Dalla serie ” Nuova vita”. Immergersi in Dio
Secondo la Bibbia esiste uno Spirito, una figura soprannaturale reale che risiede in ogni spazio del nostro pianeta. Infatti Lui è presente insieme a noi ora in questo momento e sta cercando di comunicare, aiutandoci a ricordare le cose importanti interagendo e sussurrando all’orecchio della nostra mente. Il compito promesso dello Spirito Santo è proprio quello e si possono osservare tracce del Suo operato dall’Antico Testamento in poi dove Lui cerca le persone in modo persistente. Il re Davide scrisse: “Dove potrei andare lontano dal tuo Spirito, o dove potrei fuggire lontano dalla tua presenza? Se salgo in cielo, tu sei là; se stendo il mio letto nello Sheol, ecco, tu sei anche là. Se prendo le ali dell’alba e vado a dimorare all’estremità del mare, anche là la tua mano mi guiderà e la tua destra mi afferrerà” (Salmi 139:7-10). E’ affascinante, il re Davide stava dicendo d’essere assillato dallo Spirito Santo perché ovunque si dirigesse lo Spirito di Dio c’era, non c’era scampo. Lui non lo disse in un senso negativo, anzi, non stava chiedendo a Dio di allontanarsi da lui. Ciò che stava cercando d’esprimere è che aveva realizzato che ovunque si dirigesse, la mano potente di Dio lo guidava e lo proteggeva assicurandosi che tutto andasse per il meglio. Per lui, la presenza di Dio era qualcosa di piacevole. Lo Spirito Santo è una presenza cordiale e benevola che desidera il nostro meglio e che è coinvolta nella nostra vita sempre.
Nello studio scorso abbiamo approfondito la natura dello Spirito Santo che è paragonata al vento, all’alito, al soffio e all’atmosfera che ci circonda come espresso dall’apostolo Paolo quando disse: “Poiché in lui viviamo, ci muoviamo e siamo…” (Atti 17:28). Gesù disse: ” E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo di peccato, di giustizia e di giudizio” (Giovanni 16:8). Chi non è credente sperimenta lo Spirito Santo in diversi modi sempre perché esso parla alla coscienza delle persone; Lui parla alle loro menti riguardo alle scelte poco amorevoli cercando di suggerirli la cosa giusta da fare. Riguardo la giustizia Gesù è stato rimosso da questo mondo fisico lasciando che lo Spirito Santo si mettesse all’opera segnalando e aiutando le persone a rivolgersi a Gesù, aprendo gli occhi di chi ha bisogno per poter vedere l’esempio palese dell’amore di Dio in Cristo. In merito al giudizio Gesù ci fa sapere che questa vita non è tutto, esiste un’altra realtà, ci sarà un Giorno del Giudizio. Lo Spirito Santo è all’opera sia nel mondo, sia nella vita dei credenti come nella vita dei non credenti. Pensiamo di avere orecchi per udire e occhi per vedere come detto da Gesù?
In questo studio approfondiremo i modi in cui lo Spirito Santo è all’opera nella vita delle persone che hanno scelto di seguire Gesù.
Anzitutto vorrei chiedere scusa a chi sta investigando e chi non è credente, alle persone nuove nella fede e a chi non ha avuto molta esperienza nella chiesa perché i discorsi che affronteremo in questa parte potrebbero sembrare più tecnici e quindi potrebbero lasciarvi pensando, “embè?!” Io direi che avete ragione e che siete un passo avanti perché alcuni degli argomenti che tratteremo devono essere affrontati soltanto a causa di chi è cresciuto in un ambiente di fede nella chiesa evangelica e perciò ha tanto da disimparare. Molti di noi proveniamo da ambienti di chiesa dove siamo stati disinformati e quindi faremo del nostro meglio per cercare di fare venire a galla detta disinformazione per poter assimilare nuovi modi di vedere. Un processo che potrebbe sembrare inutile a chi è estraneo a quegli ambienti quindi speriamo che possiamo imparare qualcosa per poter riuscire ad essere al vostro livello.
Spesso nelle chiese viene insegnato che esistono diversi livelli spirituali da raggiungere dopo la conversione e dopo essere diventati cristiani frequentemente ci viene detto che sia necessario adoperarsi, pregare o aspettare il momento giusto per fare il prossimo passo: il battesimo dello Spirito Santo. La sfida a questo pensiero è duplice; per primo non sosteniamo che questo credo abbia una base biblica e il secondo è che sostenere un’ideologia non biblica faccia sprecare molta energia e vitalità spirituale che viene consumata da persone che cercano di produrre, aspettare, pregare ed ottenere qualcosa che hanno già. Quando si parla del battesimo dello Spirito Santo nella Bibbia si sta descrivendo il modo in cui è avvenuta la nostra conversione, quando siamo diventati cristiani. Quando seguiamo Cristo e siamo immersi in Dio e nel Suo Spirito. Il risultato di tutto ciò è che diveniamo e siamo innestati nella famiglia di fede, nel corpo di Cristo. La sfida sta nel riflettere su quello che abbiamo già e non nel cercare d’ottenere un livello spirituale più alto. Riteniamo che questa dottrina abbia il potenziale di prosciugare un sacco d’energia e di diventare perfino distruttiva.
Il Battesimo dello Spirito Santo viene chiamato anche l’unzione dello Spirito Santo. La Bibbia utilizza dei termini e descrizioni varie per rappresentare degli eventi di natura simile contribuendo ad aiutarci ad osservare un certo avvenimento da diverse angolature. Il termine “unzione” significa “l’applicazione di sostanze untuose”. Nell’Antico Testamento l’unzione con l’olio era un modo di simboleggiare che lo Spirito Santo si sarebbe posato su un individuo in particolare per un compito specifico. Quindi, un re, profeta o chiunque fosse chiamato a svolgere un certo compito veniva unto con l’olio sulla fronte o versato sul capo. L’olio rappresentava lo Spirito che poi risiedeva su quella persona per un periodo di tempo con il compito di svolgere un certo incarico. Il corpo dei credenti non aveva lo Spirito Santo.
Nel Nuovo Testamento la profezia del profeta Gioele si avverò (Gioele 2:28,29) e lo Spirito Santo fu versato “sopra ogni carne” e quindi la figura del super cristiano, profeta o leader spirituale non c’era più perché tutti i cristiani ricevettero lo Spirito Santo e l’unzione in uguale misura. In alcune cerchie cristiane si manca il bersaglio attribuendo un significato vecchio-testamentale al concetto dell’unzione. E’ frequente sentire dire: “quella persona ha l’unzione!”; “quel messaggio era davvero unto!”. O viene chiesto: “avete ricevuto la pienezza dell’unzione?”. Tutte espressioni appartenenti ad un’altra era. La meravigliosa realtà del vangelo è che tutti siamo unti! Il termine “unto” viene menzionato tre volte nel Nuovo Testamento ed ogni volta parla di tutti i credenti. A seguito leggeremo uno di questi passi: “Or colui che ci conferma assieme a voi in Cristo e ci ha unti è Dio, il quale ci ha anche sigillati e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori” (1 Corinzi 1:21, 22). L’apostolo Paolo ha diretto questo messaggio a tutti i credenti affermando ciò che loro avevano sperimentato tutti insieme; questa è una bellissima verità che sarebbe meglio non mancare visto che l’unzione è data a tutti.
Cosa abbiamo da dire riguardo al battesimo dello Spirito Santo? Allora, il battesimo dello Spirito Santo è stato promesso all’inizio del ministero di Gesù. Giovanni Battista disse: “Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo” (Marco 1:8). In altre parole, Giovanni disse che Gesù sarebbe stato Colui che avrebbe immerso le persone pienamente nello Spirito di Dio. Quando la chiesa primitiva fu fondata e cresceva questo pensiero era il credo che si applicava a tutti i credenti, quindi non esisteva l’idea di due tipi di credenti: tra coloro che avevano ricevuto lo Spirito Santo e coloro che no. “Ora noi tutti siamo stati battezzati in uno Spirito nel medesimo corpo, sia Giudei che Greci, sia schiavi che liberi, e siamo stati tutti abbeverati in un medesimo Spirito” (1 Corinzi 12:13). La lettera ai Corinzi fu scritta ai credenti di Corinto per affrontare le diverse problematiche della loro comunità di fede di natura etica, teologica e morale; essi erano il gruppo di cristiani più immaturi e deviati dal punto di vista spirituale del Nuovo Testamento. L’apostolo Paolo nella sua lettera non disse mai che avrebbero dovuto sperimentare un altro livello spirituale che li avrebbe aiutati a prendere più da Dio come il battesimo dello Spirito Santo. Lui diede per scontato che lo avessero ricevuto visto che appartenevano al corpo di Cristo. Infatti, non esiste in tutto il Nuovo Testamento dove un autore delle Scritture abbia incoraggiato un credente a ricevere il battesimo dello Spirito Santo; questo non è stato mai menzionato come viene fatto nelle chiese dei nostri tempi dove spesso viene chiesto se si abbia ricevuto il battesimo dello Spirito Santo e viene insegnato quanto sia importante riceverlo. Questi fatti non esistono affatto nella Bibbia in quei termini. Chiediamoci: pensiamo che questo pensiero sia un modo sano di promuovere questo tema?
Esistono dei credenti bravi e devoti molto più intelligenti di me che non saranno d’accordo con ciò che ho appena scritto. Penso che sia giusto riconoscerlo ma penso anche che sia giusto esporre che ciò che affermiamo, pensiamo siano i chiari insegnamenti contenuti nelle Scritture. E’ giusto anche essere consapevoli che gran parte dei nostri fratelli e sorelle nella fede i quali rispettiamo, sostengono il contrario. Come in altre occasioni quando abbiamo affrontato dei temi caldi come il pacifismo o perché pensiamo che le donne possano occupare gli stessi ministeri nella chiesa alla pari con gli uomini desideriamo riconoscere che amiamo e rispettiamo chi non la pensa come noi pur rimanendo della nostra opinione. La nostra posizione non è l’unica nel mondo cristiano e c’è una varietà di opinioni molto larga quindi, sta ad ognuno di noi dare ascolto a questa interpretazione e poi scegliere cosa credere.
La dottrina secondo la quale il battesimo nello Spirito Santo è un’esperienza specifica, distinta e susseguente a quella della Nuova Nascita si chiama dottrina della susseguenza. In base a questo credo lo Spirito Santo attira le persone a Gesù, poi esse diventano cristiane sperimentando la salvezza e in un secondo momento che potrebbe capitare presto o molto dopo, ricevono il battesimo dello Spirito Santo. Sosteniamo che questa dottrina non sia basata sulle Scritture ma su un fraintendimento di esse. Può darsi che detto frainteso sia dovuto all’esistenza di diverse tipologie di scritti importanti contenuti nel Nuovo Testamento e in questo caso menzioneremo due che al nostro parere sono i principali; il primo è di natura didattica cioè fa parte di un insegnamento su come vivere la nostra vita o delle verità su Dio. L’altro è di natura descrittiva, cioè racconta i particolari di un evento non necessariamente con lo scopo d’insegnare che quell’evento sia la norma per tutti i cristiani o che dovrebbe essere seguito come esempio; è semplicemente un testo storico che si limita a raccontare i fatti accaduti. Il problema si pone quando un testo descrittivo viene utilizzato come fonte della nostra teologia senza cercare di capire l’insegnamento didattico in esso contenuto; quando permettiamo che i testi descrittivi abbiano precedenza sui testi di natura didattica. La Bibbia è ricca di racconti di eventi accaduti al popolo di Dio, eventi non per forza trasferibili ai nostri tempi. Per esempio, come fece Giosuè a conquistare Gerico? In quell’occasione l’esercito marciò attorno alla città suonando le loro trombe sette volte e poi le mura caddero giù. Riflettiamo, una situazione del genere è mai capitata di nuovo nelle Scritture? La risposta è negativa. Perciò, non si può dedurre che se dobbiamo affrontare una difficoltà dovremmo marciare e suonare delle trombe perché questo racconto biblico si limita a descrivere quell’evento storico e non ha valore didattico in quel senso. Nell libro degli Atti nel Nuovo Testamento Anania e sua moglie Saffira mentirono riguardo i soldi che stavano donando alla chiesa dicendo di aver donato tutti i loro ricavi nascondendo il fatto che stessero trattenendo parte di essi. Cosa fece Dio? Dio li stroncò sul colpo. Ma non sarebbe giusto affermare che Dio agisce in quel modo ogni volta che qualcuno dice una bugia. E’ evidente che questo testo è un testo descrittivo, ma questo non significa che il testo non contenga dei principi trasferibili da cui possiamo imparare. E’ ovvio che Dio valorizzi il dire la verità e l’autenticità ma sarebbe sbagliato sostenere che Dio uccida chiunque non dice il vero attribuendo al testo un valore didattico.
Ci sono tanti esempi di testi di natura descrittiva nel libro degli Atti che descrivono degli eventi unici e straordinari che sono accaduti all’inizio della Prima Chiesa, eventi che hanno marcato l’inizio di una nuova era. Detti eventi sono accaduti in un tempo preciso e non significa che dobbiamo aspettare che accadano per forza tutt’oggi. Riteniamo che sia giusto indirizzarci ai libri didattici come le lettere ai Corinzi dove comprendiamo che il battesimo dello Spirito Santo sia il punto d’accesso per tutti i credenti al corpo di Cristo. Se si dà enfasi ai testi descrittivi piuttosto che ai testi didattici si rischia di escogitare diverse teologie.
Gesù disse: “Perché Giovanni battezzò con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo, fra non molti giorni” (Atti 1:5). Gesù sapeva che i discepoli avevano scelto di seguirLo dal giorno in cui Egli li chiamò ed era consapevole che avessero avuto una conversione e ricevuto una misura dello Spirito Santo come nell’Antico Testamento, un tipo d’unzione specifica ma che non avevano ancora ricevuto il battesimo pieno dello Spirito Santo perché quel giorno doveva ancora avvenire. La dottrina della susseguenza fa riferimento a questi passi. Molti credenti sostengono che i primi apostoli siano gli esempi di ciò che dovrebbe essere la norma nella nostra vita perché si sono convertiti ma non ricevettero il battesimo dello Spirito Santo fino al giorno della Pentecoste come promesso da Gesù. Il passo continua con la domanda dei discepoli a Gesù: “Così quelli che erano riuniti assieme lo interrogarono, dicendo: «Signore, è in questo tempo che ristabilirai il regno a Israele?»” (Atti 1:6). Ritengo che i discepoli in quel momento e anche in altre occasioni quando formulavano quel tipo di domanda stessero ragionando riguardo il regno con una mentalità dell’Antico Testamento e sembra che non avessero ancora compreso il significato del Regno celeste di Cristo. Infatti il libro degli Atti è pieno di esempi dove la Chiesa ha dovuto imparare tante cose direttamente dallo Spirito Santo per liberarsi dalla loro vecchia mentalità ed abbracciare in pieno la natura radicale del vangelo. I discepoli volevano sapere quando Gesù avrebbe allontanato i romani ristabilendo il potere e la gloria politica del popolo d’Israele. Gesù fece tornare il discorso ai temi di natura spirituali perché essi non avevano ancora compreso la natura spirituale relazionale del Regno di Dio. “Ma egli disse loro: «Non sta a voi di sapere i tempi e i momenti adatti, che il Padre ha stabilito di sua propria autorità. Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, in Samaria e fino all’estremità della terra» (Atti 1:7,8). Potrebbe sembrare che Gesù stesse ignorando la loro domanda visto che invece di risponderli direttamente fece un discorso incentrato sul reame spirituale ma penso che in realtà abbia loro risposto. Alla domanda “Quando ristabilirai il Tuo Regno?” Gesù rispose spiegando come il Suo Regno sarebbe formato e da chi; i discepoli sarebbero stati battezzati con lo Spirito Santo e poi sarebbero diventati testimoni viventi del Regno stesso, il mostra e racconta di Dio. Il Regno avrebbe messo radici in loro e nel modo in cui avrebbero vissuto la loro vita dal giorno della Pentecoste quando lo Spirito Santo sarebbe stato versato su di loro.
I discepoli poi si radunarono tutti insieme dopo il messaggio di Gesù aspettando che accadesse ciò che Gesù gli aveva promesso. Riflettiamo, dovremmo seguire anche noi questo evento alla lettera? “Come giunse il giorno della Pentecoste, essi erano tutti riuniti con una sola mente nello stesso luogo. E all’improvviso venne dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dove essi sedevano. E apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano, e andarono a posarsi su ciascuno di loro” (Atti 2:1-3). C’erano delle lingue di fuoco, nessuno di noi sa esattamente quale aspetto avessero ma c’era un tipo di fiamma galleggiante sopra la testa delle persone radunati in quella stanza. Affascinante! “Così furono tutti ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro di esprimersi. Or a Gerusalemme dimoravano dei Giudei, uomini pii, da ogni nazione sotto il cielo. Quando si fece quel suono, la folla si radunò e fu confusa, perché ciascuno di loro li udiva parlare nella sua propria lingua” (Atti 2:4-6). Le lingue di fuoco non erano dei semplici segni privi di significato, esse erano un simbolo della comunicazione. Gli apostoli con le lingue di fuoco sulle loro teste uscirono dall’abitazione ed iniziarono ad annunciare la Buona Novella di Gesù parlando le lingue dei diversi popoli presenti a Gerusalemme in quel momento. Persone provenienti da diversi estremi del mondo cominciarono ad udire il vangelo nella loro propria lingua. Tanti pensarono che i discepoli fossero ubriachi perché videro un gruppo di persone che urlava proclamando un messaggio tutti insieme, poi avvicinandosi rimanevano stupiti perché sentivano parlare nel loro dialetto o lingua natia. Incredibile! Riusciamo a comprendere il simbolismo dietro questo evento? Nella storia della torre di Babele le persone cercarono di creare unità basandosi sul fatto di quanto fossero speciali senza Dio dichiarando che uniti erano in grado di riuscire a compiere qualsiasi cosa. Dio in questo caso utilizzò le lingue per dividerli e dimostrare loro che non fosse possibile essere uniti al di fuori di Lui perché si combinerebbe un disastro. La lingua fu lo strumento che Dio utilizzò per fratturare l’umanità così che non diventassero troppo egocentrici perdendo la loro relazione con Dio. La Pentecoste fu l’evento che annullò Babele. Dio in quel momento decise di unificare e rafforzare il mondo tramite il potere dello Spirito Santo.
L’apostolo Pietro si alzò e predicò un sermone (Atti 2:17-36) dicendo che la profezia del profeta Gioele (Gioele 2:28,29) si fosse avverata. “Or essi, udite queste cose, furono compunti nel cuore e chiesero a Pietro e agli apostoli: «Fratelli, che dobbiamo fare?» Allora Pietro disse loro: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. Poiché la promessa è per voi e per i vostri figli e per tutti coloro che sono lontani, per quanti il Signore Dio nostro ne chiamerà»” (Atti 2:37-39). Attenzione, l’apostolo Pietro non disse che avrebbero ricevuto il dono delle lingue di fuoco o delle lingue perché non è un dono che lo Spirito Santo elargisce, le lingue di fuoco erano la Sua sostanza. Il dono dello Spirito Santo è lo Spirito Santo e poi Lui decide quali altri doni elargire. Il dono principale è Dio stesso, il Suo Spirito. L’apostolo Pietro disse che l’unica cosa che dovevano fare era cambiare il loro cuore e mente rivolgendosi a Cristo per essere battezzati. “Quelli dunque che ricevettero la sua parola lietamente furono battezzati; in quel giorno furono aggiunte circa tremila persone” (Atti 2:41). Qual è stata la risposta di quelle tremila persone? “Essi erano perseveranti nel seguire l’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nel rompere il pane e nelle preghiere” (Atti 2:42). Essi cominciarono a vivere la semplicità e la generosità in modo radicale. Cosa non abbiamo visto accadere ai tremila convertiti? Essi non ebbero nessun segno delle lingue di fuoco, nessun vento impetuoso, nessuno di loro cominciò a parlare in lingue straniere. Il fatto che ciò non sia accaduto a loro non nega il fatto che sia accaduto in altre occasioni ma possiamo dedurre che esistevano due gruppi di persone con diverse esperienze di ciò che significa il battesimo dello Spirito Santo. Ricordiamo che l’apostolo Pietro aveva detto che i tremila avrebbero ricevuto la stessa unzione che avevano ricevuto loro stessi. Quindi, c’è stata l’esperienza degli apostoli e l’esperienza dei tremila. Quel che accade in molte chiese è che prendono l’esempio del battesimo dello Spirito Santo degli apostoli dicendo che quella dovrebbe essere la norma per tutti i credenti non tenendo in conto invece che è l’esperienza del battesimo dello Spirito Santo dei tremila che dovrebbe essere la norma. Noi ci riconosciamo nei tremila, riceviamo lo Spirito Santo durante il processo della Nuova Nascita quando siamo perdonati e siamo riempiti della pienezza di Dio; Lui ci rafforza aiutandoci a studiare gli insegnamenti degli apostoli e a vivere la nostra vita in modo radicalmente diverso alla norma. Non dovremmo sentirci male se non abbiamo mai sperimentato il ricevere delle lingue di fuoco sopra le nostre teste, se non abbiamo mai parlato in altre lingue straniere a persone di nazioni diverse o se nessuno ci abbia mai accusato d’essere degli ubriachi. Scegliamo di celebrare insieme agli apostoli quell’evento irrepetibile chiamato giorno della Pentecoste chiedendoci cosa lo Spirito Santo desidera operare in noi oggi. Penso che non si abbia una comprensione giusta di come applicare l’evento contenuto nel secondo capitolo del libro degli Atti e questo ha causato molte incomprensioni, malessere e sensi di colpa nelle persone che cercano di sperimentare a tutti costi un evento che in realtà è successo una volta e basta.
Altri due passi citati da chi sostiene la veduta della dottrina della susseguenza sono il capitolo 8 e 19 del libro degli Atti dove il battesimo dello Spirito Santo è accaduto dopo. Nell’ ottavo capitolo del libro degli Atti i samaritani ascoltarono il vangelo dalla bocca del apostolo Filippo chi poi li aiutò a conoscere Gesù ed essi si convertirono. I samaritani desideravano seguire Cristo e così furono battezzati. Alcuni cristiani ritengono che i samaritani si convertirono e ricevettero lo Spirito Santo in una piccola misura ma non il battesimo pieno dello Spirito Santo perché questo fu un evento che accadde dopo. Più tardi quando gli apostoli entrarono in scena (Atti 8 dal versetto 14 in poi) i discepoli imposero le mani su di loro e poi ricevettero il pieno battesimo dello Spirito Santo. Il testo in realtà dice che non ricevettero lo Spirito Santo al momento della loro conversione. Nessun cristiano afferma che sia un evento che si possa ripetere o nella norma, tutti i credenti sostengono che quando si sceglie di seguire Gesù e siamo battezzati nel Suo nome riceviamo una misura del Suo Spirito. In questo caso però i samaritani non ricevettero nulla fino alla visita degli apostoli. Il mistero in questo evento non è come mai abbiano ricevuto lo Spirito in due sedute separate ma come mai non avessero ricevuto lo Spirito Santo fino al momento in cui gli apostoli verificarono che fossero veramente convertiti a Cristo. Il libro degli Atti racconta che gli apostoli stessi dovettero ricevere una preparazione per imparare il vangelo mentre proclamavano il messaggio del vangelo il quale diceva che non importava che uno fosse ebreo o gentile perché tutti potevano seguire Gesù. L’apostolo Pietro non credeva che i gentili potessero diventare cristiani se essi non cambiavano la loro dieta alla dieta ebraica della legge mosaica, anche se Gesù aveva dato degli insegnamenti su quel tema quando era fisicamente insieme a loro. Pietro non arrivava a capire bene fino al momento in cui lo Spirito Santo intervenne dando a lui una visione che lo sfidò a cambiare il suo modo di pensare (Atti 10). Quando i samaritani (le prime persone al di fuori di Gerusalemme che ricevettero il vangelo appartenenti ad un popolo nemico degli ebrei) si convertirono, Dio stava cercando d’unire i popoli quindi scelse di trattenere il Suo Spirito fino all’arrivo degli apostoli così che anche loro potessero testimoniarlo. Lo Spirito Santo sarebbe stato versato tramite la benedizione degli apostoli ebrei sui loro nemici, un evento meraviglioso di come Dio ha riunificato il Suo popolo, non necessariamente una pratica d’applicare ai nostri giorni pensando che si possa diventare cristiano senza ricevere lo Spirito Santo fino all’arrivo di un apostolo che preghi per te.
Nel libro degli Atti 19 l’apostolo Paolo incontra delle persone che non hanno ricevuto lo Spirito Santo e lui prega per loro ed essi lo ricevono. Anche in questo caso c’è chi dice che il processo ebbe due fasi ma secondo noi, mancano il bersaglio anche qui. Le persone di cui parla questo passo non erano credenti in Cristo ma seguaci di Giovanni Battista e quando l’apostolo Paolo li chiese riguardo la loro esperienza di fede risposero che non avevano mai sentito parlare dello Spirito Santo e che l’unica cosa di cui erano a conoscenza era ciò che sapevano riguardo Giovanni Battista quindi essi diventarono credenti in Cristo in quel momento e così ricevettero il battesimo dello Spirito Santo allo stesso tempo. Il periodo del libro degli Atti fu un periodo incredibile di transizione irrepetibile. Dopo, quando le chiese furono stabilite l’apostolo Paolo scrisse affermando che chi fosse cristiano avesse ricevuto lo Spirito Santo visto che quello era il punto d’accesso al corpo di Cristo.
Le parti descrittive delle Scritture dovrebbero essere interpretate cercando di estrapolare le parti didattiche del racconto. In altre parole, dovremmo cercare di sperimentare gli insegnamenti degli apostoli nella nostra vita e non insegnare l’esperienza degli apostoli.
Quando mettiamo la nostra fede in Gesù siamo immersi in Dio, immersi nel suo amore e battezzati nel Suo Spirito! Una notizia spettacolare! Diventiamo dei membri apprezzatissimi del corpo di Cristo sulla terra. “Ora noi tutti siamo stati battezzati in uno Spirito nel medesimo corpo, sia Giudei che Greci, sia schiavi che liberi, e siamo stati tutti abbeverati in un medesimo Spirito” (1 Corinzi 12:13). Questo insegnamento è uno degli insegnamenti fondamentali del mondo cristiano. Una volta che ci avviciniamo a Cristo questa è la nostra realtà. L’approccio dell’ apostolo Paolo ai corinzi e l’approccio della Bibbia a noi non è quella di incoraggiarci a seguire qualcosa di nuovo ma di ricordarci di ciò che abbiamo già. Questo è ciò che è davvero vero per noi, dobbiamo aprire le nostre menti ed il nostro intendimento cercando di capire chi siamo in realtà ed il nostro valore all’interno del corpo di Cristo; l’esperienza che ci è stata donata cercando di farla nostra. Cerchiamo di vivere nella potenza di quella conoscenza.
Il battesimo dell’acqua è un simbolo grafico e rappresentativo del battesimo spirituale e dovrebbe diventare una dimostrazione iniziale della fede di un nuovo credente. La cosa bella del battesimo dell’acqua è che diventa un motivo di celebrazione per la comunità di fede e anche per chi lo fa essendo consapevole della bellezza di ciò che è accaduto dal punto di vista spirituale. Se il battesimo dello Spirito Santo fosse un evento che accadesse dopo, allora il simbolo del battesimo dell’acqua sarebbe come agire prima del tempo. Essere battezzati nell’acqua e immersi in essa è un simbolo del fatto che crediamo che siamo stati battezzati e immersi nello Spirito di Dio, purificati dai nostri peccati, risorti a tutto un nuovo modo di vivere. Questo è il motivo per cui il battesimo nell’acqua non fa di noi dei cristiani ma è una celebrazione da non perdere. E’ un’opportunità per celebrare ciò che Dio ci ha dato. Quando condividiamo il pane ed il vino durante la Santa Cena ricordiamo in quel momento ciò che Lui ha fatto per noi. Il battesimo è un’esperienza pratica dove dichiariamo d’essere parte del corpo di Cristo, e dove dichiariamo che Dio ha operato dei miracoli nella nostra vita. Il battesimo non ci fa nascere di nuovo ma è la nostra festa di compleanno. E’ una dichiarazione fisica di ciò che sappiamo sia una realtà spirituale. Inviterei chi non ha ancora fatto quel passo a farlo perché è un’esperienza straordinaria!
Domande e risposte:
Domanda: Quando hai condiviso con noi delle Scritture che parlavano dicendo che non esiste maschio o femmina, ebreo o greco… Come si fa a relazionare un concetto del genere con il credo che prevale particolarmente in America e in tante parti del mondo dove si considera ancora il popolo ebraico come il popolo scelto e particolare di Dio e quindi ancora meritevole di un attenzione particolare e da essere sostenuto dal mondo cristiano dell’occidente?
Risposta: La base scritturale del perché come movimento non siamo d’accordo del tutto con la popolare teologia predominante del protestantesimo tradizionale si trova nella lettera ai Romani dal nono all’ undicesimo capitolo. La teologia predominante del mondo evangelico sostiene l’unità di tutti i credenti ma allo stesso tempo sostengono che gli ebrei siano ancora il popolo eletto. Quando si comprende la natura radicale del vangelo nella quale Dio non ha scambiato o sostituito gli ebrei con i gentili ma anzi ha allargato il cerchio innestando i gentili nella pianta originale della famiglia di Dio così tutti insieme sono diventati il popolo di Dio. L’enfasi negli insegnamenti dovrebbe essere quella di apprezzare il valore, la gioia e l’unità di tutti i credenti siano essi, ebrei o gentili, ebrei o palestinesi o di qualunque nazionalità invece di tornare sempre al discorso degli eletti. Questo non per screditare o denigrare nessuno ma piuttosto per elevare tutti i popoli e le persone allo stesso livello, un concetto davvero eccezionale. A volte rimaniamo un po’ perplessi con gran parte degli insegnamenti evangelici su questo tema perché riteniamo che sia un enfasi malriposta. Penso che lo Spirito Santo abbia operato un miracolo molto più grande creando unità tra tutti i popoli.
Conclusione: Queste sono le parole che lo Spirito Santo ci dice mentre riceviamo e siamo battezzati …se qualcuno non ha ancora ricevuto Cristo rivolgetevi a Lui, lasciate le vostre reti come fecero i discepoli, lasciate qualsiasi cosa alla quale vi stiate aggrappando dichiarando di voler soltanto seguire Gesù. Se lo farete sperimenterete il battesimo dello Spirito e sarete immersi nel corpo di Cristo. Ci sta che qualcuno parli in lingue o che riceviate altri doni spirituali, questo lo decide lo Spirito stesso. Noi non screditiamo nessun dono ma non li eleviamo. Mentre sarete immersi in Dio, cosa pensate che vi comunicherà lo Spirito ai vostri cuori? “Poiché tutti quelli che sono condotti dallo Spirito di Dio sono figli di Dio. Voi infatti non avete ricevuto uno spirito di schiavitù per cadere nuovamente nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione per il quale gridiamo: «Abba, Padre». Lo Spirito stesso rende testimonianza al nostro spirito che noi siamo figli di Dio” (Romani 8:14-16). Noi tutti sia ebrei che non ebrei siamo parte di un’unica famiglia, Dio si delizia in noi e ci ha scelto desiderando diventare il nostro Padre.
Preghiera: Padre Celeste, ti ringrazio per averci scelto e per averci adottato facendoci far parte di questa grande famiglia di fede.
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