Da “Una vita Irreligiosa”. Mangiare le Scritture parte 1
Ho partecipato a diversi studi biblici dove certe persone tendevano a prendere diverse frasi, estratti o versetti dalla Bibbia fuori contesto, per cercare di giustificare la loro propria condotta della vita. In detti ambienti non è fuori dal comune trovare chi utilizza detta conoscenza per rafforzare il suo punto di vista.
Come possiamo avere un migliore approccio alle Scritture? La Bibbia è stata scritta per fornirci tutte le risposte e così aiutarci a vincere dei dibattiti oppure per aiutarci a concepire delle domande migliori, per tenerci umili e per aprire la nostra mente al fatto che apparteniamo a qualcosa di molto più grande? Il nostro Dio è grandissimo, meraviglioso, infinito e onnipotente, aldilà della nostra immaginazione. Il fatto che c’è tantissimo che non conosco e che non riuscirò a conoscere mai mi rende umile. Il non sapere tutto ci fa porre tantissimi interrogativi ma anche ci chiarifica le semplici cose che dobbiamo fare per conformarci all’immagine di Cristo.
La Bibbia è chiara quando spiega come dovremmo vivere la nostra vita: dovremmo lasciare che il cuore di Gesù prenda radici nel nostro e permettere che Lui viva attraverso di noi. Spesso nei gruppi cristiani ci concentriamo su temi “importanti” che hanno a che fare con la metafisicità dei discorsi filosofici o dottrinali invece di lasciare che rimangano un mistero. L’ideale sarebbe che mentre impariamo come vivere allo stesso tempo riconoscessimo quanto abbiamo ancora da imparare invece di utilizzare la nostra conoscenza per vincere dei dibattiti, dividerci e gonfiare il nostro orgoglio. Penso che spesso nei cerchi protestanti la Bibbia non venga studiata in un modo che rinforzi il proposito per il quale fu scritta. La domanda è: Qual è il ruolo della Bibbia nella nostra ricerca spirituale e come può esserci d’aiuto nei nostri sforzi per poter conformarci all’immagine di Cristo?
La vera sfida quando leggiamo le Bibbia è cercare di non interpretarla a modo nostro per rafforzare il nostro proprio punto di vista. E’ importante confrontare la nostra opinione con le Scritture avendo un atteggiamento di voler imparare, di sottomissione e di umiltà. Gesù sfidò i religiosi di quel tempo chiedendo in quale modo le leggessero. Erano così dedicati alla Torah e allo studio e memorizzazione delle Scritture ma stranamente continuavano a mancare il bersaglio; forse la leggevano troppo. Spesso quando i religiosi ponevano delle domande a Gesù cercando di coinvolgerlo in un dibattito Lui diceva: “Non avete letto?” Lo faceva apposta sapendo che la loro vita ruotava intorno alle Scritture cercando di farli capire che uno può benissimo essere immerso nella Bibbia e continuare a non capire ciò che è davvero importante. Se non riusciamo a comprendere il ruolo che la Bibbia dovrebbe avere nella nostra vita o abbiamo un intendimento sbagliato di essa allora rischiamo di mancare le cose davvero importanti pur avendo un’ampia conoscenza biblica. Invece di focalizzarci soltanto sul desiderare trovare delle risposte a tutti i nostri quesiti o per rafforzare le nostre cause teologiche, politiche o religiose che siano leggiamo la Bibbia per tenere i nostri cuori umili e per innamorarci del mistero di quanto grande e vasto è l’amore di Dio per noi. Il vangelo di Luca 10:25, 26 dice: “Allora ecco, un certo dottore della legge si levò per metterlo alla prova e disse: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». Ed egli disse: «Che cosa sta scritto nella legge? Come leggi?».” Ecco la domanda centrale che Gesù pone a noi su questo tema. Noi, come leggiamo la Bibbia? Cosa ricaviamo da essa? In quale modo studiamo le Scritture? Il vangelo di Luca 10:27 continua: ” E quegli, rispondendo, disse: «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il prossimo tuo come te stesso».” Questa persona era in grado di sparare delle risposte corrette alla perfezione. Gesù continuò in Luca 10:28: ” Ed Egli gli disse: «Hai risposto esattamente; fa’ questo e vivrai». Ma egli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?»” Di seguito si può osservare bene la saggezza che Gesù possedeva perché non si fece intrappolare da questa persona in dibattiti teologici ma preferì rispondere alla sua domanda con la storia del buon samaritano. Una storia che illustra cosa rappresenta il vero prossimo invitando tutti ad avere un’immagine mentale vivida del Suo racconto. Gesù ci invita a chiederci in quale modo leggiamo le Scritture e qual è il nostro approccio ad esse.
A seguito cercherò di mettere in risalto dei modi secondo me non corretti di leggere la Bibbia per capire se per caso ci fossimo fossilizzati in uno di questi. Molti di noi ad un certo punto della nostra vita utilizziamo le Scritture nei modi che descriverò ma ciò che è importante è non fissarci soltanto in un solo metodo per studiarle. La nostra crescita spirituale rallenta quando utilizziamo la Bibbia solo per:
a) dibattiti di natura intellettuale: leggere la Bibbia con l’intento di poter essere in grado di vincere un certo discorso teologico.
b) istruzione morale: La Bibbia contiene degli insegnamenti morali ma se ci fissiamo solo su di essi rischiamo d’essere promossi al livello dei farisei. Essi erano degli esperti nell’esaminare le Scritture facendo luce su ogni minimo particolare ed interpretando ogni parte di esse come istruzioni morali da seguire alla lettera. I farisei conducevano una vita esemplare dal punto di vista morale ma Gesù disse che le prostitute e i pubblicani li avrebbero preceduti nel Regno dei cieli, (Matteo 21:31).
c) comodità personale: tanti di noi utilizziamo la Bibbia come il nostro oggetto transizionale (coperta di Linus). Spesso quando attraversiamo delle difficoltà andiamo alla ricerca di versetti che ci diano un po’ di conforto, tipo come una medicina quando stiamo male. Esistono diverse compilazioni di versetti raggruppati in categorie diverse che molti leggono quando ne hanno bisogno. La Bibbia in quel caso diventa un mezzo che ci aiuta a migliorare la nostra vita personale piuttosto che avere la visione di leggerla con l’intento di chiedere a Gesù d’invitarci ad entrare nel Suo mondo e d’insegnarci come vivere sottomettendo la nostra vita a ciò che Lui ha da mostrarci giorno per giorno.
Una volta lessi un tipo di parabola moderna che illustrava molto bene questo concetto. Il racconto parlava di un gruppo di persone nate e cresciute all’interno di un magazzino senza porte. La costruzione aveva delle finestre ma esse erano così sporche che non si riusciva a vedere nulla fuori. All’interno queste persone avevano tutto il necessario per vivere e perfino delle comodità. Occasionalmente alcuni di loro si radunavano per parlare ed ipotizzare sulla vita al di fuori del magazzino e discutere al riguardo. Un giorno una coppia di bambini pulirono un pezzettino del vetro di una delle finestre e finalmente riuscirono a vedere fuori, poi fecero un buco nella costruzione e uscirono. Videro delle persone, del gelato, delle strade, delle persone con i loro animali di compagnia, degli alberi, il cielo etc. e si resero conto che il mondo era molto più grande di ciò che avessero mai potuto immaginare. I bimbi allora tornarono indietro per cercare di convincere gli adulti ad uscire anche loro ma essi risposero che tutto ciò di cui avevano bisogno esisteva nel magazzino e che sarebbe meglio invitare le persone di fuori ad entrare. I bimbi avevano compreso l’importanza di avventurarsi nell’immensità di ciò che comprende questo mondo. Questa “parabola” si potrebbe applicare a chi legge la Bibbia limitandosi ad invitare l’immensità di Dio ad entrare e visitare il nostro “magazzino” cercando di prendere tutte le storie e immagini incredibili, quelle verità profonde che troviamo nella Bibbia che dovrebbero aprire le porte verso un’altra dimensione spirituale. La Bibbia è stata disegnata per essere il “buco” attraverso il quale passare ad un nuovo mondo.
La Bibbia è stata scritta come una storia perché le nostre vite lo sono. Inoltre scopriamo che la Bibbia racconta la storia della nostra vita. La Bibbia ci racconta ciò che è accaduto nel passato, ciò che accadrà e quale scena stiamo vivendo nel presente dandoci il contesto. Capire il contesto ci aiuta a comprendere il ruolo che abbiamo da svolgere nella storia della nostra vita, una specie di metanarrazione (narrazione dove l’autore introduce delle proprie considerazioni sullo scritto che sta producendo). La grande storia inizia e finisce con Dio. Non dovremmo limitarci ad utilizzare la Bibbia come una serie di citazioni scollegate da ricercare nei testi biblici del tipo “un pensiero per il giorno”. La Bibbia dovrebbe diventare la storia dalla quale poter imparare, capire qual è il nostro ruolo e la direzione che dovremmo prendere aiutandoci ad agire nel modo giusto avendo compreso come fare.
Sia le nostre piccole realtà sia le realtà bibliche appartengono al mondo reale che si estende verso tante direzioni diverse. Le nostre piccole realtà sono rappresentate dalle nostre relazioni, dalle nostre ferite e da ciò che esse comprendono. Le realtà bibliche invece ci fanno andare dietro nel tempo a 2000 anni fa; alcuni fanno del loro meglio per rapportarsi con esse cercando di raffigurarle nella mente come parte del mondo reale. Tuttavia, la verità è che molti di noi non pensiamo che la Bibbia faccia veramente parte del mondo reale; crediamo che sia in parte storica ma che gran parte dell’informazione contenuta in essa appartenga piuttosto al reame dell’immaginario.
La realtà è che il mondo biblico è il vero mondo ed è la vera storia. Il mondo reale ebbe inizio con Dio: “Nel principio Dio….” ! Inizia raccontandoci la creazione dell’universo e come andrà a finire tutto quanto. Quando leggiamo la Bibbia non accontentiamoci di farlo con il solo proposito di trovare conforto, incoraggiamento, saggezza o guida in qualcuno o qualcosa. Cerchiamo invece di penetrare nella Storia più grande contenuta in essa e tra le sue pagine di ritrovare noi stessi.
Di seguito approfondiremo alcune delle volte in cui Gesù apparve nell’ultimo libro della Bibbia. Lungo il Nuovo Testamento ci sono molti indizi sul fatto che la rivelazione di Dio per noi contenuta nella Bibbia abbia un ruolo di sostegno in ciò che Dio desidera comunicarci.
Alla fine, ciò che Dio vuole dirci é reso manifesto tramite la Parola fatta carne cioè, tramite Gesù. Il primo capitolo del vangelo di Giovanni parla di come Gesù è venuto su questa terra procedendo dal cuore stesso di Dio; la Parola che è con Dio e che è Dio, è stata comunicata a noi. Gesù è “La Parola”, l’unità fondamentale della comunicazione.
Il primo capitolo della lettera agli Ebrei dice che Dio parla con noi tramite Gesù. La Bibbia allora diventa quel portale che attraversiamo per poter essere in grado di vedere, sperimentare e connetterci con Gesù, la Parola di Dio fatta carne. Gesù disse nel libro dell’Apocalisse 1:8: “«Io sono l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine», dice il Signore «che è, che era e che ha da venire, l’Onnipotente».” Cioè, Gesù ha detto d’essere sia la prima che l’ultima lettera dell’alfabeto greco, cioè la “A” e la “Z” dell’alfabeto italiano. Gesù è l’alfabeto che Dio ha utilizzato per trasmettere il Suo messaggio d’amore a noi. Dio desidera farci sapere che le Scritture contengono tutto ciò che Lui desidera comunicarci attraverso Gesù stesso. Gesù ha dichiarato d’essere la Parola, le unità che costituiscono le parole, l’alfabeto. Tutto ciò che Dio desidera esprimere dev’essere distillato attraverso la Persona di Gesù. Se teniamo i nostri occhi su Gesù saremmo in grado di vedere l’amore di Dio nel miglior modo possibile.
La domanda è: qual è il ruolo della Bibbia nell’aiutarci a vedere Gesù? Se non siamo in grado di comprendere questa importante verità rischiamo di rimanere bloccati. Se non riusciamo a vedere la Bibbia come un indicatore che ci guida verso Gesù potremmo mancare il suo vero proposito. Gesù disse ai farisei nel vangelo di Giovanni 5:39, 40: “Voi investigate le Scritture, perché pensate di aver per mezzo di esse vita eterna; ed esse sono quelle che testimoniano di me. Ma voi non volete venire a me per avere la vita.” Il ruolo della Bibbia è quello di guidare le persone a Gesù e di dare testimonianza di Lui. Se ci fissiamo e ci focalizziamo soltanto sulla Bibbia significa che siamo dei veri farisei. Gesù ci ha chiesto di utilizzare le Scritture per venire a Lui.
A seguire……
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