Acqua e spirito
Gesù ha detto che bisogna nascere di nuovo se desideriamo ricominciare da zero, avere un nuovo inizio, vedere ed entrare nel Regno dei Cieli. In questo studio in particolare ci focalizzeremo su cosa significhi essere “nati dal vento e dall’acqua”. Il Regno di Dio è un concetto centrale in tutti gli insegnamenti di Cristo ed è una frase che Gesù utilizzava spesso per evidenziare il fatto che la nostra nuova nascita significa entrare a far parte di una comunità, di una nuova nazione, etnia e cultura spirituale e che siamo stati creati con questo scopo. Come nel caso della nostra nascita fisica, si nasce individualmente ma si entra a far parte di una famiglia. Questa “nuova nazione” nella quale si entra a far parte e operante sotto l’autorità di Dio e Gesù; una cultura d’amore, di servizio e di altruismo.
Il termine “Regno” non si utilizza molto, ma comprendiamone il significato. Una nuova società, un nuovo popolo, sotto Dio. Gesù toccò un tema indigeno al cuore umano, un impulso che Dio ha messo dentro di noi che bisogna gestire bene che ha a che fare con il nostro desiderio di voler appartenere ed identificarci con qualcosa di più grande di noi, qualcosa che abbia successo e che sia indirizzato verso la direzione giusta. Un buon esempio sarebbe quando ci identifichiamo con la nostra squadra del cuore. Tifare una squadra è una forma d’espressione comunitaria che sostiene i giocatori se si è presenti allo stadio. Da casa però, quando si guarda la partita e si tifa, la verità è che lo facciamo per noi stessi e ci fa sentire parte della squadra se si vince ma la realtà è che noi non abbiamo vinto nulla. Alcuni esempi d’espressione non positiva sarebbe quando si appoggia una guerra e non si onora né si apprezza la bellezza dell’essere umano presente in ogni nazione, nei bellissimi portatori dell’immagine di Dio; il Regno di Dio trascende ogni differenza ed è quel desiderio di connessione che abbiamo dentro di noi. Se troviamo la nostra identità nel Regno di Dio che è transnazionale e multietnico ciò ci aiuta a gestire l’impulso che Dio ha messo nel nostro cuore per il bene.
Per continuare, approfondiremo un’altra parte del dialogo tra Gesù e il leader religioso nel vangelo di Giovanni: “Nicodemo gli disse: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?»” (Giovanni 3:4). Mi ricordo che quando ero bambino e lessi questo passo pensai che Nicodemo fosse un personaggio piuttosto ottuso senza rendermi conto che stavo invece proiettando la mia stupidità su di lui. Tanti di noi lo abbiamo pensato, non è così? La realtà è che Nicodemo era una persona molto intelligente e altamente istruita, un rabbino e leader del suo popolo, faceva parte del Sinedrio. L’utilizzo della metafora costituisce una parte integrante del modo in cui gli insegnanti ebraici comunicavano. Gesù nel dialogo con Nicodemo lo stava facendo per aiutarlo a descrivere una trasformazione radicale di un nuovo cuore. Ciò era stato profetizzato dal profeta Ezechiele. La risposta che diede Nicodemo stava seguendo lo stesso filo di Gesù in senso metaforico. In altre parole, lui stava cercando di comunicare ciò che stava pensando, in questo caso che non credesse che lui fosse un nuovo convertito all’ebraismo, visto che era già una persona di fede da tanto e non considerava che dovesse iniziare da capo. Nicodemo desiderava che Gesù gli indicasse come andare avanti non a fare passi indietro dal suo punto di vista dovendo “nascere di nuovo” sotto quella prospettiva. Desiderava sapere come poter diventare un ebreo, religioso e fariseo migliore. Voleva conoscere come poter crescere e maturare sempre di più e si era un po’ offeso con le parole che Gesù gli aveva detto interpretando che Gesù intendesse che lui dovesse abbassarsi al livello di un principiante. Quindi la domanda di Nicodemo aveva l’intenzione d’obbiettare sinceramente alla provocazione di Gesù.
Nel prossimo passo troviamo “in verità, in verità” di nuovo volendo rimarcare quanto fosse
importante ciò che Gesù stava per pronunciare. Nei vari dialoghi dal greco originale i nomi delle due persone che conversavano venivano messi sempre all’inizio della frase dopodiché si utilizzavano soltanto dei pronomi, tipo: “Lui disse e poi lui disse, etc.” con l’intenzione di coinvolgere i lettori che dovevano seguire lo svolgimento del dialogo con attenzione per capire chi stesse parlando. La cosa curiosa di questo passo nella Bibbia è che nel greco originale il nome di Gesù è stato messo per iscritto, è come se l’apostolo Giovanni avesse voluto rimarcare l’importanza di ciò che Gesù stesse per dire ed evidenziare ai lettori quanto fosse importante il messaggio che si stava per leggere. “Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Ciò che è nato dalla carne è carne; ma ciò che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: “Dovete nascere di nuovo”».
Il termine “pneuma” nel greco originale significa sia “spirito” che “vento” e secondo il contesto della frase viene tradotto in un modo o nell’altro. Nella stessa parola si può osservare che dovremmo pensare allo Spirito nello stesso modo in cui pensiamo al vento. Il passo continua: “«…Il vento soffia dove vuole e tu ne odi il suono, ma non sai da dove viene né dove va; così è per chiunque è nato dallo Spirito»”. Dovremmo nascere sia d’acqua che di Spirito o vento. Cosa significa essere nato di Spirito? Abbiamo già affrontato questo tema nello studio precedente nel quale abbiamo stabilito che lo Spirito Santo ci purifica donandoci una nuova vita e introducendoci alla nostra nuova famiglia di fede e circondandoci dell’essenza di Dio.
Cosa intendeva Gesù quando ha detto che dobbiamo nascere d’acqua? Lungo il percorso della storia diversi cristiani hanno cercato di dare una risposta a questa domanda e conseguentemente ci sono diversi pareri su questo argomento. Il battesimo cristiano è stato appoggiato dalla maggioranza del mondo cristiano sin dagli inizi. Gesù ha detto che bisogna essere battezzati e nascere di nuovo se desideriamo vedere il Regno Dio. Il battesimo sembra essere parte dell’esperienza della nuova nascita. Un altro parere sostiene che Gesù si riferisse al battesimo di Giovanni Battista perché ciò stava avvenendo nel periodo storico in cui Gesù stava dialogando insieme a Nicodemo. Giovanni Battista battezzava le persone e chiamava le persone comuni e anche i leader religiosi come Nicodemo, a ricevere un battesimo di pentimento in preparazione per accogliere il loro Messia. Il vangelo di Luca dice che i leader religiosi non vollero il battesimo di Giovanni Battista: “Ma i farisei e i dottori della legge respinsero il disegno di Dio per loro e non si fecero battezzare” (Luca 7:30). Un particolare interessante è che il fatto che l’istituzione religiosa dei tempi di Cristo accogliesse o no il battesimo di Giovanni Battista divenne un modo per discernere se fossero pronti o meno a ricevere Gesù. In alcune conversazioni nel vangelo di Marco e di Matteo quando Gesù stava parlando con diversi leader religiosi e desiderava mettere alla prova i loro cuori per vedere se fossero pronti per il Suo messaggio spesso gli domandava se credessero che il battesimo di Giovanni Battista provenisse o no da Dio. Se essi rispondevano in modo vago e non chiaro allora Lui diceva loro di non essere pronto a dargli delle risposte o a discutere con loro. Tornando al discorso di Gesù che ha detto che c’è bisogno di nascere d’acqua e di Spirito ricordiamo che Giovanni Battista aveva detto: “«Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, al quale io non sono neppure degno di sciogliere il legaccio dei sandali; egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e col fuoco» (Luca 7:16). Perciò nel contesto storico di quel tempo, un’interpretazione del battesimo d’acqua potrebbe riferirsi benissimo al battesimo di Giovanni Battista che offriva un battesimo di purificazione in preparazione della venuta del Messia; Gesù era lì ed offriva loro lo Spirito Santo. Non si potrebbe rifiutare il battesimo di Giovanni Battista ed accettare quello di Cristo né rifiutare il battesimo di Cristo ed accettare quello di Giovanni Battista, bisognava accettare tutto
ciò che Dio stava operando.
Alcuni dei teologi cristiani importanti del calibro di Origine e Calvino hanno evidenziato il ruolo dello Spirito Santo nell’interpretazione dell’essere nato d’acqua e di Spirito. Nell’Antico Testamento nel libro d’Ezechiele il profeta utilizzò il simbolo dell’acqua in senso metaforico per rappresentare lo Spirito Santo. L’acqua secondo questa veduta enfatizza la purificazione dello Spirito Santo. Il vento accentua il potere che lo Spirito Santo ci conferisce. Abbiamo bisogno d’essere purificati e fortificati dallo Spirito. Le metafore rappresentano la nascita spirituale e non si fa riferimento al battesimo.
Essere nati d’acqua per altri si riferisce soltanto alla nostra nascita fisica. Nel contesto del dialogo tra Gesù e Nicodemo ricordiamo la domanda che fece quest’ultimo: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?» Gesù potrebbe aver detto che bisognava nascere d’acqua in senso fisico e di Spirito. L’acqua in questo senso sarebbe un eufemismo della nascita fisica. Tutti noi siamo letteralmente nati d’acqua (liquido amniotico) dal grembo della nostra madre. Gesù potrebbe aver voluto utilizzare un esempio pratico concreto di questa realtà spirituale volendo rimarcare che oltre alla nascita fisica saremmo dovuti nascere anche dallo Spirito. Quella potrebbe essere un modo di affermare una nascita fisica unita ad una nascita spirituale ricordandoci che questa nascita spirituale non ci salva dalla nostra fisicità ma è una benedizione che riceviamo mentre siamo in questa terra.
Il bello di tutto questo è che ognuna di queste vedute se comprese bene ci indirizzano bene. L’interpretazione del battesimo cristiano è una buona interpretazione ma dovremmo assicurarci d’interpretare la figura di Gesù nel modo in cui Lui ci ha insegnato ad interpretare tutte le Scritture e non secondo la lettera della legge ma secondo lo Spirito. In altre parole, il battesimo è un bellissimo modo di dare dimostrazione della scelta che abbiamo fatto di seguire Gesù e di come dovremmo essere nati d’acqua, ricevere lo Spirito Santo ed essere nati di nuovo in spirito. Gesù non ci ha insegnato il legalismo di ciò che viene chiamato la rigenerazione battesimale. La rigenerazione battesimale è una dottrina voluta dalla chiesa che sostiene che siamo rigenerati o rinati soltanto tramite le acque battesimali e che dobbiamo per forza essere immersi fisicamente in esse per ricevere lo Spirito Santo. Noi non sosteniamo detta dottrina perché la consideriamo una lettura legalista degli insegnamenti di Cristo.
Il battesimo che dava Giovanni Battista enfatizzava la purificazione ed il pentimento. La veduta che definisce lo Spirito Santo come acqua enfatizza la bellezza di come ci fortifica, ci dimostra misericordia e ci purifica. L’altra interpretazione dice che acqua e Spirito si riferisca a come la nostra fisicità e spiritualità si amalgamano in questa nuova nascita. Tutte queste interpretazioni sono degli insegnamenti rappresentati nelle Scritture quindi qualsiasi veduta uno scelga di sostenere può stare tranquillo sapendo che sono tutte interpretazioni sostenute dalle Scritture dalle quali c’è tanto da imparare.
I termini “ruah” nell’Antico Testamento e “pneuma” nel Nuovo vengono tradotti come “spirito”, “respiro” o “acqua”. Il termine ebraico “ruah” è di genere femminile e “pneuma” nel greco originale è di genere neutro. Diversi teologi hanno ipotizzato dovuto a questo fatto che forse questo sia l’aspetto femminile di Dio. Di sicuro non si tratta di un pensiero così radicale perché sappiamo che dall’inizio della Creazione abbiamo compreso ciò che significhi essere maschio o femmina e che entrambi questi concetti si trovano nel cuore di Dio perché tutti siamo stati creati nella Sua immagine. Se si parla di Dio come un’entità maschile questo non significa che sosteniamo che Dio sia maschio perché Lui è Spirito e trascende concetti di genere. Dio è nostro Padre e si rivela a noi sotto quella figura ma siamo anche coscienti che lo Spirito secondo l’interpretazione teologica ebraica e cristiana si sottolinea l’aspetto della femminilità divina.
Riflettiamo, stiamo parlando della nuova nascita, non c’è un concetto più femminile di quello, le madri danno alla luce. Lo Spirito Santo è colui tramite il quale nasciamo spiritualmente. “Come bambini appena nati, desiderate ardentemente il puro latte della parola, affinché per suo mezzo cresciate” (1 Pietro 2:2). Quando si nasce di nuovo dovremmo diventare come neonati che desiderano ardentemente il latte della Parola di Dio desiderando nutrirci dei Suoi insegnamenti. Anche qui c’è un’immagine chiaramente femminile riguardo l’allattamento e Dio non ha paura di mostrare il suo aspetto femminile. Alcune chiese hanno allineato il loro messaggio a questo pensiero chiamando Dio madre ma noi preferiamo attenerci alle parole di Gesù dove Lui ci insegnò a rivolgerci a Dio come nostro Padre e siamo della veduta che siamo al servizio di Dio Padre che ha un cuore di madre. Un concetto che trovo bellissimo!
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