Dalla serie “Una Vita Irreligiosa.” Mangiare le Scritture parte 3
Domande e risposte:
Domanda: All’inizio di questo studio hai menzionato che una delle cose che non dovremmo fare è utilizzare le Scritture come fonte di conforto. I Salmi che scrisse il re Davide sono espressioni di come lui si sentiva verso Dio o di esperienze personali che lui stava attraversando. La mia domanda è: in quale contesto è appropriato utilizzare le Scritture come fonte di conforto e quando no?
Risposta: Vorrei chiarire ciò che ho detto per evitare qualsiasi confusione. E’ giusto utilizzare le Scritture per aiutarci a crescere in modo intellettuale? Certo. E’ giusto utilizzare le Scritture per trovare conforto? Certo. E’ giusto utilizzare le Scritture per imparare lezioni di moralità? Certo. Ciò che volevo evidenziare è che sia bene non fissarsi su nessuno di questi punti. Dovremmo evitare di fossilizzarci in una routine. Ogni essere umano ha la sua personalità e siamo tutti diversi e come tali tendiamo ad utilizzare le Scritture a modo nostro. Riflettiamo. Se utilizzassimo le Scritture per trovare conforto e leggessimo la Bibbia solo con quello scopo in mente sarebbe piuttosto limitante. Lo stesso principio si applicherebbe agli altri utilizzi (crescita intellettuale e istruzione in materie di natura morale). Sarebbe davvero stupendo se mentre studiamo la Bibbia con un certo scopo in mente, riuscissimo a collegarci a Cristo e trovassimo conforto, istruzione morale o riuscissimo a crescere intellettualmente. Teniamo però sempre presente che fissarci su uno di questi punti, non farebbe altro che elevarci allo status di “fariseo”.
Domanda: Potresti darci qualche consiglio pratico su come leggere la Bibbia nel contesto giusto senza dover per forza frequentare una scuola biblica per farlo?
Risposta: La prima soluzione è studiare le Scritture insieme alla comunità di fede. Poi dovremmo chiederci in quale modo potremmo permettere a chi ne sa più di noi nella nostra comunità o chiesa in casa, di aiutarci a capire meglio il contesto. I primi cristiani imparavano tramite l’interdipendenza con altri fratelli e sorelle nella fede e non avevano un testo da seguire o da leggere. Il “testo” che seguivano era scritto nella vita delle persone di fede. Per imparare le storie della vita di Gesù era necessario assistere ad un incontro con un apostolo presente che raccontava di persona e quindi la comunità era necessaria per la crescita spirituale delle persone. Il pericolo di crearsi una spiritualità “individuale” su Gesù non c’era perché la comunità di fede era l’unico modo per conoscerLo di più. La generazione che venne dopo iniziò a mettere per iscritto la vita di Gesù e anche in quel caso le persone non avevano una copia personale e quindi per imparare di più su Gesù bisognava radunarsi in comunità e chi possedeva una copia della Bibbia, la leggeva a voce alta.
Questa settimana potremmo provare a metterlo in pratica, una persona potrebbe leggere le Scritture a voce alta mentre il resto della comunità ascolta cercando di visualizzare e “vivere” la storia. Poi potremmo prendere qualche minuto per riflettere in quale modo ha fatto una differenza nel nostro modo di pensare e di essere e come potremmo incorporare questa pratica alla nostra vita. La comunità di fede ebbe un ruolo importante nella prima chiesa. Oggi la risposta è la stessa di allora: s’impara e si trovano delle risposte in comunità. Possiamo imparare da insegnanti o pastori, persone che hanno la chiamata “dell’opera del ministero” (Efesini 4:12) o da fratelli o sorelle nella fede che hanno già fatto un percorso da tempo o anche da fratelli o sorelle relativamente nuovi nella fede che hanno ancora delle domande ma che hanno notato qualcosa nelle Scritture e la condividono. A volte si tende a pensare che si debba imparare soltanto da un credente più maturo nella fede e che poi si debba “addestrare” chi è nuovo, ma spesso proprio chi è “nuovo” evidenzia delle cose che “gli anziani” non avevamo affatto notato. Perciò s’impara sempre da tutti. Per ultimo ricordiamo che molti fratelli e sorelle hanno comunicato degli ottimi insegnamenti tramite i loro libri. Tuttavia ricordiamo di non lasciare che i libri diventino un’ impresa esclusiva di natura privata. Cerchiamo sempre di enfatizzare il ruolo comunitario. Una delle enfasi della nostra comunità è quella di mettere in rilievo la comunità di fede. Siete tutti invitati, poi sta ad ognuno decidere se desidera farne parte o meno. Le chiese in casa sono dei luoghi di raduno in cui le persone vengono incoraggiate a partecipare attivamente alle discussioni, beneficiando dell’input comunitario e seguendo lo stile dei primi cristiani. Se l’organizzatore della vostra chiesa in casa o un altro fratello o sorella non riuscissero a dare delle risposte allora, tante altre figure nella nostra comunità allargata, potrebbero dare una mano e contribuire. In quel modo la comunità è sempre al nostro servizio. Invece di partecipare ad una scuola biblica per qualche anno e poi dichiarare di sapere tutto preferiamo interagire sempre con il testo e crescere in comunità, un obbiettivo da tener presente tutti i giorni della nostra vita.
Conclusione:
Leggere senza applicare ciò che si legge è come mangiare senza fare esercizio. Cioè si “mangia” il testo, esso diventa amaro nelle nostre viscere, diventiamo grassi e poi non prendiamo il tempo per smaltirlo facendo movimento. In altre parole siamo dei veri ipocriti. Quando applichiamo ciò che impariamo espandiamo l’energia che il cibo ci dona, favorendo un appetito salutare che poi ci aiuta ad applicare quello che abbiamo imparato. La Bibbia in quel caso diventa molto più interessante per noi perché è parte del nostro quotidiano e di come viviamo la nostra vita piuttosto che solo un libro da leggere durante una liturgia in un contesto religioso. Se pensiamo che la Bibbia sia noiosa o fredda chiediamoci se magari è perché la leggiamo con l’intento di imparare e basta, invece di avere in mente l’intenzione e il desiderio di venirne trasformati. In altre parole, quando leggiamo dovremmo riflettere su come la nostra vita cambierà dopo la lettura, perciò anche se il testo dovesse sembrare difficile da capire, il processo stesso, rimarrebbe emozionante e coinvolgente. Se leggere ci spinge a porre delle domande ad altre persone, non c’è nulla di meglio, la Bibbia è stata concepita in quel modo; con il proposito di unirci, non di separarci.
Eugene Peterson, l’autore del libro “Mangia il libro” (“Eat this Book”) parla di un periodo nella sua vita quando intraprese la corsa come attività sportiva. Riflettendo su quel periodo, disse: “Ciò che è veramente affascinante è che quando correvo con regolarità scoprii che mi interessava leggere degli articoli riguardo alla corsa nei giornali, su internet, etc. Prima di correre non mi era mai passato per la mente leggere degli articoli del genere ma in quel periodo li adoravo! Non c’è molto da leggere sulla corsa, non è uno sport così complicato. Basta mettere un piede davanti all’altro ma io ero proprio preso dal tema e mi leggevo tutti gli articoli dedicati alla corsa. Come mai? Perché le riviste di quel genere avevano a che fare con la mia vita, affrontavano un tema, al quale ero appassionato e così leggerli mi caricava di energia. Dopo aver avuto una lesione fisica mi fu vietato di correre e devo dire che il mio interesse per i giornali dedicati alla corsa svanì. Come mai? Io speravo di guarire e tornare a correre, come mai non mi interessava più? Perché in realtà il mio interesse non era mai stato focalizzato soltanto sull’informazione ma nel collegare ciò che stavo imparando dai giornali quando correvo, perciò quando non potevo più applicare ciò che leggevo, continuare a leggerli non aveva più senso per me.” Se questa è la nostra esperienza con le Scritture chiediamoci se ciò che leggiamo ha a che fare con il come viviamo la nostra vita. Se ci limitassimo a leggere la Bibbia solo per leggerla diventebbe una noia, ma se trovassimo dei modi per applicarne le Scritture in modo pratico, scopriremmo di non poterne farne a meno. Gesù disse nel vangelo di Matteo 7:24: “Perciò, chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, io lo paragono ad un uomo avveduto, che ha edificato la sua casa sopra la roccia”. Solo perché leggiamo le parole scritte nella Bibbia e acquisiamo conoscenza su di essa non significa che siamo delle persone sagge. Infatti, se Gesù è la vera Roccia e tutti gli altri modi sono rappresentati dalla sabbia e non abbiamo l’intenzione di costruire la nostra casa su di essa o di mettere in pratica né di vivere ciò che stiamo imparando, saremmo più al sicuro all’arrivo della tempesta, sulla sabbia. Mi spiego meglio, quando arriva la tempesta e ci colpisce, se siamo in piedi sulla Roccia ci faremmo del male, perciò, se non vogliamo costruire nulla ci faremo meno male se siamo in piedi sulla sabbia perché è più morbida. Scegliere di stare sulla Roccia ha senso solo se abbiamo l’intenzione di costruire la nostra dimora su di essa. Stare sulla Roccia non significa scegliere Gesù e poi non fare null’altro; significa scegliere Lui e poi vivere e mettere in pratica ciò che ci ha insegnato. Questo è il significato di costruire la nostra casa sulla Roccia, una volta costruita saremo in grado di affrontare qualsiasi tempesta della vita. La scelta però sta a noi.
La Bibbia è come una vetrata colorata attraverso la quale possiamo vedere Gesù. Una vetrata colorata è bidimensionale e si può osservare in maniera distaccata cercando di capirne i colori e le forme e anche guardare attraverso di essa perché è una finestra. Possiamo leggere e studiare la Bibbia ma non limitiamoci a guardarla in modo superficiale, cerchiamo di guardare attraverso di essa per così riuscire a vedere il Sole stabilendo una connessione con la Luce. Metterlo in pratica ha a che fare con la vita.
Preghiera:
Padre Celeste, grazie per l’incredibile rivelazione che ci hai dato attraverso le Scritture che ci danno un quadro completo del mondo del quale spesso siamo ignari. Prego che possiamo trovare il nostro posto in questa storia e poi che la possiamo vivere con entusiasmo. Ti ringrazio anche per la Parola fatta carne alla quale le Scritture fanno riferimento. Prego che questa settimana possiamo penetrare la Tua Bibbia e riuscire a vedere Gesù e ad avere un incontro con Lui. Gesù, prego che Tu possa camminare insieme a noi una volta che avremo finito di leggere, quando avremo chiuso il libro. Aiutaci a metterlo in pratica. Prego che questa settimana sia una settimana di trasformazione, nel nome di Gesù.
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