Nuova Vita. Rinascita spirituale. Parte 1
🌈 Diventare la migliore versione di te stesso.
In questa nuova serie approfondiremo la conversazione tra Gesù e uno dei leader religiosi di nome Nicodemo che si trova nel terzo capitolo del Vangelo di Giovanni. Consideriamo che sia uno dei passi fondamentali e centrali della fede cristiana; una miniera di tesori che ci aiuta a comprendere meglio Gesù in rapporto con la nostra fede. Cercheremo di capire cosa significhi avere un nuovo inizio e come Gesù tramite il meraviglioso aspetto del perdono, della purificazione e del ricominciare da zero ci presenti il messaggio della nuova nascita.
Se vi facessi questa domanda: cosa ne pensate delle persone? Ritenete che siano sostanzialmente buone, cattive o nessuna dei due? C’è chi si reputa una buona persona ma occasionalmente si dimentica di chi sia e così finisce per fare delle azioni non proprio così buone, cioè, qualcuno che a volte tende a perdersi ma che si considera comunque una brava persona. Altri invece pensano di essere delle persone cattive e che il fatto di comportarsi in modo giusto sia soltanto per beneficiare il loro ego e i loro bisogni sociali.
Esistono delle correnti di pensiero teologico cristiano che hanno enfatizzato quest’ultima posizione, ossia, che tutte le nostre buone opere non sono altro che “panni sporchi” agli occhi di Dio…chi ragiona in quel modo si sente sotto condanna sempre anche quando fa del bene perché pensa che alla fine lo abbia fatto per innalzare sé stesso in qualche modo. Chi crede invece che non siamo degli esseri buoni o cattivi afferma che ogni individuo sia in continua evoluzione e che si formi tramite il processo delle scelte e delle abitudini intraprese; chi fa delle scelte cattive di continuo diventa più “cattivo”, invece chi fa delle scelte di natura buona di conseguenza diventa più “buono”. Chi sostiene questa posizione sarebbe in linea con il filo di pensiero del filosofo cristiano Kirkegaard, uno dei fondatori dell’esistenzialismo (analisi del modo di essere specifico, originale e proprio dell’uomo). Ritengo che Gesù ci abbia dato molta speranza e vedremo più avanti che Egli è molto realistico nel modo in cui affronta questo tema.
Uno dei primi passi da fare per andare avanti in qualsiasi settore è quello di prendersi la responsabilità per le proprie azioni. Tutti noi siamo a volte delle vittime e a volte dei sicari; a volte ci facciamo del male da soli e non si può dire che non abbiamo nessuna colpa per ciò che non vada nella nostra vita perché altrimenti si negherebbe l’immagine di Dio in noi. Perciò anche se non siamo sempre responsabili per ciò che ci accade siamo responsabili per come reagiamo; un eccellente punto di partenza per il cambiamento. Non sarebbe giusto addossarci le colpe dell’universo ma pensiamo bene e cerchiamo di comprendere quale sia la nostra parte della colpa perché prendere coscienza di questo aspetto ci aiuterebbe a progredire nel nostro percorso spirituale.
Qualunque sia la nostra posizione riguardo la nostra natura umana possiamo essere d’accordo sul fatto che c’è qualcosa che non va; tutti noi abbiamo a cuore la speranza di un mondo migliore. Basta approfondire la storia mondiale degli ultimi decenni e secoli e possiamo comprendere che c’è qualcosa di sbagliato nell’essere umano. Siamo interessati in ciò che le persone potrebbero apportare riguardo la possibilità di un cambiamento e particolarmente come cristiani desideriamo conoscere ciò che Gesù ha da comunicarci su questo tema.
Gesù disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Or andate e imparate che cosa significa: “Io voglio misericordia e non sacrificio”. Perché io non sono venuto per chiamare a ravvedimento i giusti, ma i peccatori» (Matteo 9:12, 13). In questo passo alcune persone che si consideravano giuste si avvicinarono a Gesù chiedendogli come mai Lui passasse del tempo insieme ai peccatori. Ciò che mi piace molto è il modo in cui Gesù gli rispose, non ebbe un atteggiamento prepotente e non disse loro: «Come mai vi considerate così “giusti”? Nessuno è giusto, solo Dio lo è, tutti siamo dei meri peccatori e se non credete alle mie parole restate qui mentre cercherò di dimostrarvi quanto voi siate niente; dopodiché vi renderete conto di quanto abbiate bisogno del Vangelo e lo desidererete». Gesù non sentì che fosse responsabilità Sua il dover convincere chi non fosse cosciente delle sue proprie mancanze nel fargliele notare. Cioè, quando qualcuno si avvicinava a Lui vantandosi di quanto fosse a posto con Dio, Gesù gli accettava così. Gesù disse che non era venuto per chi pensasse di essere “sano” e “giusto”, non era venuto per discutere con chi si ritenesse più bravo degli altri, cercando di convincerli di quanto sbagliata fosse la loro posizione. Gesù disse di essere venuto per aiutare le persone consapevoli dei loro bisogni, delle loro mancanze e della loro “cattiva” salute spirituale; Gesù sarebbe stato il loro dottore. Quel tipo di persona esiste ovunque anche oggi, perciò non vale la pena mettersi a discutere con loro o cercare di convincerli di quanto siano peccatori pensando d’aiutarli a diventare delle persone migliori. Ascoltiamo e impariamo da chi è cosciente delle proprie mancanze e dei propri bisogni. Gesù è venuto per loro.
Gesù descriverebbe l’essere umano come individui imperfetti, testardi e da Lui amati allo stesso tempo. E’ una veduta bellissima perché non dice che siamo degli esseri totalmente persi e disperati bensì delle persone non perfette riferendosi all’immagine di Dio in noi. Noi siamo stati fatti ad immagine e somiglianza di Dio e siamo portatori della Sua immagine nonostante le nostre proprie mancanze e fragilità . Siamo anche degli esseri cocciuti che spesso desiderano fare a proprio modo e la prova di questo fatto si può osservare chiaramente lungo la storia del popolo di Dio sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento.
Il prossimo punto è che siamo veramente amati, Dio ha cura e si interessa di noi al punto di correrci dietro e di non perdere mai fiducia in noi offrendoci il Suo perdono quando sbagliamo e aiutandoci ad iniziare da capo.
Cosa significa nascere di nuovo ed avere un nuovo inizio nella vita? “Or c’era fra i farisei un uomo di nome Nicodemo, un capo dei Giudei. Questi venne a Gesù di notte e gli disse: «Maestro, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio, perché nessuno può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui». Gesù gli rispose e disse: «In verità , in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio»” (Giovanni 3:1-3). Dei passi veramente affascinanti da dove abbiamo tratto il prezioso concetto della nuova nascita. Più avanti nella lettura, Gesù e Nicodemo discutono questo principio. Nicodemo è stato colui che diede inizio a questo scambio, lui era alla ricerca spirituale, una persona religiosa, facente parte del Sinedrio, un fariseo che era alla ricerca della verità . Lui si approcciò a Gesù chiamandolo “maestro” che era un titolo di rispetto spesso associato alla figura dell’insegnante. Nicodemo diede inizio alla conversazione pensando che Gesù fosse un insegnante, una fonte di verità venuta da Dio. Considerare che Gesù fosse stato un ottimo insegnante è un buon punto di partenza per dare inizio ad un’ investigazione approfondita di Cristo. E’ stato già menzionato che nei Vangeli quando diversi individui si avvicinarono a Gesù chiamandolo “maestro” intendendo “insegnante” Lui non li rimprovero’ mai dicendo: “Cosa? Mi state dando dell’insegnante? Non avete letto che io sono molto di più? Io sono il Signore, o un bugiardo oppure un pazzo, ma di certo non un semplice maestro!!”. C.S. Lewis scrisse che Gesù fosse molto più di un mero insegnante ma considerarLo un maestro o insegnante è un ottimo punto di partenza per approfondire la Sua figura. Gesù ha sempre accettato quel termine riguardo Se stesso e quando le persone si avvicinavano a Lui considerandolo un maestro Gesù approfittava di quell’approccio per dare inizio ad un dialogo. Come cristiani crediamo che Gesù sia molto di più di questo, ma non crediamo che sia meno di quella descrizione. Lui è almeno un’insegnante e non ha mai cessato d’esserlo. Quando abbiamo l’opportunità di conversare con persone che sono coscienti delle loro proprie mancanze e bisogni, possiamo benissimo presentare il nostro insegnante Gesù a loro visto che viviamo cercando di seguire i Suoi insegnamenti e conosciamo bene ciò che Gesù ha cercato d’indicarci dal punto di vista pratico. Sono convinto che gli insegnamenti di Cristo portino ad un qualcosa di miracoloso come evidenziato in tanti modi.
Mentre parliamo dei Suoi insegnamenti ricordiamoci allo stesso tempo quanto dovremmo mettere in pratica ciò che il nostro Signore, Leader, Mentore e Maestro ci ha chiesto. La chiesa è un dono meraviglioso, l’idea d’incontrarci spesso e di sostenerci a vicenda nella fede è bellissimo! La chiesa è una delle invenzioni più belle del pianeta finché non perde di vista gli insegnamenti di Gesù perché come si può testimoniare dalla storia, in quel caso diventa una delle istituzioni più brutte, distruttive, demoniache e orripilanti in esistenza. Non c’è una via di mezzo. Quando la chiesa tralascia gli insegnamenti di Cristo preferendo di concentrarsi sulla teologia della Sua figura, del modo in cui opera la salvezza, delle proprietà ontologiche (ciò che riguarda la conoscenza dell’essere) della figura di Cristo, della Sua divinità mescolata con la Sua umanità e discorsi del genere ritengo sia uno sbaglio. Tutti questi discorsi potrebbero essere molto interessanti ma se ci focalizzassimo soprattutto su di essi lasciando da parte l’applicazione dei Suoi insegnamenti nella nostra vita in modi semplici, rischiamo di mancare il bersaglio. Possiamo osservare dalla storia che quando la chiesa diede origine alle sue migliori teologie stava allo stesso tempo agendo in modi orribili e violenti, peggio che mai.
Gesù nella sua interazione con Nicodemo apprezzò molto il fatto che Nicodemo lo avesse cercato come Maestro. Notiamo che nei passi che abbiamo letto Gesù iniziò la sua risposta a Nicodemo con le parole “In verità , in verità ti dico…”. Nel greco originale dette parole significano “amen, amen”, un modo piuttosto strano di dare inizio ad una conversazione, vero? Si tratta di una fraseologia che Gesù ha utilizzato per rimarcare l’importanza di ciò che stava per pronunciare. Detta espressione aveva un significato simile a quello moderno e veniva spesso utilizzata alla fine di un discorso, di solito alla fine di una preghiera e la parola “amen” significava che uno fosse d’accordo e credesse in ciò che si fosse insegnato. La parola “amen” si poteva sentire alla fine di una preghiera o di un sermone dato da qualcuno e si pronunciava per sostenere ciò che si era detto. In un contesto moderno nelle chiese più tradizionaliste il pastore a volte chiede alla congregazione di rispondere dicendo “amen” per assicurarsi che non siano addormentati. Comunque, dire “amen” significava che uno fosse d’accordo con l’emittente del messaggio. Gesù si comportava in modo insolito perché dicendo “amen, amen” prima di aver detto ciò che doveva dire si stava complimentando da solo. In altre parole stava dicendo: “Attenzione perché c’è una chiave contenuta nelle parole che sto per pronunciare che vi aiuterà a scoprire qualcosa di molto bello e perciò mi dico da solo, “amen, amen”!”. «In verità , in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio».
Chi era Nicodemo? Come mai rischiò la sua reputazione per andare a trovare Gesù? Cos’è il Regno di Dio? Qual è il significato dell’essere nati di nuovo? Nel contesto storico del primo secolo Nicodemo apparteneva alla categoria sociale dei farisei, era parte del Sinedrio. Sicuramente amava la Torà , le loro scritture e aveva senz’altro un grande interesse nel rimanere fedele alla parola di Dio e alla verità . I farisei del primo secolo sono stati spesso messi in cattiva luce dal mondo cristiano pensando che fossero coloro che non riuscissero a comprendere ciò che per noi è talmente ovvio. In realtà erano delle persone alla ricerca della verità che dedicavano la loro vita a Dio nonostante fossero oppressi dal giogo romano. Molti di loro si ponevano la domanda “Cosa posso fare per vivere in modo giusto e poter così ricevere la benedizione del nostro Dio?”. A questo punto, secondo il Vangelo di Giovanni, Gesù aveva già manifestato certi atteggiamenti e operato in modi tali da renderlo un personaggio piuttosto discutibile agli occhi dell’ istituzione religiosa di quei giorni che aveva adottato una posizione ostile nei suoi confronti. Nicodemo considerò che rischiare per conoscere Gesù di persona fosse qualcosa che valesse la pena. Non sappiamo se fosse andato lì perché era curioso solo lui o se rappresentasse un gruppo di farisei che avevano lo stesso pensiero e che desideravano investigare per capire meglio.
La figura di Nicodemo è stata considerata un prototipo lungo i secoli del ricercatore spirituale esemplare. Quindi, approfondire questo personaggio significa anche comprendere questo aspetto. Mi viene in mente un esempio durante i giorni più bui della tratta degli schiavi, quando migliaia di persone innocenti furono rapite e portate via dalle loro terre in Africa separandoli dalle loro famiglie. Devo dire che ciò che accadde è uno degli aspetti più incredibili della fede cristiana. Riflettiamo, il Vangelo di Cristo fu presentato agli schiavi dai loro schiavisti, da coloro che stavano separando le loro famiglie, da coloro che gli avevano resi un pezzo di proprietà ; da persone che erano tutto il contrario di ciò che significa essere un credente. Per me se è esistito un gruppo di persone in questa terra che abbia avuto tutto il diritto di affermare di non voler seguire il dio dei loro aguzzini, questi, sono loro. Queste persone hanno compreso bene che il Dio dei loro schiavisti fosse il vero Dio e che Gesù fosse Colui che desideravano seguire ritenendo di poter servire Dio in modo migliore avendo capito che chi li sfruttava in realtà non seguisse gli insegnamenti del loro Signore e Maestro Celeste. Il movimento che nacque tra gli schiavi di America fu una versione pura di fede vera che mise in imbarazzo la cristianità falsa di quel periodo. In quel tempo agli schiavi non era permesso di avere le loro proprie chiese quindi, l’unico momento in cui potevano frequentare la chiesa e sentire dei sermoni era nelle occasioni quando i loro padroni li portavano con sé come bambinai o per accudirli. Di solito gli schiavi si sedevano da una parte appartata nella chiesa ma avevano l’opportunità di dare ascolto al Vangelo e tramite quei momenti, molti trovarono la verità , la verità che lo Spirito gli comunicava. Gesù parlava direttamente ai loro cuori. Essi compresero che la chiesa sarebbe dovuta essere l’incontro di persone che hanno lo stesso obbiettivo, in cui non c’è né padrone né schiavo, né ebreo o gentile, né maschio o femmina; un luogo dove dette divisioni non esistono e dove tutti sono fratelli e sorelle. Perciò cominciarono ad incontrarsi tra di loro di notte, l’unico momento libero a loro disposizione. Non era legale per loro avere dei raduni con le loro congregazioni quindi furono costretti ad operare segretamente. Durante questi momenti insieme mentre approfondivano le Scritture, Nicodemo fu la figura biblica da cui trassero ispirazione, essi ammiravano il suo coraggio ed il fatto che avesse molto rischiato, andando a trovare Gesù di notte volendo sapere la verità . Nicodemo ha avuto un ruolo motivazionale nella vita di tante persone incoraggiandole ad andare avanti nella loro ricerca interiore. Forse fra chi legge c’è qualcuno che solo per il fatto di unirsi a noi rischierebbe di essere preso in giro al lavoro, in famiglia o tra gli amici e seguire Gesù per lui avrebbe un costo, come lo è stato anche per Nicodemo.
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