestanti quindi si innalzarono promuovendo lo slogan di “Sola Scriptura!” ovvero seguire solo le Scritture. Secondo questi ultimi, furono i leader apostolici della prima chiesa a donarci la Bibbia e non la chiesa istituzionale. Gli insegnamenti che gli apostoli di Gesù diedero erano autorevoli perché erano stati incaricati e commissionati da Cristo stesso. L’autorità degli apostoli è contenuta negli insegnamenti lasciatoci nella Bibbia. Secondo la veduta protestante la Bibbia è una fonte autorevole e la chiesa dovrebbe sottomettersi agli insegnamenti contenuti in essa. Gli anabattisti non si coinvolsero in queste discussioni. La loro posizione riguardo questo tema fu la seguente: la chiesa radunata attorno la Bibbia è il modo principale che Dio ha per comunicare con il Suo popolo. Per gli anabattisti, la dottrina di “Sola Scriptura” era certamente un credo validissimo, nonché rischioso allo stesso tempo, nel senso che avrebbe potuto fomentare una certa tendenza “all’individualismo” tra il corpo dei credenti. Molti infatti, pensarono e pensano, di aver bisogno soltanto della Bibbia e non necessariamente di una comunità di fede; concetto purtroppo lontano dagli insegnamenti di Cristo. Secondo il nostro pensiero, la Bibbia è autorevole ma la comprendiamo e la interpretiamo in comunità. Per noi la comunità di fede è l’insieme dei credenti e non una figura apostolica rivestita di autorità che ci indichi l’interpretazione “giusta” della Bibbia. Nella nostra comunità le persone che rivestono un ruolo di insegnante si mettono al servizio degli altri cercando di aiutarli a trovare delle risposte ai loro quesiti. Quando leggiamo la Bibbia in comunità ci aiutiamo a vicenda a notare dei punti che forse da soli non avremmo mai notato. Il modo principale in cui Dio si avvale per insegnare al Suo popolo è tramite il radunarsi attorno le Scritture come corpo. La Bibbia interpretata e proclamata nel modo giusto è autorevole; il miglior modo d’interpretarla è in comunità. La denominazione non è importante, ciò che importa invece è radunarsi come corpo in armonia. Ritengo che questo concetto spesso non venga vissuto a pieno nel mondo protestante.

Il mondo protestante spesso critica quello cattolico, perché essi seguono ciecamente ciò che il Papa dice. La verità è che anche il mondo protestante è pieno di organizzazioni religiose che seguono una figura autoritaria (come il forte carisma di un pastore, ad esempio) che detta a tutti, cosa dovrebbero fare e cosa non dovrebbero. La Bibbia ci insegna che il ruolo di insegnante esiste tra un corpo di credenti, ma gli insegnanti non hanno l’autorità di forzare la loro interpretazione della Scrittura, sulle persone. L’importante è tenere in mente che tutti dovremmo imparare, insieme.

 Domande e risposte:

Domanda: Quando furono scelti i 66 libri della Bibbia? Risposta: Sappiamo dalla storia che i libri della Bibbia furono accettati come Scrittura sia nell’antico Testamento che nel Nuovo dalla Prima Chiesa, quindi sin dall’inizio. Circa cent’anni prima di Cristo in Israele si credeva che il canone biblico fosse chiuso, cioè che non ci sarebbero stati altri libri da aggiungere alle Scritture. La Prima Chiesa in Israele abbracciò la Bibbia (sia il Vecchio che il Nuovo Testamento) che abbiamo oggigiorno come Scrittura e ritenne che il canone biblico fosse chiuso; questo per circa duecento anni. Nell’anno 95 d.C. i leader cristiani si radunarono in un concilio per confermare che i libri contenuti nella Bibbia sarebbero dovuti essere considerati Sacra Scrittura. Ribadisco che hanno soltanto confermato i libri che la chiesa aveva già adoperato e considerato Scrittura da centinaia di anni. Duecento anni dopo quel concilio, la chiesa cristiana si radunò e decise di confermare quali libri conservare e quali non. Tanti pensano che duecento anni dopo la morte di Cristo i leader si fossero radunati nel concilio d’Ippona per decidere quali libri includere nella Bibbia, ma non andò così. La verità è che in quei concili hanno soltanto confermato le Scritture che gli ebrei avevano considerato tali da sempre; hanno semplicemente ufficializzato quella decisione e convalidato ciò che era già in uso dalla Prima Chiesa.

 Domanda: Come mai la Bibbia cattolica contiene dei libri in più rispetto a quella protestante?

 Risposta: Esistono alcune dottrine e libri sacri nel mondo cattolico che si differenziano da dottrine e libri di altri gruppi cristiani non cattolici. Alcuni sono libri che parlano delle tradizioni della chiesa. Altri sono insegnamenti che provengono da libri che non esistono nella Bibbia protestante: i libri apocrifi ad esempio. ll termine apocrifo, dal greco ἀπόκρυϕος, derivato di ἀποκρύπτω «nascondere», indica «ciò che è tenuto nascosto». In origine, il termine “apocrifo” è stato coniato dalle comunità che si servivano di tali testi, poiché erano libri che, in opposizione a quelli comuni, pubblici e manifesti, venivano esclusi dalla pubblica lettura liturgica, in quanto ritenuti portatori di tradizioni errate o contrastanti con quelle condivise e accettate. Al di fuori dell’ambito religioso, il termine “apocrifo” assume il significato di documento “non autentico”, “non genuino”, che non è dell’autore o dell’epoca che gli sono attribuiti. I libri apocrifi sono quindici e la chiesa cattolica ne ha inclusi alcuni nella Bibbia. Molti cattolici sono dell’opinione che i protestanti abbiano preferito rimuovere i libri contenenti delle dottrine che a loro non piacciono. I cattolici non capiscono come mai i protestanti non abbiano incluso i libri apocrifi visto che loro enfatizzano così tanto la Bibbia. Come mai non sosteniamo che i libri apocrifi siano Scrittura? Durante la Riforma protestante per centinaia di anni neanche la chiesa cattolica considerò i libri apocrifi Scrittura. Erano considerati dei libri di natura storica e non gli si attribuiva del valore Scritturale. Quindi, le Bibbie cattoliche originali includevano i libri apocrifi in una sezione separata della Bibbia. C’era la sezione scritturale e poi la sezione apocrifa dove uno poteva avvalersi del loro valore storico per approfondire certi concetti. Negli annali storici si trovano diversi dibattiti tra studiosi cattolici che discutono se i libri apocrifi dovrebbero considerarsi Scrittura o soltanto un sostegno per aiutare le persone a comprendere meglio le Scritture. Durante la Riforma protestante i libri apocrifi non furono considerati Scrittura. I cattolici presero la posizione opposta sostenendo che i libri apocrifi sarebbero dovuti essere considerati Scrittura; lo fecero per ribadire ciò che i protestanti avevano deciso. Come mai i protestanti scelsero di non considerarli scritturali? Per loro erano dei libri con valore storico prendendo la posizione che gli ebrei presero centinaia di anni prima. La Prima Chiesa non aveva mai incluso i libri apocrifi nella propria Scrittura. Il popolo d’Israele non aveva mai utilizzato i libri apocrifi tranne che in una traduzione greca, la Septuaginta. Quando gli ebrei si radunarono per convalidare il loro canone decisero di considerare i libri apocrifi come sostegno delle Scritture ma non Scrittura. Gli ebrei non hanno mai considerato i libri apocrifi parte della Bibbia. I protestanti ritennero che il popolo di Dio, Israele, aveva già considerato quali libri considerare Scrittura e quali no e così scelsero di seguire i loro passi.

Domanda: Come mai non sono più stati aggiunti altri libri alla Bibbia?

 Risposta: La Scrittura contiene l’ispirazione di Dio, la Sua rivelazione a noi. Sai perché questi libri in particolare sono stati considerati in quel modo? Nell’Antico Testamento erano i profeti come Mosè ad esempio, che comunicavano il volere di Dio al popolo, essi profetizzavano e portavano i messaggi di Dio al popolo. Nel Nuovo Testamento invece, sono gli apostoli, i messaggeri di Gesù. Qualcuno potrebbe chiedersi come mai non ci sono delle persone che continuano a scrivere dei libri da includere nel Nuovo Testamento. Ricordiamo, che nel Vecchio Testamento troviamo le profezie della venuta del Messia e nel Nuovo Testamento l’esatto adempimento delle stesse. Il Nuovo Testamento parla dell’arrivo di Gesù e di ciò che Lui ha compiuto. Così coloro che hanno scritto il Nuovo Testamento furono coloro che ebbero contatto diretto con il Messia, con il Cristo. La somma rivelazione di Dio è Gesù. Quindi, il Nuovo Testamento ha valore perché ci dà un collegamento diretto con Cristo. Dopo la rivelazione di Gesù non abbiamo più bisogno di altro perché Gesù si è già manifestato. Questo è il motivo per il quale il canone fu chiuso, ovvero al momento in cui l’ultimo apostolo morì e non pote’ più scrivere riguardo le sue esperienze con Cristo.

Conclusione: “Se qualcuno vuol fare la sua volontà, conoscerà se questa dottrina viene da Dio, oppure se io parlo da me stesso” (Giovanni 7:17).

 Preghiera: Padre Celeste ti amiamo e ti ringraziamo per la Tua grazia e per il meraviglioso dono di averci rivelato il Tuo amore attraverso Gesù. Grazie per averlo fatto in un modo che ha superato la prova del tempo e ci ha lasciati con una Scrittura verificabile dell’amore di Gesù per noi. Ti ringrazio per averci dato qualcosa che sfama le nostre anime e anche le nostre ricerche di natura intellettuale. Prego che coloro che si trovano nella fase di voler investigare e che quelli che cercano di capire meglio, possano essere sensibili alla Tua voce che parla loro. Prego che loro possano anche avere un incontro con Te e che possano riconoscere la verità ed avere il coraggio di rispondere alla Tua chiamata. Nel nome di Gesù, amen.