Da Una Vita irreligiosa. La fine dell’inizio parte 1.

La religione provvede una via di fuga per i pigri e gli egocentrici. Per molti di noi la religione diventa una sorte di respiratore artificiale che respira al nostro posto o la sedia a rotelle che usiamo per spostarci. E’ il meccanismo che fa tutto per noi così che non dobbiamo sforzarci spiritualmente o imparare a flettere i muscoli del nostro spirito. La religione sotto molti aspetti prende il posto della nostra mente pensando, studiando e dettandoci delle risposte a cui dovremmo credere. Il motto è “Non pensare e non affannarti con le domande”. La religione ci offre degli studi biblici già pronti nei quali è descritto cosa dice la Bibbia; la nostra parte è quella di fidarci. 
I cosiddetti santi professionisti pagati ci offrono di avere comunione con Dio al posto nostro per poi dirci cosa dovremmo fare. Gesù predicò la fede, un concetto che ci avrebbe aiutato trasformandoci dall’interno del nostro cuore per poi esteriorizzarsi. Questo è un modo di vivere che è aperto, disponibile e offerto ad ogni persona che desidera seguirLo, non ad una classe sacerdotale o ad un gruppo di mistici in particolare. In questi studi abbiamo cercato di far notare le differenze tra la vera fede/spiritualità e la religione. Abbiamo proposto d’iniziare a cambiare dal nostro cuore, dalla nostra volontà e a fare la scelta di voler crescere; poi di lavorare sulla nostra mente e sui nostri pensieri,, entrambi aspetti che hanno una influenza positiva sulle nostre emozioni. A quel punto si può chiedere al nostro corpo di collaborare con noi per potersi preparare ad affrontare alcune discipline spirituali. Questo percorso non parte dall’esterno di noi stessi per poi interiorizzarsi come proporrebbe la religione costringendo il corpo a comportarsi in un certo modo. Desideriamo che il nostro cuore si conformi al cuore di Cristo e non solo di seguire Gesù meccanicamente. Speriamo che questa serie sia l’inizio di una nuova vita per molti. 
La religione facilita e promuove la pigrizia spirituale. Per quelli di noi che desiderano utilizzare un “trasportatore” spirituale dove non c’è bisogno di sviluppare, crescere o di flettere i propri muscoli, la religione è la risposta perfetta. La religione provvede le regole, le norme, i rituali e le routine da seguire ma alla fine ci lascia vuoti perché è un tipo di esoscheletro che ci mantiene belli di fuori anche se la nostra condizione interiore rimane poco salubre. Rifiutiamo quel tipo di schema scegliendo di seguire la via di Cristo. 
Ho pensato di inserire una parentesi in questo studio per parlare del vangelo di Giuda. Il vangelo di Giuda fu una scoperta storica incredibile risalente al II secolo. Il manoscritto invita a dare uno sguardo a delle teorie che si stavano sviluppando nei diversi circoli di sette cristiane gnostiche di quel tempo ed è una valida fonte d’informazione riguardo ad esse. Il manoscritto non è abbastanza antico per essere collegato direttamente al Gesù o al Giuda storico. Esistono altri documenti del primo secolo che sono stati scritti in un arco di tempo più vicino al Gesù storico. Il vangelo di Giuda è stato scritto cent’anni dopo i vangeli canonici di Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Come ho detto prima, il vangelo di Giuda ci aiuta a comprendere le teorie, miti e storie che si stavano sviluppando in quel tempo. Perciò, è un manoscritto di grande interesse storico riguardante i credi delle diverse sette gnostiche cristiane di quel secolo che trovo molto affascinante. Ma a causa della sua datazione, non può rientrare tra i documenti storici della storia di Gesù o di Giuda. Ciò che trovo incredibile è che si parli di Gesù nei media, un ambiente che di solito è ostile alla cultura cristiana. Si sono posti la domanda: “Gesù chiese a Giuda di tradirlo?” “Giuda fu in realtà un vero eroe cristiano?” Gran parte dei media ne parlano al riguardo e mi fa sorgere una domanda. Come mai in una cultura che di solito è disprezzante nei confronti della religione cristiana e a volte perfino ostile abbia un debole per Gesù? Cosa fa si che le persone siano interessate nella Persona di Cristo? Mi sembra che dovremmo dare credito a chi è dovuto, ringraziando Dio, che lo Spirito Santo fa ricordare alle persone che forse è giusto che esse siano disgustate con la religione che è stata costruita nel nome di Cristo. Lo Spirito Santo ha mantenuto la Sua promessa. Gesù disse nel vangelo di Giovanni 12:32: “Ed io, quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me”. Più tardi nel capitolo 16:8 disse: “E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo di peccato, di giustizia e di giudizio”. Lo Spirito Santo sta mantenendo e preservando un interesse vivo, verso la Persona di Gesù. La gente non vuol saper nulla della religione ma se si avesse qualche informazione nuova riguardo a Gesù dimostrano interesse, come mai? Penso che stiamo vivendo in tempi particolari quindi ogni volta che si presenti un’opportunità nuova nella nostra cultura per poter parlare del Gesù storico, ciò mi fa emozionare. Perciò ringrazio Dio che le persone abbiano ancora un interesse in Cristo. Diciamo la verità, per 2000 anni la chiesa ha fornito una bella scusa per la quale le persone non dovrebbero aver nessun interesse per Gesù, ma l’interesse esiste e rimane nonostante tutto. 
Come sarebbe se vivessimo davvero nel modo in cui Gesù ci ha insegnato? Ci piacerebbe collaborare mano a mano con ciò che lo Spirito Santo sta già operando in questo mondo invece di lavorarci contro? 
ll vangelo di Giovanni al capitolo 13 iniziando dal primo versetto dice: “Or prima della festa di Pasqua, sapendo Gesù che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine….”. Il termine greco utilizzato per “fino alla fine” è “telos” che è la radice della parola “teleologico” che significa ” fine” o “scopo”; lo scopo per il quale uno è stato creato o progettato, il proposito per cui si è in esistenza; raggiungere la meta o il traguardo finale. Perciò, questo è il “telos” dell’amore di Cristo, Lui ora dimostra la grandezza totale, il Suo obbiettivo e la Sua missione sta per essere rivelata in pieno. Interessante, se dovessimo chiedere ad un cristiano in quale modo Gesù dimostrò la grandezza totale del Suo amore, cosa direbbe? Risponderebbe senz’altro che è la croce, della crocifissione. La Bibbia insegna anche questo ma evidenza una collaborazione tra ciò che Cristo fece sulla croce e ciò che fece dietro le quinte quando serviva i discepoli; come quando lavò i loro piedi, ad esempio. Un principio del quale abbiamo parlato in altri studi di questa serie, è che Gesù non visse una vita egocentrica e normale per poi svegliarsi alla fine del suo percorso decidendo all’ultimo momento di perdonare ed amare gli altri cercando di dimostrare al mondo quanto Dio avesse a cuore l’umanità. Gesù non provò a vivere in quel modo alla fine della Sua vita ma è stato in grado di pregare: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Luca 23:34) dalla croce perché aveva vissuto una vita di perdono, servizio e amore di natura altruistica ogni giorno della Sua vita. La piena grandezza del Suo amore fu dimostrata dalla croce e dai modi dietro le quinte in cui Gesù servì altre persone. Lui fu in grado di offrirci la grazia nel mezzo della persecuzione perché tutto ciò era già dentro di Se; aveva sempre vissuto in quel modo. 
Forse dovremmo affrontare delle difficoltà grandi come delle relazioni difficili da restaurare e da riconciliare; forse qualcuno avrà dei nemici e troverà grande difficoltà a porgere l’altra guancia. Non si dovrebbe pensare di poter essere in grado di fare un passo così grosso spinti da una forza amorevole soprannaturale tutto ad un tratto. La chiave si trova nel sacrificarsi quotidianamente servendo e amando nel modo in cui Gesù amava e che tuttora ci ama. Se viviamo in quel modo quando dovremmo far fronte a delle grosse difficoltà, avremo dentro di noi già una buona esperienza del dare. Gesù fece dimostrazione del Suo amore ai Suoi discepoli in questo capitolo come fece anche sulla croce. Il passo continua: ” E, finita la cena, avendo già il diavolo messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, (Relatore: Satana orchestra l’arresto, il tradimento e la crocifissione di Gesù pensando che fosse la sua idea e che finalmente c’è l’aveva fatta a sbarazzarsi di Gesù) Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani, e che egli era proceduto da Dio e a Dio ritornava, si alzò dalla cena e depose le sue vesti; poi, preso un asciugatoio, se lo cinse. (Relatore: Gesù comportandosi in quel modo dimostrò un cambiamento da anfitrione della festa a schiavo o servo, il cui umile compito consisteva nel lavare i piedi degli ospiti. Di solito l’anfitrione chiamava uno schiavo a svolgerlo. Gesù prese quel ruolo e l’apostolo Giovanni lo descrisse in dettaglio per farci addentrare nel racconto insieme ai discepoli. Probabilmente i discepoli si chiedevano cosa stesse facendo, aspettandosi che Gesù volesse rappresentare qualcosa come ad esempio una scenetta dove avrebbe detto a parole che ci si dovrebbero lavare i piedi a vicenda o insegnare qualcosa del genere. Invece di parlare Gesù iniziò a lavare i loro piedi, non era qualcosa di simbolico e basta. Il simbolo divenne significativo perché fu genuinamente rappresentato e fatto da Gesù stesso. 
L’apostolo Giovanni all’inizio del suo vangelo nel primo capitolo disse che Gesù è la Parola di Dio, affascinante. Gesù è l’unità di comunicazione dell’amore che Dio ha per noi. L’apostolo lo chiamò la Parola fatta carne, Gesù non è stato chiamato la Parola fatta parole, gli insegnamenti di Cristo non rappresentano la Parola di Dio per noi ma Gesù stesso è la Parola di Dio fatta carne e quindi tutto ciò che Gesù è e fa è la Parola di Dio per noi. Quando osserviamo dalle Scritture come interagiva con gli altri, l’atteggiamento che aveva verso gli emarginati e detestati; quando vediamo come ha servito i Suoi propri discepoli invece di pretendere d’essere servito, Lui è la Parola di Dio per noi, non solo quando leggiamo gli insegnamenti che ci lasciò. Gesù insegnò tramite le parabole. La Sua storia è piena di significato, Lui è la Parola di Dio per noi. Il passo continua: “Dopo aver messo dell’acqua in una bacinella, cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui era cinto. (Relatore: Gesù prese del tempo per lavare i piedi dei Suoi discepoli uno ad uno. Un processo lento, intimo e coinvolgente. Durante quel processo ci siamo mai chiesti chi fossero esattamente le persone alle quali furono lavati i piedi? Riflettiamo. Giuda aveva già deciso nel suo cuore con l’incoraggiamento del diavolo di tradire Gesù e non lasciò la stanza fino a più tardi. Gesù lavò i piedi di Giuda. La grazia offrì un ultima opportunità a Giuda per essere corteggiato dall’amore. Gesù non si alzò accusandolo d’essere un vile traditore sporco in combutta con Belzebù. Gesù offrì l’opportunità più grande di pentirsi, di raddrizzarsi e di confessare e scelse di offrire a Lui la Sua grazia lavando i piedi di colui che lo avrebbe tradito. Fu un momento che trascorse lentamente per dare tempo a Giuda di processare bene se andare avanti con il suo piano o meno. Il dunque ovviamente non è l’acqua, il rituale o l’avere un incontro con Gesù; se il nostro cuore è chiuso e siamo legati e determinati a non dare ascolto a Cristo allora fare o eseguire qualsiasi rituale o rito non cambierebbe il nostro cuore come nel caso di Giuda in questo racconto. Gesù stesso lavò i piedi di Giuda ma ciò non fece nessuna differenza. Giuda continuò ad andare avanti con il suo piano. In questo quadro c’è un’ottima rappresentazione della religione. Uno può avere Gesù stesso che si avvicina a noi e ci chiede di fare una certa cerimonia ma visto che abbiamo la libera scelta se il nostro cuore è già determinato a rifiutare e ad indirizzarsi verso un’altra direzione allora eseguire qualsiasi rituale, rito o routine in particolare non cambierebbe il nostro cuore. Ciò da evidenziare in questo racconto non è la simbologia dell’acqua ma piuttosto l’intimità delle relazioni cuore a cuore; delle connessioni. Gesù stava dando l’opportunità ad ognuna delle persone a cui lavò i piedi di avvalersi di quell’intimità. 
a seguire 2 parte